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mercoledì 14 maggio 2025

Il Catania vince ma il Pescara passa il turno: 1-2 all'Adriatico



Nella foto: Lorenzo Meazzi. Fonte: Pescara calcio

È stata una partita dura, combattuta, equilibrata. Non c'è stato l'assalto all'arma bianca degli Etnei come tre giorni fa, anzi nel primo tempo le occasioni più nitide le ha avute il Delfino.

Meazzi si è mostrato in grande spolvero e ha garantito una certa spinta al reparto offensivo, tra l'altro con due conclusioni nel primo tempo.

Le due squadre hanno attaccato senza tatticismi, con continui capovolgimenti di fronte.

Al 71' Di Gennaro ha segnato di testa per il Catania, ma otto minuti dopo un contropiede di Meazzi ha messo in condizione Tonin di realizzare una rete pesantissima, che ha di fatto messo una ipoteca sulla qualificazione degli Abruzzesi.

Al 91' il Catania si è riportato avanti grazie a Montalto su una azione rocambolesca, ma al 100' il risultato nell'arco delle due gare ha avvantaggiato a compagine di Silvio Baldini.

Nonostante infatti il totale delle reti sia 2 a 2 tra andata e ritorno, il Pescara vanta una posizione di classifica superiore.

Domani alle 11:30 si attendono i sorteggi per gli abbinamenti del prossimo turno, quindi sapremo presto chi sarà il prossimo avversario dei biancazzurri.


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Argomenti: calcio, serie C, play off

martedì 13 maggio 2025

Palazzina Laf, un buon film incentrato su una storia vera



Immaginate di avere delle forti divergenze, motivate, con la vostra azienda. Immaginate poi che i proprietari e i dirigenti, per punirvi, vi metta insieme ad altre decine di colleghi, in un ufficio dove avete una scrivania, una sedia e niente, in assoluto, da fare. 

Nessun incarico, nessuna pratica, nessun foglio da riempire, nessun lavoro di concetto. Nulla.

È quanto è successo, nella realtà, a parecchi impiegati dell'Ilva di Taranto. La famiglia Riva, che aveva rilevato le acciaierie, negli anni '90 stabilì che servivano più operai e meno impiegati. 

Cercò di convincere dunque chi lavorava dietro a una scrivania con una qualifica ben precisa a mettersi a fare il saldatore o l'addetto al funzionamento dei macchinari.

Per punire i dissidenti, costoro vennero mandati nella cosiddetta palazzina Laf, senza incarichi effettivi. Percepire uno stipendio pieno senza fare nulla poteva sembrare attraente all'inizio, ma a lungo andare i dipendenti iniziarono a soffrire psicologicamente. 


Consideriamo pure il fatto che nel sud Italia chi lascia un lavoro a tempo indeterminato con uno stipendio dignitoso ha grandi difficoltà a trovare alternative, se vuole cambiare. 

Il film è ben gestito dal regista e protagonista Michele Riondino, che punta molto sul lato grottesco della situazione, ma al tempo stesso rende bene il senso del dramma di impiegati vittima di una strana forma di mobbing, che vogliono recuperare una dignità nel loro lavoro, non soltanto avere uno stipendio. 

È una pellicola dunque di impegno civico, sullo sfondo di una Taranto inquinata dove in tanti ancora si ammalano per le polveri presenti nell'aria. 




Bravo è Riondino, che tra l'altro è Tarantino, nel ruolo del delatore. Altrettanto grintoso e realistico è Elio Germano nella parte del dirigente cattivo. 

Un cast di comprimari valido, inoltre, sorregge il film nel suo equilibrio tra farsa e crisi. Solo nella parte finale forse si indugia troppo nell'esplorare gli stati d'animo anzichè mandare avanti la storia. Anche la fase di riscatto finale della classe lavoratrice poteva probabilmente essere sviluppata ulteriormente. 

Si tratta comunque di un buon film, che diverte e fa riflettere. 

Le vicende reali del resto già fornivano parecchio materiale per raccontare una storia non banale e per di più grottesca, stimolando facilmente la fantasia di un artista che vuole rappresentarla nel migliore dei modi.

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Argomenti: recensioni, cinema, Taranto, Ilva

Quando la copia è meglio dell'originale

Nel 1981 l'ottima Randy Crawford incideva "You might need somebody".

Rispondeva il gruppo Estone Elektra con una ottima cover: "Keegi"

Personalmente trovo più intensa, più espressiva e di maggiore senso drammatico la versione Estone. La cantante dovrebbe essere Kadri Hunt.

Infine ho trovato anche un adattamento italiano eseguito dalla indiscutibile Anna Oxa. In questo caso però il testo non convince e l'interpretazione, seppur buona, a mio parere è leggermente inferiore alle altre due.

Nel secondo video è contenuta anche Meid Kaasa Muusika Viib , che rielabora un brano di Stacy Lattisaw: Jump to the beat.

Buon ascolto.





lunedì 12 maggio 2025

Buon Compleanno a Zdeněk Zeman


I migliori auguri a Mister Zeman e una pronta e completa guarigione dai problemi fisici che ha avuto di recente. Classe 1947, nato a Praga, è nipote da parte materna di Čestmír Vycpálek, allenatore della Juventus negli anni '60. 

Si trasferì a Palermo nel 1968, in seguito alla Primavera di Praga e alla conseguente repressione Sovietica. Diplomato Isef, non ha avuto una carriera da calciatore, ma si è imposto con le sue idee innovative fin dai primi anni '80. 

Tra le squadre allenate con cui ha ottenuto i risultati più eclatanti c'è il Foggia di fine anni '80-primi anni '90. Noto per il suo calcio offensivo e per le preparazioni atletiche durissime impartite ai giocatori, predilige spesso i giocatori dalla tecnica scarna ma dal grande sacrificio, anche se ha lanciato la carriera di attaccanti devastanti come Signori, Baiano ed Immobile. 

Il suo migliore risultato con una grande squadra è stato il secondo posto nel 1994-1995 con la Lazio. Il suo ultimo grande successo è sicuramente la promozione con il Pescara nella stagione 2011-2012 di serie B, in cui arrivò primo e aiutò a crescere calcisticamente talenti come Verratti, Immobile, Insigne e Caprari. 

Zeman viene ricordato però soprattutto per la sua integrità morale, per la sua signorile schiettezza, per la sua laconicità e per la bravura nel far maturare i giovani calciatori. Viene ritenuto oltre che un allenatore un insegnante di calcio, sia pure con un carattere non sempre facile. 

Grazie, Mister, per il divertimento che ci hai regalato e auguri ancora.



Perché l'elefante è il simbolo di Catania?


Nelle foto: La fontana dell'elefante e lo stemma della città di Catania


L'associazione tra l'elefante e la città di Catania salta presto all'occhio di tutti coloro che si relazionano alla realtà Etnea.

Lo scopriamo nel simbolo del Catania Calcio, lo vediamo raffigurato sui palazzi governativi, lo troviamo in piazza integrato all'obelisco in Piazza del Duomo.

Fino al 1239 il simbolo della città era San Giorgio, ma Federico II sottrasse il dominio della città ad un Vescovo Conte che la governava e così il nuovo simbolo col pachiderma detto "U liotru" fu ufficialmente introdotto in una riunione del Regno di Sicilia tenutosi a Foggia.

La leggenda parla del mago Eliodoro, che nell'VIII secolo dopo Cristo avrebbe creato l'elefante dalla lava e si sarebbe divertito ad andare in giro per Catania sul suo dorso.

Eliodoro era un mago burlone: soleva comprare merce dai mercanti con oro e pietre preziose, che appena passavano nelle mani del venditore si trasformavano in sassi.

Un'altra leggenda che si perde nella notte dei tempi parla di un elefante che scacciò le belve feroci dalla città, difendendone gli abitanti.

Alla fine del 1700 il principe Ignazio Paternò di Castello addusse il simbolo elefantiaco alla presenza del circo in città, che lo raffigurava negli ornamenti di scena.

La statua con l'obelisco risale al 1737, quando l'architetto Giovan Battista Vaccarini restaurò l'elefante danneggiato dal sisma del 1693 e lo incastonò nell'obelisco sopra la fontana che ancora oggi notiamo in Piazza Duomo e che prende appunto il nome di "Fontana dell'Elefante".




domenica 11 maggio 2025

Il Catania attacca, il Pescara vince: 0-1 per gli Abruzzesi al termine di una gara sofferta



Nella foto in alto: Davide Merola viene festeggiato dai compagni. Nella seconda foto: con freddezza, il talento Campano scavalca Dini con la classica "palombella"


Serata infuocata stasera a Catania nel primo turno della fase nazionale dei play off. Lo Stadio Massimino nel quartiere Cibali era infatti gremito da 18000 spettatori. La squadra di casa non ha deluso i suoi sostenitori, scendendo in campo molto bene, con grande concentrazione e organizzazione di gioco.

Tuttavia gli ospiti hanno mostrato altrettanta concentrazione, aspettando con pazienza l'attimo giusto per colpire, non lasciandosi condizionare da un tifo avverso estremamente vivace. 

La trasferta è stata infatti vietata ai supporters Adriatici e misure simili sono state prese per i Catanesi nella gara di ritorno.


Il Primo tempo

I rossoblu tentano di aggredire i difensori avversari nella loro area e spendono tante energie.

Il Delfino soffre ma non perde la testa. La difesa si conferma rocciosa mentre i centrocampisti sono riusciti a costruire il gioco di rimessa nonostante il forte pressing subito.

Il Catania conta quattro azioni degne di nota, di cui due soltanto realmente pericolose.

Il Pescara si muove bene in contropiede ma preferisce non esporsi troppo vista la forte pressione dell'Elefante.


Il Secondo tempo




Nella seconda frazione i padroni di casa devono cedere qualcosa in termini di fiato e gli Abruzzesi si fanno vedere più spesso dalle parti del portiere Dini.

Al 70' Plizzari risponde alla grande a un gran tiro di Di Tacchio, ma all' '84 un bel contropiede porta Merola a tu per tu con il portiere. Il trequartista di Santa Maria Capua Vetere dimostra concentrazione e freddezza, superando Dini con un bel pallonetto.

Il Pescara va dunque in vantaggio e mantiene il risultato fino alla fine, capitalizzando al massimo le poche occasioni da rete avute.



Conclusioni


Il Catania ha giocato meglio, ha mostrato aggressività e motivazione e avrebbe potuto ottenere molto di più. 

Dal canto suo però il Pescara ha gestito bene la gara, accettando di rinunciare al proprio gioco per difendersi e soffrire, beffando l'avversario al momento giusto.

Mercoledì si giocherà in Abruzzo e per passare il turno i rossoblu dovranno vincere con due goal di scarto. 

A parità di goal nei due incontri il Delfino ha un vantaggio dato dal regolamento, giacchè vanta una posizione di classifica migliore nel suo girone.


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Argomenti: Pescara, calcio, Catania, play off

Riccardo Cioni - In America


Negli anni '80 indubbiamente c'erano molti contenuti filoamericani nel cinema, nei programmi televisivi e nella musica pop. Questo brano francamente non lo conoscevo fino a pochi mesi fa.

La melodia è semplice e orecchiabile, fatta esplicitamente per essere commerciale.

Non è forse un brano indimenticabile (e infatti non mi risulta che sia circolato molto in questi decenni tra radio e tv.

Tuttavia agli occhi del pubblico di oggi il videoclip può sembrare divertente e ingenuamente accattivante, con tanto di coreografia ben eseguita.

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Grazie a tutti voi per avermi seguito in tutto questo tempo.

Le visite registrate dall'inizio delle misurazioni di google analytics a metà 2010 sono oltre 465000.

Tuttavia il blog è in attività dal 31 dicembre 2007, per cui abbiamo probabilmente superato di slancio il mezzo milione di visite.

Se avete domande, proposte, richieste di collaborazione scrivete pure un commento in calce a questo articolo o alla mail indicata nel lato destro del sito.





venerdì 9 maggio 2025

Habemus papam: un film senza filo logico ne' scopo

Ritengo che questo sia il periodo migliore per recensire un film che avevo in mente da un bel po' di tempo per qualche spunto interessante.

L'idea di realizzare un film su un papa appena eletto in crisi, che non si sente pronto, era una idea interessante, soprattutto nel 2011, prima che Ratzinger si dimettesse e prima che nascessero varie serie televisive in stile Netflix.

Il problema è che questa opera di Nanni Moretti  non va in nessuna direzione.

Ci sono  degli spunti interessanti che vengono però abbandonati e si perdono nel nulla.

C'è un nuovo papa eletto in conclave che inizialmente rifiuta la nomina, ma non si capice bene il perchè e per tutto il film il protagonista non trova chiarezza ne' pace.

C'è uno psicologo che dovrebbe aiutare a sbloccare la matassa ma non sortisce nessun effetto, se non quello di organizzare un torneo di pallavolo tra i cardinali, trovata di per sè carina visivamente ma pur sempre fine a sè stessa.

C'è addirittura una seconda psicologa ma anche lei non conclude nulla. 

Nei primi film Moretti era fissato con i dolci e la cioccolata, poi è apparso spesso come psicologo anche nelle opere di altri registi. Nell'ultimo "Il sol dell'avvenire" lo psicologo lo fa a fare un altro ma tale personaggio è un anziano professionista in fase avanzata di rincoglionimento.

Ci sono attimi di ironia e di rilassatezza (e quindi sei portato a pensare che il film finalmente viri sulla commedia). 

Ci sono attimi di sconcerto (e pensi che ormai evolva un dramma). 

Il neopapa fugge per la città e si aggrega in segreto ad una compagnia di teatro, sua vecchia passione, fino a salire sul palco anche lui in una rappresentazione. A quel punto tu pensi che il film evolva verso una soluzione "fantasy" in cui coraggiosamente il personaggio si libera di panni così ingombranti per seguire le sue passioni e il suo vero io. Macchè.

Il neopapa si reca di nuovo in Vaticano, esce  per il primo saluto alla folla in Piazza San Pietro e annuncia una seconda volta, definitivamente, che lui rinuncia. Il film dunque si conclude con un cardinale che fa una smorfia di dolore. Dovrebbe essere un gesto di profondo sconforto ma sembra più un tifoso dell'Inter che si lamenta del rigore sbagliato da Beccalossi.

Da vecchio comunista rosso (sia pure sbiancato parecchio fino a un rosa quasi impercettibile) ci si aspettava forse una coraggiosa critica della Chiesa (e lì ci sarebbero stati molteplici spunti da utilizzare).

Moretti sceglie di non farlo, anzi, dipinge i cardinali con una certa simpatia e perbenismo.

Scelta legittima, la sua, ma poi, in definitiva, il film non da un senso compiuto allo sconforto e ai dubbi che vorrebbe porre.

Non basta un sempre ottimo Nanni Moretti come attore, un Jean Michel Piccoli sempre carismatico ma ormai imbolsito dagli anni e un contorno di ottimi interpreti noti al cinema italiano.

Peccato perchè Habemus Papam è a tratti gradevole e grazioso, ma da un artista come Moretti ci siamo abituati a ben altro. Anche la colonna sonora di Fabio Piersanti non convince con il suo scontato stile altezzoso, polifonico ed epico.

Affidarsi al solito Nicola Piovani come in tante avventure precedenti sarebbe stato quasi al cento per cento più proficuo.

È un'occasione persa perchè si poteva affrontare la sfida di trattare un tema complesso.

Questo Habemus Papam ricorda i film recenti su Andreotti, Craxi e Berlusconi in cui si evita di affrontare i personaggi nella complessità della loro esperienza di ascesa, consolidamento e declino e ci si sofferma invece solo su alcuni aspetti.

Quando affronti il Real Madrid ti prepari bene per fare una bella figura, altrimenti perdi cinque a zero.

Moretti ha scelto la seconda opzione.


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Categorie: recensione, cinema, Nanni Moretti

giovedì 8 maggio 2025

Il nuovo papa è Robert Prevost: cosa dobbiamo aspettarci?




Dopo il  Papa Sudamericano, ecco quello made in Usa, che si è dato il nome di Papa Leone XIV. 

Nato a Chicago il 14 Settembre 1955, ha avuto la sua ascesa durante l'era Bergoglio: nominato Vescovo nel 2014, Papa Francesco lo ha ordinato Cardinale meno di due anni fa.

Ha vissuto a più riprese in Perù con svariati incarichi.

Dal 1999 al 2013 è tornato a Chicago dopo la sua nomina a "Provinciale della provincia Agostiniana" locale.

In tale periodo ha dovuto gestire alcuni scandali su abusi sessuali operati da membri della Chiesa.

Tutti ora attendono di constatare quale tipo di continuità ci sarà con l'operato di Papa Bergoglio, su temi come ad esempio le coppie separate e divorziate, l'omosessualità, l'emigrazione irregolare.

I suoi trascorsi in America Latina lasciano supporre che la sua concezione del socialismo e degli ideali tradizionali della sinistra non sia così ostile come quella di Wojtyla ma piuttosto si avvicini a quella di Bergoglio.



È il Catania il prossimo avversario del Pescara



I dettagli sono ancora da definire, come orario e terna arbitrale. Tuttavia i sorteggi hanno determinato che l'11 a e il 14 di Maggio Catania e Pescara si incontreranno con ritorno in Abruzzo.

In caso di parità di goal nell'arco delle due partite, il Pescara supererà il turno in virtù della sua migliore posizione di classifica nella stagione regolare.

Già nei commenti odierni e dei giorni scorsi si evince come le società e le tifoserie si temano a vicenda. Si  tratta infatti di due compagini dalla buona tradizione calcistica e con alle spalle città abbastanza grandi e tifoserie numerose.

Il tasso tecnico in campo sarà abbastanza alto e si preannuncia un doppio confronto spettacolare, con 15000-20000 spettatori sia in Sicilia che tre giorni dopo in Abruzzo.


mercoledì 7 maggio 2025

Pescara, prima missione completata. 2-1 alla Pianese e avanti col secondo livello.


Nella foto: Edoardo Pierozzi. Fonte: Pescara calcio


Il Pescara sbriga la pratica Pianese in sedici minuti e va avanti con accresciuto entusiasmo nei play off di serie C.

Pierozzi sblocca la partita con un tiro di piatto dopo sei minuti, su calcio d'angolo. Passano dieci minuti e Merola raddoppia con una conclusione dalla distanza.

Il Delfino è padrone del gioco, attacca e subisce azioni da goal poco incisive. Soprattutto si rende pericoloso in contropiede: per almeno tre volte, con Merola, Bentivegna e Ferraris, a tu per tu col portiere e su azioni in velocità va vicino alla terza marcatura.

Le occasioni per i biancazzurri però continuano e viene centrato anche un palo al 34' da Dagasso.

Nel secondo tempo i padroni di casa decidono di risparmiare le energie. Gli ospiti dall'altra parte riescono a creare qualche pericolo in più e accorciano le distanze al 78' minuto con Bacchin.

Il centrocampista dei Toscani riceve un pallone in profondità e con un bel tiro approfitta degli spazi eccessivi lasciati dalla difesa locale.

Il forcing degli uomini di Formisano continua per altri sei o sette minuti ma poi le energie finiscono e il risultato rimane cristallizzato sul 2-1.

Il Pescara passa il turno vincendo, anche se un pareggio sarebbe bastato in virtù del regolamento e della migliore posizione in classifica.

Vanno fatti i complimenti al giovane Alessandro Formisano, trentaquattrenne che, subentrando al buon Fabio Prosperi a dicembre, è riuscito a condurre una squadra neopromossa ben oltre l'obiettivo della salvezza. 

Domani alle 12:30 si conosceranno gli abbinamenti in virtù dei risultati acquisiti in questo turno dei play off.

Tra le squadre più blasonate che sono ancora in gioco ci sono Catania e Crotone.


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Argomenti: Calcio, play off, serie C, Pescara, Pianese, Silvio Baldini, Alessandro Formisano

venerdì 2 maggio 2025

"Il ragazzo dal kimono d'oro": un film discreto che non sfigura con "Karate kid"




É giunto il momento di rimettere le cose a posto: troppe volte "Il ragazzo dal kimono d'oro" è stato recensito con un pizzico di scherno e visto soltanto come la brutta copia del più noto "Karate Kid". 

In questa sede non prenderemo in considerazione i sequel sia dell'uno che dell'altro. Seppure il film originale non avesse un budget altissimo (8 milioni di dollari) è facile dedurre che il "non ufficiale" remake italiano sia costato molto meno. 

Tuttavia al regista John Avildsen e agli attori Ralph Macchio e Pat Morita, la produzione italiana rispondeva con dei giovanissimi Kim Rossi Stuart e Ken Watanabe, truccato incredibilmente da anziano come maestro di vita e di arti marziali. 





Questi ultimi due sono diventati in seguito degli eccellenti attori, impegnati in opere di ben altro spessore autoriale. 

Tuttavia stiamo scrivendo di due film riusciti in termini di intrattenimento. Le storie che raccontano "reggono" e affascinano un pubblico eterogeneo. 

Il regista, produttore e sceneggiatore Fabrizio De Angelis, sia pure riproponendo qualcosa di già visto,

ha voluto ambientare la storia in una location esotica come le Filippine. 

Con qualche passo falso nel copione del tipo "si vede che sei cresciuto con le vitamine giuste" e con mezzi quasi artigianali, il ragazzo dal Kimono d'oro è comunque un film che funziona e che diverte. 

Perfino nella scena del mercato e nelle altre con la gente del posto, la ripresa leggermente mossa dona un senso di realismo quasi documentaristico allo spettatore.

Il trucco eseguito su Watanabe, che potrebbe sembrare strano oggi, era l'outfit tipico dei film di kung fu.

Anche una trovata come "il colpo del drago" con tanto di scossa elettrica, era alla fin fine ascrivibile a quel repertorio fatto di fantasia e di effetti speciali che in altre pellicole andavano ben oltre.

Per il resto gli elementi sono piuttosto standard: il ragazzo che reagisce contro i bulli, un sottobosco di malavita, un maestro filosofo, una storia d'amore giovanile, un contesto familiare da rimettere a posto e gesti di generosità vari. 

Soprattutto c'è quel messaggio di ribellione alle ingiustizie che qui è ben sviluppato ed è insito nell'indole di alcune persone. Perfino il padre del protagonista Anthony, da giornalista, è finito nei guai per aver combattuto persone molto potenti.




Janet Agren copre il ruolo della madre. Negli anni precedenti si era già fatta una esperienza solida nel nostro cinema ed è tuttora ricordata con piacere in Italia.

Come spesso accade in questi film "di genere" la colonna sonora è molto meglio del film stesso. 




Il motivetto elettronico che parte durante gli allenamenti nella foresta o nelle fasi più tranquille del film ha un che di avvolgente e di vagamente asiatico, così come il tema sonoro durante le scene di combattimento ha la tensione giusta e non sfigura affatto con quelli di produzioni da decine di milioni di dollari.

Del resto il curriculum del musicista Simon Boswell non lascia adito ad equivoci.

Il film è online, ve lo consiglio.

Buon divertimento.

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Argomenti: cinema, recensione, Il Ragazzo dal Kimono d'oro, Kim Rossi Stuart, Ken Watanabe, Fabrizio De Angelis

domenica 27 aprile 2025

Quando Papa Francesco incontrò l'Uomo Ragno



Ci sono foto apparentemente bizzarre che nascondono significati e gesti profondi.

Matteo Villardita ha speso buona parte della sua giovinezza in ospedale per una malformazione congenita ad una gamba.

Ha pensato dunque di svolgere una attività di animazione per i bambini ricoverati, vestito da Uomo Ragno, di cui è sempre stato un appassionato.

Lo fa da volontario, negli spazi liberi che riesce a ritagliarsi al di fuori del suo lavoro a tempo pieno come impiegato a Vado Ligure, in provincia di Savona.

Il 23 Giugno 2021 è stato ricevuto da Papa Bergoglio nell'ambito di una udienza generale, dando vita a delle foto curiose che a prima vista potrebbero far pensare a un fotomontaggio.

Oggi ha 32 anni e continua la sua vita ispirato dai valori della solidarietà e della vicinanza a chi soffre.




Il Pescara chiude in scioltezza: tre goal al Campobasso

Il 3-0 contro i Molisani permette al Delfino di mantenere lo status di migliore quarta dei tre gironi di C. Ora il focus è sui play off.



Nelle foto: Accursio Bentivegna (in alto) e Giuseppe Saccomanni. Fonte: pescaracalcio.com


Animi distesi all'Adriatico. Come migliore quarta squadra classificata dei tre gironi di serie C, il Pescara avrà alcuni vantaggi nelle prime partite dei play off.

La vittoria odierna in casa contro il Campobasso è stata dunque utile.

I rapporti di forza sono stati chiari fin dal principio: Al quarto minuto, con un tiro a colpo sicuro di Merola su assist di Bentivegna al centro dell'area i biancazzurri si portano avanti.

Passano solo tredici minuti e il tabellone ritocca il risultato: il portiere Filippo Neri (omonimo del Santo) non trattiene un facile pallone e Bentivegna di rapina ne approfitta con un tiro di piatto: 2 a 0.

Al 39' ancora Bentivegna si fa strada: porta avanti il pallone e al limite dell'area lascia partire un tiro potente che assesta il risultato sul 3 a 0.

Nel secondo tempo entrambe le squadre non premono troppo sull'acceleratore ma sono i padroni di casa a sfiorare più volte il quarto centro, colpendo anche il palo. Il Campobasso si mette in evidenza con una conclusione di Bifulco negli ultimi minuti.

Il classe 2006 biancazzurro Giuseppe Saccomanni ha finalmente fatto il suo esordio nel finale di partita.


Conclusioni

Il Campobasso di Fabio Prosperi (subentrato in corsa)  ha avuto una buona stagione, centrando l'obiettivo più realistico, ovvero la permanenza in C, con una settimana di anticipo. Oggi la squadra, forse, aveva la testa già un po' in vacanza.

Il Pescara invece chiude la stagione a quota 67: è il miglior risultato in termini di punti delle quattro ultime stagioni in serie C.

I ragazzi di Baldini ci tenevano oggi a chiudere bene con la terza vittoria consecutiva, creando un buon clima per gli spareggi play off.

Ci danno appuntamento al 7 Maggio all'Adriatico, contro un avversario ancora da conoscere.


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Argomenti: Pescara, Campobasso, calcio, Giuseppe Saccomanni, Accursio Bentivegna, play off, serie C

mercoledì 23 aprile 2025

Il Pescara va a ritmo di samba: 1-3 al Legnago e quarto posto blindato



Foto: Davide Merola. Fonte: Pescara calcio


Una partita divertente, aperta fino alla fine e con molti capovolgimenti di fronte

È un Delfino che gioca in scioltezza quello delle ultime due partite, in cui è andato a bottino pieno. Il Legnago di oggi era e rimane nei bassifondi della classifica, è vero, ma ha sfoderato un'ottima prestazione, soprattutto nella prima frazione di gara.

Nel primo tempo in effetti si è visto molto spettacolo, con occasioni da parte e dall'altra. Tuttavia Ferraris al 14'  ha calciato un bel tiro ad effetto che ha garantito il vantaggio agli ospiti.

Il secondo tempo è invece iniziato più in sordina, pur non risultando noioso. 

Sul finale, però, sono iniziati i fuochi d'artificio: al temporaneo pareggio di Spalluto di testa al minuto 84, ha replicato immediatamente Merola, 

prima con uno splendido colpo di tacco e poi ancora con un pallonetto che ha scavalcato il pur ottimo portiere Veneto Perucchini. 


Conclusioni

1 a 3 è il risultato finale. Il Legnago ha buone individualità, come Spalluto, Perucchini e Leoncini; se avesse giocato sempre come oggi, starebbe tranquillamente a metà classifica. Peccato che si sia svegliato tardi.

Il Pescara con i suoi alti e bassi è in una fase di scalata: gioca con l'intenzione di esaltare la tecnica dei singoli e di divertirsi, a differenza di qualche settimana fa.

Ferraris è a quota dieci goal, Merola è in crescita e nel finale, con la sua doppietta, ha dimostrato di essere un'arma letale.

Il quarto posto è in ghiaccio ma non è matematico. Nella prossima e ultima gara del campionato il Pescara dovrà ancora dare battaglia. 

In casa contro il Campobasso, Domenica 27 Aprile alle 16:30, sarà necessario almeno un pareggio: 

in tal modo manterrà la sua posizione in classifica e andrà ai play off in una posizione di discreto vantaggio.

lunedì 21 aprile 2025

Papa Francesco ci ha lasciati: alcune riflessioni sul suo pontificato.



Quando ci fu la fumata bianca, il 13 Marzo 2013, buona parte del mondo, me compreso, vide per la prima volta il successore di Joseph Ratzinger in Vaticano.

Mi colpirono subito la sua solarità molto latina e la sua spontaneità. Del resto era Argentino con origini Italiane.

E rammento anche alcune delle sue prime parole, che sono andato a cercare di nuovo per avere maggiore esattezza:

"Voi sapete che il dovere del Conclave è di dare un Vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo. Ma siamo qui..."


Ricordo anche che la sua richiesta alla piazza gremita di fedeli fu quella di pregare per lui, prima ancora che lui desse la prima benedizione.

Mi piaceva il suo modo di parlare in maniera non convenzionale, quel suo non porre esattamente l'altra guancia: "se tu mi offendi mia madre (la Madonna) io ti do un pugno!" detta per argomentare quanto successo negli attacchi terroristici a Charlie Hebdo: Francesco, sia pur condannando la violenza, rifiutò di riconocersi nell'operato dissacrante di quel giornale, pronto sempre a deridere i sentimenti religiosi.

In quei giorni ci fu la campagna mediatica furbescamente ideologica "Io sono Charlie Hebdo". 

Tuttavia il distinguo era giusto: si può condannare la violenza senza condividere le posizioni delle vittime, che non rispettavano molte delle sensibilità altrui.

Il suo papato è stato dalla vicinanza ai poveri e di sicuro si adoperò molto nelle opere caritatevoli.

Una volta lo fece in maniera discutibile, mandando il suo elemosiniere e un tecnico a rimuovere i sigilli per il blocco delle utenze in un palazzo di occupanti abusivi.

È indicato come il Papa che più si è adoperato per punire la pedofilia all'interno della Chiesa.

Ha mostrato vicinanza alle coppie divorziate e ai gay, evitando colpevolizzazioni nei loro confronti.

Si è espresso verso una politica migratoria molto disinvolta e mirata all'accoglienza a prescindere, a differenza del suo predecessore Ratzinger che non era contrario ad un contenimento e ad una azione di aiuto nelle nazioni di provenienza.

Su questo punto molti fedeli Italiani si sono divisi.

Ha modificato una parola del Padre nostro: "E non ci abbandonare in tentazione" al posto di "E non ci indurre in tentazione"

Sulla guerra in Ucraina, si è prodigato per la mediazione ed ha incontrato varie volte Viktor Orban, ringraziandolo per quanto fatto con i profughi di tale conflitto e al tempo stesso appoggiando in generale la sua difesa dei valori Cristiani.

Ha inoltre condannato il terrorismo di ogni tipo, incluso quello Palestinese ma ha anche puntato il dito contro il massacro di Gaza.

In definitiva, è stato un papa moderno, abbastanza al passo con i rapidi cambiamenti sociali del ventunesimo secolo ma senza stravolgere la dottrina cattolica.

domenica 20 aprile 2025

Baldini: "Non abbassiamo la concentrazione"

Il Pescara sarà in trasferta, domani, Lunedì di Pasquetta, alle ore 15:00, sul campo del Legnago. All'andata finì 0 a 1 per i Veneti sul campo del Delfino e fu una grossa sorpresa, vista la posizione di capolista degli Abruzzesi in quel momento. 

Il Delfino vuole consolidare il quarto posto e andare ai play off nella migliore delle condizioni possibili. Il Legnago va a caccia di punti strappati con la dura lotta ed ha ancora possibilità di salvarsi. 

È reduce da un pareggio a Carpi e non è da sottovalutare. Silvio Baldini si è lamentato del fatto che si giochi a Pasquetta, giacchè la squadra oggi stesso, giorno di Pasqua, dovrà viaggiare anzichè stare con la famiglia. 

Ha espresso concetti interessanti ma poco inerenti alla gara sul valore della sportività, sugli errori arbitrali e sulla sfortuna della sua squadra, che potrebbe stare più in alto in classifica attualmente. 

Baldini ha anche detto però che sarebbe molto pericoloso sottovalutare il Legnago e che ci saranno delle famiglie che verranno a vedere il Pescara in trasferta che vanno rispettate e che si aspettano un Pescara che lotta. Valzania ha una leggera contusione e forse non giocherà. 


Probabili formazioni

Legnago (3-4-1-2): Perucchini, Ampollini, Noce, Tenco, Zanetti, Casarotti, Leoncini, Muteba, Bombagi, Franzolini, Basso Ricci. In panchina: Mister Massimo Bagatti 

Pescara (4-3-3): Plizzari, Letizia, Brosco, Pellacani, Moruzzi, Meazzi (Valzania), Squizzato, Dagasso, Merola, Ferraris, Cangiano. In panchina: Mister Silvio Baldini.

Il sussurro di Giorgia rinsavisce l'Occidente

Mentre diversi leaders Europei studiavano strategie di lotta e di competizione con gli Stati Uniti, Giorgia Meloni con realismo e pazienza ha imposto la via della cooperazione




Premessa

Chi legge questo blog con un minimo di attenzione sa anche che non ho risparmiato critiche alle Presidente del Consiglio Giorgia Meloni quando lo ritenevo necessario.

Allo stesso tempo bisogna riconoscerne i meriti, specialmente quando sono evidenti.

Ribadisco inoltre che le migliori sorti Italiane possibili sarebbero fuori dalla Ue attuale così come è strutturata per fare posto a solide alleanze militari ed economiche rispettose delle sovranità nazionali.

In mancanza di tale scenario però, la Meloni ha adottato il miglior atteggiamento: non sbilanciarsi nei giudizi, non rispondere alle provocazioni di Washington, puntare sull'alleanza Europa-Stati Uniti piuttosto che sulla frattura. 

La Presidente è conscia del fatto che comunque il nostro continente non vuole nemmeno provare ad uscire dalla sudditanza nei confronti degli States.


L'incontro Trump - Meloni

Non si ci può girare attorno: La missione di Giorgia negli Stati Uniti avvenuta Giovedì 17 Aprile è stata un successo. 

Già soltanto il fatto che gli altri leaders Europei l'abbiano accreditata come loro mediatrice presso la Casa Bianca è già di per sè un grande risultato.

Inizialmente vista con sospetto per le sue visioni populiste, la quarantasettenne dirigente post-nazionalista rischiava di essere una "paria" nel consesso Europeo.

È stata in grado invece, con pazienza e moderazione, di diventare lei stessa la figura di punta tra i premier del vecchio continente.

Trump ha speso parole entusiastiche per lei prima e dopo l'incontro: 

"Giorgia Meloni è stata grande ieri nella sua visita alla Casa Bianca. Lei ama il suo paese e l'impressione che ha lasciato su ognuno è stata fantastica!!! DJT"

Questo è stato il messaggio del capo di Stato Americano dopo l'incontro.


I contenuti

I due capi di governo si sono dichiarati d'accordo sulle politiche migratorie, sulla lotta alle droghe sintetiche, sul contrasto alle ideologie woke e sullo sviluppo dell'energia nucleare (l'esecutivo Italiano vorrebbe reintrodurla).

I nodi più sostanziali sul piatto ancora oggi e nel futuro prossimo sono e saranno due: 

- l'unità di intenti tra Unione Europea e Usa e il consequenziale abbandono dei progetti sui dazi reciproci.

La soluzione più ovvia sembrerebbe quella degli acquisti di gas liquido e di armi Statunitensi in cambio della non introduzione di nuovi dazi, che non favorirebbero nessuna delle due parti.

- La ridefinizione degli accordi con la Nato: aumenteranno le spese militari e si creerà un sistema spaziale Europeo di difesa.

A quel punto andrebbe però ridiscussa la presenza stessa della Nato sul territorio. 

Nel frattempo Starmer sembra allinearsi alle decisioni europee, partecipando a numerosi tavoli congiunti, come se la Brexit non fosse mai avvenuta.


Giorgia ha portato buonsenso nel consesso Europeo

Con la scelta di delegare Giorgia Meloni ad interlocutrice degli Americani, tuttavia,  sembrano ridotte anche le infelici uscite di Ursula Von Der Leyen, di Macron e di altri ancora. 

Non si sentono più frasi del genere come: "manderemo soldati a combattere contro i Russi" o "Dobbiamo prepararci alla guerra".

Le trattative le farà Trump e come al solito gli alleati giungeranno a mettere a posto i cocci a guerra compiuta. Se ne facciano una ragione. 

Come al solito dal secondo dopoguerra in poi, gli Americani rompono, gli Europei pagano ed è un dato di fatto che il conflitto in Ucraina sia scaturito dagli interessi personali di Biden in quel paese e dalla sua volontà a tutti i costi di installarvi le basi Nato.

Speriamo che la si faccia finita una volta per tutte con il clima di militarismo indotto e al tempo stesso bizzarro, fatto di borsette firmate, di kit di sopravvivenza e di ventilate situazioni da disastro atomico che di certo nessuno si può permettere.

A ribadire la stima della attuale amministrazione Statunitense nei confronti dell'esecutivo Italiano, in questi giorni il vicepresidente Usa JD Vance sta ricambiando la visita a Roma. 

Giunto da noi Venerdì 18 Aprile, proseguirà il suo viaggio domani in India.

Inoltre, visto l'invito formalizzato alla Casa Bianca davanti alla stampa da Giorgia Meloni, potrebbe esserci una visita di Trump a Roma nel futuro prossimo anche se non è chiaro ancora se la UE vi aderirebbe; 

è probabile che in caso negativo si possa organizzare un semplice incontro bilaterale.


giovedì 17 aprile 2025

Recensione del film "Il camorrista" di Giuseppe Tornatore

È il primo film di Tornatore. Opera complessa, lunga e faticosa, mostra già una certa maturità artistica e la volontà di raccontare il lato disfunzionale della società Italiana.



Foto: Ben Gazzara


Genesi dell'opera

Nel Febbraio del 1984, il giornalista d'inchiesta Giuseppe "Joe" Marrazzo pubblicò il romanzo "Il Camorrista", ispirato al boss Raffaele Cutolo, che lui aveva intervistato più volte.

Marrazzo, padre del giornalista Piero, era noto per le sue coraggiose interviste, per gli articoli e le opere investigative sulla criminalità organizzata in Campania.

Dal libro venne tratto l'omonimo lungometraggio di Giuseppe Tornatore. L'esordiente regista si lanciò in una opera complessa e ambiziosa. 

Inizialmente doveva essere uno dei produttori, poi sopraggiunse la Titanus di Goffredo Lombardo, che credette molto in quell'astro nascente. 


Foto: Ben Gazzara


La scelta di Ben Gazzara nella parte del "Professore di Vesuviano" 

Tornatore, allora trentenne, aveva pensato a Gian Maria Volontè, che però sembrò troppo fuori portata.

Intanto l'agente di Ben Gazzara gli fece leggere il libro di Marrazzo.

L'interprete preferito da John Cassavetes e Peter Bogdanovich si mostrò entusiasta del progetto e ottenne il ruolo da protagonista.

In quegli anni Gazzara lavorava stabilmente in Italia con diverse pellicole e conosceva l'Italiano piuttosto bene.

Fu però doppiato dall'attore Mariano Rigillo, che aveva un timbro di voce simile e aveva una pronuncia da madrelingua sia nella lingua di Dante che in dialetto Campano. 

Nella sua lunga carriera Gazzara aveva ricoperto i ruoli più disparati, compresi quelli di gangster come in "Quella sporca notte", nelle vesti di Al Capone.

Era un interprete complesso, che amava i personaggi dalle varie sfumature. 

Indagatore degli stati d'animo, rielaborava a modo suo gli atteggiamenti contrastanti e le sfaccettature dell'uomo contemporaneo.

Il ruolo assegnatogli da Tornatore sembrava cucito su misura per lui.

Il boss di Ottaviano era in effetti dotato di una personalità forte e complessa, niente affatto banale.

In prigione si era fatto una cultura ed era stato in grado, tramite elargizioni, favori, paternalismo di tracciare strategie complesse e di fare carriera nelle gerarchie criminali non solo Campane ma anche nazionali, fino ad interagire con i gangli del potere capitolino.



Foto: scena sul Vesuvio


Trama

Il Camorrista è in sostanza la storia di un ragazzo cresciuto fin dai primissimi anni di vita nella povertà, nei soprusi, nella violenza e nel degrado. 

Finito in carcere dopo un omicidio compiuto per futili motivi, maturerà culturalmente e svilupperà una mentalità criminale di più alto livello.

Fonderà una sua organizzazione, la Camorra Riformata (pseudonimo della vera Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo) e gli affiliati verranno ammessi tramite un rito di iniziazione, sottostando a delle regole interne.

Tramite guerre con altri clan e rapporti con Cosa Nostra, politici, servizi segreti e imprenditori "Il Professore di Vesuviano" sarà per alcuni anni dominante sui traffici illeciti in Campania. 

Tuttavia i troppi nemici prenderanno il sopravvento, decretando l'abbandono dei suoi stessi alleati.



Foto: Laura Del Sol


Uscita nelle sale e in tv

Ci furono vari tentativi di bloccare l'uscita nelle sale del film, che vi fece comunque il suo esordio il 12 Settembre del 1986, per essere ritirato due mesi dopo e per ritornare in programmazione poco tempo dopo.

Il 20 Marzo del 1994 fu proposto in prima serata su Rete 4.



Foto: Nicola Di Pinto

La serie

Nel 2025 è stata pubblicata la serie, ovvero la versione lunga di quasi cinque ore, disponibile su Amazon Prime. 

Tuttavia tale versione, come quella cinematografica del resto, è stata pubblicata da qualcuno anche sulle piattaforme online non a pagamento. 

Fu pensata forse come alternativa al film, di cui sarebbe stata un inutile doppione se fosse uscita in contemporanea. È rimasta inedita per decenni. 

A distanza di quarant'anni Tornatore ha trovato il materiale inutilizzato e ritenuto perso, ha restaurato insieme a dei collaboratori e alla casa di produzione Titanus l' audio e le immagini e ha rielaborato il montaggio.

La serie, rispetto al film, spiega alcune dinamiche con maggiore dettaglio e approfondisce i rapporti tra i vari personaggi.



Foto: Luciano Bartoli e Marzio Honorato


L'impegno civico

L'intento dell'artista Siciliano è di denuncia del fenomeno malavitoso, descrivendone con dovizia di dettagli la genesi. 

I contenuti sono risultati scomodi sia per elementi di spicco della criminalità che per alcuni esponenti politici. 


La violenza

Da opera sul crimine quale è, abbondano le scene violente e ciò era inevitabile, anche se gli autori in questi casi hanno la capacità di calibrare l'effetto scenico e di decidere quanto indugiare sul dettaglio di forte impatto. 

Non è un film che punta su questo tipo di compiacimento, per cui la storia, i contenuti e le doti attoriali prevalgono. 



Foto: Laura Del Sol


I personaggi di finzione e quelli reali

I nomi utilizzati sono fittizi. Talvolta corrispondono a persone esistenti ben precise, in altri casi sono un misto di più individui.

Il Professore di Vesuviano per esempio è Raffaele Cutolo.

Rosaria è la sorella Rosetta.

Il Calabrese Domenico Spina dovrebbe essere Domenico Tripodo

Frank Titas è Francis Turatello. 

I personaggi di Alfredo Canale e di Ciro Parrella rimandano entrambi alla figura di braccio destro rivestita da Vincenzo Casillo.

Don Antonio Malacarne corrisponde invece ad Antonio Spavone, detto O' Malommo. 

Il commissario e capo della Squadra Mobile Iervolino è il coraggioso funzionario di polizia Antonio Ammaturo.



Foto: Giuseppe Tornatore in una intervista presso l'Istituto Luce incentrata sul film


Il successo maturato nel corso degli anni

Col tempo il film ha accresciuto il suo successo presso il grande pubblico.

Molte reti private del sud lo hanno trasmesso di frequente, probabilmente senza diritti di utilizzo. 

In più ha avuto molte repliche "ufficiali" su Mediaset.

"Il Camorrista" ha riscosso successo trasversalmente, mettendo d'accordo i cultori dei film polizieschi e gangster, coloro che apprezzano l'impegno civico e infine i fan della malavita, sebbene l'opera sia di segno opposto come messaggio.



Foto: Lino Troisi


Un lungo cast pieno di bravi interpreti

Sono davvero tanti gli attori che meriterebbero una menzione.

Ne citeremo solo alcuni.

Spicca la prova attoriale di un eccelso Ben Gazzara, che riesce a restituire al pubblico la lucida ferocia, il carisma, il sarcasmo istrionico e perfino la leggera vena di follia del personaggio della vita reale che ha incarnato.

La ventitreenne Laura Del Sol ha dovuto ricoprire il ruolo della sorella del protagonista prima da giovane e poi in età matura. Bravissima, sottile e ambigua, cerca di riportare il fratello all'onestà ma diventa spietata esecutrice dei suoi piani.

Leo Gullotta invece, interpretando il commissario Iervolino, rappresenta la parte pulita dello Stato, quella che non si lascia corrompere e che compie il proprio dovere fino in fondo. 

Gullotta è un grande artista e sarebbe stato bello vederlo più spesso in produzioni simili, oltre alle divertenti maschere, sempre personali e variegate, della comicità di cui si è fatto dionisiaco tramite.

Nicola Di Pinto impersona Alfonso Canale, fedelissimo del boss.

Luciano Bartoli interpreta Ciro Parrella, imprenditore vicino al "Professore".

Marzio Honorato interpreta Salvatore Lo Russo, politico colluso con la "Camorra Riformata". 

Lino Troisi è il boss Antonio O' Malacarne: attivo soprattutto negli anni '70 e '80 come attore, ha prestato la voce a Telly Savalas in "Kojak" e a Tom Bosley in "Happy Days".



Foto: Leo Gullotta

Richiami a Scarface

Per una volta nel film e per due volte nella serie, il modo in cui si fa finta di graziare i nemici per poi ucciderli ricorda una nota scena di "Scarface", di Brian De Palma, uscito nelle sale nel 1983, circa due anni prima delle riprese de "Il Camorrista".


Le musiche

Il commento musicale è di Nicola Piovani, un nome che non necessita di presentazioni. La musica esprime tensione, pericolo e ammonimento ed ha un ritmo vivace. 

Si nota che il regista e il compositore sanno quello che fanno anche da alcuni dettagli: 

la solita musica cupa e tesa, nella scena del castello, si trasforma in un dolce jazz retrò quando il boss si abbandona per un attimo alle memorie da bambino e al sogno di appropriarsi di quel luogo sfarzoso. 



Foto: Nicola Piovani


Premi

Nastro d'argento al miglior regista esordiente (Giuseppe Tornatore). 

David di Donatello al migliore attore non protagonista (Leo Gullotta). 

Premio Flaiano per la sceneggiatura (Giuseppe Tornatore).



Foto: Giuseppe Tornatore in uno scatto recente



Frasi celebri

- O' Malacarne è nu guappo e' cartone!

- Rosaria...un vero camorrista ragiona con il cervello..e mai con il cuore!

- Dicitincello a o Professore, ca io nun l'aggio tradito! E mo facite ambresso! 

- E allora forza! Mittiteve nzieme e abballate sulla mia pelle! E abballate, abballate, abballate!