Avvertenza
venerdì 20 giugno 2025
L'intelligence Usa smentisce Trump sulle armi nucleari. Putin intanto difende il regime degli Ayatollah
Trump e Nethanyau smentiti dall'Intelligence Americana
La direttrice nazionale dell'Intelligence americana, Tulsi Gabbard, ha affermato che l'Iran non stava costruendo bombe nucleari e che gli sarebbero stati necessari tre anni per disporne. In questo modo ha suscitato una reazione stizzita del suo stesso Presidente Trump.
https://edition.cnn.com/2025/06/19/politics/intelligence-iran-trump-gabbard-analysis
Viene smontato dunque il casus belli e l'alibi di Israele, che ha iniziato nuovi attacchi con aerei e missili contro obiettivi sensibili per Teheran. Le forze armate Persiane hanno tuttavia risposto in maniera efficace contrattaccando e arrecando danni e perdite umane.
L'appello di Nethanyau
In questa fase di guerra, Sharon ha invitato gli Iraniani ad abbattere il loro regime, perché tra i due paesi c'è una antica amicizia che può rinascere e che Israele li può aiutare a liberarsi degli Ayatollah.
https://www.open.online/2025/06/13/iran-israele-netanyahu-messaggio-iraniani-regime-malvagio-video/
Alcune voci dell'opposizione Iraniana hanno avallato questa tesi della democrazia esportata con le bombe. Forniamo come esempio quanto sostenuto dalla giornalista Hana Namdari in trasmissione a Radio Radio.
https://www.youtube.com/watch?v=iQ-4QtHeTD8
e dal tenore del "Teatro Alla Scala" di Milano Ramtin Ghazavi
L'intervento militare Americano ci sarà?
Sebbene Donald Trump abbia ventilato un possibile intervento con soldati e mezzi Usa e supporto di Israele, sembra che Putin nelle ultime ore abbia messo dei chiari paletti: non permetterà che l'Iran venga distrutto e sottoposto al controllo di Washington e Gerusalemme e in casi estremi non esiterebbe a dare supporto militare diretto o indiretto a Teheran
La guerra come mezzo di esportazione della democrazia
Alcune considerazioni sono d'obbligo: auspicare che vengano uccise molte persone a casa propria, dove vivono i propri cari, sposando le tesi di un feroce nemico come Nethanyau, supportato dalle stesse forze colonialiste che hanno sempre cercato di sfruttare le risorse del proprio paese, mi sembra una tesi assurda oltrechè idiota.
Abbiamo visto poi dove ha condotto in molti casi questo ragionamento caro agli americani e non solo:
in Libia ci si doveva liberare di Gheddafi e adesso c'è una situazione di doppio regime e di tensioni tribali.
In Iraq si ci liberò di Saddam Hussein per lasciare spazio ad un paese distrutto e diviso, in cui l'estremismo islamico e la esportazione del terrorismo sono diventati la norma.
Potremmo riportare molti altri esempi, come quello dell'Afghanistan, in cui un pezzo di occidente combattè i Talebani, retrogradi ed estremisti, per poi restituirgli le chiavi del paese venti anni dopo come se nulla fosse successo.
Del resto anche Putin all'inizio della guerra in Ucraina ha detto di voler rovesciare il governo esistente.
Il suo appello al popolo Ucraino non era tanto diverso da quello di Nethanyau.
Anche in questo caso tutto si può dire tranne che vi sia stata una sommossa interna, a Kiev e che tale discorso abbia avuto successo.
L'invenzione di un casus belli per attaccare il nemico
Gli Stati Uniti, per rovesciare Saddam, usarono la scusa delle armi chimiche, che non vennero mai trovate e che fu una invenzione per ammissione dello stesso Colin Powell, il Segretario di Stato durante il primo mandato di George W. Bush.
https://www.youtube.com/watch?v=I8w3sgBaFv4
Prima ancora, nella Prima Guerra del Golfo, qualora non bastasse come motivo la invasione del Kuwait, venne coinvolta la figlia dell'ambasciatore Kuwaitiano a Washington e si fece finta che fosse una infermiera di un ospedale pediatrico distrutto:
https://www.youtube.com/watch?v=p_gbLZlRiA0
https://en.wikipedia.org/wiki/Nayirah_testimony
In Libia si ci inventò che i morti venivano seppelliti nella spiaggia, quando si trattava di un normale cimitero.
Potremmo ricordare altri episodi, come l'incidente del Golfo del Tonkino per giustificare l'intervento Usa in Viet Nam.
Conclusioni
Se in un paese come il nostro appare pacifico e acclarato ai più il fatto che a Teheran ci sia un feroce regime teocratico, al tempo stesso sappiamo benissimo che il mondo non è fatto di buoni e cattivi.
La rivoluzione Islamica del 1979 in terra Persiana vi fu come reazione ad un potere statale fortemente influenzato da Inglesi e Americani, le cui lobby volevano controllare le risorse strategiche e imporre i propri valori.
Il regime degli Ayatollah e dei Pasdaran resiste da 46 anni e ha superato prove ben più dure di quella odierna, dalla guerra con l'Iraq a decenni di sanzioni internazionali.
Aspettarsi che il popolo Persiano si faccia convincere da coloro che lo hanno depredato e che gli hanno fatto la guerra in tanti modi è una pia illusione.
L'unica strada percorribile è pavimentata dal dialogo. Essa attraversa un mondo ipotetico ma possibile in cui le potenze medie e grandi non incoraggiano i conflitti per un proprio tornaconto.
Nelle foto: Tulsi Gabbard, Benjamin Nethanyau, Ali Khamenei, Colin Powell e la città di Isfahan.
Durante il suo discorso all'Onu del 5 Febbraio 2003, mostrando una provetta di antrace, Powell denunciò la presenza di armi chimiche in Iraq. Per sua stessa ammissione le informazioni in suo possesso erano infondate e la dotazione militare in questione non venne mai trovata.
giovedì 19 giugno 2025
Baldini va via, ora chi arriva?
Ha addotto motivi personali (vicinanza alla famiglia) e ambientali ("non sento che c'è più la stessa magia di inizio campionato").
Di sicuro a Pescara nessuno dimenticherà mai la grandissima bravura del tecnico di Massa, nonchè il risultato importante acquisito con una squadra buona, ma non favorita per la promozione al campionato cadetto.
Non da meno, la città del Vate ne ha apprezzato molto i valori umani, sia pure con qualche scaramuccia verbale. La persona, oltre all'allenatore, sono fuori discussione.
Ora si guarda avanti. Il Pescara è rafforzato a livello societario dai capitali, dalla competenza e dal prestigio di Marco Verratti.
Salvo qualche passo falso, la dirigenza ha dimostrato di saper costruire squadre competitive rimanendo nel budget dato dagli introiti della serie B.
Luca D'Angelo, classe 1971, potrebbe essere un nome adatto. Da Pescarese di nascita, conosce società e tifosi, è molto competente e negli ultimi anni si è messo in mostra.
Roberto Stellone ha ottimi rapporti col presidente Sebastiani e ha fatto ottime cose con la Vis Pesaro di recente.
Su altri nomi preferiamo non sbilanciarci perché fare previsioni in questo campo risulta molto difficile.
Nella foto: Luca D'Angelo.
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Argomenti: Pescara, calcio, Silvio Baldini, Luca D'Angelo
martedì 17 giugno 2025
Brionvega, una lunga storia Italiana di tecnologia e design
Il marchio Brionvega fu avviato nel 1963 sulle basi di una preesistente azienda a conduzione familiare.
Dai tempi del boom economico fino agli anni '80, l'impresa Meneghina ha prodotto oggetti di design unici, vere e proprie perle di arte applicata, ovvero radio e televisioni, accessibili economicamente alle masse.
Facciamo alcuni esempi:
il Doney, televisore portatile, nacque nel 1962 dalla fantasia di Marco Zanuso e Richard Sapper,
"Ritals", una webserie che ha fatto la storia
Svevo Moltrasio aveva circa trent'anni quando iniziò questa avventura. Emigrato a Parigi per lavorare in un call center, aveva tentato in precedenza la carriera di regista e di giornalista cinematografico. Aveva diretto ad esempio:
"I Colpevoli", con gli attori professionisti Stefano Abbati, Edy Angelillo, Riccardo Zinna, Edoardo Pesce, Sara Platania e Veronica Gentili che ora fa la conduttrice su Mediaset.
Su insistenza dei suoi colleghi, nove anni fa circa, mise su una webserie: "Ritals", in cui parlava della sua vita di Italiano all'estero. Gli stessi amici e compagni di lavoro vi presero parte.
"Ritals" è un termine spregiativo con cui i Francesi un tempo chiamavano gli Italiani.
La serie spopolò, a Parigi e non solo. Inizialmente i cugini d'Oltralpe accolsero bene gli sberleffi di Svevo a loro indirizzati, poi subentrò da parte di alcuni di loro un po' di stanchezza.
I contenuti si fecero un po' ridondanti nella comparazione Italia-Francia. Era sempre una sfida tra i due paesi che, immancabilmente, vedeva sempre prevalere l'Italia e Roma.
La webserie perse di leggerezza inoltre quando Federico diradò le apparizioni per motivi personali. Vennero così meno le gags più esilaranti, che erano possibili solo tra lui e Svevo. L'autore dunque si incupì e si abbandonò alla nostalgia, fino al suo ritorno a casa, nella madrepatria e nella sua città.
Nell'opera si intravedono quelle basi solide di tipo tecnico e artistico che la sostengono come racconto visivo, ma la vera spinta la rende quel senso di cameratismo e di goliardia che pervade il cast.
I Ritals ci hanno fatto ridere raccontando storie e rappresentando esperienze vissute da molti, poi si sono geneticamente modificati proponendo pubblicità, dati statistici recitati e altro ancora.
Ne emergono figure complesse come quella del protagonista, diviso tra una personalità seria, analiticamente fine, amara e un po' malinconica e un'anima giocosa, popolana e figlia della commedia all'Italiana.
Federico, invece, cerca di godersi la sua esperienza di arricchimento culturale all'estero, convenendo però poi alla fine con le sparate patriottiche e intransigenti di Svevo.
Quentin è lo sparring partner dell'autore, chiamato a difendere i colori blu, bianco e rosso stoicamente e pazientemente. Sopporta con stile tutte le provocazioni e si ribellerà solamente durante un incubo avuto da Svevo.
Le ragazze Francesi..sopportano anche loro. Tuttavia: che stile, che eleganza..
Una sorta di revival della serie è giunto nel 2023 con il film in crowfunding Gli Ospiti, che ripropone una parte del cast originale, sia pur proponendo tematiche diverse.
domenica 15 giugno 2025
Fermiamoli
Nethanyau è ormai senza freni
A Gaza si contano almeno 60 000 morti ma secondo alcune fonti sarebbero molti di più. Israele si prende il lusso di spedire missili in Siria "perchè in quell'ambasciata c'erano dei terroristi".
È come se noi avessimo bombardato Parigi negli anni '80 da un giorno all'altro perché, per la nota dottrina Mitterrand, non venivano estradati Cesare Battisti e tanti altri delinquenti.
Israele ha colpito alcuni mesi fa anche alcune basi Unifil in Libano, in cui c'erano anche soldati Italiani.
Dopo pochissimi giorni il nostro governo aveva già dimenticato tutto.
La minaccia Iraniana usata come pretesto
Sono decenni che si grida "Al lupo al lupo" sul programma nucleare Iraniano. I piani atomici nella moderna versione della Persia risalgono al 1957.
Nel 2013 vennero poste delle sanzioni e nel 2015 si raggiunse con gli Stati Uniti, Cina, Francia, Regno Unito, Germania e Russia un accordo in cui l'Iran si impegnò a ridurre del 98% le sue scorte di Uranio arricchito.
Passarono solo tre anni, i patti non erano cambiati così come gli impegni, ma Trump si tirò fuori dall'accordo perché ritenuto "troppo permissivo".
La storiella che Israele sarebbe giustificato a mandare missili e a colpire gli Iraniani non sta in piedi dunque.
Con la Russia l'Occidente è andato avanti a furia di sanzioni, in Ucraina c'era un "aggredito e un aggressore", locuzione ripetuta come un ritornello scemo, mentre a Nethanyau è consentito tutto.
Trump è debole nei confronti dei suoi partners Israeliani perché essi controllano i gangli del potere negli Stati Uniti.
Anche in Italia molti giornalisti e politici non hanno il coraggio di condannare quanto fa Nethaniau perché Israele in Occidente conta, ha un suo potere e c'è chi trova convenienza a stare sempre dalla parte del più forte.
Alcuni network televisivi celebrano la giornata della Memoria dell'Olocausto ogni anno. Iniziano due settimane prima e quindi di fatto diventano "le due settimane della Memoria".
Tuttavia in questi stessi media, i loro giornalisti ed opinionisti assoldati con l'elmetto aziendale o di qualche lobby fanno finta che tutto sia normale in Medioriente e a Gaza.
Sono pronti sempre a fare mille distinguo e minimizzazioni, con tanti se e ma.
Non è un bene che l'Iran acquisisca la bomba atomica, su questo si può concordare.
Al tempo stesso è doverosa un'altra domanda. È giusto che:
l'Israele,
il Pakistan,
l'India,
la Francia (che tuttora sfrutta una bella fetta d'Africa, che opera cambi di regime a piacimento, che interviene anche direttamente con i propri soldati nelle questioni africane),
gli Stati Uniti (che sono gli unici ad aver sganciato bombe a fissione nucleare sui civili),
la Russia,
la Cina,
posseggano armi atomiche?
La mia personale opinione è che l'unica strada sia quella del dialogo, di fare passi indietro, di mettere da parte i propositi di odio e di vendetta, di frenarsi dal rispondere alle provocazioni altrui.
Non da meno, l'ego distorto e smisurato dei capi di governo dovrebbe essere sgonfiato e tenuto a bada.
Cash or trash, il trionfo della sobrietà
Nalla foto: Alessandro Rosa, Paolo Conticini al centro. Da sinistra: i mercanti Ada Egidio, Giano Del Bufalo, Stefano D'Onghia, Federico Bellucci, Roberta Tagliavini
Cash or Trash, quando ha aperto i battenti nel 2021, è stato una gradevole sorpresa, in un periodo storico in cui la televisione tendeva e tende ancora adesso a strafare.
È giunto ormai alla quarta stagione.
Si tratta di un format semplice: qualcuno porta degli oggetti particolari ma di cui si vuole liberare, un esperto fa una valutazione di massima, infine dei commercianti dichiarano le loro offerte dando vita ad un'asta.
A volte gli ospiti che portano l'oggetto sono persone famose, come Marisa Laurito o il cantante di musica demenziale Marco Carena. Si tratta però di eccezioni.
Lo studio è colorato e dall'aspetto intimo, con una atmosfera che ti fa immaginare di ritrovarti in una sala dello studio e dei passatempi magica, piena di mobili e dettagli eleganti e piacevoli.
La più bella sorpresa, all'avvio della serie, è stata la conduzione di Paolo Conticini, che in realtà è un attore navigato di commedie brillanti e non si era mai cimentato in una impresa del genere.
Conticini attira consensi per la sua cura del vestiario e della persona ma soprattutto per la sua sobrietà nel presentare.
Poche parole, un tono di voce diaframmatico e baritonale, da vero attore di prosa. Questo tipo di performance ci spiazza perchè eravamo abituati al suo stile istrionico e molto effervescente nei suoi film.
Il suo è un modo di porsi garbato ed elegante.
In questo show non ci sono polemiche, si segue uno schema semplice e ben preciso e lo spettatore si può rilassare. Gli oggetti sono a volte interessanti a volte meno, i "mercanti" sono vestiti in maniera mediamente eccentrica e colorata ma sono anche loro simpatici e mai fuori dalle righe.
L'esperto d'arte Alessandro Rosa, che valuta gli oggetti a parte (senza che i mercanti possano ascoltare) ha anche lui un bello charme, si esprime con toni pacati e simpatici e mostra tutta la sua competenza, fornendo informazioni interessanti.
Del resto anche i commercianti che partecipano all'asta riconoscono molte caratteristiche degli oggetti al primo colpo, dimostrando esperienza e conoscenza della materia.
In questo periodo Cash or Trash va in onda alle 19:20, tutti i giorni. Esiste anche una versione da prima serata con il nome Cash or trash - la notte dei tesori, che andrà in onda domani, 16 Giugno, sul network: Nove alle 21:30
Pescara calcio: non si ci ferma mai. Le nuove mosse di mercato e le dichiarazioni di Sebastiani e di Foggia
Sembra avere le idee già chiare, Pasquale Foggia:
"Manterremo lo scheletro della rosa". Lo ha dichiarato in una recente intervista, in cui si dice fiducioso sulla conferma di Baldini, che darà una risposta in pochi giorni.
Probabilmente non sarà possibile ripetere il ritiro estivo a Palena. Tra le ipotesi ci sarebbe anche quella di fare la preparazione nel campo di allenamento a Silvi, rimanendo dunque vicino a Pescara e coinvolgendo i tifosi, che potrebbero assistere agli allenamenti.
Non sono stati rari, anche quest'anno, i casi in cui i giocatori si sono allenati in città e sulla spiaggia di Pescara.
Sarebbe una scelta romantica. Ci ricordiamo tutti la seduta alla Nave di Cascella con Oddo allenatore.
Per romanzarla un po', potremmo citare il film "Rocky", in cui Stallone si allenava per strada, supportato dalla gente del suo quartiere.
Ritornano dai prestiti Giannini, Piga, Gatto, Palumbo, Tunjov, Sasanelli.
Plizzari, Lonardi e Alberti torneranno dai rispettivi prestiti.
Lancini dovrebbe essere riconfermato.
Tuttora i giocatori sotto contratto sono: Saio, Letizia, Pellacani, Brosco, Staver, Crialese, Moruzzi, Dagasso, Kraja, Squizzato, Meazzi, Berardi, Saccomanni, Valzania, De Marco, Cangiano, Bentivegna, Ferraris, Merola, Tonin, Arena, Piga, Giannini, Milan, Balzano, Tunjov, Sasanelli, Gatto, Palumbo.
Intanto Sebastiani continua a togliersi sassolini dalle scarpe: intervistato a "L'Appetito vien parlando", trasmissione tv di lungo corso di Paolo Minnucci, non le ha mandate a dire.
"La prima promozione in serie A (quella con Zeman nel 2011-2012 con Zeman, NB) è quella che mi intesto maggiormente, perchè da subentrante, se non ci fossi stato io a coprire le spese saremmo finiti dritti in Tribunale a dichiarare fallimento. Lo dico perché c'è chi continua a dire fesserie".
Su Verratti: "Marco è venuto perché ci sono io, se poi qualcuno vuole prende il mio posto mi faccio da parte subito, ma con i conti a posto. (..) Se avessi voluto, ci avrei messo cinque minuti a vendere la società a chi l'avrebbe fatta fallire subito. (..) Marco Verratti ha sposato la mia mentalità, ovvero quello di avere una politica di bilancio sostenibile".
Sui tifosi: "Mi criticano tanto, ma chi lasciò la società nel 2011 creando disagi si è preso nessun insulto.
In molti, soprattutto fuori Pescara, si chiedono perché vengo così contestato, visti i risultati.
Sulla vittoria della finale ai play off: ce la siamo meritata, ho sempre detto che la squadra era valida e non è vero che la Ternana ci ha messo sotto nella partita di ritorno visto che avevamo parecchi infortunati"
(e un uomo in meno per buona parte della partita, inclusi supplementari e rigori, NB).
Sui rapporti con la stampa:
"Tranne qualche eccezione, ho sempre avuto buoni rapporti con loro".
Su alcuni giornalisti che lo giudicano negativamente: "Io posso accettare che tu mi critichi se scelgo un giocatore sbagliato o se non ho pagato gli stipendi, posso essere d'accordo. Se tu invece vuoi fare il commercialista
(si riferisce ad alcune valutazioni che mettono in dubbio alcune voci di bilancio, ponendo dubbi sulla sua sostenibilità, NB)
ti metto nel taschino e ti rigiro come voglio io (tradotto: sono molto più ferrato di te sulla materia, NB).
Sul ciclismo e sul Padel:
"Il ciclismo è sempre stato la mia passione, mentre il padel è una attività a cui mi dedico da qualche anno. Mi piace giocare questo sport, mi rilassa, continuerò a creare eventi con Gigi Di Biagio in questo settore"
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Argomenti: notizie, Pescara, calcio
venerdì 13 giugno 2025
La Nuova Pescara, un progetto ambizioso per una città chiave della costa Adriatico
Pescara si ingrandisce: lo si è ormai deciso da tempo, grazie a un referendum tenutosi il 25 Maggio 2014.
Dal primo Gennaio 2027 la fusione tra Pescara (120 000 abitanti circa), Spoltore (20 000) e Montesilvano (50 000) porterà alla costituzione di un centro di 190 000 abitanti.
Eppure l'area metropolitana di Pescara-Chieti conta almeno 300 000 abitanti: Pescara confina con centri discretamente popolosi come San Giovanni Teatino (che include anche Sambuceto) e con Francavilla.
Il vero progetto ambizioso, finora non proposto ma che costituirebbe il vero salto di qualità, sarebbe l'unificazione di tutte queste realtà includendo anche Chieti e magari a Nord Città Sant'Angelo e Silvi Marina.
Ne verrebbe fuori conglomerato capace di contare veramente nei rapporti di forza nazionali, lanciando la nuova città anche a livello europeo.
Per ora questo sembra solo fantascienza e allora ci atterremo ai fatti.
Avremo una nuova città al centro dell'Adriatico di quasi 190 000 anime, servita da molte vie di comunicazione, dotata di un porto e di un aeroporto, che potrebbero essere potenziati.
Vi sono ora, delle opposizioni a questo progetto che partono da alcuni rappresentanti politici di Montesilvano e Spoltore, che vedrebbero sparire i propri consigli comunali e molte altre cariche.
Il problema dell'accorpamento non sembra così sentito invece dalla popolazione di questi due comuni, che invece ha votato a favore. Certo, certe decisioni si prendono a maggioranza e quindi ci sarà sempre qualcuno che non sarà d'accordo.
Per il momento almeno una parte dei cittadini si gode un sogno: una grande Pescara in grado di crescere e di attrarre risorse sia in campo economico, che sociale e culturale.
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Argomenti: notizie, Pescara, Nuova Pescara
Pescara calcio: a fine campionato, è tempo di bilanci
Una stagione sulle montagne Russe. Abbiamo commentato punti di forza e di debolezza, mantenendo la giusta distanza e un certo equilibrio.
Nella foto: Andrea Ferraris e Daniele Sebastiani
É finita bene, con molta grinta negli ultimi cinquanta giorni e con un po' di fortuna che sorride benevolmente a chi osa sfidare mete difficili.Il Pescara di Baldini ha iniziato la sua corsa in un clima non favorevole: il mercato non era considerato ottimale, si partiva senza una centravanti che facesse intravedere delle garanzie.
La tifoseria era in forte contrasto col presidente, dopo tre anni di serie C.
Il quarto anno era tutto da disputare e la tradizione degli ultimi decenni faceva intuire che tale categoria fosse un po' riduttiva per la città.
A sorpresa, il Pescara si è attestato al primo posto per quasi tutto il girone di andata, sia pur senza strafare con vittorie spesso di misura.
Con l'arrivo dei primi freddi ci sono stati quasi tre mesi di tracollo fisico e di risultati. Nelle ultime dodici partite ci sono stati alti e bassi, in cui tuttavia le partite vinte sono state in maggior numero.
Si è giunti così ai play off nella forma migliore. Un mese e mezzo prima della finale dei play off, il Pescara sembrava un po' a corto di benzina e in pochi avrebbero scommesso sulla vittoria finale.
Ai play off, tuttavia, Baldini non ha sbagliato un colpo, i ragazzi hanno saputo soffrire. Tutti gli attaccanti si sono sbloccati, segnando una caterva di reti.
Vittorie roboanti come quelle fuore casa a Cerignola e a Pesaro hanno acceso gli animi e alla fine il Delfino ha prevalso ai rigori con la Ternana. Nella doppia sfida un po' di stanchezza era affiorata ma la vittoria, sia pure conseguita dal dischetto, è meritata.
Tutto bene? Certo, quando si vince va tutto per il verso giusto e l'ambiente si riappacifica.
Sebastiani, Foggia e Baldini ne hanno approfittato per togliersi dei sassolini dalle scarpe e prendersela con i loro critici e al 99% non si riferivano a noi.
In questo blog siamo sempre stati equilibrati, riconoscendo i meriti quando c'era da farlo e non guardando la carta d'identità di nessuno quando bisognava criticare.
Quando il Pescara era "sulle gambe" abbiamo rimarcato come si fosse comunque terzi, quarti o quinti in classifica e che non tutto era perso.
La bravura del tecnico non è stata mai messa in discussione, tantomeno le qualità umane.
Quando però è prevalso uno spirito lamentoso, i distinguo li abbiamo fatti. Si perdeva per colpa dell'arbitro, per la sfortuna, per le troppe voci critiche e inappropriate degli addetti ai lavori.
Il giornalista non sale sul carro del vincitore: commenta quello che vede. Per questo, teniamo il punto anche sugli errori commessi dal Pescara
Premesso che anche noi addetti alla comunicazione sbagliamo, è nostro dovere dire o scrivere la verità.
Qualche dichiarazione scomposta è partita da Baldini e dal Ds Pasquale Foggia, che poi sembra aver imparato a gestire la comunicazione in maniera migliore.
Baldini dovrà, volente o nolente, limitarsi nelle esternazioni e negli scatti di rabbia che gli sono costate molte giornate di squalifica, con la squadra che scendeva in campo senza di lui a dare istruzioni in prima persona.
Il presidente Sebastiani, di cui tra qualche riga esporremo le doti, potrebbe riconoscere qualche errore in più, beneficiando di un migliore rapporto con i tifosi.
Per esempio, dopo la vittoria ai play off ha ribadito che aveva ragione lui sull'attaccante, perché avevamo Ferraris in casa e perché i risultati sono giunti lo stesso. Ha citato anche l'Entella, che ha vinto il campionato senza un vero centravanti.
Non è così, nel senso che l'attaccante serviva e tutti, pubblico e giornalisti, erano concordi che se ne sentiva la mancanza. Il gioco a lungo non si concretizzava in tiri in porta o colpi di testa.
Per due anni, dalla partenza di Lescano, abbiamo avuto come riferimento centrale il giovane Accornero, poi Vergani, poi un poco impiegato Alberti.
Con tutto il rispetto per questi giocatori, essi non davano quello che ci sarebbe voluto per tentare il salto di qualità.
Sì, nel finale di stagione è esplosa la verve realizzativa di Ferraris, oltre a quella di Tonin, di Bentivegna e di Merola, ma per svariati mesi i succitati calciatori faticavano moltissimo sotto porta.
L'assenza di un bomber è stata evidente negli ultimi due anni, sebbene a tratti compensata da trequartisti come Merola, Rafia o addirittura centrocampisti e difensori che gonfiavano la rete.
Sebastiani è stato bravo a scoprire tanti calciatori, a creare buone squadre ma uno sforzo maggiore per l'attaccante ci voleva.
Non è un caso che l'anno della retrocessione, Ceter Valencia, buona punta centrale, era sempre in infermeria mentre l'altra punta Asencio si fece male e rimase fuori per metà campionato.
I meriti di Sebastiani, Foggia, Baldini e dei calciatori
Nella foto: Pasquale Foggia, Direttore Sportivo del Pescara ed ex calciatore ad alti livelli. Ha vestito tra le tante, le maglie di Lazio e Sampdoria
Sebastiani è stato bravo, insieme a Foggia, a portare a Pescara in questa stagione calciatori determinanti come Valzania e Letizia. E che dire della valorizzazione di un talento come Dagasso?
Baldini è stato determinante per la maturazione di altri prospetti come il terzino Brando Moruzzi e il già citato Andrea Ferraris, partito come esterno e adattato felicemente da Aprile in poi a punta centrale di movimento (alla Paolo Rossi).
Il Presidente ha anche il merito di aver attratto in società capitali freschi come quelli di Verratti, che reca con sè tanta competenza calcistica, attaccamento al territorio e alla maglia, oltre a contatti professionali importanti.
Nella foto: Vincenzo Marinelli, imprenditore scomparso pochi mesi fa da vicepresidente del Pescara in carica. Ha rivestito anche la carica di presidente del club biancazzurro negli anni '80
Ha gestito bene le finanze societarie, visto che il Pescara non ha avuto mai punti di penalizzazione, in un periodo storico in cui una bella fetta di serie C falliva.
Nel suo bilancio da presidente c'è una retrocessione in serie C e quattro anni successivi di purgatorio, è vero.
Ci sono anche però l'attuale ritorno in cadetteria conquistato con astuzia e voglia di soffrire e due promozioni in serie A: una in cui è passato dalla vicepresidenza alla presidenza in corsa e una da dirigente e socio di maggioranza.
Il Pescara non sarà un comprimario in serie B
Ora si va avanti e sono sicuro che il Pescara in serie B non ragionerà da neopromossa, perchè la dirigenza ha le competenze giuste per fare una squadra competitiva rimanendo nel budget e perchè si muove bene anche a livello finanziario.
Una piccola postilla: Vincenzo Marinelli, imprenditore, vicepresidente e presidente del Pescara, scomparso pochi mesi fa, gioisce con i suoi cari, con i colleghi e con la città per questo momento importante.
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Pescara calcio: si pianifica il futuro
Molto bolle in pentola per il Pescara, tra mercato e partnership societaria. Conte intanto racconta: "Ho allenato la Juve grazie a Baldini"
Verratti abile a arruolato
Il Pescara ha appena terminato di festeggiare il ritorno in serie B ma ci sono già delle novità importanti.
La prima è l'ingresso nella proprietà di Marco Verratti. Lo avevamo preannunciato ma ora è ufficiale. Il talento di Manoppello ha infatti acquistato il 50% delle azioni del presidente Daniele Sebastiani e insieme hanno costituito una società, la Delfino Capital srl, che gestirà a sua volta l'84% delle quote totali.
Questo rafforzamento sul piano aziendale, che sicuramente sta avendo la sua eco, potrebbe attrarre altri investimenti.
A questo punto ci attendiamo, tra un paio di anni, Verratti in campo in biancazzurro.
Il mercato
Nella foto: Kees De Boer. Fonte: Ternana calcio.
Sul fronte del calciomercato, si parla del ritorno di Leonardo Mancuso (38 presenze e 10 goal quest'anno in serie B col Mantova).
L'attaccante ha militato nel Delfino tra il 2017 e il 2019, totalizzando 69 presenze e 28 goal. Memorabile fu la seconda annata, in cui, con Pillon alla guida, giunse in semifinale ai play off.
Circola la voce di un altro ritorno: Vincenzo Fiorillo, che è molto legato alla città del Vate.
Un altro nome che è stato speso tra il serio e il faceto è quello dell'Olandese Kees De Boer, in forza alla Ternana nell'ultimo anno e autore di un goal proprio contro il Pescara nella recente finale di ritorno dei play off.
Baldini e il consiglio illuminante per Conte
Nella foto: Antonio Conte e Silvio Baldini, primo e ultimo da sinistra.
Conte nel frattempo ha menzionato il tecnico del Pescara in una intervista recente a Sky Sport :
"Mi arriva una telefonata di Baldini, oggi al Pescara. Con Adani due settimane prima erano venuti a Siena a vedere un mio allenamento. Non avevamo tutto questo rapporto anche se si era creata una buonissima empatia.
Silvio mi saluta e mi dice, ma tu vuoi allenare la Juve? Io gli dico ma cosa centra? Tu devi fare come Guardiola, lui aggiunge: vai da Agnelli e parlagli. Se vai tu diventi allenatore della Juve. Io chiudo la telefonata e il primo pensiero che mi viene in mente è: questo è matto? Ma in senso buono. Cosa mi ha suggerito?, penso. Lungo il tragitto però mi aveva lasciato quel qualcosa in testa e mi chiedo: come faccio a parlare con Agnelli?"
In sintesi, Conte seguì il consiglio di Silvio Baldini, si propose alla Juventus tramite Giraudo quando ancora allenava il Siena in serie B e dopo alcuni mesi il suo sogno si concretizzò.
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Argomenti: Pescara, calcio, notizie, Silvio Baldini, Antonio Conte, serie B, Vincenzo Fiorillo, Leonardo Mancuso, Kees De Boer
giovedì 12 giugno 2025
Video del giorno
"To the end of the world" è una sorta di flusso di coscienza. È una riflessione che parte in maniera pacata e con i pensieri in ordine, per poi intensificarsi e scatenare una forte energia. Nel culmine delle forze innescate irrompe il tuono. Subito dopo la pioggia lava le scorie e spegne il fuoco, tranquillizzando l'atmosfera.
È un brano complesso, adatto alla meditazione e allo studio, che mostra la bravura compositiva di Pat Metheny e il virtuosismo sugli strumenti suo e dei suoi compagni della band.
Pat Metheny, un artista visionario e fuori dagli schemi
Pat Metheny, classe 1954, è un artista di quelli che vive essenzialmente per la sua musica. Non si ferma mai, con tappe e concerti in tutto il mondo. Vanta una produzione discografica fiorente, ha conseguito una fama internazionale e ha venduto milioni di dischi. L'Italia, insieme al Giappone, è uno dei paesi in cui Pat Metheny ha avuto il maggior successo commerciale. Del resto nel Belpaese come nel Sol Levante, da alcuni decenni la scena musicale jazz e quella fusion hanno una grande vitalità.
Il suo rapporto con la chitarra iniziò a dodici anni, quando comprò la prima Gibson ES-40.
Precoce nel talento e nella preparazione, già nei primi anni '70 insegnò al Berklee college sotto la guida del noto vibrafonista Gary Burton.
Nel 1974 ebbe inizio anche la sua carriera discografica.
Ha suonato con buona parte dei maggiori esponenti della scena jazz e fusion contemporanea, oltre a nomi come David Bowie e Joni Mitchell.
Ha avuto il merito di produrre il secondo disco di Noa (che ha come titolo il nome della cantante). Noa è una interprete Israeliana di origine Yemenita tra le più raffinate nella discografia internazionale, venuta alla ribalta a cavallo tra la metà degli anni '90 e i primi anni 2000.
"Il Pat Metheny Group" invece, è un progetto che viene portato avanti insieme ad altre attività.
Sotto questo nome, che comprende collaboratori fissi ed altri estemporanei, emerge nella maniera più compiuta la concezione di musica del compositore Statunitense.
Non è infine da dimenticare, inoltre, una cooperazione a metà degli anni '90 con Pino Daniele, con svariati concerti in Italia e altrove.
Il mio primo incontro con Pat Metheny fu attorno ai sedici anni quando ascoltai per la prima volta un suo cd: "We live here". Alla fine del disco, vagliate attentamente tutte le tracce, non riuscii a comprendere se mi piacesse o meno.
Mi resi conto di trovarmi di fronte a qualcosa di nuovo e apparentemente indecifrabile.
Dopo aver fatto suonare il cd varie volte, iniziai a comprendere la struttura e la logica dei brani e ad apprezzarne la modernità e l'originalità.
Oggi posso dire che Pat Metheny è, assieme a Battiato e a pochi altri, colui che ha aperto la mia mente verso nuovi percorsi musicali, dove la ricerca e la complessità sono un fattore di arricchimento.