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domenica 3 settembre 2023

Il Grande Lebowski: considerazioni a distanza di 25 anni




La percezione dell'arte a volte cambia con gli anni, con gli umori del momento e con le fasi della vita.

Era il 1998 quando questo film uscì nelle sale. Ricordo che andai a vederlo al cinema. Sarà stato il mio stato d'animo del momento poco ben predisposto, sarà stata la mia stanchezza verso la cinematografia americana sempre pronta ad esagerare e ad andare fuori dalle righe, ma il film mi infastidì un poco. 

Lo liquidai come una storia strana e con il gusto dello strambo e del macabro, tra dita mozzate, persone grezze e scapestrate, fricchettoni mezzo punk e mezzo nazisti, John Turturro in versione maniaco che lecca la palla da bowling e così via.

Qualche mese fa mi è tornato in mente questo film che tanto piaceva ai miei compagni di comitiva di allora, che come me avevano diciannove anni.

Ho voluto rivederlo dopo tanto tempo, giusto per confermare le mie vecchie impressioni.

Stavolta però l'Andrea del 2023 ha avuto un impatto diverso col lungometraggio in questione.

Il film è simpatico, leggero, sebbene succeda un po' di tutto e ci siano episodi abbastanza spiacevoli.

Jeff Bridges all'epoca aveva già 48 anni, ma da attore tipico di Hollywood era sempre in grande forma e sembrava più giovane. Inoltre era di bell'aspetto e curato, col visetto pulito delle classi medio alte. Forse fu per questo che i fratelli Coen ci si misero d'impegno, non riuscendoci nemmeno tanto, nel renderlo sgradevole alla vista. 

Aveva i capelli lunghi, la barba folta, era sporco, trangugiava latte in maniera scomposta, sciorinava parolacce a destra e a manca.

Tutto sommato il Lebowski di Jeff Bridges è un pacifista ed ex figlio dei fiori che cerca di appianare ogni tipo di contrasto.

Non si sa come viva e sopravviva nella costosa Los Angeles, visto che non lavora. 

Lebowski si trova suo malgrado invischiato nei guai provocati da altri. Un boss della mala (il sempre ottimo Ben Gazzara), un suo ricco omonimo con una giovane convivente spilla soldi e la sua giovane figlia creano una dinamica di inganni e di estorsioni.

Il Lebowski povero, detto Drugo, viene messo in mezzo ad una storia più grande di lui, mentre lui vorrebbe solo giocare a bowling e bighellonare con i suoi due amici.

Tra questi c'è un Ben Goodman versione scemo di guerra pericoloso. E' un deviato violento provato dalla guerra del Viet Nam con un senso della giustizia tutto suo. Tuttavia non manca di momenti di tenerezza e di debolezza. 

E' una bella trovata: il veterano del Viet nam e il capellone pacifista, più il terzo della comitiva, un giovane biondo e semplicione, sono tutti e tre amici sinceri e inseparabili.

I Lebowski padre e figlia  usano il loro omonimo povero per i loro scopi.

Il proletario straccione e anche un po' fesso è quello che tutto sommato rischia di lasciarci le penne.

La Lebowskina è interpretata da una giovane Julianne Moore, come al solito all'altezza della situazione e molto attraente.

Ella non mancherà di offrirsi al Lebowski straccione, approfittando della sua non  ostentata prestanza fisica, ma per mero tornaconto personale.

I fratelli Coen a tratti creano delle scene oniriche di grande potenza visionaria, con trasvolate all'inseguimento di un tappeto volante sopra Los Angeles e i viaggi tra i birilli animati in cui appare anche Saddam Hussein (gli autori fanno risalire i fatti a qualche anno prima del film, ai tempi della prima guerra del golfo).

Notevole è anche la scena, non frutto di un sogno, della festa nel giardino del boss, in cui dei ragazzi estasiati e belli fanno volare su un improvvisato trampolino per salti una altrettanto splendida ragazza in topless. L'azione si svolge al rallenty con una musica molto particolare e azzeccata.

In quel momento il cinema di Fellini riecheggia in qualche modo tra gli sfarzi edonistici.

E' una storia di cialtroni, sfruttatori e ipocriti, di ricchi e di poveri a confronto, di gente più o meno onesta che viene a contatto con dei delinquenti.

E' un mondo precario in cui poche amicizie e frequentazioni reggono e che viene alleggerito dalla verve comica delle situazioni surreali che via via si creano.

Il film nel finale lascia in bocca un sapore agrodolce e un senso di divertimento. 

Tuttavia, in una storia come questa e nel suo mondo di squinternati c'è poco da stare allegri.

Quanto al sottoscritto, mi sono trovato a rivalutare il film.

Sotto la scorza del prodotto americano pazzoide, il progetto dei fratelli Joel ed Ethan Coen ha una sua coerenza, una sua cifra stilistica e a tratti anche qualche squarcio di raffinatezza. 

Mentre nelle solite "americanate su pellicola" il gusto per la stranezza è fine a sè stesso, ne "Il Grande Lebowski" la bizzarria trova la sua ragione di essere e dà personalità all'opera.





Stucchevole dibattito su poche parole di buon senso pronunciate da Andrea Gianbruno

Da alcuni giorni si è aperto un feroce dibattito su poche parole che Andrea Giambruno avrebbe pronunciato, in merito al recente stupro di gruppo di Caivano. Le parole imputate a Giambruno erano all'incirca queste: "se non ti ubriachi, riduci i rischi di venire stuprata".

Già da come era stata raccontata la vicenda, era chiaro già il messaggio. Giambruno non ha certo giustificando lo stupro, ma ha detto solo poche parole di buon senso.

RadioRadio ha postato il video del dibattito oggi ed è venuto fuori che il discorso era stato affrontato non da Giambruno, ma dal giornalista Senaldi e dall'avvocatessa Bernardini De Pace, argomentando in maniera ben più complessa. 

Giambruno aveva solo integrato, con pochissime parole, quello che avevano detto gli ospiti della trasmissione, quasi facendo un riassunto di quanto detto e completandolo.

E Giambruno ha anche lui precisato, come si sente nel video, che non c'è giustificazione allo stupro.

Basta ascoltare il video e se si è minimamente obiettivi, si ci rende conto di quanto sia stucchevole questo dibattito.



sabato 2 settembre 2023

Chi è veramente Alexei Navalny

Lo scomodo recente passato nazista di Navalny di cui i "professionisti dell'informazione" nostrani non parlano



Da attivista filonazista a pupillo delle leadership occidentali, tratteggiamo un ritratto in chiaroscuro di un attivista coraggioso ma controverso


Alexey Navalny viene descritto come un eroe dai media nostrani e anche da parecchie leaderships filo occidentali.

Di certo è stato coraggioso ad opporsi al dittatore Putin, è stato avvelenato sicuramente per motivi politici. Il punto è: sarebbe un leader valido? Putin è un autocrate feroce, ma è anche un politico abile, in grado di rimettere in piedi un paese in pezzi, di far crescere la sua economia in maniera rilevante e di tessere alleanze solide e strategiche.

Navalny è un attivista che brindava all'olocausto, che difendeva i violenti che assaltavano gli immigrati in Russia e che chiamava i Caucasici "roditori" e i musulmani "scarafaggi".

Di chiare simpatie neonaziste, il suo seguito in piazza era pieno di facinorosi di quella ideologia, che è molto presente in Russia. Basta il fatto che sia in galera per farne un martire e un grande leader?


Ecco come viene descritto e come viene insignito da noti leaders e capi di stato Alexey Navalny. Si tratta di un articolo sul sito della Rai.

"Alexei Navalny, attivista dell'opposizione russa che sta scontando la sua pena in una colonia penale dallo scorso febbraio, è stato insignito del premio Cavaliere della Libertà durante l'evento organizzato dal Forum di sicurezza di Varsavia. A nome del detenuto Navalny, il premio è stato ritirato dai suoi collaboratori - Vladimir Milov e Leonid Volkov. Il Premio Cavaliere della Libertà viene assegnato ogni anno dagli organizzatori del Forum di sicurezza di Varsavia - la Fondazione Kazimierz Pułaski. 

Il premio consiste nella consegna al vincitore di una sciabola, una copia fatta a mano della sciabola del generale polacco Kazimierz Pułaski, “eroe dei due mondi”, distintosi nella lotta per l’indipendenza della Polonia e nella guerra d’Indipendenza degli Stati Uniti. In precedenza, tra i vincitori del premio c’erano il magnate dissidente russo Mikhail Khodorkovskij, ex leader polacco Lech Wałęsa, Javier Solana, l'ex presidente lituana Dalia Grybauskaite e l'ex presidente lettone Vaira Vīķe- Freiberga".


Per la cronaca, Khodorkovskij, sebbene punito da Putin per averlo affrontato, è un ex oligarca che cercava di condizionare la politica nazionale e che aveva chiare ambizioni di potere. La sua categoria degli imprenditori rapaci arricchitisi enormemente, approfittandosi delle spoglie della defunta Unione Sovietica non è proprio un esempio di futuro della democrazia. 

Abbiamo visto in che condizioni era ridotta la Russia di Eltsin quando costoro comandavano dietro le quinte e come versa e versava la stessa Ucraina odierna e pre-bellica.

In contrapposizione all'articolo della Rai,

un sito pro-israeliano riporta informazioni un tantinello differenti su Navalny, che dopo qualche anno avrebbe avuto dei "ripensamenti" in merito.


Ecco un simpatico video dove il buon Alexei esaltava il diritto alle armi in Russia e apostrofava simpaticamente i Musulmani. Un vero messaggio democratico e di pace.


Volere un leader diverso da Putin può sembrare un auspicio comprensibile, anche se a questo dovrebbero pensare principalmente i Russi e non la Nato. Alexei Navalny ha coraggio. Non merita la lunga prigionia a cui è stato condannato (19 anni).  Non versa in buone condizioni di salute, Ha subito un avvelenamento molto grave pochi anni fa.

Tuttavia non è un democratico (checchè se ne dica della sua redenzione). Non merita la glorificazione e la mistificazione che se ne è fatta (vedi il premio Sacharov del 2021).

Personalmente non lo vedo come un abile politico in grado di condurre una enorme  nazione complessa e sfaccettata come la Russia verso la democrazia, conservando la sua unità politica e territoriale.

Video: Le colonie estive Neonaziste per ragazzi in Ucraina

Disclaimer: io sono per la integrità territoriale dell'Ucraina in base ai suoi confini effettivi prima del 2022. Supporto gli Ucraini nel loro diritto di vivere in pace e di non subire influenze da parte di potenze prevaricanti come la Russia negli ultimi 20 anni. Quello che per me è importante però è che si dica e si scriva la verità e purtroppo in Italia si fa troppa propaganda in merito. La verità non è mai faziosa e non ha un colore politico.

Questo video del quotidiano Britannico "The Guardian" è di cinque anni fa.

Buona visione.




I finanziamenti Usa all'Ucraina prima dell'invasione Russa



Disclaimer: io sono per la integrità territoriale dell'Ucraina in base ai suoi confini effettivi prima del 2022. Supporto gli Ucraini nel loro diritto di vivere in pace e di non subire influenze da parte di potenze prevaricanti come la Russia negli ultimi 20 anni. Quello che per me è importante però è che si dica e si scriva la verità e purtroppo in Italia si fa troppa propaganda in merito. La verità non è mai faziosa e non ha un colore politico.


Non starò qui a sbugiardare le già flebili bugie sul conflitto in essere in Ucraina. Basti sapere che l'esercito Ucraino veniva ampiamente foraggiato dagli Usa già da diversi anni e anche Trump ha fatto la sua parte. C'è stato un periodo in cui il battaglione Azov ha minacciato di marciare su Kiev se gli aiuti richiesti non fossero arrivati. Vi ricorda qualcosa?


Ecco un articolo de "Il Manifesto del 10 Febbraio 2015, firmato da Manlio Dinucci.

In Ucraina gli Usa inizieranno in primavera l’addestramento e l’armamento della Guardia nazionale: lo conferma ufficialmente il Comando europeo degli Stati uniti, precisando che il programma rientra nell’iniziativa del Dipartimento di stato per assistere l’Ucraina ad attuare «la difesa interna».

Il finanziamento, già autorizzato dal Congresso, viene fornito da uno speciale Fondo costituito dal Pentagono e dal Dipartimento di stato per «fornire addestramento ed equipaggiamento a forze di sicurezza straniere», così che «i paesi partner possano affrontare sfide importanti per la sicurezza nazionale degli Usa». La missione di addestramento in Ucraina serve a «dimostrare l’impegno Usa per la sicurezza del Mar Nero e il valore delle forze Usa schierate in posizioni avanzate». 
 Le unità della Guardia nazionale ucraina, comprendenti secondo stime approssimative 45-50mila volontari, saranno addestrate da istruttori Usa nel campo militare Yavoriv presso Lviv (Leopoli, ndr) a circa 50 km dal confine polacco. La Guardia nazionale, costituita dal governo di Kiev nel marzo 2014 con un primo finanziamento Usa di 19 milioni di dollari, ha incorporato le formazioni neonaziste, già addestrate da istruttori Nato per il «putsch» di Kiev (come mostra una documentazione fotografica su militanti neonazisti addestrati nel 2006 in Estonia). 

I battaglioni Donbass, Azov, Aidar, Dnepr-1, Dnepr-2 e altri, che costituiscono la forza d’urto della Guardia nazionale, sono costituiti da neonazisti sia ucraini che di altri paesi europei. Le atrocità da loro commesse contro i civili di nazionalità russa nell’Ucraina orientale sono ampiamente documentate da video e testimonianze (basta digitare su Google «atrocità dei neo-nazi in Ucraina»). 

Ma, nonostante che Amnesty International abbia accusato il governo di Kiev di essere responsabile dei crimini di guerra commessi da questi battaglioni, gli Usa hanno continuato a sostenerli, fornendo loro anche mezzi blindati. E ora li potenziano con il programma di addestramento e armamento. 

Esso rientra nell’«Operazione fermezza atlantica», lanciata dal Comando europeo degli Stati uniti per «riassicurare i nostri alleati, di fronte all’intervento russo in Ucraina, e quale deterrente per impedire che la Russia acquisti l’egemonia regionale». Nel quadro del crescente dispiegamento di forze Usa nell’Europa orientale, il Pentagono ha inviato «esperti militari per accrescere la capacità difensiva dell’Ucraina» e stanziato altri 46 milioni di dollari per fornirle «equipaggiamenti militari, tra cui veicoli e visori notturni». Washington sta quindi già armando le forze di Kiev che, anche senza ricevere armi pesanti dagli Usa, possono procurarsele con i milioni di dollari messi a loro disposizione.

Mentre Germania, Francia e Italia si dicono favorevoli a una soluzione diplomatica e quindi contrarie alla fornitura di armi a Kiev. Ma allo stesso tempo, al vertice di Bruxelles, si impegnano, insieme a Gran Bretagna, Spagna e Polonia, ad assumersi i compiti maggiori nella formazione della «Forza di punta» della Nato, nel quadro della «Forza di risposta», portata da 13mila a 30mila uomini e dotata di sei centri di comando e controllo in Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Bulgaria. Mentre gli Usa, in preparazione del vertice di Minsk sull’Ucraina (cui volutamente non partecipano),

assicurano per bocca del segretario di Stato che tra gli alleati «non ci sono divisioni, siamo tutti d’accordo che non possa esserci una soluzione militare». Ma allo stesso tempo, addestrando e armando i neonazisti ucraini, gli Usa alimentano le fiamme della guerra nel cuore dell’Europa.

Diffusione delle centrali a carbone in Europa


Mentre l'Unione Europea si ammanta di verde e impone una fatisciente transizione ecologica, scopriamo che le inquinanti centrali a carbone sono ampiamente utilizzate da diversi paesi aderenti.

La mappa è molto esplicativa e indica in che percentuale tale fonte di energia influisce sul totale della produzione nazionale.

Voi però andate a comprare le auto elettriche con 500 km di autonomia e dal costo di 38 000 euro, redarguendo il vostro amico proletario con la Fiat Panda del 2002. Mi raccomando.

Calciomercato Pescara: il punto alla chiusura dei battenti


Nella foto:lo stadio Adriatico Cornacchia di Pescara dopo la recente ristrutturazione


Il Calciomercato del Pescara si è chiuso ieri alle 20:00. Ho già espresso delle opinioni di recente in merito alla campagna acquisti. Poco è cambiato in seguito. Mancavano una mezzala e un difensore. Sono arrivati Franchini e Di Pasquale, entrambi dal discreto curriculum.

Possiamo già svolgere alcune riflessioni in merito.

La prima è che Lescano, bomber da 21 reti la scorsa stagione, con due mesi e mezzo passati in panchina per motivi disciplinari, non è stato rimpiazzato adeguatamente, almeno sulla carta, dai subentrati Tommasini e Accornero.

La seconda: ci sono degli elementi nuovi e in parte sconosciuti perchè provenienti dalle squadre Primavera o con poca esperienza, per cui bisogna per forza vederli all'opera per saperne di più.

Terza: alcuni elementi possono essere considerati come buoni acquisti: Tunjov, Squizzato, lo stesso Di Pasquale e anche Franchini. Con l'arrivo degli ultimi due si è ribilanciata un minimo una rosa molto giovane.

Quarta: alcuni elementi considerati giovani l'anno precedente hanno un anno in più alle spalle e questo rodaggio potrebbe essere positivo. Plizzari, Mesic (che è in crescita di condizione e l'anno scorso non ha giocato per molto tempo ed era reduce da un infortunio grave). Soprattuto Pellacani, che è un centrale o anche esterno grintoso, non ha giocato per la maggior parte della stagione l'anno scorso e quest'anno si propone come l'uomo in più.

In definitiva, le cessioni di Lescano, Rafia e Delle Monache farebbero pensare ad un indebolimento, ma al di là di chi li sostituisce adesso nei loro specifici ruoli, ci sono parecchi calciatori nuovi che vanno valutati sul campo e che potrebbero compensare le partenze e rendere la squadra al livello dell'anno scorso almeno.

Il Pescara non parte favorito in questo campionato, in questo girone B e soprattutto ai play off dove ci saranno quasi sicuramente corazzate importanti negli altri gironi come Avellino e Catania, tanto per gradire.

Il fattore Zeman, tecnico che quando riesce a trovare la stagione giusta può fare la differenza come già è avvenuto a Pescara nel 2011, potrebbe essere il vero valore aggunto e far rendere un 20-30% in più un parco giocatori sulla carta discreto ma non eccelso.

Oggi, alle 20:30, ci sarà la Juventus Next Generation all'Adriatico. Si possono prevedere forse 5500 - 6000 spettatori. Ieri alle 20:00 i biglietti venduti erano quasi 3000 di fronte ai 1500 abbonamenti. 

Non male, vista la campagna abbonamenti fiacca e la disaffezione cronica della piazza verso la dirigenza del Delfino.

Anche questo fa parte dell' "effetto Zeman"

venerdì 1 settembre 2023

Se vogliamo discutere di ecologia, facciamolo seriamente



Il dibattito sui media in questo come su altri temi è spinto più sulla rissa e sulla semplificazione che su una seria analisi.




Nella foto: Greta Thunberg

Si parla di auto elettriche ela Ue le propone come la panacea di tutti i mali per l'inquinamento globale. Peccato che queste auto con pochi centimetri di pioggia possono rompersi. Peccato anche che la loro autonomia sia limitata a poche centinaia di chilometri e ci vogliano ore per ricaricarle.

Se si va da Roma a Milano con una auto elettrica potremmo rimanere a piedi.

L'energia elettrica necessaria viene prodotta anche con metodi che non sono  green.  Inoltre le batterie necessitano di uno stoccaggio molto ben organizzato, giacchè sono radioattive.

Per produrre alcune componenti occorrono le terre rare. Siccome, come dice il nome stesso, queste terre sono rare, va da sè che le auto elettriche, così come sono prodotte adesso, non hanno un grande futuro.

Inoltre sono molto costose e non sono per tutte le tasche.

Ed è inutile che l'Unione Europea tenti di bandire auto seminuove euro 5 del 2014 per costringere i comuni mortali a comprare una auto nuova, magari elettrica. Non può funzionare.

Immaginate se i soccorsi nella recente alluvione in Romagna fossero stati svolti con mezzi elettrici. Si sarebbero fermati a metà strada.

Si parla di auto a idrogeno, ma sia la produzione di idrogeno che la creazione di auto che usano questo mezzo non è ne' green ne' sicuro. L'idrogeno compresso può essere fonte di esplosioni. Fughe di idrogeno possono causare avvelenamento e ustioni alla pelle. In più occorrerebbe un adeguato metodo di approvvigionamento di idrogeno, che non esiste in natura da solo ma è sempre legato ad altri elementi. Bisognerebbe produrlo in larga scala e non conviene farlo fin quando tale tecnologia non sarà sicura.

Per quanto riguarda la produzione di energia, gli Stati più sviluppati del mondo utilizzano una strada sola: un mix di fonti. Il Giappone utilizza il nucleare ed altre fonti ed ha un piano energetico per i prossimi cento anni. I Tedeschi pianificano per i 60 anni successivi e sebbene siano molto attenti alle energie alternative e green, ancora oggi utilizzano centrali nucleari.



Nella foto: il sottoscritto Gretizzato


I Tedeschi sono molto avanti nella produzione dell'energia a biomasse, ma non è certo quella la fonte prevalente del loro approvvigionamento, segno che questa non può essere la via maestra.

Stessa cosa dicasi per l'energia solare, la cui produzione  in Italia presso le abitazioni dei singoli cittadini potrebbe essere semplificata e coadiuvata con maggiore organizzazione. Si potrebbero costruire più centrali ad energia solare, ma non è la soluzione. Il sole va e viene, quindi la produzione non è continua. I pannelli necessitano di manutenzione, sono danneggiabili dalla grandine. Surriscaldano il terreno attorno. Danneggiano il paesaggio in zone di rilevanza artistico-paesaggistico.

Sottraggono spazio alle colture.

L'olio di colza non può sostituire la benzina, perchè le colture necessarie sarebbero troppo estese rispetto alla disponibilità di terra esistente. Pare che si possa utilizzare anche la Marijuana per produrre combustibile, ma quello può andare bene per un road party Jamaicano al massimo.

In Giappone addirittura utilizzano l'olio di  frittura residua, di sera, dei ristoranti, per alimentare i mezzi pubblici. Questo però non risolve certo i loro problemi di approvvigionamento di idrocarburi.


L'implementazione dei servizi pubblici e dei parcheggi di scambio nelle città medie e grandi potrebbero essere d'aiuto, ma non se ne parla nei media in maniera rilevante.


Il maggior controllo sugli incendi estivi, che sono quasi sempre di origine dolosa, aiuterebbe a preservare il territorio a livello ambientale, produrrebbe una qualità dell'aria maggiore e un ecosistema più forte e sano.

Nella foto: Sara Falzone, la bambina della pasta Barilla, che ha ispirato Greta Thunberg e me


E' per questo che affidarsi a guru come la ragazzina Svedese che con la scusa della ecologia fa pippa a scuola prima ogni venerdì e poi per un anno sabbatico non rporta a nulla. La soluzione non sono i ragazzini estremisti che bloccano il traffico e imbrattano i monumenti della nostra bella e invidiata nazione.

Parliamone seriamente, non come fanno nella Ue, dove poi si scopre che alcuni parlamentari si sono fatti corrompere dagli sceicchi Qatarioti.

Assurde direttive Europee sulle auto Euro 5



Con le regole Ue vigenti milioni di europei dovrebbero rinunciare alla macchina

Nella foto in alto c'è una Alfa Giulietta, prodotta negli anni delle euro 5. E' un'auto con moltissime dotazioni di serie e frutto di una tecnologia molto avanzata. Secondo le direttive europee non dovrebbe più circolare. 

Nel prossimo Consiglio dei Ministri il ministro Gilberto Pichetto Fratin, di concerto con il ministro Raffaele Fitto - precisa la nota - presenteranno un decreto per prorogare il blocco dei motori diesel Euro 5 previsto per il 15 settembre da un provvedimento imposto dall'Europa”.


“Intanto il Governo  - concludono gli esponenti regionali di FdI - lavorerà su proposte alternative quali interventi sugli impianti di risaldamento obsoleti, sulla riqualificazione del manto stradale con soluzioni che evitano la dispersione nell’aria, un più ragionevole utilizzo del dispositivo Move In con la sua installazione gratuita per gli utilizzatori, e incentivi economici per l’acquisto di mezzi green”.

Questo è un estratto di un articolo di ieri pubblicato sul sito della Rai.


Prosegue dunque l'assurdità delle regole imposte dalla Ue in tema di mobilità.


Si impongono le auto elettriche come unica forma di circolazione automobilistica entro il 2035 E' un obiettivo assurdo e non fattibile per costri, arretratezza tecnologica, infrastrutturale e anche inutile al fine della salvaguardia del pianeta perchè il resto del mondo non ha tale norma).


Il cattivone che inquina e mette a repentaglio il mondo è dunque il proletario che ha la Panda.


Le auto euro 5 sono state prodotte dal 2009 al 2014.  E' assurdo che un'auto del 2014, specie se passa la revisione ed è in buono stato, non possa circolare, anche tra due, cinque o dieci anni.


Chi non ha tanti soldi può permettersi al massimo auto di seconda mano.


Ci sono interi paesi della Ue in cui circola una maggioranza di veicoli usati e ben più vecchi degli Euro 5.


Una regola Europea deve dunque valere per tutti, In Italia come in altri paesi.


Queste regole dell'Europa al caviale della Von Der Layen vengono dettate mentre numerosi paesi UE sono in grosse difficoltà economiche, a cui la Ue si guarda bene da dare soluzioni. Anzi. Distrugge pezzo per pezzo le economie con le sue raccomandazioni sui lockdown, sulla politica monetaria, sulle licenze balneari ed altro ancora.


Questa dell'euro 5 è la solita stupidaggine che va contro i cittadini Europei invece di aiutarli. Bene farà il governo se effettivamente vuole una proroga, ma due anni sono pochissimi.

Governo Meloni latitante in temi di lavoro, indipendenza energetica, sovranità. In barba alla sua aura di Nazionalismo e di Sovranismo


Il nostro Esecutivo era stato "rimandato a settembre". Per ora è bocciato con gravi insufficienze


Giorgia Meloni ha insediato il suo governo il 23 Ottobre 2022. Siamo al Primo di Settembre. La scusa: -E' lì da poco-  non tiene più, se mai essa abbia avuto senso.

Questo governo si è distinto per due caratteristiche: 

1 La totale assenza di provvedimenti che potessero avere un impatto sul tessuto economico e sociale Italiano.

2 L'abbondanza di viaggi di Giorgia Meloni, tra un meeting e un altro, tra un bilaterale e un G20. Certo, le questioni internazionali e gli accordi hanno una loro importanza, ma quando un premier è sempre in viaggio e le situazioni da risolvere rimangono lì dove sono, ci si pone delle domande.

Giorgia Meloni aveva promesso e proposto risposte al caro prezzi per quanto riguarda l'energia.

I costi rimangono alti e il governo Meloni ha rimosso il taglio delle accise sulla benzina introdotte dal governo precedente.

La sforbiciata parziale e destinata solo a parte degli Italiani è programmata per il lungo termine. Per ora invece ci sono rincari in vista, stando alle indiscrezioni sulla prossima manovra autunnale. Nel migliore dei casi ci sono sgravi ad alcune categorie e incrementi ad altre, tasse rimosse o diminuite ed altre aumentate.

E' il solito e cervellotico taglia e cuci a cui siamo abituati da decenni e che non ha prodotto nulla di buono.

La Meloni aveva promesso nuove centrali energetiche e nuove trivellazioni per usare il nostro petrolio. Dove sono?

Il Ministro delle Infrastrutture Salvini aveva annunciato il Ponte sullo Stretto. Dov'è?

La Meloni aveva promesso una stretta sull'arrivo dei migranti, insieme con una diminuzione dei morti in mare. Ha proposto per un decennio circa il "blocco navale" addirittura. 

Gli sbarchi sono raddoppiati nell'ultimo anno.

Gli Ucraini accolti nella misura di centinaia di migliaia di persone sono anch'essi migranti e se ha un senso accogliere i rifugiati dalle guerre, non mi sembra che ci sia posto il problema per un loro inserimento reale nella società.

Soprattutto non si lavora per permettergli di ritornare a casa a guerra finita. Nè tantomeno si pensa che molti di essi non vorranno nemmeno tornare e rimarranno a carico di un paese già in forte crisi economica come il nostro, dove i giovani continuano ad emigrare per mancanza di lavoro.

Anzi, il governo lavora per servire scioccamente i propositi di guerra di Biden, perorando idee opposte a quelle che solo cinque anni fa Giorgia Meloni perorava (si leggano le sue dichiarazioni sulle sanzioni alla Russia e sulla Crimea).

Questo apre un altro argomento: il totale servilismo del governo attuale nei confronti degli Stati Uniti. Se è vero che siamo una colonia e che ci sono 19 basi Nato sul nostro territorio, è anche giusto mantenere la schiena dritta e chiedere una compensazione per la nostra collaborazione.

Un governo democratico non finanzia un regime corrotto che sopprime il dissenso, anche con l'uccisione, come quello Ucraino (vedi Gongadze, Buzina, Rocchelli e tanti altri). Lì non c'è democrazia e i partiti e media di opposizione vengono sciolti.

Le armi mandate finiscono in buona parte nelle mani della criminalità e dei terroristi.

L'Italia si fa partecipe di questo anzichè proporsi come mediatore per la pace e traendone anche un beneficio economico.

Avevo scritto in un precedente post, che potete trovare facilmente, che non farò sconti al governo Meloni. Per ora il nostro esecutivo è fallimentare, quasi totalmente fermo, succube di potenze di grande e di media importanza,  non parla dei temi del lavoro e non persegue l'interesse nazionale.

Chi mi conosce sa cosa vuol dire per me ciò che sto per scrivere: rimpiango quasi il governo Draghi.

Presentata la nuova Alfa 33 "Stradale": una auto per pochi eletti

 



Il 30 di Agosto mi è capitato casualmente di assistere alla presentazione in streaming della nuova Alfa 33 stradale, sorta di remake di una auto sportiva che nulla a che fare con la 33 che ha venduto un milione di esemplari dal 1983 al 1995.

Di questa verranno prodotti solo 33 esemplari, già tutti prenotati da clienti facoltosi.

La macchina è interessante e ricalca le forme della sua omonima Alfa 33 Stradale, vettura sportiva degli anni '60.

Colpiscono i cerchi e i fari, molto ricercati.

Gli interni non sono stati mostrati e ne abbiamo solo qualche immagine modificata al computer.

Saranno disponibili due motori: o la versione a benzina da 620 cavalli 3.0 V6 oppure la elettrica da 750 cavalli con una autonomia di 450 km.

La cerimonia di presentazione non è stata esaltante. L'ottimo attore e doppiatore Luca Ward, a dispetto del suo cognome anglosassone, si è prodotto in una introduzione retorica ed entusiastica, mostrando un inglese stentoreo, abbastanza corretto grammaticalmente, ma masticato con cacio e pepe.

Resta comunque un grande talento e il suo charme si è notato anche in questa occasione.

Sono seguiti altri discorsi affettati e troppo retorici anch'essi di dirigenti e progettisti Alfa.

La macchina non si vedeva bene, non veniva inquadrata nei dettagli e nelle varie angolature, si trovava in un teatro sotto le luci artificiali e come detto prima, gli interni non sono stati mostrati

Andiamo al nocciolo della questione: produrre una superautomobile per soli 33 membri del jet set è una operazione più dimostrativa che altro.

Non c'è di certo un grande guadagno. Non si fa breccia nel cuore dei veri appassionati Alfisti. Alfa Romeo è sempre stato un marchio fruibile da buona parte della popolazione. E' stato ed ancora è il mezzo con cui lavorano le forze di polizia italiane.

L'impressione è che questa auto verrà presto archiviata e ricordata in qualche museo di modernariato al massimo. Di sicuro gli appassionati rimarranno freddi.

Una operazione del genere serve probabilmente solo a dimostrare che Alfa può entrare più decisamente nel mercato sportivo di lusso e prepara la strada per futuri modelli creati in più larga scala e che possano portare a un maggior riscontro economico.















giovedì 31 agosto 2023

Io sto dalla sua parte, "in Toto"


Toto Cutugno ha portato lustro al nostro paese, anche all'estero, in barba ai giornalisti snob. 

La notizia della sua dipartita mi ha lasciato un po' sorpreso. Eppure aveva 80 anni e sapevo della sua malattia che aveva lasciato segni importanti.

Lui però sembrava sempre più giovane della sua età e negli ultimi anni la sua somiglianza con Celentano aveva lasciato il passo a quella con Caetano Veloso, il cantautore Brasiliano anche lui brizzolato e dalla pelle baciata dal sole.

Me lo ricordo eccome, quando conduceva Domenica In, invitando gli altri a cantare insieme a lui. E lo faceva con una certa spontaneità e assenza di smancerie, che sembrava rivolgersi non ad un pubblico di estranei, ma ad amici di vecchia data, con cui tanti convenevoli non servono.

Mi ricordo ed ero ragazzino, di quando vinse l'Eurofestival (Eurovision) nei primi anni '90.

La notizia venne data da tutti i giornali come una cosa prestigiosa. All'epoca la Kermesse non era quella porcheria vuota e ideologica di oggi.

L'anno dopo fu lui stesso a condurre l'edizione successiva in Italia, assieme a Gigliola Cinquetti.

Il festival della canzone Europea non veniva trasmesso in Italia, ma grazie alla vittoria dell'anno precedente dovevamo essere noi il paese ospitante e la Rai fece una eccezione.

Vado ancora a memoria e ho impressi: i Just 4 fun, quartetto Norvegese, con la loro Mrs Thompson; Peppino Di Capri, anche lui in gara;  la vincitrice, Carola, bella con i suoi zigomi nordici Svedesi, i suoi occhi verde scuro, così giovane e carina eppure dal viso pulito della studentessa dalla vita normale in cui i ragazzi di allora potevano riconoscersi.

Quelli erano gli anni d'oro di Toto: presentatore di Domenica In, di Eurovision e di tanti altri programmi, eppure autore prolifico e validissimo, iperpresente a San Remo come autore e cantante.

Ha fatto cantare mezza Europa con "L'Italiano", portando allegria a Tedeschi, Sovietici e a noi stessi.

Eppure.. eppure l'Italia è un paese complicato. La critica tende a politicizzare i gusti artistici e a vedere un retropensiero dietro alle cose che si fanno. 

Toto ci rimaneva male. Lui poteva essere un po' musone e sorridere poco, ma era uno sincero e non agiva per doppi fini. Quello che scriveva lo sentiva, ed era fin troppo poco ruffiano, pagando le sue liti personalmente.

La verità è che lui non si dava pose da intellettuale, cantava di affetti sinceri, di amicizia tra i popoli, di madri e di figli. Non era di quelle vedute politiche a cui tutti gli artisti Italiani devono sottomettersi per non essere ghettizzati, non cercava di spacciare per trascendentale quello che scriveva. 

Questo alla parte del mainstream che si dava le arie non andava giù.

Ricordo di una conduttrice radiofonica ospite in un programma tv della Rai (metà degli anni 2000). Il Festival si era concluso da pochissimo, forse il giorno prima.

La dj disse che non avrebbe programmato il brano di Toto Cutugno per oscuri e contorti motivi di target e di programmazione. 

Fu una arrampicata di specchi pazzesca per non ammettere che la canzone le faceva schifo.

Toto non fece una piega e disse: "il mio disco uscirà anche in Germania, in Russia e in altri paesi, alla faccia tua!"

In realtà esclamò: alla faccia della (cognome della conduttrice) ma non è importante citarla in questa sede, perchè non merita di essere additata comunque.

Non importa, quello che intendevo è che lui era una persona vera, e si arrabbiava come una persona priva di ipocrisie. Quante volte ha contestato i veleni di Sanremo, le chiacchiere inutili. 

Al Festival dei fiori ha trionfato solo nel 1980, arrivando poi sei volte secondo e partecipandovi in totale quindici volte.

In una intervista di pochi anni fa, ha fatto un bilancio di queste mancate vittorie: "Beh, arrivare secondi dietro a canzoni come Perdere l'amore di Massimo Ranieri e Uomini soli dei Pooh tutto sommato è accettabile. All'epoca c'era grande qualità nei brani".

Non mi soffermerò sulla sua carriera, sui brani importanti scritti per sè stesso e gli altri. 

Voglio in questo momento rimarcare il lato umano.

Lui è rimasto coerente, fino all'ultimo istante. La gente comune lo ha compreso, una parte di critici sciocchi, pronti a dire cattiverie e a cercare la prima stecca in una performance, no.

Io sto con Toto, ovunque egli sia adesso. Lui non era, è - una persona genuina e un Italiano vero.

lunedì 28 agosto 2023

Gli eventi prestigiosi degli ultimi anni nella "dittatura Ungherese brutta e cattiva"



Le deboli argomentazioni di chi denigra un paese in piena crescita sociale ed economica


Ci sono ancora oggi delle persone poco dotate mentalmente che si ostinano a definire l'Ungheria una dittatura, contro ogni logica ed evidenza.

Il loro scopo è criticare l'attuale leader, in sella e rieletto da parecchi anni, Viktor Orban.

Io personalmente sospendo ogni giudizio politico su tale persona. Si può criticare il suddetto politico e su tanti temi, ma con raziocinio e realismo.

Non mi interessa. Trovo ridicolo però che per denigrare un singolo si cerchi di procurare danno indirettamente ad una intera nazione.

Perchè, se si sosteneva che c'era un regime a Budapest, nelle ultime elezioni di un anno e mezzo fa non si è detto da prima che esse erano fasulle e di facciata?

Invece no, furbescamente questi disonesti minidotati hanno aspettato l'esito delle elezioni per ritornare ai loro strali. Se avesse vinto la sinistra a loro cara (per me non è una questione di questo o quel partito) la terra Magiara sarebbe tornata magicamente un faro di democrazia.

A Settembre 2021 e ad Aprile del 2023 il Papa si è recato a Budapest ad incontrare Orban e i fedeli Ungheresi. Ad Aprile 2022 lo aveva ricevuto invece a Roma, fresco di rielezione. Papa Bergoglio ha ripetutamente ringraziato il Premier Ungherese per il suo impegno a difesa dei valori Cristiani e della famiglia e per la sua accoglienza di centinaia di migliaia di profughi Ucraini. 

Il bello è che mentre il Papa lo elogiava il Presidente Ucraino Zelensky lo attaccava duramente per il mancato invio di armi, come se l'accoglienza fosse un atto dovuto di fronte al quale non bisogna nemmeno dire grazie.

Negli ultimi anni Budapest e l'Ungheria hanno ospitato, in ordine sparso: Gran Premi di Formula Uno, alcune tappe del Giro d'Italia, i Mondiali di nuoto, gli Europei di pallamano, la finale di Europa League, alcune partite degli Europei di calcio, i Mondiali di atletica.

Nessuno ha avuto il coraggio di andare oltre nel ridicolo e di denunciare che non è giusto tenere tali manifestazioni internazionali in un paese non democratico.

La verità è che quelli che lo dicono non ci credono essi stessi e solo chi non ha il minimo strumento critico può credere a queste scemenze diffuse dai "professionisti dell'informazione" e da qualche minorato politicante o attivista.

lunedì 7 agosto 2023

Comandare col terrore: gli anni della pseudoscienza e del terrore mediatico

Tante finte verità devono essere imposte forzatamente in nome degli interessi di pochi


Siamo reduci da due anni di periodo Covid in cui le autorità di diversi paesi e gli interessi privati delle Big Pharma ci hanno imposto delle verità forzate, bombardandoci tramite i media affinchè anche una menzogna, ripetuta cento volte, divenisse verità.

In discussione non c'era l'esistenza del virus in sè, nè dei suoi potenziali pericoli. Piuttosto il nocciolo della questione stava nella quantificazione del rischio e nelle soluzioni proposte.

Si è scelto di distruggere intere economie con lockdowns e chiusure indiscriminate, di terrorizzare la popolazione oltremisura e di proporre verità scientifiche più mediatiche e strumentali a un certo potere che serenamente e costruttivamente dibattute in ambito di studio.

Da allora si è rotto definitivamente qualcosa tra la popolazione Italiana e i "professionisti dell'informazione". Se prima già vi era un rigetto parziale per quanto veniva proposto nei notiziari, il chiaro atteggiamento schierato e poco genuino delle televisioni e dei giornali più importanti ha aperto gli occhi alla popolazione e generato un dissenso.

Ricordiamo vividamente, un anno fa circa, le proteste per strada sotto la sede Rai al canto, pacifico ma dal chiaro messaggio: "Giornalista terrorista".

La stessa disinformazione è stata traslata all'argomento "Guerra in Ucraina" e alle tematiche ecologiche.

Per quanto riguarda il succitato conflitto non interessa in questa sede con chi stare e quali stigma morali infliggere, nel merito della questione.

Quello che personalmente interessa a me e a buona parte della popolazione Italiana è come vengano date le notizie.

Il razzo quasi sicuramente Ucraino di Donetsk spacciato per Russo, il carro armato che investiva il nonnetto sull'auto che in realtà riguardava un incidente, per fortuna senza conseguenze gravi, avvenuto due anni prima, i videogiochi spacciati per immagini di bombardamenti notturni, la pianta dell'Azovstal che in realtà era proveniente da un gioco da tavolo; questa è una lista non certo esaustiva delle cretinate propinateci.

Non andiamo troppo nel dettaglio poi  sul famoso massacro, compiuto dagli Ucraini e spacciato per strage di matrice Russa. Il video coi morti e feriti per terra era stato postato da militari Ucraini ridacchianti sui social e ritraeva persone a terra, legate e ferite, con il braccialetto bianco distintivo dei filorussi.

Noti cronisti di guerra con la schiena dritta e varie tv internazionali, come quella Venezuelana per esempio, hanno messo in luce tutte le contraddizioni di quello che era sì un massacro, ma a parti invertite. Impietosi sono stati gli smascheramenti degli zelanti giornalisti che raccontavano fandonie in merito.

Dall'inizio della guerra si doveva per forza dire in tv che Putin era malato. Poi è apparso numerose volte in tv e in summit internazionali in perfetta forma. Ciononostante si va avanti con questa stupidaggine.

L'economia Russa sarebbe, secondo i media, andata a pezzi in pochi mesi e invece in questo ultimo anno e mezzo è cresciuta. Le sanzioni sono state aggirate dagli estabilishment degli stessi stati che le hanno votato e imposte.

Si può condannare una guerra, si può decidere da che parte stare, ma almeno si dica la verità, specialmente se si ricopre il ruolo di giornalisti.

Ed eccoci poi al delirio sul clima.

E' nata una nuova malattia mentale: l'eco ansia. Ci sono anche zelanti dottori che tramite una associazione supportano i poverini che sono "terrorizzati"dai cambiamenti climatici.

Se l'origine dei cambiamenti climatici dovuta all'inquinamento e la sua consistenza stessa sono dibattuti in maniera seria dagli scienziati veri, in tv va in onda la pseudoscienza, in cui la ragazzina Svedese Greta Thunberg si propone come novella Messia che porterà alla salvezza del pianeta.

Nel frattempo nel farlo si è arricchita ed ha osservato un anno sabbatico dalla scuola, invitando gli altri studenti a fare sciopero scolastico il Venerdì e dando ai suoi imberbi seguaci un pessimo insegnamento.

Non è un bell'esempio lasciare la scuola per un anno quando i giovani che ti seguono hanno già ben altri problemi ed esigenze.

Ma perchè c'è un gruppo di potere che vuole esplicitamente destabilizzare interi paesi e farli vivere nella paura costante, sia essa del virus, del clima o della guerra?

"Segui il denaro"è la pista investigativa regina e sempre valida. Durante la pandemia Heiko Von Der Leyen, marito della Presidente dell'Unione Europea, ha fondato una azienda di tecnologie rna per poi magicamente ricevere dalla stessa Ue 320 milioni di euro a scopo di ricerca.

E' sicuramente  solo un caso che durante la pandemia Federica Draghi, figlia di Mario Draghi, abbia investito nella Xgen Venture Life Science, azienda di biotecnologie.

Adesso la Ue impone le auto elettriche, che diventeranno obbligatorie per tutti gli automobilisti nel 2035.

Una follia non realizzabile, per i costi troppo elevati di tali mezzi, per il loro livello tecnologico ancora troppo rozzo e imperfetto (esplosioni, facili rotture su strade lievemente allagate a livello di pochi centimetri, infrastrutture mancanti, tempi di ricarica lunghissimi, inquinamento alto per via delle batterie da smaltire e tanti e troppi altri motivi.

L'Europa dovrebbe compiere un suicidio economico in nome di un miglioramento ecologico che non può perseguire, visto che il 92% dell'inquinamento globale proviene dagli altri continenti.

Ecco cosa è successo alla Jaguar negli Stati Uniti:

https://scenarieconomici.it/jaguar-richiama-i-suv-elettrici-i-pace-negli-usa-pericolo-di-incendio-spontaneo-e-non-parcheggiate-nei-garage/

Non si parla mai di un piano serio per migliorare l'ambiente ed efficientare i consumi. Per esempio l'implementazione dei trasporti e dei parcheggi di scambio nelle grandi città Italiane non viene nemmeno accennato.

Nel frattempo qualcuno fa saltare in aria il gasdotto Nord Stream per perseguire piani geopolitici che non sono ovviamente nè quelli Italiani, nè tantomeno quelli Europei.

Abbiamo una classe politica inadeguata in occidente. Vedi gli Stati Uniti con Biden, vedi la Ue con la famosa Ursula Von Der Leyen e prima di lei Jean Claude Juncker, spesso ubriaco e avvezzo a tirare ceffoni durante i summit più importanti.

Queste persone decidono per noi, proprio loro. C'è poco da stare allegri.


domenica 6 agosto 2023

Un po' di fortuna per il Pescara: finisce nel girone B


Nella foto: lo stadio Giuseppe Sivori di Sestri Levante


Il girone B è sicuramente più adatto alle caratteristiche del Delfino

Pochi giorni fa sono state ufficiosamente rese note le squadre partecipanti ai tre gironi di serie B, in luce dei vari ricorsi alla giustizia sportiva e non.

Avendo vinto il suo ricorso, la Casertana, che ha sede più a sud di Pescara, finisce nel girone C (quello meridionale) relegando i biancazzurri nello scompartimento B (Italia centrale)

Il girone B è sulla carta decisamente più agevole. Si evitano piazze calde e stadi grandi con società munifiche. Col Catania di Ros Pelligra, il Foggia e sicuramente anche altre, come già citato nell'articolo precedente, la vita sarebbe stata dura. Il Pescara avrebbe potuto dire la sua, ma non avrebbe realisticamente potuto ambire al primo posto e alla promozione diretta.

Nel nuovo contesto nulla sarà facile, ma comunque ci sono delle maggiori probabilità.

Ecco la lista delle partecipanti del centroitalia: Ancona, Pescara, Arezzo, Pineto, Carrarese, Pontedera, Cesena, Recanatese, Fermana, Rimini, Gubbio, Sestri Levante, Juventus Next Generation, Spal, Lucchese, Torres, Olbia, Virtus Entella, Perugia, Vis Pesaro.

Di sicuro per i ragazzini del Delfino, molto tecnici e anche con una struttura fisica buona, ma poco temprati caratterialmente, conviene stare in un ambito del genere dove è possibile giocarsi la partita con maggiore tranquillità.

lunedì 24 luglio 2023

Pescara calcio: il punto della situazione


Questo Pescara coi capelli a frangetta e i denti freschi di dentifricio alla menta rischia di prendere calci e soprattutto schiaffi, in senso sportivo e fisico.

 

Nella foto: Federico Accornero, promettente diciannovenne prelevato dal Genoa

Il Pescara si sta riorganizzando, a poco a poco, dopo l'esito negativo ma dignitoso dei play off, che l'ha visto sconfitto ai rigori dal Foggia di Delio Rossi.

La squadra nella scorsa stagione ha avuto un eccellente avvio di campionato e dopo una quindicina di gare è giunta anche al secondo posto. Poi c'è stato il lungo crollo dopo la sconfitta casalinga col Catanzaro fino alla resurrezione nel finale di torneo ad opera del Boemo Zdenek Zeman, subentrato in panchina ad un Colombo senza più frecce al suo arco.

Il Pescara ha giocato bene nei play off, ma l'inesperienza dei giocatori e l'integralismo offensivo dell'allenatore, che non ammette una gestione della palla nemmeno cinque o sei minuti dopo il novantesimo, hanno decretato l'esclusione e la cassazione delle ambizioni di risalita in cadetteria.

Ora il Pescara effettua l'ennesima rivoluzione, non senza destare qualche perplessità.

Due anni fa, con Auteri e poi nelle ultimissime partite Zauri, in C il Pescara ha collezionato 65 punti ed un quinto posto.
Quest'anno il campionato è ancora terminato con 65 punti all'attivo e un terzo posto. 

L'unica vera differenza è che i play off sono stati giocati con maggiore fiducia e brillantezza.

L'anno scorso sarebbe bastato trattenere alcuni dei giocatori più forti come Ferrari, Cernigoi e Pontisso per creare una base e andare a lottare davvero per il primo posto con quattro o cinque innesti di esperienza, senza rinunciare a valorizzare qualche ragazzo di prospettiva.

Si è preferito puntare su giovani di talento, che però hanno mostrato i propri limiti durante la parte centrale del campionato, quando è mancato il carattere per far fronte ad un momento difficile, così come durante i play off dove per alcune ingenuità il Foggia ha prevalso.

Estate 2023: siamo ai nostri giorni dunque. L'argenteria viene svenduta. Via Lescano, per quattro spiccioli che sono noccioline, per una squadra ambiziosa.

Via Rafia tra poco e per poco, visto che prima si parlava di 3-4 milioni di euro e ora di 1 circa.

Delle Monache è stato già venduto da tempo alla Sampdoria e tenuto sulle nostre sponde per un altro anno, ovvero quello trascorso.

Si parla di Spalluto per rimpiazzare Lescano. Con tutto il rispetto il primo ha segnato 10 goal due anni fa col Gubbio, il secondo 21 nella stagione appena conclusa (ed è stato anche messo in panchina per screzi con Colombo per due mesi e mezzo).

Ora arrivano dei ragazzini volenterosi e di buona famiglia, come Accornero, Manu e Ciocci.


La domanda è: la società vuole davvero andare in B o no?

Per farlo, storicamente un po' bisogna investire.

Le ultime volte il Pescara aveva giocatori importanti come Giampaolo, Palladini e Sansovini.

Ora invece gente inferiore tecnicamente ai suddetti viene definita sacrificabile e fuori budget, troppo forte e troppo costosa perchè gli si tarpino le ali trattenendoli.

Il Pescara ha i mezzi economici per fare uno sforzo in più, dopo le cessioni eccellenti dei vari Verratti, Lapadula, Torreira, Delle Monache e di tanti altri.

La dirigenza ha fatto bene fino a qualche anno fa, giungendo anche in serie A.

Poi è arrivata una serie di decisioni sbagliate:

la scelta non confermare Pillon, poi quella di non tenere Mister Sottil e Riccardo Maniero l'anno successivo, dopo una salvezza raggiunta per il rotto della cuffia;

l'acquisto di giocatori rotti o con strascichi di natura medica come Ceter, Chochev e Tabanelli l'anno seguente ancora;

dopo la ripartenza in C di due anni fa con un anno di comprensibile transizione, 
a mio modesto parere è stato poco saggio cambiare buona parte della squadra del 2021-2022, preferendo atleti giovani che erano delle scommesse e non delle certezze.

Quest'anno ci si affida a dei ragazzini che basta guardare in faccia per chiedersi se siamo al liceo o in un campo di calcio professionistico. C'è il rischio che ricevano scalpellotti dagli avversari col rimprovero: "E ora basta marinare la scuola".

I ragazzi delle giovanili sono abituati a giocare in campetti immersi nel verde con poco pubblico, poca pressione e senza troppi drammi psico-sportivi se perdono.

Nel girone C di serie C (quello del Pescara) a parte poche eccezioni, ci sono campi caldi, spesso dalla buona tradizione sportiva, con una pressione emotiva forte, tifosi esigenti, pseudotifosi violenti che ti insultano per strada dopo una sconfitta, automobili di calciatori e dirigenti distrutte, aggressioni a persone e a cose.

Senza criminalizzare città splendide dove risiede una maggioranza di individui pacifici e civili, faccio una lista non esaustiva di squadre difficili da affrontare, per il tifo caldo e l'alto tasso agonistico, che il Pescara affronterà: Catania, Benevento, Avellino, Taranto, Juve Stabia, Foggia, Crotone, Brindisi, Messina.

Questo Pescara coi capelli a frangetta e i denti freschi di dentifricio alla menta rischia di prendere calci e soprattutto schiaffi, in senso sportivo e fisico.

Così non si torna in B.

Spero di sbagliarmi, il campo darà il suo verdetto.

Questa società di investitori, che ha tenuto i conti in ordine, che ha fatto attivi importanti e che ha dimostrato di saper fare calcio può fare di più, sicuramente.

lunedì 1 maggio 2023

Festa della Liberazione: il suo significato nel 2023


Nel video: Sandro Pertini parla della sua idea di libertà (in una conversazione più ampia sul socialismo, sulle sue idee e i suoi valori)


Trovo grottesco il fatto che non si possa discutere pacatamente, mettendo in dubbio anche le versioni retoriche e ufficiali pro governative in tema di Liberazione.

Ricordo brevemente che per "Festa della Liberazione" si intende la liberazione dalle truppe naziste del territorio italiano da parte dei partigiani e degli Angoamericani.

Piccolo particolare: in una decina giorni, dopo l'Armistizio di Cassibile dell'8 Settembre 1943, l'Italia è passata dall'essere alleata dei nazisti per poi stare al fianco degli Alleati.

Scendemmo in guerra, a furor di popolo e convintamente, tra strepiti di gioia in Piazza Venezia, contro Francesi e Inglesi, pregustando la vittoria e salendo sul carro del prossimo vincitore Hitler. Poi le cose andarono diversamente. Facile dire che gli Italiani fossero costretti e sotto le resrizioni della dittatura. 

A quell'odioso regime hanno cooperato attivamente milioni di Italiani e prima e durante l'insediamento del Fascismo ci sono voluti anni prima che tutte le libertà fossero soppresse. In quel periodo ci sono stati milioni di simpatizzanti e di soggetti attivi nella creazione della dittatura, con l'appoggio di industriali e della Chiesa stessa. Lo fecero anche in chiave anticomunista, giacchè la Rivoluzione di Ottobre spaventava ed era cosa recente; i movimenti operai scioperavano anche in Italia ed erano una minaccia credibile per l'alta borghesia.

In parole povere una minoranza robusta, consistente e determinata ha voluto instaurare il fascismo; in seguito una maggioranza in parte plagiata, in parte convinta ha voluto l'alleanza coi nazisti, con una opposizione costretta al silenzio, uccisa, epurata, esiliata, incarcerata e confinata.

Nel 2023 quale libertà dobbiamo festeggiare? Ci sono tassi di disoccupazione enorme e una qualità delle condizioni lavorative scarsa. Libertà vuol dire anche libertà dalla povertà, dall'umiliazione e dal bisogno. Questo lo sosteneva anche Sandro Pertini, capo partigiano prima e poi Presidente della Repubblica.

Abbiamo una piena democrazia? Riflettiamoci.

Abbiamo libertà di parola e di fare molte scelte. Non possiamo però votare il nostro deputato o senatore, perchè ci sono liste bloccate. Quando vanno al governo gli eletti fanno l'opposto di quello che promettevano in campagna elettorale, senza che nessun cittadino possa rivalersi di questo e farli dimettere.

Non possiamo votare il Presidente della Repubblica direttamente (viene scelto dai parlamentari).

Non possiamo votare direttamente per il nostro Presidente del Consiglio, cosicchè ci ritroviamo maggioranze innaturali destra-sinistra non volute da nessuno, se non dai politici,  con Draghi, un banchiere ben visto dai poteri forti internazionali, come Capo del Governo.

I grandi media spesso mentono spudoratamente per servire la politica e le lobbies.

Dobbiamo prendere ordini da Bruxelles, con leaders come Ursula Von Der Leyen che nessuno di noi Italiani prima conosceva e che noi non abbiamo scelto minimamente.

Abbiamo quindi la libertà di trovare un lavoro spesso misero, in cui con molte difficoltà e non molto spesso il più bravo emerge. 

Qualcuno con un salario o una pensione decente c'è ancora. Ci sono imprenditori che ce la fanno e che si creano un posto al sole, tra mille difficoltà, ma il quadro generale non migliora di certo, anzi.

Una vita dignitosa dovrebbe essere alla portata di tutti, non di una minoranza.

Abbiamo la libertà di usufruire di servizi pubblici in buona parte scadenti (salvo qualche eccezione) e a fronte dei quali paghiamo tasse alte e di vario genere.

Abbiamo la libertà di emigrare. Abbiamo la libertà di viaggiare coi pochi soldi che ci rimangono (i benestanti sono una minoranza e diventano sempre meno). Abbiamo la libertà di lamentarci e di protestare in piazza (tanto i vari governi non ascoltano e fanno lo stesso ciò che vogliono).

Il processo democratico è monco.

Dai tempi della seconda guerra mondiale, siamo influenzati pesantemente dalle decisioni di Washington. Abbiamo sul nostro territorio 19 basi Nato. In relazione ai tentati Golpe Di Lorenzo e Borghese, a Gladio, all'omicidio Moro, al dc9 Alitalia esploso sui cieli di Ustica e a tante troppe pagine oscure della nostra storia,  la regia occulta apparteneva a potenze straniere fuori dal nostro controllo.

Per i suddetti motivi: basta con questa maleodorante retorica, siamo nel 2023. Basta con questo fascismo morto e sepolto e con questo antifascismo che sa di fascismo e appoggia le angherie degli ultimi anni di matrice neocapitalista.

Festeggiamo pure la libertà il 25 Aprile, ma come valore da difendere ogni giorno e in parte da riconquistare.

L'austerity teutonica UE non ce l'hanno imposta i fascisti. I licenziamenti, le aziende e i negozi falliti grazie ad estremi lockdown e Green pass non li hanno portati i nazionalisti. Semmai coloro che oggi si definiscono antifascisti hanno appoggiato tutto questo e lodano come patrioti e intellettuali i nazisti di Azov e di Pravj sektor (non che l'armata Wagner sia da meno di tali ceffi).

Festeggiamo dunque la libertà, ma senza la cieca e stupida retorica odierna. Piuttosto, compiamo, ognuno nel proprio piccolo, gesti concreti per il suo raggiungimento. E a tal fine bisogna che tutti si comportino onestamente. Troppe volte reclamiamo diritti, troppo poco parliamo dei nostri doveri.