BLOG DI ANDREA RUSSO
Giornalista, Addetto Stampa. Sito disponibile anche come: www.andrearusso.net
Avvertenza
lunedì 24 marzo 2025
venerdì 21 marzo 2025
Tutti possiamo leggere il Manifesto di Ventotene, per cui non raccontiamo bugie
Nella foto, da sinistra: Ernesto Rossi, Altiero Spinelli, Eugenio Colorni
Premessa necessaria: un po' di obiettività
Il Manifesto di Ventotene fu scritto nel 1941 da Altiero Spinelli, Eugenio Colorni ed Ernesto Rossi durante il confino decretato dal regime fascista.
I tre intellettuali ipotizzavano una Europa unita e non più divisa dalla guerra, indicando quella che sarebbe in scala ampia l'emancipazione del ceto proletario dal controllo delle classi dominanti fino ad allora.
Chi legge questo blog normalmente è un lettore di un certo tipo: non ha bisogno di essere imboccato, ha già un suo senso critico, un minimo di cultura, una capacità di discernimento.
Noi Italiani in generale siamo figli di una cultura principalmente umanistica. Abbiamo una buona coscienza delle sfumature dell'animo umano, abbiamo un nostro senso civico e soprattutto più di altri popoli abbiamo una completezza linguistica e filosofica.
Chi non è offuscato dall'ideologia sa vedere le cose con un minimo di obiettività.
Cosa propugna il Manifesto di Ventotene?
Tutti possono convenire sulla qualità intellettuale che emerge dal testo di Ventotene.
Cionondimeno bisogna mentire fortemente a sè stessi per non ammettere che esso sia un manifesto antidemocratico.
In questa opera si chiede la abolizione parziale della proprietà privata, l'uso di una violenza repressiva per chi non si adegua al processo rivoluzionario socialista e si critica in più punti la democrazia come mezzo per affrancare il proletariato.
Il testo preconizza una società Europea molto utopica, in cui addirittura tutti i popoli europei insieme fanno la rivoluzione e realizzano una temporanea dittatura del proletariato; in seguito, consolidato il nuovo regime, chi si è messo a capo della rivolta farà lentamente concessioni.
Si chiede anche la partecipazione di partiti con vedute diverse, come i liberali ad esempio, ma appare chiaro che si dovranno piegare ad un contesto socialista.
Al tempo no, ma oggi possiamo dirlo: sono cose che abbiamo già visto.
Anche nell'Ungheria di Kadar, qualche anno dopo la rivolta del 1956, si derogò in maniera graduale al comunismo integerrimo e si misero in atto delle concessioni verso alcune forme di commercio, di turismo e di apertura all'occidente liberale.
Lo stesso si può dire del socialismo partecipato Jugoslavo degli anni '60, in cui i lavoratori prendevano decisioni con il direttore della fabbrica o del negozio e agivano in un regime di competitività con le aziende dello stesso settore.
Questo però non ha nulla a che fare con la democrazia.
Se la popolazione avesse voluto virare verso il liberismo o un certo grado di capitalismo, le sarebbe stato impedito.
Nel Manifesto di Ventotene si fa un riferimento abbastanza chiaro all'uso della forza per un popolo che "attende di essere guidato", piuttosto che cercare dei "plebisciti".
Il linguaggio ambiguo del Manifesto di Ventotene: come indorare la pillola del socialismo.
Lo stile della carta di Ventotene è poco onesto: gli autori propongono contenuti forti, antidemocratici ma ci girano attorno con tante belle parole forbite.
Sfido chiunque a dire che questo sia un testo comprensibile alle masse degli anni '40 e '50 alle quali esso era destinato.
Un manifesto dovrebbe avere un linguaggio semplice e usare concetti abbastanza chiari, che non possano essere rivoltati a piacimento.
Il manifesto in questione dice e non dice, tira il sasso e nasconde la mano.
Il Manifesto di Ventotene si rivolge davvero alle masse?
A questo punto il dubbio è legittimo, visto il contenuto dittatoriale e il linguaggio ondivago.
Il testo è veramente diretto alle masse o piuttosto ad una elite di intellettuali e politici che dovranno coartatamente guidare i popoli, in assenza di democrazia, per poi farli partecipare senza deragliare da un ambito socialista?
L'Unione Europea non rispecchia il Manifesto di Ventotene in alcun modo
Il Manifesto di Ventotene non ha nessun riscontro ne' nell' Unione Europea attuale ne' nella sinistra dei cosiddetti "Partiti Democratici" odierni: entrambe sono svendute al liberismo più sfrenato e rispondono ai "desiderata" degli imprenditori più grandi in termini di fatturato e di influenza sulla politica.
L'Europa attuale come primo atto di unificazione ha creato la moneta unica. Il processo è iniziato dalla finanza e dall'interesse dei grandi investitori di non vedere il denaro investito nei titoli di stato svalutato.
Inoltre l'Euro consente alla Banca Centrale Europea di svolgere la sua politica neoliberista, che vuole il denaro creato non come proprietà del popolo, ma messo in circolo come una forma di prestito, per cui quasi sempre gli Stati nazionali e le collettività che li sorreggono dovranno prima o poi pagarne la restituzione con tanto di interessi.
Tramite l'Euro e la Ue le politiche economiche degli Stati membri sono fortemente limitate nei poteri decisionali, con cessioni fattuali di sovranità nazionali non sempre avallate dai popoli europei.
Ai cittadini Italiani non è mai stato chiesto tramite referendum se volessero partecipare o meno a questa concezione di Unione Europea e se volessero cambiare almeno in parte alcune forme di organizzazione e di cooperazione.
Non mi si venga a dire che la carta costituzionale non lo consente: per introdurre nella Costituzione il "pareggio di bilancio" tanto caro alla Ue il parlamento si è solertemente attivato, modificandola.
Conclusioni
Come Giano Bifronte, la sinistra europeista ama il comunismo e il capitalismo più sfrenato al tempo stesso.
Si balocca con belle parole e utopie e non discute sui problemi specifici Europei e sulle esigenze di cambiare politiche fallimentari e assurde.
Non è una questione di partiti politici o di schieramenti: chi mi legge sa benissimo che ho sempre criticato ferocemente anche Giorgia Meloni quando non ero d'accordo con quello che dice e che fa.
Se si ama il manifesto di Ventotene, si rigetta "in toto" questa Unione Europea e si desidera di abbatterla e ricostruirla. Delle due opzioni solo una è possibile.
Vi lascio il link con il testo completo:
https://novara.anpi.it/attivita/2015/manifesto%20di%20ventotene.pdf
mercoledì 19 marzo 2025
Piazza del Popolo e i notabili dalle idee confuse
Una piazza piena di contraddizioni
Mi sono preso un po' di tempo prima di commentare quanto avvenuto a Piazza del Popolo il 15 marzo. Ho preferito ascoltare con calma i vari interventi e divertirmi, perché il teatro dell'assurdo che ne è scatutito è risultato parecchio divertente.
Personalità varie della sinistra hanno tentato di spacciare il meeting pro-Europa del 15 Marzo come una organizzazione spontanea e composta da persone comuni, senza partiti alle spalle.
Non ci voleva molto a scoprire la verità che già appariva evidente.
L'organizzatore è stato Michele Serra, noto per aver lanciato strali per decenni contro Berlusconi. Serra scrive per testate afferenti a John Elkann, che produce automobili e armi e che farà molti profitti riconvertendo le fabbriche di automobili con la manifattura di carri armati.
Sul palco si sono avvicendate persone che professavano il disarmo e altre che volevano la guerra.
Le bandiere della pace tra il pubblico si alternavano a cartelli inneggianti al riarmo.
C'erano poi varie bandiere della Romania. Bisognerebbe spiegare a costoro che l'estabilishment Europeo è legato a doppio filo con i giudici della Corte Costituzionale Romena che hanno estromesso Calin Georgescu dalle elezioni che stava vincendo, sulla base di accuse inconsistenti.
I soliti membri dello spettacolo e della cultura che fanno i tour negli eventi di sinistra hanno partecipato sul palco o con videomessaggi.
Tra i tanti citiamo la Segre che non ha condannato negli ultimi anni il genocidio Palestinese, la Littizzetto che poche ore prima si era attirata le ire dell'esercito Italiano che secondo lei fa "cagarissimo a combattere",
Corrado Augias e Jovanotti vestito con un completo avana, maglietta proletaria, fiocchetto al collo e berretto "quasi coppola".
Ho provato molto interesse per l'intervento della ottantacinquenne Renata Colorni, figlia di Eugenio Colorni, che fu poi adottata da Altiero Spinelli (nella foto in alto).
Il Manifesto di Ventotene
Proprio sul Manifesto di Ventotene dei confinati Altiero Spinelli, Eugenio Colorni ed Ernesto Rossi hanno insistito diversi ospiti sul palco, presentati da Claudio Bisio.
Il Manifesto di Ventotene, scritto nel 1941, propugna un temporaneo passaggio dal fascismo ad un regime comunista con non bene specificate forme di partecipazione.
Dispone una abolizione selettiva della proprietà privata. Fa anche un riferimento velato a forme di repressione durante la fase rivoluzionaria.
Mi sembra invece di non ravvisare nei valori fondanti della Ue il Marxismo.
Semmai l'Unione Europea si rispecchia di più in alcune lobby finanziarie alla Soros e in burocrati che intendono scavalcare le sovranità nazionali.
Gualtieri dà 270 000 euro alla piazza di sinistra, Vecchioni fa il suprematista culturale.
Completa il fatto la notizia, svelata dai giornali di destra nei giorni successivi, che questo evento dai valori parziali e vicini al PD è stato finanziato dal Comune di Roma con 270 000 euro.
Il cantante Roberto Vecchioni ha delineato una sorta di suprematismo europeo sciorinando una lista di artisti che gli altri continenti non possono vantare (come se essi non abbiano nel loro presente e nel loro passato personalità importantissime in ambito letterario, umanistico e in ogni altro campo dello scibile umano).
Mi risulta che fino a poco tempo fa la sinistra fosse pacifista e terzomondista, oggi si riscopre in parte guerrafondaia e suprematista Europea, quindi discriminatoria e quasi razzista nei confronti degli altri continenti.
Bentivoglio ha letto il discorso di Pericle agli Ateniesi
L'attore Fabrizio Bentivoglio ha pensato di sponsorizzare la democrazia europea leggendo Pericle, dimenticando che Atene all'epoca era una oligarchia con 30 000 cittadini e 170 000 schiavi.
Trent'anni dopo la dipartita di Pericle Socrate morì bevendo la cicuta, dopo essere stato condannato a morte dal parlamento Ateniese per aver fatto delle domande per strada che avevano infastidito qualche potente.
La benedizione della Von Der Leyen
Nelle stesse ore in cui si teneva questo assurdo e Ioneschiano evento, Ursula Von Der Leyen, presidente della Commissione Europea, dichiarava: "L'Europa deve preparasi alla guerra".
C'è bisogno di aggiungere altro?
domenica 16 marzo 2025
Il Pescara rimonta: ora è terzo
Dopo le ultime tre partite, giocate nel giro di una settimana, il Pescara appare rigenerato.
Due vittorie e un pareggio eroico in dieci uomini per sessanta minuti sono lo specchio di una squadra in salute, che ha ritrovato entusiasmo e sfrontatezza.
I meccanismi offensivi funzionano meglio e attaccanti a secco da tempo quali Cangiano, Bentivegna e Ferraris si sono rimessi a segnare.
Inoltre ha iniziato a calcare i campi e a segnare il sedicenne Arena, fortissimo tecnicamente e potenzialmente decisivo nei futuri play off di Giugno.
Adesso il Delfino può sorridere: per i play off, salvo imprevisti, Lonardi, Merola, Kraja e Alberti dovrebbero essere al meglio della forma fisica, mettendosi in pari coi compagni.
Mancano solo sei partite al termine della stagione regolare e a Brosco e compagni non resta altro che continuare a giocare spensieratamente e con la solita personalità.
Grazie alla sconfitta odierna della Torres il Pescara è terzo e si può essere orgogliosi dei nostri ragazzi. Il collettivo ha valori tecnici buoni ma non eccelsi. Tuttavia i biancazzurri hanno mostrato più o meno tutti un senso del sacrificio ammirevole, dimostrando dei valori morali importanti.
I play off sono un campionato a parte, si sa. Da oggi in poi sappiamo anche che in questi play off il Pescara si farà sicuramente rispettare, darà spettacolo e sarà temuto dagli avversari.
Zelensky e la sua presa di coscienza
Discorso integrale di Viktor Orban per le celebrazioni del 15 Marzo
(Se hai Google Chrome sul telefonino, in alto a destra troverai la funzione audio, che ti leggerà questo articolo)
Il 15 Marzo, in Ungheria, si celebrano i moti indipendentisti del 1848. É una festa patriottica molto sentita dal popolo Magiaro, che è orgoglioso ogni volta che può di ribadire la propria identità nazionale.
Ecco il discorso integrale di Orban pronunciato ieri a Budapest:
domenica 2 marzo 2025
Caro Baldini, è ora di darsi una calmata
Il tecnico Pescarese ha conquistato molti tifosi con la sua simpatia naif, ma emergono sempre più i suoi difetti, inclusa una certa violenza verbale e fisica ormai inaccettabile.
Nei post precedenti ho avuto modo di tessere le lodi del tecnico del Pescara Silvio Baldini.
Ho iniziato a pentirmi di essere stato troppo univoco, giacchè le intemperanze del tecnico di Massa erano già note da molti anni.
Il valore del tecnico non si discute. Anche quest'anno i risultati si sono visti, nonostante un netto calo di rendimento del Delfino, ormai ridimensionato, lontano dal primo posto e molto improbabile perfino come possibile vincitore dei play off.
Detto questo, non è più possibile tollerare le esplosioni di rabbia di Baldini. Pescara è una piazza importante, che ha avuto un posto in serie A in passato, con una tradizione e un livello professionistico.
Il calcio non è fatto solo di risultati, ma di esempi e valori. Baldini si riempie la bocca spesso di valori morali da seguire, di cultura del lavoro e di professionalità.
Tuttavia essere professionali vuol dire anche rispettare certi limiti di decoro e di vivere civile.
Il calcione a Di Carlo, la spinta a Franchini, le tre giornate di squalifica
Baldini già aveva una fama di istintivo ed era noto per il calcio rifilato al collega Domenico Di Carlo.
Questa estate, durante il ritiro pre-campionato, ha dato uno spintone a Franchini, ripreso anche da un cellulare e ha detto a Tunjov: "Che ca..o ti guardi?"
Pochi mesi dopo, contro la Vis Pesaro, sebbene provocato, è quasi venuto alle mani con un membro dello staff avversario.
Ha rimediato tre giornate di squalifica in seguito per epiteti irrispettosi nei confronti della quaterna arbitrale durante l'incontro Pianese-Pescara.
Ha poi mantenuto un atteggiamento molto critico verso gli arbitri, dicendosi vittima delle loro decisioni, sebbene sia avvenuto anche l'opposto. Il Perugia, per esempio, ha recriminato torti subiti nella gara di andata con i biancazzurri.
Non è un atteggiamento da vincenti dare la colpa agli arbitri delle proprie sconfitte, quando la squadra ha mostrato evidenti limiti in fase offensiva.
Quando è troppo è troppo
Sabato si è raggiunto il culmine. Dopo l'ennesima gara giocata così così, in cui il tecnico e i giocatori avrebbero solo dovuto fare o autocritica o accettare silentemente i propri limiti, Baldini se l'è presa col giornalista Enrico Giancarli.
Visibilmente alterato per il pareggio, Baldini, dopo aver scambiato qualche parola con il presidente Sebastiani, alla domanda: "cosa si è detto col Presidente Sebastiani, se si può dire?"
ha risposto: "Gli ho chiesto diecimila euro", poi "Mi hai fatto incazzare" e poi andando via "Non fare domande di merda".
Non soddisfatto, si è recato in sala stampa di fronte agli altri giornalisti esordendo così: "Giancarli mi ha chiesto cosa ho detto al presidente. Gli ho chiesto diecimila euro. Qui siamo all'assurdo" criticando Giancarli di fronte ai colleghi e suscitando anche qualche risata col suo linguaggio colorito.
Dopo una quindicina di minuti è tornato da Giancarli e ha risposto alle sue domande come se nulla fosse successo.
I sindacati FNSI, SGI, il direttore di Rete 8 per cui lavora Enrico Giancarli, Carmine Perantuono e l'Ordine dei Giornalisti Abruzzesi hanno condannato l'episodio.
L'allenatore Baldini, Il Direttore Sportivo Pasquale Foggia e il presidente Daniele Sebastiani hanno troppe volte dato la colpa agli arbitri, non assumendosi mai in pieno le proprie responsabilità nei momenti di amarezza.
Il campionato non è affatto fallimentare e il Pescara è tuttora quarto, ma se si aspira alla Serie B come fa Baldini e i risultati non combaciano con le aspirazioni, allora bisogna fare autocritica.
Se il secondo tempo del Pescara contro la Spal Sabato è stato modesto e i tiri in porta sono stati rarissimi in tutto l'incontro, vuol dire che Baldini ha sbagliato qualcosa insieme ai ragazzi. Punto.
Non è colpa dei giornalisti, degli arbitri, dei procuratori cattivi, dei tifosi gufi e dei maldicenti.
Baldini qualche tempo fa si è lamentato che l'Italia under 21 non lo ha mai voluto come allenatore per via del suo carattere. Si faccia qualche domanda allora. La sua ira non è rispettosa nè per i giornalisti, nè per la città che tramite lo sport lui sta rappresentando.
L'intelligenza e l'educazione gli imporrebbero di chiedere scusa ad Enrico Giancarli pubblicamente.
Giancarli è un professionista molto preparato, sempre estremamente educato ed una rete come Rete 8, con cui chi vi scrive non ha mai avuto nessun rapporto, svolge un ruolo giornalistico sorprendentemente qualitativo per un ambito regionale.
Abbassiamo i toni per favore, se possibile in tutto il mondo del calcio.
Buona settimana a tutti.