Avvertenza
domenica 29 maggio 2011
martedì 24 maggio 2011
Juve, serve un cambio di mentalità. Intanto arrivano nuovi giocatori.
La crisi arriva spesso per una squadra da cui ci si aspetta sempre di vincere. Reduce dal purgatorio della serie B dalle sentenze sportive di Calciopoli (è storia di qualche anno fa), ha però conservato un organico di tutto rispetto, che non rispecchia il settimo posto con cui ha concluso il campionato.
1 Un modo di giocare triste
Innanzitutto a Torino c'è una concezione del calcio che per certi versi ricorda la serie B: si eccede nel discorso sull'umiltà dei giocatori, si lavora troppo sulla forma fisica e il risultato è un calcio "palla lunga e pedalare" che mortifica la tecnica individuale.
2 Confusione nei ruoli.
La Juve di oggi è un condensato dei difetti del calcio moderno: preferenza ai giocatori muscolari, si corre come matti senza ragionare, i giocatori perdono lo smalto e si perde.
Non si può chiedere a un centrocampista di recuperare palloni, avanzare, impostare il gioco e fare contenimento al tempo stesso.
Nè si può chiedere ai terzini di andare sistematicamente al cross e ad attaccare (Lo stesso Facchetti, noto precursore in questo tipo di imprese, lo faceva una o due volte durante la partita. Poi l'allenatore lo richiamava all'ordine e a difendere il suo spicchio laterale della difesa)
Come sarebbe bello vedere una squadra in cui: i terzini stanno in difesa, al centro ci sono tre mediani, il cui unico compito è di recuperare palloni e di buttarli avanti,
e in avanti due fantasisti occupano le fasce e una punta forte fisicamente e di testa staziona al centro.
3 Scarso senso tattico
Più volte la Juventus, negli ultimi anni, ha subito rimonte dopo un iniziale 2-0. Molte grandi squadre non hanno l'umiltà di chiudersi in difesa e ripartire in contropiede, come si faceva un tempo.
4 Preparazione atletica sbagliata
Che qualcosa non vada riguardo alla preparazione atletica è dimostrato dagli infortuni in sede di allenamento che si sono riscontrati negli ultimi anni: troppi, e chi rischia di pagare è appunto il preparatore atletico Ventrone.
Non scordiamoci che nel processo alla Juve sugli anabolizzanti venne comunque scoperto che giocatori come Ferrara prendevano antidepressivi, oppure si faceva uso del neoton, mix di fosfato e creatina non illegale ma sicuramente strano come farmaco: si tratta di una medicina per i malati di cuore, e se la dai a giovani atleti di 20-30 anni vuol dire che c'è qualcosa di strano.
Non stupiamoci se poi, dopo la fine della carriera, alcuni calciatori sono stati colpiti da malattie rare. Si somministrano al calciatore farmaci per guarire prima dalla febbre o antidolorifici per essere in campo nonostante una caviglia a pezzi.
Trenta-quaranta anni fa era ancora peggio perchè la regolamentazione antidoping era ancora scarsa.
Se un giocatore è stanco e ha un leggero deperimento basta che riposi e che mangi, non c'è bisogno del benchè minimo integratore.
L'impressione è che i giocatori di oggi, anche delle altre squadre, si stanchino con allenamenti eccessivi e poi non rendano in campo.
5 Si uccide la fantasia
La juve mortifica i giocatori dotati di fantasia: se si fa eccezione per Del Piero, è difficile ricordare, negli ultimi decenni, una juve che giocasse sistematicamente con il 4-3-3.
E' stato ceduto allegramente uno come Miccoli, e anche Baggio fu venduto a meno di 30 anni per far posto all'emergente Del Piero (come se non potessero giocare insieme)
La storia recente ci testimonia il fatto che la società torinese non premi quei giocatori imprevedibili che fanno gli slalom tra i difensori e che fanno divertire il pubblico.
Il piccolo Giovinco, confinato a Parma, si è vendicato segnando più volte contro la sua ex squadra quest'anno, giocando regolarmente da titolare e convincendo.
6 Cattivi acquisti
Negli ultimi anni ci sono stati acquisti poco azzeccati: Grygera, Poulsen, Mellberg, Sissoko, Melo.
Diego era un buon giocatore, ma non un campione, mentre Amauri ha giocato da fenomeno solo nel primo anno in bianconero e poi si è eclissato.
7 I giocatori rendono a seconda delle situazioni
Il fatto che giocatori di alto livello quando arrivano alla juve non rendano più non può però essere un caso: probabilmente se si lavorasse un po' meno sul fisico e un po' di più sul gioco e sulla fantasia, vedremmo in campo un'altra squadra.
Sarebbe bello vedere al timone della squadra uno come Allegri, Galeone, Delio Rossi o Villas Boas, che garantirebbero un modulo con tre punte, offensivo e divertente, al di là anche del risultato. I tifosi avrebbero, terminata la partita, quel famoso "smile" di cui giustamente parlava un tempo Lapo Elkann.
Mercato
Intanto sul fronte mercato, il direttore sportivo Marotta ha già preso il regista del Milan Pirlo. Circolano inoltre i nomi di Diarra, Bastos, Lichsteiner, il centrocampista Montolivo della Fiorentina, il difensore Rolando del Porto, l'esterno Vargas della Fiorentina. Si punta a migliorare difesa e centrocampo.
Inoltre è possibile prendere Sergio Aguero, attaccante dell'Atletico Madrid, che come la Juve non farà le coppe. L'argentino non dovrebbe dunque rinunciare alla vetrina delle coppe internazionali e questo è un fattore che favorisce le condizioni per il suo trasferimento.
Un consiglio ai lettori:
cercate in rete filmati su juve, Inter e Milan tra la fine degli anni '80 e i primi anni '90 e vi renderete conto nella differenza anche solo "estetica" del calcio di allora.
lunedì 23 maggio 2011
De Cecco, bene così, ma il presidente migliore per adesso è Scibilia
Scibilia, il presidente delle tre stagioni in serie A, colui che ha sponsorizzato Francesco Moser, vincitore del giro d'Italia nel 1984 con la sua Gis Gelati e ha portato a Pescara Junior e Dunga (Campione del Mondo con la maglia del Brasile un anno dopo), oggi viene riabilitato come il miglior presidente della storia biancoazzurra.
Nella stagione successiva il teramano Dante Paterna rilevò la totalità delle quote societarie, seguirono una serie di presidenti che lasciarono per lo più amarezze, fino a che, con la società ormai fallita,Giuseppe Adolfo De Cecco e altri imprenditori locali rilevarono il titolo e dettero vita alla Delfino Pescara, ideale prosecuzione della Pescara Calcio 1936.
La dirigenza attuale ha reso possibile il ritorno in categoria del Delfino, quella serie B che più degli altri campionati nazionali l'ha visto partecipe.
A una giornata dal termine, gli adriatici, con 14 vittorie, 11 pareggi e 16 sconfitte vantano un risultato che è un bicchiere da vedere mezzo pieno o mezzo vuoto: la gioia nel vedere confermata la permanenza in serie B, il rammarico per una formazione che non fa sognare.
Alcuni giocatori si sono lamentati delle critiche dei tifosi, almeno di una parte di loro. Ma la maggior parte di loro, che non è nato qui, non sanno che questa è una piazza particolarmente esigente, e che anzi la tifoseria stavolta è stata piuttosto tenera, ammansita da quasi dieci anni di tribolazioni.
De Cecco ha ora già preannunciato di non voler fare follie, che l'anno prossimo si mirerà ai play off e non al primo posto, perchè ci sono teams che vantano introiti televisivi più alti e non si può competere con loro.
Ha affermato, così, implicitamente, di non voler mettere in cassa un capitale di rischio che consenta di fare le cose in grande stile: puntare dritto alla serie A e a una permanenza il più possibilmente stabile nel massimo campionato.
De Cecco, il cui cognome è il simbolo della pasta esportata in Nord America e in varie parti del mondo e industriale di primo piano anche nel mondo dell'edilizia, ha ora un bivio da percorrere:
può tirare a campare, e tutto sommato i tifosi si accontenteranno.
Oppure può tentare di stare alla pari con presidenti che come capitale non gli sono superiori, ma che calcisticamente stanno un gradino sopra.
In genere si prende in gestione una squadra di calcio anche per il prestigio che ne consegue: De Cecco può decidere se confrontarsi alla pari con Zamparini, De Laurentiis e Pozzo oppure rimanere uno dei tanti presidenti che si sono susseguiti sulle sponde dell'Adriatico.
Finora il presidente di maggior successo qui resta Scibilia: durante la sua era i pescaresi hanno sognato mete impensabili prima, sebbene avessero già assaporato la gioia della serie A.
Chi c'è ora al timone deve scegliere se gestire la situazione o essere ambizioso e dare un sogno alla sua città.
Aspettando i ballottaggi
In molti centri al di sopra dei 15000 abitanti si andrà ai ballottaggi.
A differenza delle precedenti due volte, in cui il centrodestra aveva avuto larghi consensi, ora si registra un netto calo dei partiti di governo, una leggera ripresa del centrosinistra dovuta più che altro a sporadici exploit dei vendoliani di sinistra, ecologia e libertà nonchè di qualche esponente dell'Idv come De Magistris a Napoli.
Si sta dando troppo valore alle città di Napoli e Milano, in termini di risultato elettorale. Hanno votato 13 milioni di Italiani, e anche sommando gli abitanti di questi due centri (Milano- 1.307.000 e Napoli 962.000) si giunge a malapena a due milioni e mezzo.
Il quadro non è ancora chiaro, perchè ora c'è da aspettare i ballottaggi e il gioco delle alleanze.
Mentre a Napoli Idv e Pd hanno deciso, almeno al secondo turno di fare squadra, Casini e Fini hanno dato la direttiva ai loro referenti locali del terzo polo di non allearsi col centrodestra.
Si possono trarre però alcune parziali conclusioni:
A Napoli il voto per De Magistris è stato un'indicazione di dissenso verso centrodestra e centrosinistra: ora che quest'ultimo si è alleato col Pd della fallimentare giunta uscente una parte dei suoi elettori potrebbero guardare altrove, visto che non c'è più quell'elemento di frattura coi due principali schieramenti
Gli elettori dei moderati sono più vicini alle idee del centrodestra, per cui molti di loro sosterranno il pdl nel ballottaggio.
Appare chiaro il malcontento da parte degli italiani verso le grandi coalizioni: i consensi per De Magistris, ben al di sopra degli standards dell'Idv, e per i Grillini della Lista 5 stelle a Bologna (sopra il 10%) stanno a testimoniarlo.
giovedì 19 maggio 2011
Lenna Kuurma (Estonia), Kogu Tõde Jüriööst - La notte di San Martino
E' una storia ambientata durante le lotte di indipendenza dell'Estonia nel 1300 contro gli invasori germanici. Lotte ferocissime in cui anche gli Estoni si resero autori di massacri ai danni dei civili di stirpe germanica presenti nel loro territorio.
La canzone racconta di un massacro, di un combattimento, di teste che volano e mani insanguinate.
I nemici giungono in un casolare: solo una giovane donna li accoglie, senza paura.
Si mettono comodi, lei da loro da mangiare.
Nel cibo però mette la panace di Mantegazzi (hogweed in Inglese), una pianta velenosissima che corrode la pelle al solo tatto.I militari muoiono, con la pelle che si corrode sempre più col fare del giorno, giocati da una piccola donna.
(In Germania per il contatto accidentale con questa pianta, originaria del Caucaso ma ormai diffusa nel Nord Europa, sono morte 16000 persone. L'effetto del veleno si acuisce con la luce, per cui chi ne viene a contatto accidentalmente deve stare al buio.
Lenna Kuurma, classe 1985, fu introdotta giovanissima nel mondo dello spettacolo, e imparò a suonare il violino in età precoce.
Ha partecipato a diverse manifestazioni canore, tra cui il popolarissimo Eurovision (manifestazione canora quasi mai trasmessa dalla tv in Italia perchè antagonista del festival di Sanremo. Ha lavorato nel campo teatrale, ha recitato in un film e ha fatto la presentatrice per la tv estone.
lunedì 16 maggio 2011
venerdì 13 maggio 2011
domenica 8 maggio 2011
venerdì 6 maggio 2011
giovedì 5 maggio 2011
Morte di Bin Laden: cosa c'è di vero?
Purtroppo nei media in generale c'è da un lato, una certa sciatteria e oserei dire poca professionalità anche nelle testate importanti, dall'altra c'è un servilismo nei confronti dei potenti e una disonestà intellettuale che porta in rotta di collisione in lettore con chi scrive.
Personalmente, non mi sento rispettato da chi fa il mio mestiere, e non ho molta stima in generale di gran parte dei miei colleghi delle testate nazionali.
Il punto è che le fonti che inquinano i fatti sono almeno due: i giornalisti inetti o servili e i governanti.
I media spesso non si accertano con scrupolo della veridicità della notizia che prendono quasi sempre da un dispaccio di agenzia o peggio da chissà quale oscuro sito internet, oppure fanno di tutto per compiacere i loro referenti politici e industriali.
Ci troviamo spesso a comprare due giornali, uno di sinistra e uno di destra, per fare lo scorporo e fare la quadra tra le due discordanti versioni sulla stessa notizia. In questo modo anche lo studio futuro della storia sui fatti di oggi nasce già compromesso, e i fatti sono già "sporcati".
Apprendiamo dunque che il Primo Maggio gli americani sarebbero entrati in un residence ad Abbottabad in Pakistan, costruito circa cinque anni fa, in cui avrebbero ucciso Osama Bin Laden, una delle sue mogli e ferito un'altra di loro. Sarebbe stato ferito inoltre uno dei figli, e sarebbero morti altri uomini preposti alla difesa del terrorista.
Nell'operazione i residenti del residence, armi alla mano, avrebbero abbattuto un elicottero americano
.
La prima versione degli statunitensi dice che Bin Laden sarebbe stato subito sepolto in mare, per rispettare i dettami della religione islamica, e che non c'erano foto ufficiali diffuse, per cui quelle circolanti già in rete erano tutte false.
La prova dell'identità di Osama sarebbe nel suo dna, già controllato e compatibile con le tracce dei suoi parenti già a disposizione
Apprendiamo in seguito che le foto di Osama non verranno diffuse dagli americani, non si capisce bene il perchè.
Dobbiamo crederci?
Punto numero 1
Bin Laden veniva descritto, dopo l'11 settembre, come un leader milionario e furbissimo, che aveva ucciso il suo principale avversario antitalebano in Afghanistan con uno stratagemma ingegnoso.
Pochi giorni prima la strage delle Torri Gemelle infatti, egli fece introdurre dei finti reporters, che immolandosi avrebbero ucciso Massoud accendendo una telecamera piena di esplosivo, facendosi saltare in aria essi stessi.
Quest'uomo astutissimo viveva nelle grotte, era latitante da dieci anni, poteva essere morto, perchè come si vedeva anche nei video, era tremante e malato, poteva aver cambiato volto con un'operazione chirurgica e aver fatto perdere le sue tracce.
Apprendiamo che invece viveva in una specie di residence per ufficiali in pensione, costruito appena 5 anni fa, quando era già ricercato da mezzo mondo, protetto di fatto dai Pachistani che si dicevano collaboratori degli americani.
Viveva dunque non così tanto isolato, in una città a 100 km da Islamabad, e questa è la mia prima perplessità
Punto due. Dov'è il corpo?
anche più rilevante del primo: gli americani non hanno mostrato il corpo di Bin Laden, e dislocati in Pachistan, dove non ci sono moderne strutture sanitarie, avrebbero subito verificato il dna dello sceicco, quando noi sappiamo bene che ci voglioni di regola almeno due giorni per sapere i risultati del test.
Come se non bastasse, c'è anche il fatto che gli americani non abbiano avuto bisogno di altri riscontri sul corpo. Non hanno tenuto il cadavere per fare esami più approfonditi, per vedere se ci fossero tracce di chirurgia plastica, ad esempio.
Ad ogni modo non si capisce la fretta di buttarlo in mare
Si commenta da sola poi la giustificazione: "Lo abbiamo sepolto in mare per rispettare le tradizioni musulmane" (che tra l'altro non prescrivono affatto nulla del genere)
Terzo punto
In passato si è quasi sempre dato prova della morte del nemico
Quando si vuole dimostrare a tutti che un dittatore è morto, lo si mostra, vivo o morto, alle telecamere.
E' successo con Ceausescu, filmato, processato e poi fucilato nel 1989. (Ricordo nitidamente il video della sua fucilazione, su cui anche all'epoca, tra l'altro, vennero espressi dei dubbi sulla sua veridicità)
E' avvenuto con Saddam Hussein, con i video che mostravano le visite mediche per accertarne l'identità, il processo e l'impiccagione mostrata dai telegiornali.
Quanto a Mussolini, il suo corpo, dopo la fucilazione, fu esposto in Piazzale Loreto, appeso a un cavo come quello della Petacci, e preso a calci dalla folla inferocita.
Quando non si vogliono alimentare voci che gridano all'insabbiamento e al complotto, si mostra il corpo anche in altri casi.
Quando Wojtyla morì, ad esempio,il suo cadavere fu esposto nella bara aperta, davanti ai fedeli in vaticano e in diretta sulle tv di tutto il mondo. Quasi sempre la bara nei funerali cattolici viene tenuta chiusa durante la cerimonia funebre, invece qui era aperta, probabilmente proprio a dimostrare, senza dubbi, che papa Wojtyla era morto e i soliti negazionisti che spuntano in questi casi non potevano avere gioco.
Vedere cammello, pagare moneta, potremmo dire.
Non ci sono prove verificabili della morte di Bin Laden.
Quarto punto.
Versioni discordanti
Gli americani dicono di aver freddato subito lo sceicco, con un colpo alla testa. La figlia o presunta figlia dodicenne del terrorista, presa in consegna dai pachistani, ha detto invece che suo padre era uscito vivo dal bunker.
Quinto punto
Falsi storici.Ci possiamo fidare dei governi e dei media?
Assolutamente no. Bisogna sempre mantenere alto il grado di attenzione.
-Quando ci fu la prima guerra del Golfo, il governo americano, per giustificare il suo intervento, riferì che in un ospedale Kuwaitiano i soldati Iracheni avevano assaltato un ospedale ed ucciso i bambini del reparto maternità.Tutto falso, si scoprì poi.
-Per giustificare la seconda guerra nel Golfo, Bush disse che Saddam aveva armi di distruzione di massa.
Non sono mai state ritrovate.
-Per giustificare l'intervento in Libia, sono state diffuse voci che si seppellissero decine di cadaveri sulla spiaggia di Tripoli. La polizia Libica avrebbe sparato sulla folla, facendo una carneficina, ma gli italiani residenti che tornavano a casa con l'aereo in quei giorni raccontavano di una situazione abbastanza tranquilla, anche durante il coprifuoco, che sì, qualche sparo lo avevano sentito, ma non c'era la situazione di guerra conclamata che si riportava su tutti i telegiornali nazionali.
Quanto ai cadaveri sulla spiaggia, tutto questo non è stato ancora supportato da prove certe.
- La rivoluzione romena partì da alcuni scontri a Timisoara. Gli insorti si opposero al decreto di espulsione per un prete Calvinista ungherese, Laszlo Tokes ivi residente, e ne circondarono la casa.
Una troupe Ungherese riportò la notizia di quasi 4800 morti, più migliaia di arrestati.
In realtà ne morirono 72, ma la cosa più agghiacciante fu il fatto che, come disse poi più volte il custode del cimitero di Timisoara, erano state trafugate delle salme di persone morte da poco tempo.
I ribelli le fecero fotografare e filmare per dire che erano state uccise dalla polizia romena, nota con il nome di Securitate.
Ci cascarono tutti: la stampa di tutto il mondo riportò tali notizia, con titoli ad effetto.
Il massacro dunque c'era stato ma in proporzioni molto minori, e ci volle un anno per far salire la verità a galla, a rivoluzione avvenuta. Quei cadaveri con la pancia tagliata erano stati sottoposti ad autopsia ed erano deceduti per morte naturale.
Sesto punto
Il linguaggio dei media odierno, a metà tra la presa in giro dichiarata e il pressapochismo.
Si parla ancora oggi di obiettivi mirati (prima si parlava di bombe intelligenti): chi sta bombardando ora la Libia sta uccidendo anche civili inermi, non facciamo finta di non saperlo
Si parla di missione di pace, come quella in Kosovo in cui furono bombardati i civili.
Oppure, come mi è capitato di sentire ieri, si da una versione infantile e semplicistica degli eventi. Dalle raccapriccianti scene di giubilo nelle piazze americane di questi giorni, alle dichiarazioni di Obama : "Da oggi il mondo è migliore" (in realtà i pericoli del terrorismo islamico sono gli stessi, se non superiori, da oggi in poi)
Quell'Obama, che per molti doveva essere l'uomo nuovo, il nuovo pacifista, colui che avrebbe ritirato i soldati dalle zone di guerra e che avrebbe chiuso Guantanamo, insignito in maniera idiota col premio nobel per la pace era stato canonizzato già all'epoca delle primarie con Hillary Clinton, quando non aveva ancora un operato politico da poter valutare. Masse di persone un po' sciocchine , in tutto il mondo, lo acclamavano in base al suo aspetto fisico e ai suoi discorsi. Parole appunto, a cui non sono seguiti i fatti.
Anche i media lasciano attoniti per il loro semplicismo. Ecco il Tg5di ieri:
"In questo momento (erano le 13-13-30 all'incirca) si sta tenendo probabilmente una riunione tra i vertici di Al Qaeda per nominare la successione di Bin Laden: favoriti sembrano il suo vice Al Zawahiri e uno dei suoi figli, di dodici anni".
Insomma Al Qaeda viene descritto quasi come un partito politico che si raduna in qualche albergo, magari in una località turistica, con un bel congresso sotto gli occhi delle telecamere, per poi eleggere come leader un bambino.
domenica 1 maggio 2011
Martorella: "un primo maggio fattivo, con meno retorica". Ma intanto le differenze ideologiche scaldano l'evento.
(In collaborazione con Abruzzoblog.it)
Così si è pronunciato l'assessore alle politiche del lavoro della Provincia di Pescara Antonio Martorella sul "Primo maggio": "Abbiamo deciso di venire incontro ai giovani proprio a ridosso della festa dei lavoratori.
Venerdì 29, il Sabato 30 e Domenica 1, giorno culminante della celebrazione, abbiamo predisposto stands in cui abbiamo messo a contatto la domanda e l'offerta lavorativa. In più abbiamo dato l'opportunità a giovani cantautori e a studenti di esprimere le proprie potenzialità, tempo permettendo, prima del concerto del Primo Maggio con Luca Napolitano.
I festeggiamenti dei sindacati si tengono a parte, del resto io rappresento le istituzioni e non i sindacalisti."
La decisione di fare un Primo Maggio senza discorsi istituzionali da un lato è apprezzabile per l'iniziativa dei colloqui di lavoro, ma dall'altro suscita degli interrogativi.
Probabilmente le giunte provinciali e comunali di centrodestra hanno percepito il Primo Maggio come una festa che la sinistra tenta di fare propria (e in effetti in un certo senso è così).
Si assiste dunque ad un boicottaggio silenzioso anche a livello nazionale da parte del centrodestra (cosa non molto edificante).
Lungi da noi prendere parte per qualcuno. Ci si consenta però una considerazione: in questa Italia così separata da scontri tra Guelfi e Ghibellini, si idealizza tutto in nome dello scontro politico: come il 25 Aprile, Festa della Liberazione è un giorno di tutti, così lo sono il primo Maggio e le celebrazioni dell'Unità d'Italia.
Alla resistenza hanno partecipato uomini di sinistra, cattolici, gente comune, gruppi apolitici come la Brigata Maiella. Ci sono grandi lavoratori tra quelli che votano a sinistra e a destra, così come tra i cattolici, che non a caso festeggiano San Giuseppe, patrono dei lavoratori.
Nessuno si arroghi il diritto di mettere la propria bandiera sulla festa dei lavoratori, nemmeno quei Soloni del Nord che sostengono che i meridionali come noi Abruzzesi non fanno niente. Vengano qui a controllare, non sanno di cosa parlano.
C'è anche qualcun altro che non dovrebbe uscire dal seminato: quasi come dei Khomeinisti teocratici, gli adepti del Dio sindacato sono addirittura andati in piazza per costringere i comuni a tenere chiusi i negozi. Quale libertà vi è in un paese in cui un commerciante che vuole lavorare si vede obbligato a chiudere i battenti? C'è chi onora il Primo Maggio con bei discorsi in piazza, chi riposando, e chi invece lavorando, appunto. E' legittimo. Buon Primo Maggio a tutti, sperando che sia un giorno di unità, e non di divisioni.
Andrea Russo
Pescara corsaro a Portogruaro: 1-2, reti di Soddimo e Bonanni.
(In collaborazione con Abruzzoblog.it)
Un Pescara più deciso rispetto alle precedenti uscite ha piegato un Portogruaro volenteroso e in cerca di punti per la salvezza, ma evanescente in fase d'attacco. Era circolata in settimana la notizia di un premio partita in palio, segno che la presidenza del Delfino crede ancora nella promozione.
Già al 3' Sansovini, vicino alla conclusione, viene fermato dall'arbitro per un off-side inesistente.
All'8', dopo un'azione ben manovrata da parte del Pescara, Cascione conclude debolmente e il portiere veneto Rossi abbranca facilmente la sfera.
Un minuto dopo Soddimo si invola e scavalca Rossi con un delizioso pallonetto di piatto: una gentile pedata alle polemiche che lo hanno riguardato, ingiuste in quanto il ragazzo ha sempre profuso un grande impegno.
Attorno al 20' Scarpa, servito da Espinal, arriva molto vicino alla porta avversaria dopo un rapido scatto in verticale, ma calcia malamente.
Il Pescara nel secondo tempo fa manovra: è un calcio "alla spagnola" fatto di tanti passaggi e tocchi che però non risultano prevedibili, visto che di tanto in tanto il Portogruaro viene messo in difficoltà.
I padroni di casa disputano una partita gagliarda, danno battaglia a centrocampo, sono molto attenti in difesa, spingono ma non riescono ad essere incisivi in avanti.
Al 60' Soddimo con grande pervicacia riesce a giungere sul fondo del campo e da destra fa partire un facile assist basso per Bonanni, il quale, a due metri dalla porta, non deve fare altro che mettere in rete di piatto. 0-2 per il Pescara, Soddimo fa ancora la differenza propiziando il goal con un bello spunto personale.
Le emozioni sembrano ormai finite ma dopo 4' di recupero il Portogruaro accorcia le distanze con un guizzo di Altinier, bravissimo a superare con uno scatto l' incolpevole Mengoni, che pur restando incollato all'avversario viene superato alle spalle; l'attaccante, tra difensore e portiere, opera un bellissimo pallonetto e realizza un goal che però vale solo per le statistiche.
Passa un minuto ancora e l'arbitro Ostinelli di Como decreta la fine delle ostilità. Il protagonista della partita è senz'altro il romano Danilo Soddimo, giunto a Pescara l'anno scorso in serie C, un'ala dalle giocate essenziali, capace di arrivare palla al piede vicinissimo alla porta e di essere determinante in fase offensiva.
Andrea Russo