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venerdì 19 agosto 2011
domenica 14 agosto 2011
Pescara Triestina 2-2 (11-12dcr) Zeman: dovevamo fare più goals. Pavanel: la risposta di tutta la squadra mi sta sorprendendo.
(Nella foto: Massimo Pavanel, allenatore della Triestina)
Lorenzo Insigne è stata la star del pomeriggio calcistico pescarese: con giocate sopraffine e due goals da cineteca ha tenuto in ballo le speranze del Delfino fino ai calci di rigore. E' visibilmente dispiaciuto quando si presenta ai microfoni: "Peccato che non ce l'abbiamo fatta, adesso ci dedicheremo solo al campionato e sono sicuro che faremo molto bene già contro il Verona. C'è tanta qualità in questa squadra e penso che stasera si sia visto. Sono contento di aver fatto due goals questa sera, anche se nel secondo caso non volevo imprimere quella traiettoria alla palla: è venuta fuori una rete fantastica.
Zeman si lamenta della scarsa vena realizzativa: dovevamo fare più goals, abbiamo avuto tantissime azioni valide ai tempi supplementari, potevamo mettere nel sacco almeno 5 palloni. La squadra si è comportata bene, nonostante un'incertezza iniziale della difesa, gli attaccanti sono stati bravi in alcuni movimenti, Giacomelli ha dato ritmo alla manovra dal secondo tempo in poi.
Pavanel esprime profonda stima per il Pescara e per Zeman: "Mi piace molto il modo in cui imposta il gioco Zeman, per certi versi non ti fa giocare ma alcune azioni invece ti riescono contro di lui. Abbiamo fatto il possibile e abbiamo vinto meritatamente. Il Pescara ha creato tante azioni, qualcuna forse sul filo del fuorigioco. I miei giocatori invece stanno stupendo me e loro stessi per la risposta splendida che danno alla voglia di vittoria che ha Trieste. La Triestina deve valorizzare i suoi giovani, non ha nessun obiettivo quest'anno, se non di fare bene e di ritrovare la propria identità.
Andrea Russo
per la testata giornalistica Abruzzoblog.it
Lorenzo Insigne è stata la star del pomeriggio calcistico pescarese: con giocate sopraffine e due goals da cineteca ha tenuto in ballo le speranze del Delfino fino ai calci di rigore. E' visibilmente dispiaciuto quando si presenta ai microfoni: "Peccato che non ce l'abbiamo fatta, adesso ci dedicheremo solo al campionato e sono sicuro che faremo molto bene già contro il Verona. C'è tanta qualità in questa squadra e penso che stasera si sia visto. Sono contento di aver fatto due goals questa sera, anche se nel secondo caso non volevo imprimere quella traiettoria alla palla: è venuta fuori una rete fantastica.
Zeman si lamenta della scarsa vena realizzativa: dovevamo fare più goals, abbiamo avuto tantissime azioni valide ai tempi supplementari, potevamo mettere nel sacco almeno 5 palloni. La squadra si è comportata bene, nonostante un'incertezza iniziale della difesa, gli attaccanti sono stati bravi in alcuni movimenti, Giacomelli ha dato ritmo alla manovra dal secondo tempo in poi.
Pavanel esprime profonda stima per il Pescara e per Zeman: "Mi piace molto il modo in cui imposta il gioco Zeman, per certi versi non ti fa giocare ma alcune azioni invece ti riescono contro di lui. Abbiamo fatto il possibile e abbiamo vinto meritatamente. Il Pescara ha creato tante azioni, qualcuna forse sul filo del fuorigioco. I miei giocatori invece stanno stupendo me e loro stessi per la risposta splendida che danno alla voglia di vittoria che ha Trieste. La Triestina deve valorizzare i suoi giovani, non ha nessun obiettivo quest'anno, se non di fare bene e di ritrovare la propria identità.
Andrea Russo
per la testata giornalistica Abruzzoblog.it
Pescara-Triestina 2-2 (11-12dcr) Il Pescara perde ai rigori. La Triestina accede al terzo turno, affronterà il Novara
(Nella foto: Davide Bariti, splendida ala sinistra alabardata)
Dallo 0-2 si è giunti al 2-2 e infine all'11 a 12 per gli alabardati di Pavenel, dopo una sciarada di dodici tiri dal dischetto a squadra.
Al 15' Sansovini sbaglia un rigore concesso dall'arbitro Nasca di Bari per un atterramento in area.
Un'azione simile si ripete al 30' dal lato opposto, ma Princivalli non sbaglia.
Gli ospiti arrotondano il vantaggio con Godeas al 34'
Il Pescara sembra un po' spento, nella ripresa gioca un po' meglio ma non conclude granchè, fino all'75' in cui improvvisamente inizia a sfornare azioni molto belle che si concretizzano in due goals di Insigne, che con due autentiche perle (al 77' e al 93') dimostra di poter fare la differenza.
Il Pescara domina nei tempi suplementari, anche se l'ottimo Bariti, ala sinistra triestina, coglie una traversa.
Si va ai rigori, ma ce ne vogliono 12 a testa per decidere il vincitore: alla fine Sansovini spara alto e manda tutti a casa.
La Triestina si gode la vittoria e va a Novara a giocarsi un ulteriore accesso al turno successivodi Coppa Italia.
Andrea Russo
per la testata giornalistica Abruzzoblog.it
giovedì 11 agosto 2011
Italia-Spagna 2-1: tattica e concentrazione le armi vincenti
Una bellissima Italia, come non la si vedeva da tempo. E' curioso come spesso la Nazionale, come anche altre selezioni, si esalti in amichevoli o nelle qualificazioni per Europei e Mondiali e poi si sciolga come neve al sole nelle occasioni importanti.
Non che il test.match di ieri non lo fosse: era sì un'amichevole, ma con i campioni Mondiali ed Europei in carica, la squadra da battere. In più ci aspettano le partite di qualificazione agli Europei del 2012.
Sì, proprio quei campionati d'Europa che dovevano svolgersi nel nostro paese e che grazie al geniale blitz sul luogo delle votazioni a Cardiff nel 2007, degli allora premiers di Polonia e Ucraina Jarosław Kaczyński e Viktor Yushchenko, finirono sotto la gestione di questi due stati.
Concentrati fin dall'inizio, con un senso della posizione e della tattica sopraffina, frutto di un ottimo lavoro del Mister Cesare Prandelli, gli azzurri si sono dimostrati da subito più concreti, rendendo sterile il palleggio degli avversari ed andando nel primo tempo più volte vicino al goal.
Criscito ha preso un palo dopo pochi minuti,minuto, Montolivo ha battuto Casillas con uno splendido pallonetto all'11'ed un rigore ingiusto realizzato al 36' al ha messo i conti in parità.
Ci ha pensato Aquilani al a mettere sui giusti binari la partita, con un tiro deviato da Albiol
Va dato merito al centrocampista di aver tentato il tiro nonostante il goal sembrasse difficile, vista la selva di gambe in area di rigore.
Prandelli non rinuncia ai cattivi ragazzi Cassano e Balotelli: il primo ha giocato dall'inizio e il secondo in corso d'opera: la sua Italia sembra prendere volto, con la caratteristica costante alle nostre selezioni di un sontuoso lavoro tattico. Questa volta almeno non ci priviamo dei piedi buoni, affrontando le possibili turbolenze di qualcuno e mettendo inoltre nel motore anche Rossi e Pazzini.
lunedì 8 agosto 2011
Zeman: "Si incomincia ad intravedere un po' del mio gioco
(Nella foto: Lorenzo Insigne)
Dà l'impressione di essere contento Zdenek Zeman, al termine di Pescara- Real Sociedad, finita in parità (2-2) "E' ancora presto per trarre conclusioni" esordisce il tecnico boemo
Dà l'impressione di essere contento Zdenek Zeman, al termine di Pescara- Real Sociedad, finita in parità (2-2) "E' ancora presto per trarre conclusioni" esordisce il tecnico boemo
"Si incomincia ad intravedere qualcuno dei miei dettami tattici in campo ma c'è ancora tanto lavoro da fare. Insigne ha fatto bene, Sansovini si è impegnato molto ma non ha avuto fortuna pur essendo andato più volte vicino al goal. Era difficile oggi affrontare una squadra che gioca palla a terra e ti costringe ad avere quella corsa che ancora non hai nelle gambe e nei polmoni".
C'è molto interesse attorno al giovane talento Lorenzo Insigne, classe 1991, ragazzo con una grande personalità e una certa facilità ad ambientarsi: "Ho giocato bene", ha detto l'attaccante, "abbiamo sofferto contro una squadra di un certo livello tecnico, siamo ancora in una fase delicata della preparazione, non corriamo ancora come dovremmo ma per ora va bene così"
Andrea Russo
per la testata giornalistica Abruzzoblog.it
Spettacolo e goals all'Adriatico: finisce 2 a 2 tra Pescara e Real Sociedad.
Due belle città di mare si incontrano grazie al calcio: lo sport è anche questo. E' un derby tra biancoazzurri, anche: La prima maglia del Real Sociedad, squadra di Donostia-San Sebastian, nella regione Basca della Spagna, è molto simile a quella degli abruzzesi. Stessa maglia, stesso gioco offensivo con la difesa alta, stesso score realizzativo: finisce 2 a 2 nel più pieno spirito delle partite amichevoli.
Discreta, ma non eccezionale l'affluenza del pubblico (6515 spettatori paganti) in una serata d'Agosto molto calda. Parte bene il Pescara che al 6' va in vantaggio con Insigne. Un'azione molto coordinata termina con il guizzo del brevilineo attaccante, che scarta il portiere Claudio Andres Bravo ed entra quasi in porta palla al piede.
Passano solo tre minuti e approfittando di un filtro inefficace a centrocampo. Eugenio Romulo Togni parafrasando il suo omonimo cantante "guarda il mondo da un oblò" e lascia sfilare un avversario, che perviene tranquillamente al cross; Zurutuza non manca l'impatto con la sfera ed esplode il tapin vincente al centro dell'area avversaria.
Girandola di sostituzioni nel secondo tempo: il gioco delle due squadre non è più riconoscibile ma continuano le emozioni.
Al 62' Soddimo si invola sulla fascia sinistra e dribbla, accentrandosi, un difensore avversario, esplode un tiro molto bello che si insacca alle spalle dell'incolpevole Bravo.
Al 70' ci pensa il neoentrato Jeffrey Sarpong a mettere in parità i conti, dopo che l'estrosa ala Ros mette fuori gioco Capuano con un inaspettato colpo di tacco dalla destra; Daniel Estrada pennella un delizioso cross al centro per il solido centrocampista Olandese che fulmina con un tiro molto potente il portiere Anania, subentrato a Pinsoglio.
E' ancora presto per avere indicazioni veritiere da questo test-match: si intravede qualche dettame del gioco Zemaniano, con la difesa alta, addirittura a ridosso della linea di centrocampo, Zanon che ha fatto da attaccante aggiunto, più che da terzino, un Gessa fuori ruolo come mediano centrale, un Insigne già in palla e a suo perfetto agio nella sua nuova avventura Pescarese.
Durante la partita sono da segnalare cori di dileggio nei confronti di Delli Carri proveniente dalla curva nord.
Si vocifera che i tifosi ce l'abbiano con lui per vecchie divergenze con una delle precedenti dirigenze della squadra; cosa c'entrino i tifosi in tutto questo, e perchè si debba bersagliare Delli Carri è un mistero. Daniele Delli Carri ha giocato alla grande in passato nel Pescara ed ora promette bene come dirigente tecnico: lui che è di Foggia ha sempre amato Pescara e da anni l'ha scelta come città in cui vivere. Un po' di rispetto per uno come lui è davvero il minimo.
Andrea Russo
per la testata giornalistica Abruzzoblog.it
domenica 7 agosto 2011
Stasera alle 20:45 Pescara-Real Sociedad
(Philippe Montanier, classe 1964, allenatore del Real Sociedad ed ex portiere nei campionati minori francesi)
Il Pescara del neoallenatre Zdenek Zeman incontra stasera in un'amichevole interna il Real Sociedad, team spagnolo con due scudetti all'attivo, numerosi piazzamenti nella Liga, due coppe del Re (come la nostra Coppa Italia) e una supercoppa spagnola, nonchè diverse partecipazioni alle coppe europee.
Entro mezzanotte pubblicherò per voi un esaustivo resoconto sulla gara con le interviste del dopo-partita.
sabato 6 agosto 2011
Ma quale fuga di talenti?
(Nella foto: Javier Pastore, trequartista del Palermo, è in procinto di passare al Paris Saint Germain di Leonardo)
I giornali sportivi pongono l'accento sul fatto che alcuni giocatori importanti lasciano il nostro campionato, convinti a suon di miliardi da clubs per lo più inglesi e spagnoli.
Da qualche anno non facciamo più follie per i calciatori, perchè le nuove regole hanno imposto un controllo stretto dei bilanci societari.
Continuano però a circolare milioni e milioni di euro anche nel football di casa nostra. Tanti, troppi. E come abbiamo visto dalle vicende della nuova calciopoli, c'è chi non si accontenta mai.Se qualcuno è così folle da offrire 43 milioni di euro per Javier Pastore, un buon giocatore con possibilità di crescita ma non un fenomeno, il presidente del Palermo Zamparini non puo' far altro che accettare.
20 milioni sono una cifra equa per l'argentino, 25 già sono tanti, 43 sono il capriccio di un multimiliardario.
Erano tanti anche i 60 milioni offerti dal Real Madrid per Kakà, e il Milan ha continuato a vincere come e meglio di prima, dopo la sua partenza, senza investire troppo.
Non c'è una crisi del calcio italiano, abbiamo vinto il penultimo mondiale. L'Inter ha vinto la penultima Coppa dei Campioni e l'anno successivo il mondiale per Club (ex Coppa Intercontinentale).Anche il Milan ha vinto più di una Champions League, negli ultimi anni.
Sforniamo campioni, l'under 21 è una grande realtà, i nostri campionati sono ancora competitivi, a livello tattico siamo tra i migliori, grazie ad allenatori e staff tecnici di primo livello.
Si può migliorare nel marketing.
Come ha fatto notare nei giorni scorsi il Corriere dello sport, è troppo spendere 70-80 euro per una maglietta, quando anzi i clubs dovrebbero regalarne a migliaia.
Perchè regalarle? Perchè costituisce un investimento, fatto soprattutto sulle nuove generazioni. Gesti come questo fruttano più tifosi, più attenzione sulla squadra, più introiti televisivi, più sponsors.
Questo però è un discorso di tornaconto.
Se aspiriamo invece ad un'elevazione morale del calcio, cambia tutto.
In quel caso infatti dovremmo regredire: meno soldi, meno interessi in ballo, meno imbrogli.
Ci vorrebbero addetti ai lavori pronti a perdere denaro pur di mantenere saldi dei principi.
Di certo non si può cambiare la natura umana: gli avidi ci saranno sempre, così come le inchieste giudiziarie, nel calcio come negli altri settori.
mercoledì 3 agosto 2011
martedì 2 agosto 2011
Dubstar - No more talk
Talking is useless when your cards have all been shown
I'll make you feel bitter and I'll never use the phone
'cos I'm not the kind of person soft enough to cry
I'm not the kind of person to hide when I can fight
So breakout now let the feelings out and take the blame away
and leave the past for another day
please no more talk today
'cos I'm not the kind of person who likes to hang around
and I'm not the kind of person to sympathise with self indulgence
breakout now let the feelings out and take the blame away
and leave the past for another day
please no more talk today
talking is stupid now my interest has flown
I'll make you feel useless if you call me on the phone
breakout now let the feelings out and take the blame away
and leave the past for another day
please no more talk today
lunedì 1 agosto 2011
Il sacro è tale anche per i laici.
Non tutti hanno la stessa sensibilità e lo stesso modo di concepire ciò che è sacro.
Riguardo alla religione dominante nel mio paese e a tutte le altre sono scettico, la ragione mi porta verso un lido, la speranza verso un altro. Ad ogni modo, quando mi sono recato in un luogo di culto, anche non cattolico, ho sempre ritenuto di osservare il massimo rispetto per quel posto, facendomi tanti scrupoli. Spengo il cellulare, cerco di non entrare se ho abiti troppo estivi, mi tolgo il berretto di fronte a un'immagine sacra, osservo un certo silenzio, e via dicendo.
Chissà forse da lassù qualcuno osserva, o forse no, ma non è importante ai fini di questo discorso: c'è un punto oltre il quale un uomo non deve andare, c'è un momento in cui bisogna fermarsi, ci sono dei simboli che sono molto di più che immagini e oggetti, in cui vengono riposti i sentimenti , la volontà di migliorare, la voglia di purezza di milioni di persone.
Ho visto in passato in chiesa: una donna che mangiava un panino, dei chioschi in cui si vendevano "souvenir", laddove Gesù fu esplicito in materia, cacciando i mercanti dal tempio. Ho visto anche le chiese usate per set cinematografici (con scene anche violente e uccisioni) e per dibattiti politici. L'altra sera, sulla Rai, una nota cantante, sia pure in buona fede, cantava una canzone di musica leggera, con le spalle scoperte, e dietro c'erano dei bambini, tutti spalle all'altare. L'esibizione si è svolta con il beneplacito del vescovo di Pompei ivi presente. Si onorava la Madonna di Pompei appunto, gli intenti erano casti, ma un po' ho storto il naso lo stesso di fronte a una scena simile.
Si ci sposa di frequente in estate, e le spose offrono un bel decollete alla vista dei presenti, magari il petto è più o meno coperto, ma spalle e collo sono ben visibili.
L'idea di chiesa come posto dell'anima, però, di luogo dell'interiorità e della contrizione, del genuiflettersi di fronte alla divinità, dell'espiazione, di un certo sentimento di purezza
non lascia spazio alla all'ufficialità mondana, al baccano, alla tentazione degli occhi.
Ci sono gentil dame dello spettacolo che attirano l'attenzione maschile con il decollete e nel medesimo punto scende una croce appesa al collo in evidenza.
La differente sensibilità moderna dell'indulgenza ha fatto sì che in chiesa ci siano i cuscinetti sugli inginocchiatoi: ma l'inginocchiamento è un atto di sottomissione, di voluta scomodità, di lieve sofferenza.
C'è un esibizionismo, inoltre, del proprio sentimento religioso: gente che "si converte" e va in televisione a dirlo, per poi scriverci sù dei libri ben pubblicizzati.
Le mogli dei boss della malavita sono spesso in prima fila in chiesa.
Non sono americano, non comprendo i gospels in cui si ci dimena negli U.s.a., i telepredicatori, nemmeno le messe trasmesse in diretta televisiva e quel vescovo di provincia che si mostra sempre in primo piano in una rete tv appartenente al Vaticano.
Il silenzio è etereo, è una dimensione di raffinatezza in cui si apre la porta all'Io; e siccome per chi è credente il farsi largo nel proprio mondo interiore coincide con l'avvicinarsi alla divinità, l'assenza di suoni è parte della religione.
Riguardo alla religione dominante nel mio paese e a tutte le altre sono scettico, la ragione mi porta verso un lido, la speranza verso un altro. Ad ogni modo, quando mi sono recato in un luogo di culto, anche non cattolico, ho sempre ritenuto di osservare il massimo rispetto per quel posto, facendomi tanti scrupoli. Spengo il cellulare, cerco di non entrare se ho abiti troppo estivi, mi tolgo il berretto di fronte a un'immagine sacra, osservo un certo silenzio, e via dicendo.
Chissà forse da lassù qualcuno osserva, o forse no, ma non è importante ai fini di questo discorso: c'è un punto oltre il quale un uomo non deve andare, c'è un momento in cui bisogna fermarsi, ci sono dei simboli che sono molto di più che immagini e oggetti, in cui vengono riposti i sentimenti , la volontà di migliorare, la voglia di purezza di milioni di persone.
Ho visto in passato in chiesa: una donna che mangiava un panino, dei chioschi in cui si vendevano "souvenir", laddove Gesù fu esplicito in materia, cacciando i mercanti dal tempio. Ho visto anche le chiese usate per set cinematografici (con scene anche violente e uccisioni) e per dibattiti politici. L'altra sera, sulla Rai, una nota cantante, sia pure in buona fede, cantava una canzone di musica leggera, con le spalle scoperte, e dietro c'erano dei bambini, tutti spalle all'altare. L'esibizione si è svolta con il beneplacito del vescovo di Pompei ivi presente. Si onorava la Madonna di Pompei appunto, gli intenti erano casti, ma un po' ho storto il naso lo stesso di fronte a una scena simile.
Si ci sposa di frequente in estate, e le spose offrono un bel decollete alla vista dei presenti, magari il petto è più o meno coperto, ma spalle e collo sono ben visibili.
L'idea di chiesa come posto dell'anima, però, di luogo dell'interiorità e della contrizione, del genuiflettersi di fronte alla divinità, dell'espiazione, di un certo sentimento di purezza
non lascia spazio alla all'ufficialità mondana, al baccano, alla tentazione degli occhi.
Ci sono gentil dame dello spettacolo che attirano l'attenzione maschile con il decollete e nel medesimo punto scende una croce appesa al collo in evidenza.
La differente sensibilità moderna dell'indulgenza ha fatto sì che in chiesa ci siano i cuscinetti sugli inginocchiatoi: ma l'inginocchiamento è un atto di sottomissione, di voluta scomodità, di lieve sofferenza.
C'è un esibizionismo, inoltre, del proprio sentimento religioso: gente che "si converte" e va in televisione a dirlo, per poi scriverci sù dei libri ben pubblicizzati.
Le mogli dei boss della malavita sono spesso in prima fila in chiesa.
Non sono americano, non comprendo i gospels in cui si ci dimena negli U.s.a., i telepredicatori, nemmeno le messe trasmesse in diretta televisiva e quel vescovo di provincia che si mostra sempre in primo piano in una rete tv appartenente al Vaticano.
Il silenzio è etereo, è una dimensione di raffinatezza in cui si apre la porta all'Io; e siccome per chi è credente il farsi largo nel proprio mondo interiore coincide con l'avvicinarsi alla divinità, l'assenza di suoni è parte della religione.
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