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sabato 30 novembre 2024

Pescara corsaro in terra Umbra: 1-2 sul Gubbio in una gara dominata

Nella foto: Roberto Taurino, trainer del Gubbio


Il Pescara vince e convince in una trasferta difficile, dimostrando ancora una volta di saper reagire in seguito a partite sfortunate come con la Vis Pesaro e con il Pineto.

Di sicuro la partita ha seguito un percorso in discesa per gli ospiti, quando, al 47', su un fallo da tergo di Proietti su Crialese, il direttore di gara Mastrodomenico ha estratto il cartellino rosso, lasciando gli Eugubini in dieci.

C'è da dire però che anche nel primo tempo il Pescara ha imposto il suo gioco, pur mostrtando il suo solito problema di scarsa cattiveria sottoporta.

Le ottime azioni combinate messe a frutto nel secondo tempo dai preziosi trequartisti Pescaresi sono una delle dimostrazioni della caratura del Delfino, che ha dominato il gioco fino alla fine, chiaramente rilassandosi poi nel subire un goal evitabile nel finale di partita.

Tra le tante operazioni nitide dei biancazzurri si conta anche una traversa dopo il temporaneo 0 a 2.

Merola al 60', Ferraris al 72' e Rocchi col goal della bandiera del Gubbio al 92', hanno dunque cristallizzato il risultato sull'1 a 2.

Gli Umbri da parte loro hanno condotto una gara ordinata e arcigna, chiudendo gli spazi e riucendo in alcuni casi a coompletare qualche azione degna di rilievo. Fino alla fine non hanno mai dato l'impressione di essere in debito di ossigeno.

Dopo il triplice fischio, i Rossoblu di Taurino rimangono comunque a metà classifica anche se la maggior parte delle altre squadre giocherà tra domani e lunedì.

Il Pescara conferma il primo posto e potrebbe incrementare il vantaggio di tre punti sulla Ternana se i rossoverdi dovessero impattare o perdere domani col Milan Futuro.

Argomenti: Gubbio, Pescara, Calcio, Delfino, Serie C, girone B

Un giorno di pioggia a New York, raffinata commedia giovanile



Titolo originale: "Rainy day in New York"

Paese di produzione: Usa

Durata: 92 minuti

Anno di uscita: 2019

Cast: Elle Fanning, Tymothée Chalamet, Selena Gomez, Jude Law, Liev Schreiber

Regia: Woody Allen

Sceneggiatura: Woody Allen

Fotografia: Vittorio Storaro

Musiche: autori vari


Negli ultimi suoi lavori, Woody Allen ha rinunciato talvolta a svolgere il ruolo di protagonista (fattore che era un po' il suo "marchio di fabbrica") per dare spazio ad altri attori chiamati a rappresentare il suo alter ego.

Questo avviene in "Un giorno di pioggia a New York", storia romantica e metropolitana che ha al centro la ingenua simpatia di alcuni giovani.



É un film raffinato, nelle immagini, nello stile narrativo e nei dialoghi. A tal proposito non è un dettaglio specificare che la fotografia è affidata a Vittorio Storaro.

Timothée Chalamet, artista Franco-Statunitense e soprattutto Elle Fanning sicuramente hanno tratto beneficio per la loro carriera nel farne parte. 

Selena Gomez ha forse un ruolo meno interessante ma ha comunque il suo spazio.


Considerazioni sulla trama e sui ruoli dei protagonisti

La Texana Ashleigh (Fanning) e il Newyorchese Gatsby (Chalamet) lasciano il college per un fine settimana a New York. 

Lei, in qualità di articolista nel giornale del liceo, deve incontrare il regista e il protagonista di un film in uscita per intervistarli.


É una questione di poche ore, poi i due fidanzati saranno liberi di godersi il week end nella romantica pioggia della Grande Mela.




In realtà il carattere imprevedibile degli artisti da intervistare spingerà la giovinetta, non senza un filo di opportunismo, a inseguirli tra automobili e studios. Entrerà così a far parte, ben accetta, della cerchia dorata del jet set East Coast.

E Gatsby? Lui, visto che non può trascorrere il week end con la sua graziosissima fidanzata, si troverà a bighellonare tra amici, parentele e soprattutto la vecchia conoscenza Chan (Gomez), un fiore ormai sbocciato.


Allen qui ripercorre il sentiero già battuto in altri lavori come "Midnight in Paris".

Se infatti nel succitato film Owen Wilson trova il modo di farsi amico i suoi eroi artistici e letterari addirittura viaggiando nel passato all'interno della città di Parigi, nella stessa maniera Elle Fanning entrerà a far parte del mondo magico del cinema contemporaneo, facendo innamorare quasi tutti.

In entrambi i casi i protagonisti verranno accettati con inaspettata facilità da personaggi noti raffigurati benevolmente.

Altra analogia tra "Midnight in Paris" e "Un giorno di pioggia a New York": gli amori si fanno e si disfano con uno schiocco di dita.

Elle Fanning ha il ruolo più bello e caratterizzato. Lei vi entra con grazia e simpatia, mostrando una gestualità e una mimica briose e naturali.




Tymothée Chalamet ha la parte del bell'ombroso, sorta di poeta maledetto, romantico come "Il Grande Gatsby" del romanzo ma opposto alla sua solare compagna. 

Lui ama la pioggia, i mattoni rossi e i portoni classicheggianti del centro di New York, canta e suona il pianoforte, vince a carte. 

É insomma un perfetto dandy anni '30 e a modo suo questo personaggio se la cava alla grande nell'attraversare la vita in paltò.

Come lui, anche la studentessa impersonata da Selena Gomez gioca in casa, nella città dove entrambi sono cresciuti e si sono incrociati in precedenza. Lei è aggressiva, sarcastica ma al tempo stesso complice e stimolante per le intuizioni di Gatsby.

Il film non poteva non concludersi che al Central Park, con carrozze, cavalli e il delicato portico di ingresso con le statue in cima e l'orologio.

É il posto dove ognuno scopre la sua vocazione e non la tiene più a freno come faceva prima, inconsapevolmente.

Vicissitudini distributive ed accoglienza

Il film fu ritardato nell'uscita nelle sale e poi distribuito sulle piattaforme tv a pagamento.

Il motivo fu il ritorno in auge (solo mediatico) di vecchie accuse rivolte ad Allen sulle sue abitudini sessuali, tra l'altro mai provate e pertanto, fino a prova contraria, infamanti.

Il giudizio critico sul film fu influenzato da questo e diversi giornalisti Usa lo stroncarono solo per colpire Allen, come ammise nella sua recensione, parzialmente, il noto critico Roger Ebert.



In Europa, dove l'eco di questa caccia alle streghe fu più contenuta, fu accolto meglio e valutato più in sè stesso che in luce della mano che gli aveva dato forma.

Spunti interpretativi

Allen sembra identificarsi in Gatsby questa volta, anche se in maniera idealizzata. 

Servendosi di un attore giovane e bello, Allen si tuffa all' indietro nei suoi anni verdi, riscrivendo la sua storia e magari mettendo in atto quello che a posteriori avrebbe voluto fare: seguire ancora di più le sue emozioni e vivere alla Bohemienne fregandosene delle convenzioni sociali.

Tuttavia anche Ashleigh ha non poco di Allen: l'amore per il cinema, per la scrittura, per la creatività. La ragazza a volte si autoanalizza, ama parlare di sè e lo fa in modo estroverso. Cede inoltre alle lusinghe e alle tentazioni e non si mette la vita alle spalle.

Conclusioni

A mio modesto avviso il film è tuttora sottovalutato e poco trasmesso dalle televisioni Italiane ed è leggero e gradevole. 

Inoltre può gettare il seme per altri lavori simili, in quanto tale romanticismo, valido nello stile sia pure a tratti irrealistico, è frutto di un lavoro serio, che cura l'estetica sia delle immagini che delle parole, non senza mancare di indurre nello spettatore un senso di positiva delicatezza.


venerdì 29 novembre 2024

Vuoi collaborare? Scrivimi!


Mi occorrono persone per contenuti scritti, grafici, montaggio video per contribuire ad uno sguardo sempre lucido sul mondo. Le collaborazioni verranno retribuite.

Se pensi di poter dare il tuo contributo, fatti avanti e scrivimi:

andrearusso1979@hotmail.it

Senza Riguardo, puntata del 28 Novembre 2024

 


Argomenti:

- Crisi di governo ed economica in Germania
- Mandato di arresto della Corte dell'Aia per Nethanyahu
- Legge per limitare i flussi dei lavoratori stranieri in Italia
- Politica interna Italiana


Ospiti:


Enrica Alifano, deputato M5S 

Roberto Bagnasco, deputato Forza Italia 

Roberto Brunelli, coordinatore editoriale The Skill Group 

Fiorina Capozzi, giornalista ed economista

Giuliano Cazzola, già deputato e dirigente sindacale 

Piercamillo Falasca, direttore L’Europeista

Pasquale Ferraro, direttore Nazione Futura

Mara Morini, docente di scienza politica e politica comparata - UniGenova
 
Karolina Muti, responsabile di ricerca Sicurezza e Difesa - IAI 

Alessandro Politi, direttore Nato Defence College Foundation

Andrea Turi, coordinatore associazione radicale Adelaide Aglietta

Antonello Zito, speaker radio Van D’A

Presenta:

Giacomo Ferrara


Gubbio-Pescara, domani alle 17:30: la parola agli allenatori




Nelle foto: Silvio Baldini e Roberto Taurino

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Baldini ha conversato con i giornalisti, oggi, prima della partita. A livello tecnico tengono banco le esclusioni per squalifica di Brosco e di Plizzari. Dagasso ha avuto un risentimento muscolare durante l'allenamento odierno. 

Probabilmente non verrà corso il rischio di impiegarlo. Tunjov prenderà il suo posto dal primo minuto. Il tecnico del Delfino ha affermato che bisogna sfruttare meglio le occasioni create, altrimenti si paga a caro prezzo come nell'ultima partita;

inoltre ha allargato il discorso al lato umano, raccontando di aver incontrato persone con malattie in fase terminale o in condizioni mediche gravi ed aver cercato di portare loro un sorriso. 

Ha inoltre confermato di aver fatto bene a sognare e ad avere invitato la tifoseria a sognare, visto che i risultati stanno arrivando. I titolari, secondo lui, sono anche coloro che giocano meno perchè quando entrano danno il massimo.

"Uno come Ferraris quando subentra è sempre pericoloso. Questa volta giocherà dall'inizio".




A Gubbio invece, Mister Roberto Taurino ha chiesto ai tifosi di stringersi attorno alla squadra. Nelle ultime cinque partite tre sconfitte e due vittorie non hanno soddisfatto l'ambiente, con una classifica che vede gli Eugubini al decimo posto con sei vittorie, tre pareggi e sette sconfitte.

Il Gubbio ha terminato l'ultima partita al Conero in nove, con due espulsioni: 

"Abbiamo perso due giocatori  importanti come Iaccarino e Corsinelli.

Ascoli ci ha lasciato un po' di rammarico, perchè la spinta di Iaccarino non era così grave e non era sul collo. Ho detto ai miei ragazzi di prestare più attenzione in merito comunque"

ha specificato il trainer di origine Salentina, che ha proseguito:

"Sono orientato al momento a far giocare chi è più in forma. In base alla scelta dei titolari deciderò la strategia per la partita. 

Il Pescara è impressionante, anche in  dieci uomini corrono con grande intensità. A Pesaro per esempio hanno perso immeritatamente e giustamente sono primi. Servirà una prestazione importante da parte nostra".

Probabili formazioni:

Pescara

Saio; Pierozzi, Mulè, Pellacani, Crialese; Valzania, Squizzato, Tunjov; Ferraris, Merola, Tonin.


Gubbio

Venturi  D’Avino, Tozzuolo, Rocchi e Stramaccioni; David, Zallu, Proietti, Rosaia; Franchini, Fossati

L'incontro sarà visibile su Rete 8 e su Sky Now

*Argomenti: calcio, Silvio Baldini, Roberto Taurino, Pescara, Gubbio, Iaccarino, Corsinelli

giovedì 28 novembre 2024

Turetta: esempio di patriarcato o persona fragile?

Il patriarcato è un fenomeno storico e sociale stratificato, che coinvolge leadership maschili: può essere accomunato alla fragilità del singolo?


Il patriarcato è un fenomeno sociale e storico che coinvolge tante persone e ruoli di comando. Un ragazzo succube e annichilito è ben altra cosa. 

L'Enciclopedia Britannica dà il seguente significato al Patriarcato: 

"ipotetico sistema sociale nel quale il padre o una persona anziana di sesso maschile ha assoluta autoritá sul gruppo familiare; per estensione, uno o piú uomini (come in una assemblea) che esercita assoluta autoritá sulla comunitá come insieme. Costruendo su teorie sviluppatesi con Charles Darwin, molti allievi del diciannovesimo secolo cercarono di formare una reoria di evoluzione culturale unilineare..

Questa ipotesi, ora discreditata, ha suggerito che l'organizzazione umana sociale sia evoluta attraverso una serie di stadi: una promiscuità sessuale animalesca fu seguita da un Matriarcato, che fu a suo turno seguita da un Patriarcato".

Ecco invece la definizione che ne dà la Treccani: 

"in antropologia, tipo di sistema sociale in cui vige il 'diritto paterno', ossia il controllo esclusivo dell'autorità domestica, pubblica e politica da parte dei maschi più anziani del gruppo. La famiglia estesa dominata dal patriarca sarebbe stata, secondo alcuni antropologi evoluzionistici dell'Ottocento (H.J.S. Maine, N.-D. Fustel de Coulanges), l'istituzione centrale della società primitiva basata sulla parentela. Essa avrebbe formato un gruppo corporato che reclutava i propri membri per agnazione (discendenza per linea maschile). 

Questa tesi fu ripresa da S. Freud, secondo il quale la società umana ebbe origine dall'orda patriarcale dominata dal padre o dal maschio più anziano".


La lettura ideologica del patriarcato e dell' "omicidio di stato"



Elena  Cecchettin, sorella della vittima Giulia, viene citata su Fan Page: “Filippo Turetta viene spesso definito come mostro, invece mostro non è. I mostri non sono malati, sono figli sani del patriarcato, della cultura dello stupro. Il femminicidio è un omicidio di Stato, perché lo Stato non ci tutela”. 

Inoltre ha accusato Salvini di "omicidio di stato" per aver messo un semplice "se" nel suo discorso. 


“Ministro dei Trasporti che dubita della colpevolezza di Turetta perché bianco, perché ‘di buona famiglia’. Anche questa è violenza, violenza di Stato”ha scritto Elena. La ragazza si riferisce a ciò che Salvini aveva scritto in un post dopo il ritrovamento di Turetta in Germania: “Se colpevole, nessuno sconto di pena e carcere a vita”. Fonte: Chronist.it  Elena Cecchettin contro Salvini: "Dubita di Turetta perché bianco"


Infine Elena dà la colpa all'intero genere maschile:




Turetta è l'opposto del patriarcato


"E pluribus unum", scriveva Virgilio. 
Scendendo dal generale al particolare, ci troviamo di fronte al caso Turetta: un giovane uomo spaurito, confuso, quasi incapace in sede di processo di articolare un discorso che avesse senso compiuto, eppure in grado di uccidere con trentasette coltellate.

In un mondo che va sempre più verso la criminalizzazione dell'uomo ("Gli uomini devono aver paura ad entrare nell'ascensore", ha detto Claudia Gerini) e in cui secondo alcuni guardare sette secondi una ragazza è una molestia,

risulta difficile scindere tra ideologia Woke e realtà.

Turetta è l'opposto del Patriarcato. Non è il frutto di una visione culturale. Non ha fondato una associazione di maschilisti che vogliono le donne a casa senza lavoro. Non è a capo di una comunità dove i posti dirigenziali sono degli uomini.

È un ragazzo fragile che alla prima avversità presentatagli dalla vita ha sbandato.

Il suo gesto vigliacco, frutto di una maggiore forza fisica sulla sua ex ragazza dimostra nel contempo la sua debolezza mentale. Era succube, non accettava la separazione.

Non riusciva a contestualizzare un evento della sua vita di fronte a cui quasi tutti gli altri, uomini e donne, in situazioni analoghe, si riprendono in poco tempo, continuando a fare una vita normale.

Filippo è proprio il tipo di uomo fragile generato dalle femministe che criminalizzano il maschio. Se lo si annichilisce, gli si toglie la sua sicurezza, gli si dice che qualunque cosa faccia ha torto, un ragazzo cresce come Turetta.

A parti invertite la lettura ideologica Woke non si applica

I casi in cui donne uccidono uomini in Italia sono numerosi e all'ordine del giorno. 

Il Presidente Mattarella non si è mai scomodato per partecipare ai funerali, i media raramente hanno dato risalto a questi episodi e soprattutto non si è mai parlato di femminismo e di volontà di prevaricare l'uomo, anche quando la donna omicida aveva la gelosia o l'abbandono come movente. 

Inoltre non si è mai coniato un neologismo come il "maschicidio", da opporre al "femminicidio". 

Nei casi di infanticidio invece, si fa riferimento alla debacle psicologica della singola assassina, senza scomodare teorie sociologiche della sopraffazione né si danno contenuti concordati e collettivi al gesto.

Al massimo, a livello sociologico si parla di madri immature che non vogliono sobbarcarsi l'onere genitoriale. 

Anche quando l'omicida di una donna è un immigrato, l'istinto della sinistra di difendere a prescindere tale categoria attenua di molto il suo femminismo. 

Sono dunque da ravvisare due pesi e due misure a seconda del sesso dell'autore e della vittima.

Oggi si coltiva la debolezza nei giovani: è un processo autodistruttivo

La debolezza del giovane omicida Padovano è quella di molti adolescenti e post adolescenti di oggi. Bisogna rivedere la ipersensibilizzazione della società in rapporto ai giovani:

se si accetta che sia normale che una ragazza scoppi a piangere in pubblico perchè ha l'ecoansia, 

se si pensa che sia una reazione congrua suicidarsi perchè qualcuno ha fatto gossip su di te su internet, 

è lì che bisogna agire. 

Consolare i giovani nelle prime difficoltà non vuol dire assecondarne la debolezza  e ingigantire le piccole difficoltà. Piuttosto vanno  invitarti a reagire.

Cyberbullismo contro mazzate vere: cosa traumatizza di più?

Ai tempi delle medie, quindi tra gli undici e i tredici anni, andavo in classe con ragazzi ripetenti e più grandi di me. Abitavano alla "Marina", ovvero il quartiere dei pescatori di Pescara.

Molti di loro avevano fama di temibili bulli. In quegli anni, un giorno sì e uno no, mi trovavo a fare a botte con loro e non solo ero il solo. Era una continua provocazione. 

Ce n'era uno di quindici anni (io ne avevo 12 o 13) già sviluppato e robusto. Uno dei professori di educazione fisica della scuola, che tra l'altro aveva lui stesso una indole violenta, lo responsabilizzava a modo suo. Una volta lo picchiò per essere entrato nel bagno delle ragazze. Gli dette in seguito l'incarico di guidare i compagni in classe a fine lezione.

Questo compagno cresciuto e bullo, mentre entravo in bagno, mi afferrò il braccio con forza per portarmi in aula. Io gli colpii il braccio per divincolarmi; a quel punto lui mi prese di peso e mi lanciò letteralmente sulla tazza del wc. 

Questo venne raccontato prontamente dai miei compagni ad una prof di materie umanistiche, che fece spallucce.

Questa era la mia scuola media. Nessuno si sognò mai lontanamente di suicidarsi, eppure quanto ho raccontato accadeva e me e a tanti soggetti maschi miei coetanei.

Tornati a casa, volavano schiaffi da genitori alla vecchia maniera e da primogeniti di nove anni più grandi, ma questo racconto ve lo risparmio.

Conclusioni

Filippo Turetta è un esempio della debolezza giovanile sviluppatasi negli ultimi anni.

Certe esperienze, sia pur  ingiuste, fortificano. Mettere i ragazzi sotto una campana di vetro è un eccesso di protezione che non li rende immuni, proprio come le prime influenze aiutano i bambini a superare i futuri virus.

La fumosa pseudoscienza della "educazione affettiva" di cui si parla come antidoto non serve a nulla. 

Bisogna avere il coraggio di essere forti ovvero: persone dal senso critico, in grado di reagire ai propri limiti ma anche alle ideologie nichiliste imposte dall'esterno. 



mercoledì 27 novembre 2024

Una canzone per le elezioni Lituane


Alle recenti elezioni Lituane del 13 e del 27 Ottobre, un giovane candidato ha pensato di promuoversi in un modo originale.

Tadas Vinokuras ha infatti composto ed eseguito un pezzo pop stile anni '80, orecchiabile, che rimane facilmente in testa. Gli Inglesi lo definirebbero "catchy".

Lo stile del batterista che connette il braccio e le stecche con l'universo, novello "Statua della Libertà", danno un ulteriore tocco di bellezza e di originalità al videoclip.

Sullo sfondo dei palazzi sovietici Brutalisti si erge con i suoi oltre 300  metri la torre della tv di Vilnius. Costruita nel 1980 e disponibile tuttora per varie attività, fu al centro di un episodio storico della lotta di indipendenza Lituana, con scontri tra la popolazione e i militari Sovietici.

Home - TV Tower

Nelle immagini è ravvisabile il poster col programma politico.

Tadas è membro del partito Socialdemocratico.

Si è candidato a Lazdynai (pronuncia: Lazdìnei, con la z "lene" come in zanzara)  quartiere e circoscrizione di Vilnius. Infatti il suo brano si chiama: "Mi innamoro a Lazdynai".

Ha studiato Scienze Politiche e pubblica interessanti discettazioni filosofiche su youtube.

Il suo programma consisteva in: 

1 Case a prezzo accessibile per gli studenti.

2 Migliore gestione del verde pubblico in collaborazione con il Comune di Vilnius.

3 Riorganizzazione delle pensioni, con maggiore scelta su quando ritirare i propri soldi e smettere di metterli da parte.

4 Rinnovamento di massa degli appartamenti vecchi con una copertura dei costi fino al  50 percento da parte dello Stato. Questo avrebbe aumentato l'efficienza energetica e il risparmio.

5 Aumento fino al triplo dei fondi per la istruzione dei bambini con adeguamento automatico al costo della vita.

6 Settimana lavorativa di quattro giorni per lavori particolarmente stressanti, come operatori sociali e infermieri.

7 Mensa gratuita in tutte le scuole.

Non entro in considerazioni sul programma.

A mio giudizio però Tadas si esprime in maniera chiara sia con la musica che con il suo sito tadasvinokuras.lt

Tuttavia non è entrato in parlamento, visto il confronto impari nella sua circoscrizione con l'ex Presidente del Consiglio (detto "Ministro Presidente") Saulius Skvernelis, leader del partito Unione dei democratici per la Lituania.


***

Argomenti trattati:

Elezioni politiche, Lituania, Tadas Vinokuras, Saulius Skvernelis, Torre della Tv, Vilnius, Lazdznai

lunedì 25 novembre 2024

Il Pescara stecca ancora: la colpa è solo sua, ma la classifica gli sorride


Nella foto: Alessandro Plizzari. In moltissime gare ha fatto la differenza in positivo, oggi è avvenuto un po' l'inverso.


Il Pescara fa da solo le sue sfortune di fronte ad un Adriatico discretamente gremito e partecipe, al cospetto di un discreto Pineto.

Dopo due ottime occasioni fallite da Merola e Vergani e  un primo tempo in cui il team di casa ha dominato il gioco, l'espulsione del portiere Plizzari ha cambiato le sorti della gara.

Una uscita scomposta e pericolosa col piede alto su un avversario ha prodotto la sua espulsione e il rigore contro.

Bruzzaniti ha realizzato per gli ospiti.

Nel secondo tempo un'altra occasione importante per Pellacani non è bastata a risollevare le sorti della gara.

Il Pescara nel palleggio è sembrato di molto superiore agli avversari e anche in dieci nel secondo tempo ha creato pericoli per la difesa Pinetese.

Tuttavia quando sei attaccante e vuoi avere ambizioni, non puoi fallire come è successo nel primo tempo e delle tre occasioni clamorose avute almeno una era da concretizzare.

Al Pescara manca una punta che possa garantire qualche goal in più, ma non è un giocatore che può cambiare i destini di una stagione intera. 

Mister Silvio Baldini si è fatto sentire coi giocatori a fine gara, sottolineando anche altri aspetti tattici

Tutto sommato niente di grave è successo: il Delfino è ancora primo, a tre punti da Ternana ed Entella e il campionato è lungo.


Categorizzazione argomenti trattati: Pescara calcio, calcio, Silvio Baldini, Plizzari, Vergani, Merola, Bruzzaniti

Analisi del successo politico e mediatico di Roberto Vannacci


Il generale ha delle qualità gradite al Centrodestra, ma rischia di creare un gioco a somma zero


Sono quantomeno rari, se non assenti, i casi in cui nel dopoguerra un esponente di alto rango dell'esercito Italiano abbia fatto larga incetta di consensi elettorali.

Nelle ultime Europee il generale più popolare d'Italia ha ottenuto 536 000 preferenze, mentre il suo libro "Il Mondo al contrario" ha venduto 100 000 copie circa.

Quali sono le ragioni di questa attrattiva nei confronti di lettori ed elettori?

Il punto è che il Generale, sia su carta che in termini verbali, si esprime in modo semplice e comprensibile a chiunque.

Inoltre le sue idee incontrano il senso comune degli Italiani: identità culturale, religiosa e libertà dalle censure del politcally correct. 

In molti sono stanchi del fatto che termini neutri fino a quindici anni fa, da poco tempo siano diventati offensivi.

Per questa fascia di elettorato, certi diritti, che la sinistra vuole dare per acquisiti nel 2024, non sono tali (mi riferisco ai matrimoni e alle famiglie gay).

Al di là di quello che ogni individuo pensa, Vannacci ha delle doti indiscutibili. Ha la capacità di ottenere consensi e ha stracciato la concorrenza letteraria con un libro autoprodotto. 

Nei dibattiti politici, in cui si è confrontato con esperti ed astuti politici e giornalisti, ha tenuto la scena senza fare una piega.

Vannacci risponde alle critiche con calma, col sorriso sulle labbra e con un linguaggio forbito e fluido, quasi come un libro stampato. Ha i nervi saldi ed appare sicuro di sè.

Questo probabilmente gli deriva da una brillante carriera nell' esercito, in cui ha dovuto gestire uomini, risorse e fonti di stress notevoli.

Pochi giorni fa, a Marina di Grosseto, Vannacci ha presentato il suo movimento culturale "Il mondo al contrario", con la stessa denominazione del suo fortunato libro.

Hanno preso la parola anche altri politici come Matteo Salvini della Lega e Francesco Toscano di DSP (Democrazia Sovrana e Popolare).

In molti scommettono che presto arriverà la costituzione di un vero e proprio movimento politico.

Restando nella Lega, in effetti, Vannacci rischia di rientrare poco a poco nell'anonimato e di non avere una vera e propria leadership.

Salvini è ancora giovane e saldo al comando, per cui difficilmente verrà messo in discussione.

Molti esponenti di spicco della Lega inoltre non sono contenti della rapida scalata del militare Spezzino. Essi si sentono scavalcati dal classico ultimo arrivato (sia pur di talento) dopo tanti anni di militanza e di gestione del territorio come sindaci, ministri e presidenti di regione 

Quello che è certo è che Vannacci ha una sua solidità umana e culturale.




Perdipiù, ha anche una capacitá organizzativa. Non tutti sanno strutturare un nuovo movimento: 

vedi Luigi Di Maio, Angelo Alfano, Mario Segni, Pierferdinando Casini, Mario Monti. Tutti i succitati partivano con ben altre prospettive.

Vannacci non sarà dunque una meteora. Piuttosto, per il centrodestra, il vero lato negativo è che uno come Vannacci non porta nuovi elettori. 

Semmai con un suo partito, convincerà ad andare a votare qualche elettore del centrodestra deluso e diventato astensionista. A parte questo, sottrarrà voti ai partiti di quell'area in un gioco a somma zero.

domenica 24 novembre 2024

Ollolanda, Ollitalia, caro Memo Remigi...

Caro Memo Remigi,

non ci conosciamo.

mi permetto di darti del tu anche se con le persone più grandi di me dovrei usare del Lei, anche per rispetto.

Sei un valido artista e per decadi hai cantato e presentato nei programmi tv portando un tocco di stile e un sorriso.

Innamorati a Milano e Io ti darò di più sono solo due esempi del tuo talento.

Sono sicuro che sei anche una brava persona, lo si vede dal tuo charme.

Mia madre una mattina, telefonando a un telequiz condotto vicino al pianoforte da te e dal compianto Alberto Castagna, rispondendo a una domanda vinse una radio.

Ho trovato una compilation su youtube di "Propaganda Live", che allora veniva trasmesso da Rai 3.

In quei video ti dedichi a una certa presa in giro della nostra Premier Giorgia Meloni sull'esodo forzato dei migranti e sul ruolo delle Organizzazioni non governative. Queste sedicenti organizzazioni foraggiate da Soros e compagni pensano di poter fare come vogliono e collaborano con spregevoli scafisti, raccogliendo i profughi vicino alle coste della Libia. Fatto questo, li fanno sbarcare perlopiù in Italia, a Malta e in Spagna. 

Cinque o sei anni fa, un video in cui la Meloni (allora all'opposizione) criticava il governo Olandese che concedeva la licenza di agire a questi autori di migrazioni forzose si è trasformato in un fiorire di canzoni di dileggio.

Tu Memo, non ti sei limitato a farne una sola. Ti ci sei proprio impegnato a prendere in giro chi voleva mettere delle regole al caos e a chi non vuole che si entri senza documenti, senza permessi e senza un lavoro. 

Lo hai fatto forse dietro corrispettivo, visto che ai programmi tv difficilmente si va gratis.

Tutti dobbiamo lavorare, vero?

Peccato che due o tre anni dopo queste tue performances, nel 2022, nella trasmissione "Oggi è un altro giorno", é avvenuto quell'incidente di cui ti sei reso protagonista. Sei stato un po' troppo espansivo con la ex cantante dei Gazosa. Era un gesto che voleva essere goliardico forse. É comunque una cosa che non si fa, hai sbagliato e tu lo sai. 

Sei stato cacciato dalla trasmissione. Sei stato trattato come un delinquente. 

E qui viene il punto. A trattarti come un criminale, a relegarti ai margini come un paria, a metterti in castigo dietro la lavagna sono stati quei tuoi amici fanatici progressisti. Sono stati i Woke che devono trovare qualsiasi pretesto per criminalizzare gli uomini in quanto tali. Lo fanno anche con chi non ha fatto niente, figurati quando trovano un appiglio.

Insomma, sono stati quelli che cantavano Ollolanda insieme a te. E la conduttrice Serena Bortone condivide molto delle loro vedute sinistroidi e ti ha sbattuto fuori senza la possibilità di chiedere scusa e di ripartire.

Quelli che ti hanno in parte difeso erano dall'altra parte. In varie trasmissioni tv se n'è parlato e sono stati i giornalisti più conservatori che hanno detto: va bene, Memo ha sbagliato ma diamo la giusta dimensione ai fatti e non facciamo di lui un mostro.

E questo, caro Memo, è il modo in cui funziona l'Italia oggi. Ollitalia, com'è diventata! non credi Memo?

Basta che tu scivoli una volta e vengono dimenticati decenni e decenni di azioni positive, ovvero una vita e una carriera condotte con stile e gentilezza.

Tu per fortuna invece vai avanti ed è in video come questo qui in calce che mi piace rivederti. Ben tornato e ben rivisto, Memo.


Giovani e alcool: davvero non c'è nulla da dire?




Secondo una statistica dell'Istituto Superiore della Sanità del 2023 in Italia 1 milione e 370 000 consumatori a rischio eccedono con l'alcool su base quotidiana. Di essi 620.000 sono minori. Sono 786.000 i binge drinkers 11-25enni. I binge drinkers sono coloro che bevono dai 4 ai 5 drinks in 2 ore o meno e che concentrano una quantità di alcool nel sangue di 0.08 grammi per decilitro. Inoltre sono 83 000 i minori che bevono per ubriacarsi.

Ripetiamo: stiamo parlando di eccessi, non del bere in maniera responsabile o di passare una serata fuori, ballando la techno o facendo le ore piccole per strada.

Al di là di questi dati, è possibile constatare certe abitudini di persona.
Il problema ovviamente non è solo Italiano, ma globale. Io stesso vedo nel centro della città dove vivo giovani di età anche inferiore ai venti anni stesi per terra sotto l'effetto dell'alcool.

Dallo stato di ebbrezza nascono poi investimenti stradali, incidenti d'auto, situazioni di vulnerabilità che mettono in condizione a persone malintenzionate di agire.

Conosco locali dove i ragazzi escono in uno stato di alterazione. Io stesso in passato ho frequentato posti dove si vedeva spesso qualcuno sotto l'effetto di droghe o alcool, non più padrone di sè stesso.

Se io avessi un locale dove succede questo, mi porrei degli scrupoli e ci starei male. Farei tutto il possibile perchè questo non accada più. Posso dire invece che la maggior parte di questi gestori se ne frega altamente, non rispettando inoltre le regole di capienza del locale e le norme di sicurezza. 

Non sono stati rari i casi in cui si è scoperto che erano loro a somministrare le sostanze o a coadiuvarne l'uso.

Anche quando si tratta solo di abuso di alcoolici e i fruitori sono maggiorenni, come può sentirsi una persona per bene nel vendere drink ad uno che potrebbe essere suo figlio o suo fratello minore fino a quando si sente male?

Certo, esiste la libertà di scegliere quando si è adulti o maggiorenni. La libertà è stupida a volte, se per essa si intende la scelta di farsi del male.

Si beve per un disagio a volte, ma lo si fa anche per divertimento.

I genitori cosa fanno in questi casi?

E soprattutto: è necessario bere per essere più spigliati, per socializzare e per divertirsi?

Fino a quando si farà passare questo come una cosa normale un grosso vulnus nella nostra società rimarrà aperto.

In buona parte i nostri giovani,  quelli che dovrebbero costruire un futuro migliore per il nostro paese, si perdono in pensieri e abitudini fatue e spesso non trovano di meglio per stare in compagnia che andare a spendere soldi in posti squallidi dove regnano sovraffollamento, violenza, musica mediocre e sostanze.

In parte influisce anche la sottocultura di esaltare cantanti e attori dallo scarso decoro come dei modelli positivi. 

La tv ci dice che sono dei ribelli e dei sovvertitori delle convenzioni.
In realtà è il contrario. Costoro sono la gioia delle lobby al potere, che vogliono masse incapaci di un pensiero critico, confuse, in balia delle sostanze e conseguentemente delle medicine, con le Big Pharma che ringraziano per i guadagni ottenuti.

Se vogliamo essere una società migliore dobbiamo focalizzarci maggiormente su questo senza piangere lacrime di coccodrillo poi.

sabato 23 novembre 2024

Immagini di Budapest - Quartiere V

Le foto sono relative al quartiere V di Budapest. In fondo troverete una breve descrizione. Le foto sono state scattate da me. É possibile utilizzarle a patto che venga riportata la fonte: "Andrea Russo - andrearusso.net".
























Foto 1 Palazzo amministrativo
Foto 2 Tribunale
Foto 3 Palazzo nel distretto V con cavi del filobus
Foto 4 Retro di un palazzo istituzionale che fronteggia il parlamento
Foto 5-6 Palazzo residenziale
Foto 7 Palazzo residenziale
Foto 8 Palazzo residenziale con dettagli in ceramica
Foto 9 Palazzo di uffici
Foto 10 e 11 Palazzo residenziale anni '30
Foto 12-13-14-15-16 Palazzo residenziale -uffici costruito nel 1930
Foto 17-18 Edificio contentnte amministrazione e sala preghiere di culto Protestante

venerdì 22 novembre 2024

Pescara calcio: nonostante il 4-1, un attaccante arriverà a Gennaio

Nella foto: Stefano Pettinari con la maglia della Ternana.

Ieri il Pescara ha liquidato agevolmente il Milan Futuro in casa per quattro reti a una.

Il contributo in termini di goal del reparto offensivo è ancora insufficiente, nonostante i goal di ieri di Tonin e Merola.

Tra i giocatori più importanti in categoria in scadenza di contratto figurano Guido Gomez, trentenne del Crotone, Marco Spina, ventiquattrenne anche lui militante tra i Pitagorici e Simone Guerra, trentacinquenne della Juve Next Generation.

In estate a Pescara girarono i nomi di Caturano, Improta, Da Graca e Pettinari e non è detto che questi atleti non tornino ad essere papabili nella riapertura del mercato invernale.

*Categorizzazone argomenti trattati: Pescara calcio, Silvio Baldini, Stefano Pettinari, Caturano

giovedì 21 novembre 2024

Recensione del film: "Al Bar Dello Sport" (Regista: Francesco Massaro, 1983)

Ci sono film che vengono dimenticati in fretta mentre altri no. Ci sono attori che tramite le immagini registrate rivivranno nei secoli successivi. Ci sono autori che fanno ridere dopo quarant'anni, mentre altri finiranno nel dimenticatoio e i giovani faranno fatica a comprendere quel mondo fatto di gente ormai coi capelli bianchi.

Ebbene, Al Bar dello sport è un piccolo capolavoro del cinema comico Italiano. Sebbene parta in sordina, senza la pretesa di proporre una commedia sofisticata e priva di dettagli grossolani come quelle di Troisi o di Woody Allen, fa centro, entra nei cuori, scatena il nostro lato irrazionale, la risata piena, le lacrime agli occhi, il divertimento.

Lino Banfi e Jerry Calà si fanno capire anche da chi non afferra bene l'Italiano e segue il film coi sottotitoli o con un audio doppiato in un'altra lingua.

Questi due comici posseggono uno dei talenti che fa la differenza nella loro professione: una mimica immediata, viva, fantasiosa.

Il linguaggio non verbale è proprio uno dei punti di forza di "Al Bar nello sport", che ha avuto successo sia al botteghino, nel periodo di uscita nelle sale, che dopo, nelle repliche televisive susseguitesi negli anni e che si ripetono ancora oggi. 

Oggi, con internet, il film viene riproposto spesso e anche lì ottiene visualizzazioni e gradimento. Anche nei commenti dei social ancora adesso ci sono persone che ne tessono le lodi.

Personalmente, a distanza di decenni non mi stanco ancora di rivedere film come questo.



Come nasce "Al Bar dello Sport"

Jerry Calà, al secolo Calogero Calà, cresciuto a Verona ma originario di Catania, aveva un contratto per fare tre film con la Casa di produzione Dean.

Era obbligato a fare il terzo, anche se non ne aveva troppa voglia. La negazione totale arrivò quando gli venne imposto di lavorare con Banfi. Il regista Massaro racconta che si dette addirittura malato.

Calà temeva che il film diventasse troppo sulfureo e pieno di battutacce e forse anche non si specchiava nel talento di Andria più maturo di lui di ben tre lustri.

Gli autori gli scrissero un ruolo ad hoc. Jerry avrebbe impersonato un muto, divenuto tale in seguito a una partita a poker dove aveva perso tanti soldi. Il suo era un personaggio particolare, solare e poliedrico nonostante il suo handicap. 

Per prepararsi, Jerry imparò il linguaggio dei segni stando a contatto con persone sordomute.

Calà entrò pian piano nel progetto anche mentalmente. Fu sua l'idea di chiamare il film "Al bar dello sport" anziché "Poveri ma Ricchi", "Il bar dello sport" o "Bar Sport", visto che esisteva già un fortunato libro di Stefano Benni con quel titolo.



Il passaggio dal trash alla poesia

"Al Bar dello sport" fu la prima occasione per entrambi i protagonisti di fare un film che fosse sì comico, ma che avesse al tempo stesso una punta di realtà e di poesia.

Per comprendere meglio questo passaggio bisogna tener presente che si era ad inizio anni '80 e Banfi era ancora noto per la commedia sexy, con una comicità più spinta. Lo stesso Calà, anche dopo si profuse in prestazioni fortemente allusive, come ad esempio "Vacanze in America".

Banfi da quel momento iniziò, prima in parte e poi con maggiore frequenza, a svolgere ruoli più soft e ad essere più sé stesso: meno ossessioni femminili, spioncini delle porte e donne nude sotto la doccia e più umanità.

Il fatto che Calà nel film non parlasse fu accolto bene dalla critica di allora: "Fa il mimo ottimamente, si esprime in maniera eccellente coi gesti, non sporcando l'interpretazione con le vecchie battutacce".

Questo fu quello che si scrisse e che ancora molti ancora pensano di quella performance.

Il comico Veronese nel film è un povero diavolo, con doti però che sorprendono: è bravo con i giochi di prestigio con le carte, intuisce bene le situazioni, comprende prima dell'amico Lino la natura di certe donne; nondimeno ha intuizioni vincenti come il 2 del Catania sulla Juventus, una vittoria fuori casa fortemente improbabile.  

Quello Juventus-Catania 1-2 sarà la svolta del film.



Trama

Lino (Lino Banfi) è un povero migrante Pugliese a Torino, che condivide le sue sfortune con amici apparentemente sinceri meridionali e poveri come lui, lavorando in ruoli diversi in un mercato.

Si ritrovano al Bar dello Sport a giocare le schedine e a parlare di calcio e a bighellonare. La cassiera è Rossana (Mara Venier) giovane e bellissima. Sta con Lino, attratta dal suo fare pacioso e dalla sua ironia, anche se, purtroppo, lui non ha al momento molto altro da offrirle. 

Il proprietario del locale è il milanese Walter (Armando Russo detto "Tognella"), burbero ma simpatico.

Lino un giorno gioca la schedina e Parola, lo sguattero del Bar impersonato da Jerry Calà, gli suggerisce di giocarsi la vittoria del Catania in casa della Juve.

A sorpresa, Lino scopre di aver fatto 13 e di aver vinto più di un miliardo e trecento milioni di lire.



La vincita porterà tutt'altro che sollievo nella sua vita, tra le bassezze dei finti amici del bar, di uno strozzino a cui deve i soldi, dei familiari e tra vari colpi di scena. Il suo unico vero amico sarà Parola il muto, pur con delle contraddizioni nel loro rapporto.



Curiosità

- Per convincere Banfi e Calà a fare il film, venne detto ai due attori protagonisti che il finale sarebbe stato girato a Rio De Janeiro, ma si dovettero accontentare della più abbordabile Sanremo.

- Calà faceva numerosi scherzi a Banfi: per esempio al ristorante fingeva di allontanarsi temporaneamente, per lasciarlo solo a pagare il conto.

- Il film è del 1983. Tra i due attori c'erano (e ci sono) quindici anni di differenza. 

Banfi veniva da una durissima gavetta fatta di avanspettacolo, di debiti con strozzini, di tanti film come spalla a Franco e Ciccio fino piano piano a ritagliarsi un ruolo da protagonista. 

Non sono da trascurare due ruoli meno comici: uno grintoso e drammatico in Detenuto in attesa di giudizio (1971) al fianco di Sordi e un altro in "Basta che non si sappia in giro" (1976) con Nino Manfredi. 

In entrambi, specialmente nel primo, Banfi è un serio e autoritario direttore di carcere, poco incline agli scherzi.

Dal lato suo Calà, che veniva dal gruppo di avanspettacolo "I Gatti del Vicolo dei miracoli, si stava affermando proprio in quegli anni al cinema, con "Bomber", "Vado a vivere da solo" e "Sapore di mare"

In seguito si sarebbe cimentato anche in qualche parte più drammatica come "Colpo di fulmine", "Sottozero" e "Diario di un vizio".

- Nel 1984, ovvero l'anno successivo al film, Mara Venier e Jerry Calà convolarono a nozze. Si separarono l'anno successivo. 

In "Professione vacanze", telefilm del 1987 di grande successo trasmesso dalla Fininvest (oggi Mediaset) la Venier sarà proprio la ex moglie del protagonista Calà. 

- Nel film viene menzionata più volte Catania, la città dove è nato (ma non cresciuto) Jerry Calà.

- Il 18 giugno 2023 Banfi e Calà hanno pranzato insieme, festeggiando i 40 anni del film.


I caratteristi del film

Il film si avvale di caratteristi vari che impreziosiscono la carica comica del film.

Sergio Vastano non ha bisogno di presentazioni, con i vari popolari programmi televisivi "Drive In", "Striscia la Notizia" e vari film come "Yuppies", "Italian fast food" e "Le finte bionde". 


A differenza del suo costante accento Calabrese dei suoi personaggi, Vastano è nato e cresciuto a Roma.


Pino Ammendola è apparso in molti film come "Il commissario Logatto" (ancora con Banfi) oppure "Operazione San Gennaro" del 1966, con Totò, Manfredi e altri ancora (all'epoca aveva quindici anni"). Negli anni ha lavorato don Dino Risi, Tinto Brass e tanti altri nomi importanti. É tuttora presente in molti progetti sia al cinema che in tv.

La produzione di Al Bar dello sport era scettica su di lui, perchè lo vedevano come un attore troppo raffinato per la parte da svolgere.

Ammendola andò a casa, cambiò vestiti e tornò con una valigia. 

La aprì e iniziò a cercare di vendere orologi al regista, improvvisando di fatto una performance teatrale che convinse Massaro e la "Dean film" a imbarcarlo nel progetto. 

Dino Cassio, presente in molti film comici e membro dei Brutos, un gruppo molto importante e uno dei primi esempi di comicità demenziale dal dopoguerra in poi.



Tognella, nome d'arte di Armando Russo, originario di Legnago, era un comico molto amato e si esibiva spesso in dialetto lombardo.




Annabella Schiavone fu forse la caratterista per eccellenza degli anni '80, specialmente tra le donne della settima arte. 

Citiamo solo Sapore di Mare 1 e 2 e Vieni avanti cretino, ma prese parte a decine di film di grande successo ed è un volto molto riconoscibile per gli amanti del genere comico Italiano.

Conclusioni

Oggi la schedina non esiste più, non si fa più tredici. Il sogno di una vincita miliardaria (oggi, in euro, milionaria) che cambi la vita della donna e dell' uomo comune, è delegata ad altri giochi e lotterie varie. 

"Fare tredici" fa ancora parte del nostro vocabolario ed è una espressione che esiste solo in Italia. Vuol dire avere un colpo di fortuna, avere un vantaggio improvviso e quasi immeritato.



In questa storia di proletari immigrati, con pochi talenti, tante invidie e sgomitate, tante miserie quotidiane, quasi tutti possono riconoscersi. Quasi tutti possono cullare il sogno di cambiare in meglio la propria vita.

Quanto alla vitalità e al talento comico espresso nel film, a distanza di quarantuno anni possiamo ancora constatare che quel senso della comicità e del saper ridere dei propri guai era e restano una peculiarità Italiana.

Anche per questo all'estero siamo uno dei popoli più amati.