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giovedì 5 dicembre 2024

Recensione de "L'Implacabile" (1987), di Michael Glaser, con Arnold Schwarzenegger


La dittatura televisiva va in scena. Tra conduttori televisivi (veri) prestati al cinema, Michael Glaser di Starsky e Hutch a fare da regista, wrestlers, star Cubane e il figlio di Frank Zappa, diamo una occhiata retrospettiva a questo classico del cinema d'azione.





L'Implacabile è un film sfrontato, esagerato. Qualcuno, in maniera molto divertente, lo ha definito benevolmente "tamarro" e in un certo senso lo è.

Gli anni '80 sono quelli delle Americanate. I personaggi vengono trasformati quasi in caricature. La caratterizzazione psicologica è minima. Anche in un contesto di fantascienza, recitazione e soluzioni narrative realistiche sarebbero possibili.

Eppure qui solo un elemento prevale: lo spettacolo.

L'Implacabile", manco a dirlo, è pensato su misura per la fisicità dell'attore Austriaco-Statunitense, che condivide degnamente le sue origini con talenti come Klaus Maria Brandauer, Romy Schneider, Helmut Berger e Senta Berger.




Schwarzenegger nel 1987, ai tempi del film, aveva quarant'anni esatti. Era in una forma fisica splendida come del resto lo è ancora oggi, in rapporto alla sua età. I tempi di Mister Olympia e degli esordi cinematografici erano alle spalle e la sua figura di attore era ormai consolidata.

Aveva riempito i botteghini impersonando Conan il Barbaro e Terminator.

Era dunque pronto per mettere su celluloide il romanzo di Stephen King "L'uomo in fuga", scritto nel 1982 con lo pseudonimo di Richard Bachman.




Trama

Anno 2017.  Negli Stati Uniti vige una dittatura. I cittadini sono imboniti tramite la televisione e la verità viene continuamente travisata a favore della propaganda. Il dissenso è duramente represso, la delazione è incoraggiata.

Un poliziotto accusato ingiustamente di crimini non commessi, Ben Richards (A. Schwarzenegger) viene arrestato e condannato ai lavori forzati. Evaso con la forza insieme ad alcuni suoi sodali, viene riacciuffato e costretto a partecipare insieme a loro in un gioco televisivo.

In una sorta di "guardie e ladri", verrà inseguito per essere ucciso da killers di professione. Gli inseguitori vengono ampiamente caratterizzati e camuffati per esigenze televisive, un po' come al circo o come nel wrestling.

La ragazza che ha denunciato Ben e che ha contribuito al suo arresto verrà aggiunta alla squadra delle prede, in quanto si stava rendendo conto delle bugie del regime e dell'innocenza del protagonista.

Intanto un gruppetto di ribelli armati agirà approfittando delle dinamiche del cruento gioco in tv per sollevarsi contro il potere.




Pregi e difetti

Nonostante alcuni aspetti di rozzezza e di sbrigatività nel descrivere eventi e dettagli, il film possiede svariati punti di forza e di attrattiva verso un pubblico che abbia voglia di divertirsi senza cercare contenuti intellettuali:

la presenza del conduttore Richard Dawson per esempio, la bellezza di Maria Conchita Alonso, la musica carismatica di Harold Faltermeyer, gli effetti speciali, i concorrenti sparati a bordo di capsule e tanto altro ancora.

Schwarzenegger dimostra di saper tenere la scena ormai, con atleticità e senso dell'ironia.




La frase "I'll be back" rimase molto impressa nei ricordi del pubblico, perché era stata già pronunciata in "Terminator" e venne riproposta dall'attore anche in altri film. Si narra che in passato avesse difficoltà nel pronunciarla per via della sua non ancora piena padronanza della lingua inglese.

Curiosità

- Questo fu uno dei pochi film di Michael Glaser (lo Starsky di Starsky e Hutch) in qualità di regista. 

-Erland Van Lidth nel film si chiama Dynamo e spara fulmini contro le sue vittime. Purtroppo è mancato pochi mesi dopo le riprese, a 34 anni. É stato un talento poliedrico: si laureò in informatica, partecipò alle Olimpiadi di Montreal. Inoltre era un cantante lirico.



- Sottozero era in realtà il lottatore "Professor Tanaka", molto noto negli anni '70.













- Jesse Ventura è stato un wrestler, commentatore sportivo, attore, sindaco di Brooklyn Park dal 1991 al 1995 e governatore del Minnesota dal 1999 al 2003.




- Maria Conchita Alonso è presente anche nell'ottimo "Colors" (1988) con Chistian Slater e Robert Duvall.
Ha preso parte a molti film.
Nata a Cuba ma cresciuta in Venezuela, nel 1975 è stata tra le finaliste di Miss Mondo.




- Dweezil Zappa è figlio del noto musicista Frank Zappa. Nel film fa parte dei ribelli e calza un baschetto rosso alla Che Guevara. Nel fare irruzione nela stazione televisiva, pronuncia la battuta: 

"Non cambiate canale", che nella versione Americana originale è leggermente diversa: "Don't touch that dial"





- Mick Fleetwood del noto gruppo musicale Fleetwood Mac ha anche lui un piccolo ruolo, nella parte di "Mic"

- Per il 2025 è prevista l'uscita di un remake prodotto e diretto da Edgar Wright, con Glen Powell e Katy O'Brian come attori protagonisti

Conclusioni

In definitiva, "L'Implacabile" è un tuffo negli anni '80 e ne rappresenta la parte ludica e sfrontata. Il contesto futuristico non è molto originale, ma il film resta un classico del cinema d'azione e di fantascienza. Il tipo di storia, anche se scritta da Stephen King, ricorda molto lo stile cyberpunk di Philip K. Dick, ispiratore di "Blade Runner. 



In fondo le dittature bizzarre descritte di frequente nei romanzi di fantascienza ripropongono quanto avviene già da decenni.

I metodi di controllo e di persuasione effettuati dal potere tramite i media, con le distrazioni offerte allo spettatore e la diffusione di notizie raccontate disonestamente, sono un dato di fatto anche nelle cosiddette democrazie occidentali.




Ben Richards è un individuo che riflette sulla percezione della realtà ed è costretto a distinguere su tra quello che percepisce e ciò che è effettivamente vero. Inoltre deve fare filtro su quanto viene inculcato a lui e alla società in cui vive. 

Il tema verrà ripreso e sviluppato qualche anno dopo con "Atto di forza", sempre con Schwarzenegger come protagonista;  anche lì avremo una attrice latina ed atletica come partner femminile quale Rachel Ticotin, da contrapporre all'antagonista bionda Sharon Stone. 


Il monito del romanzo "The Running Man" e del film ad esso ispirato è dunque sempre valido.

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