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martedì 31 dicembre 2024

Il supporto dei Baltici all'Ucraina

Si tratta di popoli orgogliosamente e legittimamente indipendenti. Tuttavia una lettura degli eventi a freddo ne incrementerebbe la indipendenza, evitando lo scontro militare con un vicino ingombrante

Nel Baltico ho sempre notato una scarsa attenzione ai temi politici, fatta eccezione per i timori del ritorno dei Russi. 

Dopo l'avvio della operazione militare speciale da parte della Federazione Russa in Ucraina, forte è stato l'impatto emotivo da parte della popolazione.

I Baltici da una parte hanno ben ragione di provare risentimento verso la Russia come unità politica: sono stati sotto il suo dominio per decenni e hanno lottato per affrancarsi.

Quello che non è molto giustificabile è un atteggiamento estremo e manicheo di una parte della popolazione, per cui in base al principio che hai un nemico, qualunque cosa faccia è sbagliato e qualsiasi evento negativo è da ricondurre ad esso.

La politica non è fatta di buoni e cattivi come nei fumetti.

Ascoltando le opinioni dei Baltici, alcuni sembrano trovare le giuste sfumature e contrappesi, altri sembrano essere in guerra essi stessi. L'impressione che si ha girando per le strade di Riga e Vilnius è che il Baltico sia in guerra con la Russia, non già l'Ucraina stessa.

Non sembra esserci una visione obiettiva sulla natura del regime Ucraino, sugli interessi in gioco e sulle sofferenze patite dalle popolazioni russofone innocenti in Donbass per dieci anni fino ad ora.

Perdipiù una riflessione sarebbe doverosa sui metodi di aiuto forniti a Kiev e ci sarebbe da chiedersi se abbiano funzionato.

Detto questo, non vi è ombra di dubbio che il Baltico abbia conosciuto maggiore prosperità e libertà da quando si è liberato del giogo sovietico e che Lituania, Lettonia ed Estonia siano inserite a pieno titolo nel contesto occidentale, Europeo e Nato.

Personalmente non credo che la Russia abbia mire espansionistiche nel Baltico. La Nato è pronta a difendere comunque questi territori, visto che ha implementato le esercitazioni e la mobilitazione di contingenti proprio in quelle zone di confine.

É senz'altro giusto che tali aree si sentano in tutti i sensi europee e storicamente autonome, con la loro identità culturale ben marcata, sia pure integrata da consistenti minoranze al suo interno.
















Nelle foto: bandiere gialloblu dell'Ucraina a Vilnius e a Riga e un poster anti Putin affisso di fronte all'ambasciata Russa di Riga.



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