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Anche quest'anno, come da tradizione, ho boicottato il discorso di fine anno pieno di retorica di Sergio Mattarella. Lo stesso ho fatto con quelli di Napolitano.
Nel farlo ne ho tratto un godimento pari solo a quello di aver saltato alcune delle ultime edizioni del Festival di Sanremo, che si è trasformato in un ipocrita tributo al politicamente corretto e a finte battaglie per i diritti civili, che nulla hanno da spartire con la nobile tradizione della melodia italiana.
Già so cosa Mattarella pensa, già conosco la sua storia.
La sua carriera è stata corollata da risultati politici impalpabili.
E' stata proprio questa sua sobrietà non incisiva che lo ha fatto scegliere dai maggiori partiti di centrodestra e centrosinistra come inquilino del Quirinale, riconfermato dopo i primi sette anni per altri sette lunghissimi anni.
A lui stanno bene le angherie subite dal nostro paese negli ultimi anni. Lui vede il nostro asservimento supino a Nato e UE come una opportunità, io no.
Lui vede nell'euro una grande fonte di benessere.
Io da cittadino molto meno privilegiato di lui, ho visto nel 2002, con questa moneta, raddoppiarsi, o quasi, il prezzo di molti beni di largo consumo. Mentre i nostri salari valevano la metà di prima e i prezzi diventavano due volte più grandi, gente come lui continuava a decantarci le lodi del club europeo a dodici stelle.
Mattarella ha avallato le politiche dei vari Monti Renzi, Letta, Draghi e ora di Giorgia Meloni, che hanno visto l'Italia contare sempre di meno nel contesto internazionale, con qualche pacca sulla spalla di coloro che ne hanno tratto vantaggio a nostro danno.
Non ho bisogno di ascoltare le stupidaggini di fine anno di Mattarella. Ho di meglio da fare e senza di lui, mi godo meglio il cenone e i festeggiamenti.
Ho altre fonti da cui trarre spunti, suggerimenti, ispirazioni.
Altre persone hanno fatto grande l'Italia, lui no.
Ad ogni Capodanno ci troviamo a leggere su giornali e siti web quello che è un vero e proprio bollettino di guerra, fatto di gente deceduta, arti saltati, animali spaventati a morte, gente che ha sparato con la carabina per aria col proiettile che ricadendo ha colpito persone o cose.
Lo sappiamo benissimo che succede ogni anno eppure c'è chi non può proprio rinunciare a tutto questo.
Io nel frattempo vi auguro un buon Anno 2024 e di fare il botto realizzandovi nel lavoro e nello studio.
Questi pseudofondi, che vengono nient'altro da istituzioni finanziarie che appartengono a noi stessi e ci vengono spacciati come un regalo dalla generosa ed efficiente Europa nordica e bionda a paesi come il nostro mediterranei, spendaccioni e poco propensi al lavoro.
Io in sintesi rammento a tutti che l'Italia è il paese in cui la laboriosità e l'estro hanno creato l'alta moda, la Ferrari, la Lamborghini, il buon cibo, fino a rammentare a ritroso ogni forma di civiltà e di vetta dell'intelletto, dall'Impero Romano alle realtà comunali del Medioevo, all'Umanesimo, al Rinascimento e così via.
La nostra industria ha funzionato a meraviglia fino a condurci al rango di quarta potenza industriale del mondo fino a quando non abbiamo seguito i dettami della cosiddetta Unione Europea.
Da allora ci hanno sempre ripetuto che come paese eravamo inadeguati da tutti i punti di vista, che dovevamo chiedere i soldi col cappello in mano, che non ce la potevamo fare da soli.
Tutta la nostra storia precedente, anche recente, dimostra il contrario.
La malattia è stata scambiata per la cura.
Noi non abbiamo dei soldi concessi a strozzo dall'Europa, che in realtà altro non sono che soldi anche nostri.
Abbiamo foraggiato finanziariamente la Ue per tanti anni
La Banca Centrale Europea è il frutto delle banche centrali di ogni paese e il loro lavoro dovrebbe essere quello di emettere moneta in maniera funzionale all'economia del loro paese di appartenenza.
La loro privatizzazione è stato un gesto arbitrario che confligge col loro vero ruolo di istituzioni.
L'Unione Europea ha talmente tutelato i nostri interessi che le fabbriche chiudono o migrano da decenni, i giovani cercano lavoro in altri paesi, i migranti sbarcano in maniera incontrollata senza che ci siano reali possibilità di una solida integrazione.
Nel contempo le ONG fanno affari d'oro, foraggiate da noti "filantropi" come George Soros.
Piuttosto che prendere i soldi dalla Ue in cambio di vincoli e perdita di libertà, dobbiamo riappropriarci delle nostre decisioni, del nostro benessere, del nostro diritto di pianificare il futuro senza prevaricarci nè essere prevaricati.
In un Belpaese dove siamo reduci da annate condite da durissimi lockdown, dove si vota con le liste bloccate senza poter indicare il nome del candidato alle elezioni politiche, dove dopo aver votato si creano decennali alleanze destra-sinistra e diventano presidenti del consiglio personaggi che poco hanno a che fare con la politica e molto con le banche e con la svendita dei beni chiave del paese,
si pensa di poter fare la morale agli altri.
Una nazione come l'Ungheria invece, dove ci sono tasse più basse non è più efficiente e performante, nonchè più giusto verso i suoi cittadini, ma è uno Stato canaglia che fa "dumping fiscale", secondo quelli che parlano bene.
Un leader che difende i confini da una immigrazione incontrollata e senza criterio, a differenza del nostro dove le Ong e i loro business annessi e connessi vengono benedette anche dai vertici ecclesiastici, è definito un dittatore.
Un paese con una popolazione sei volte inferiore al nostro e un territorio molto più piccolo, ma che mantiene la propria moneta, la propria politica economica e ha la schiena dritta e non si piega facilmente ai diktat dei paesi più potenti, facendo il proprio interesse, è definito "poco collaborativo".
Io so solo che in Ungheria da decenni si vive una continua crescita, che in sette anni ho visto a Budapest restaurare interi palazzi, rifare piazze e strade, costruire grattacieli.
Ho visto parecchi servizi pubblici efficienti, dai trasporti alla burocrazia. Non è che tutto funzioni alla grande, ma il bilancio è più che positivo.
Ho visto aziende multinazionali giungere sul territorio ogni mese e dare lavoro a centinaia di persone ognuna. Parliamo di posti di lavoro che prima non esistevano e che consentono ad un ragazzo che ha appena finito la scuola di trovare un lavoro più che dignitoso a diciotto anni.
Noi Italiani però facciamo parte del club buono dell'Europa, aderiamo a tutti i trattati che ci danneggiano maggiormente in termini di libertà, democrazia e benessere economico e ci sentiamo molto intelligenti e democratici.
Andate a scavare meglio su questi argomenti e il castello di menzogne di questi media sciatti con cui abbiamo a che fare ogni giorno cadrà con un semplice soffio, come la casa di paglia nella fiaba dei tre porcellini.
Viviamo in un periodo storico in cui la classe dirigente ha rinunciato a trattare i veri temi universali che interessano alla popolazione.
Il cittadino comune ha bisogni semplici: sentirsi utile alla comunità, fare parte di un contesto che lo protegga con le leggi, con l'atteggiamento di spontaneo senso civico degli altri e che gli consenta di sviluppare un contesto di affetti solido e corollato dal benessere.
Il diritto alla felicità sembrerebbe un concetto astratto o al massimo complesso. In realtà si tratta di alcuni principi semplici che il governante dovrebbe osservare in segno di rispetto per chi lo ha votato.
Chi spinge i bottoni si prende tutti gli onori e i vantaggi economici, ma non ha coraggio, non difende la sovranità e l'indipendenza del proprio paese, non tutela il diritto al lavoro e ad un ragionevole livello di benessere.
Non si può cambiare tutto per legge, ma si possono dare esempio, indicazioni e lievi restrizioni che indichino la strada.
Nel contempo non è difficile fare ciò che renderebbe la società un posto migliore: portare cultura e lavoro nei posti disagiati, portare lo stato in ogni posto dove occorre per non lasciare soli i cittadini.
Dare ai giovani un lavoro che gli dia motivo di alzarsi la mattina e avere uno scopo.
Ridurre le tasse e dimostrare che lo Stato non è un nemico che ruba i frutti legittimi di quello che ti sei guadagnato col sudore. Quando le tasse sono alte, è lo stato che ruba a te, non viceversa. Se quelle tasse sono utilizzate per arricchire le pensioni d'oro dei politici, che le acquisiscono dopo circa due anni di legislatura, questo conferma quanto ho appena scritto.
In Italia cose semplici diventano difficili.
A Milano ogni giorno i borseggiatori agiscono indisturbati nelle metro. Quando vengono presi e portati in commissariato un'ora dopo sono liberi di fare quello che vogliono.
Stesso discorso vale per le prostitute sfruttate dal racket e messe per strada.
Non ci vuole molto a garantire strade pulite e sicure, trasporti efficienti, un lavoro dignitoso per tutti o quasi tutti.
Ci viene detto che c'è il debito pubblico, che ci sono difficoltà relative alla congiuntura, alle dinamiche internazionali, alla produttività et cetera et cetera.
Sono tutte scuse. Quando si tratta di spendere soldi inutili in costosissime armi, in opere pubbliche incompiute, in favori agli amici degli amici, in soldi che vengono sottratti alla comunità per arricchire i soliti ingordi i soldi si trovano sempre.
Viviamo nel mito dello Stato che deve ritrarsi perchè il pubblico è sporco e cattivo, il privato è efficiente e porta ricchezza.
Lo Stato deve fare lo Stato, far rispettare le leggi con vigore, ridurre le disparità, non fare il forte con i deboli e il debole con i forti. Deve lasciare libera l'iniziativa quando serve ma intervenire quando il più forte si prevarica.
Se lo Stato non funziona, bisogna migliorarlo e dare un contributo costruttivo che venga da tutti. La soluzione non è certo "buttare anche il bambino insieme all'acqua sporca".
Quando due persone incominciano a litigare spesso segue una spirale di dispetti, di incomprensioni e di sospetti. Spesso partendo da un diverbio insignificante il conflitto si ingigantisce, alimentato da voci, chiacchiere e piccole cattiverie. Il risentimento cresce e si solidifica.
In un rapporto tra parenti o tra coniugi stratificato e lungo anni e anni, anche quando c'è una prevalente armonia ci sono dei punti scoperti. Alcuni atteggiamenti feriscono nel vivo, oppure sono reiterati talmente tanto che alla prima avvisaglia scatenano reazioni apparantemente spropositate.
L'unico modo per uscirne, quando le persone si vogliono bene ma soffrono per il distacco è interrompere la spirale. Al dispetto, alla parola sgarbata, al tono di voce aggressivo bisogna rispondere con un gesto di gentilezza e di affetto.
Bisogna imparare a schivare il colpo e coltivare la gentilezza, dimenticare e andare oltre, anche quando si pensa di avere ragione.
E' molto più importante recuperare un rapporto che avere ragione.
Lo stesso discorso in qualche modo è applicabile alle guerre e alle tensioni di lungo corso tra Stati, etnie, gruppi religiosi.
Chi alimenta la violenza dovrebbe cercare la pace, evitando che intere popolazioni subiscano le conseguenze dell'avidità di pochi.
Il 31 Dicembre del 2007 decisi di aprire questo blog. Avevo tanto da scrivere e da dire. La mia attività di blogger si è abbinata a quella di giornalista in questi anni molto interessanti. Penso di aver dato il mio contributo, ma il meglio per questo mio spazio online deve ancora venire.
All'interesse verso temi giornalistici e di politica aggiungerò sempre di più spunti letterari.
Oltre ad essi, vi aggiornerò sui miei nuovi interessi in maniera di consulenza per la comunicazione, al fine di consentire a chi vuole di veicolare un messaggio e di interagire in maniera più assertiva ed efficace.
Questo discorso vale anche per le aziende che vogliono valorizzare la propria immagine.
E' un fine di anno strano e anestetizzato, dopo 14 mesi in cui il nuovo governo ha latitato in tutti i temi più importanti per la vita pubblica e in cui i problemi degli Italiani sono rimasti esattamente gli stessi.
L'indignazione dei grandi media, che era stata grande nei confronti di Putin, si è stranamente divisa quando Gaza è stata letteralmente rasa al suolo in una risposta spropositata ad un bieco attacco terroristico.
Nessuno ha pensato di dire qualcosa ai vertici del Qatar che ospitano i capi dei terroristi Palestinesi con tutti gli agi e il massimo del benessere.
Pace in Palestina, in Ucraina, nel Nagorno Karabakh, nel corno d'Africa, in Sudan e in tutti i posti del mondo dove si combattono guerre di vario genere.
Tra gli ospiti un simpatico leader di Ultima Generazione che ha a sorpresa criticato le auto elettriche e gli stessi metodi del suo movimento e un Rabbino molto colto che ha spiegato alcune sfaccettature dell`Ebraismo, ha "canonizzato" Soros e fatto una apologia delle lobby Ebraiche che per lui praticamente non esistono.
Ogni anno Il Sole 24 Ore, quotidiano politico-economico finanziario dal titolo immaginifico, pubblica la fantastica classifica sulla qualità della vita, con riferimento alle province.
Io fatico francamente a concepire come una mostruosità del genere possa avere credito.
Certo, a qualcuno sembra avere senso, se si riduce il concetto di qualità della vita a servizi, scuole, livello di criminalità, ambiente e/o altro.
Per chi ama la complessità però appaiono abbastanza facilmente le lacune a base di un concetto del genere, ovvero quello di mettere in fila delle città e dire: qui la gente vive meglio, qui la gente vive peggio.
Una massa di milioni di persone non interpellata, subisce un giudizio sulla qualità della propria vivere, pur essendo composta da persone di vari strati sociali, con vissuti e idee diverse, con esigenze diverse.
Lo sappiamo: ad Udine, provincia prima in classifica di quest'anno, gli ospedali sono mediamente efficienti e puliti, i servizi sono tendenzialmente buoni, così come a Bolzano che è stata in testa alla classifica in altre annate.
C'è da dire che anche sui punti più oggettivabili negli anni questo reportage ha mostrato risultati controversi. Con tutto il rispetto per Milano, è ridicolo che nel 2020 sia risultata prima come provincia per ambiente e servizi.
Milano non è ne' una città verde ne' con parchi tenuti granchè bene e non mi sembra che tenendo conto della provincia possa cambiare la percezione.
Altro criterio discutibile: le situazioni variano da zona a zona, da quartiere a quartiere, quindi parlare di territorio provinciale è un altro nonsense, giacchè una città grande e il suo hinterland hanno realtà ed esigenze molto diverse.
Si parla sempre di maggiore corruzione al sud rispetto al Nord, ma ricordiamoci che Milano è la città di Tangentopoli e dello scandalo Formigoni, mentre Bolzano ha avuto un disgustoso caso di "Rimborsopoli" pochi anni fa.
Il punto principale che rende più evanescente questa compilazione statistica è il dato soggettivo:
Chi ama il mare, il caldo mediterraneo, con relativa cultura, stile di vita ed altro, preferirà sempre vivere a Siracusa, pur con tanti difetti e limitazioni, piuttosto che risiedere a Bolzano.
Un giovane in cerca di affermazione e di carriera preferirà una grande città o quantomeno un territorio dove le opportunità di guadagno siano maggiori e la priorità prevarrà su altri bisogni.
Un pensionato con una discreta pensione preferirà una piccola città povera ma con bellezze naturali, con buon cibo e poco costosa rispetto a una grande città.
Se è vero poi che gli ospedali di buon livello sono importanti, c'è anche chi pensa a prevenire i malesseri scegliendo uno stile di vita rilassante e che lo aggrada e può essere anche un posto relativamente povero e non particolarmente ricco di servizi e svaghi.
Le emozioni non sono misurabili, non sono oggettivabili. Certi criteri possono essere individuali ed essere determinanti molto di più di aspetti materiali calcolabili dal solerte Sole 24 Ore, testata su cui avrei molto da dire e da scrivere al di là dell'argomento corrente, ma su cui mi asterrò per il momento.
Pubblico in calce alla mia riflessione l'accorata invettiva di Francesco Toscano, che si è vista proibire la pubblicazione dei video per una settimana sul suo canale Visione TV.
Per una settimana gli streaming avverranno su un canale di recupero: "Visione - Un altro sguardo sul mondo.
Youtube è come un luogo pubblico virtuale. E' un posto di condivisione di informazioni, è una piattaforma che supporta media, arte, giornalismo, espressione artistica e del pensiero.
Non può fare come gli pare perchè è una azienda privata.
Anche i negozi che negavano l'ingresso agli Ebrei erano attività private.
Anche coloro che scrivevano negli annunci: "Non si affitta ai meridionali" erano privati.
Non esiste il diritto alla discriminazione su basi di mera opinione.
Sono innumerevoli gli episodi di censura arbitrari e molto discutibili. Un intervento dell'ex ministro della Difesa da poco tempo deceduto Antonio Martino per la Fondazione Einaudi non ne è stato esente:
Poi ci pensano ancora i fact checkers, che a loro volta gestiscono siti di cosiddetta informazione che spesso le sparano grosse (ci siamo già espressi in merito su questo blog nel Novembre del 2021).
Quando costoro imponemente hanno propinato fake news su guerre e pandemie, quando la "stampa ufficiale" ha fatto passare per bombardamenti reali immagini di videogiochi, o la copertina di un gioco da tavolo per la pianta dell'Azovstal, tali siti non si sono spesi più di tanto per la lotta contro le fake news.
Non hanno minimamente specificato che anche i media ufficiali e mainstream prendono granchi enormi, da sfamare interi reggimenti.
Youtube non può censurare canali e privati per opinioni condivise da milioni di persone solo in Italia, viste le quaranta settimane di proteste sulla gestione pandemica, vista la stessa ammissione della signora Janine Small sui test ai vaccini.
Anche sulle guerre in Ucraina e in Palestina vi sono milioni di Italiani che non la pensano come il mainstream, in merito.
Lo stesso distacco e menefreghismo lo vediamo sulle decine di migliaia di morti in poche settimane avuti a Gaza, spropositata reazione sulla popolazione civile ad un gesto criminale dei gruppi terroristici Palestinesi.
Non si tratta di come la si pensi su questo o su quell'argomento. Potete pensare anche che Putin sia un pacifista Zen oppure il nuovo Hitler, che Zelensky sia un abile stratega, che Nethanyau sia un santo.
Il punto è che nessuno si può sentire depositario della verità, nemmeno in campo scientifico, perchè altrimenti si creerebbe una dittatura tecnocratica che nulla ha che fare la democrazia.
In democrazia non prevalgono le ragioni teoriche, ma le decisioni di una guida possibilmente capace di interpretare le esigenze e le sensibilità di una popolazione.
La scienza non è un blocco monolitico e dogmatico. Le opinioni tra scienziati possono essere discordanti e opposte, per cui zittire chi non è specializzato non ha senso.
La scienza poi è spesso al servizio dei potenti e delle grandi aziende, per cui persegue verità parziali, in alcuni casi, se non finte verità modulate sugli interessi del capo e firmatario degli assegni.
E' per questo che anche l'ignorante o la persona media hanno non solo il diritto, ma anche il dovere di farsi una idea, per non subire passivamente le decisioni delle elite e dei politici.
E' troppo comodo dire: stai zitto e pensa a te stesso, noi decidiamo per te perchè siamo più bravi e ne sappiamo di più. Ciò può portare solo alla prevaricazione di interessi lobbistici di pochi a svantaggio di molti.
Un contadino, un impiegato, le persone che vivono sulla propria pelle le difficoltà della maggior parte della popolazione e hanno una percezione più chiara dei processi sociali di molti politici e teorici.
Da quella esperienza scaturiscono le loro opinioni e il loro voto. Dal loro vissuto si crea una visione politica. Poi arriva youtube e pensa di insegnare a loro cosa sia giusto pensare e cosa abbiano il diritto di dire. Non funziona esattamente così.
Vladimir Putin è stato accolto negli Emirati e in Arabia con tutti gli onori
Le cose non cambiano, anche se si vuol far credere che siano l'opposto. Avevano tentato di far credere in tutti i modi che Vladimir Putin fosse alle corde politicamente, che avesse il cancro, che avesse avuto un infarto (Notizia data da La 7 il 23 Ottobre, vedi foto in basso) eppure è lì.
Sta tessendo nuove alleanze, implementando la cooperazione tra i paesi Brics, che probabilmente si arricchiranno di nuovi ingressi.
E chi verrà a cena al tavolo dei Brics? Forse qualcuno degli alleati arabi dell'Occidente, che si ritrovano amici dello "Zar" cattivone quanto delle "immacolate" leaderships Euroatlantiste.
Due giorni fa lo Zio Vlad era ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi, accolto con tutti gli onori dal leader Zayed al-Nayan, per poi nello stesso giorno recarsi in Arabia Saudita a ricevere il caloroso abbraccio di Mohammad bin Salman.
Per quanto non democratici, si tratta di due paesi ricchi con cui l'occidente ha forti rapporti politici, diplomatici e commerciali.
La capitale Arabica Ryad è fresca di nomina per l'Expo 2030, surclassando Busan in Corea del Sud e Roma. Questo è segno di un riconoscimento ampio da parte dei partner di più continenti.
Diventa difficile ora portare avanti la narrazione di "Europa giardino del mondo" promossa da Josep Borrell, vicepresidente della Ue. Non è più possibile fare la morale ai cosiddetti paesi arabi e non democratici da parte dell'occidente.
Altro vecchio comune amico è il Qatar, che oltre a corrompere alcuni parlamentari europei è anche stato paese ospitante degli ultimi Mondiali, con corredo aggiuntivo di scandali legati alla FIFA. Nel contempo all'ombra delle torri di Doha villeggiano i capi di Hamas, circondati dal lusso più sfrenato.
L'Arabia è lo stesso paese che ha ucciso e fatto sparire nella sua ambasciata a Istanbul il giornalista Jamal Khassoggi.
Non vedo tutto il clamore delle nostre femministe inveire contro questi paesi antidemocratici in cui la donna è fortemente limitata nelle sue libertà, almeno come le concepiamo in occidente.
La Ue, gli Stati Uniti e le cancellerie occidentali vogliono avere rapporti con costoro. Ma questi ultimi sono proprio coloro che riconoscono un ruolo di prestigio a Putin e gli stendono tappeti rossi, facendo volare aerei militari che spargono fumo colorato come la bandiera Russa.
Gli amici residenti nel Golfo Persico che i nostri capi di Stato si tengono cari sono gli stessi che accolgono a braccia aperte il nostro presunto nemico numero uno Vladimir Putin.
E mentre da dieci anni c'è silenzio nei nostri media verso quello che è successo in Donbass in cui c'era un aggressore (i carri armati Ucraini) e un aggredito (tutto il popolo di Donetsk e Luhansk, i cui capi chiedevano inizialmente solo più autonomia) non notiamo lo stesso sdegno della stampa mainstream
verso il massacro in corso a Gaza, dove la concentrazione dei bombardamenti e delle vittime è stata enormemente più forte della offensiva Russa.
Ai bambini di Donetsk cadono i denti per via della mancanza di luce, sole e vitamina D, costretti a vivere negli scantinati. I sopravvissuti di Gaza sono in esodo in cerca di salvezza, senza più una casa.
Tuttavia una buona fetta della stampa del Belpaese giustifica questo nel nome della lotta al terrorismo. Nethanyau è il leader di un paese democratico e agisce normalmente per loro, mentre il cattivo rimane solo Putin che, per carità, non vincerà mai il Nobel per la pace, ma intanto fa parte del nostro stesso giro di amicizie.
In pratica, ci troveremo a giocare a calcetto il giovedì con lui e farà il galante con le stesse ragazze, tra un cinema, un pop corn e qualche accompagnamento a casa alla guida della sua Volga fresca di autolavaggio.
E gira che ti rigira, finirà che per non guastarci i nostri burgers al pub ci toccherà parlare anche con lui, il vecchio Zio Vlad di San Pietroburgo, che conosciamo dai tempi del Judo.
A quel punto forse capiremo che se due amici bulli come Vlad e Volodymir litigano non dobbiamo parteggiare per il secondo solo perchè è più piccolo, dotandolo di una fionda.
La prossima volta magari ci attiveremo per prevenire il peggio, per fargli fare pace, prima che se le diano di santa ragione, avendo il coraggio di disobbedire anche al Ras del quartiere (il buon vecchio Sleepy Joe) e facendo attenzione piuttosto che non cada dalla bici.
Visione Tv, nota per fare una informazione contraria ai grandi gruppi di potere, è stata sospesa da youtube per sette giorni. Il motivo?
-Disinformazione su temi sanitari -
In più è stato rimosso un video sulla importanza dei valori natalizi ad opera di un noto porporato.
Ancora una volta qualcuno crede di essere dententore della verità e di poter decidere cosa gli altri debbano pensare.
A volte questa tentazione può sembrare giustificata su alcuni temi, ma in realtà questa è la porta per la censura e per una seria limitazione della libertà di opinione. Perdipiù l`argomento oggetto della censura ìnon aveva affatto verità ampiamente condivise, visto che c`è una forte divergenza di vedute sia in ambito scientifico sia tra la popolazione.
Il punto non è condividere o meno un punto di vista, quanto sostenere una libertà di base del genere umano, ovvero l'espressione del proprio pensiero senza coercizioni e senza censura.
Vi lascio con la rassegna stampa di oggi sul canale di recupero Visione - un altro sguardo sul mondo, che sarà attivo al posto di Visione Tv fin quando non ci sarà il ripristino della facoltà da parte degli autori di postare video.
Il professor Meluzzi ha avuto una ischemia poche decine di ore fa ed è stato operato d'urgenza. Le sue condizioni sono al momento stabili. Ho imparato ad apprezzare negli ultimi anni lo psichiatra forense e vescovo ortodosso negli ultimi anni. Mentre in tanti avevano paura di parlare, perfino tra i partiti politici, riconosco a lui, a Diego Fusaro, a Vittorio Sgarbi, a RadioRadio, a Massimo Mazzucco, Red Ronnie e pochi altri il merito di aver fornito una visione dissenziente nei confronti del regime sanitario degli ultimi anni. Qui sotto c`è un mio breve video con alcune riflessioni.