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giovedì 5 dicembre 2024

Conversazione con Vincenzo Scarano e Lorenzo Valloreja su Ucraina, Medioriente e attualità Italiana



Ospiti:

Lorenzo Valloreja - Insegnante. Militante nella Lega - Giornalista e direttore del periodico "L'Ortis"
Vincenzo Scarano - Avvocato - Giurista -  Conduttore di Giureasy, programma online

Modera: Andrea Russo

Mulè e Saio, quando la battaglia chiama, le seconde linee rispondono


Uno dei punti di forza del Pescara è sicuramente l'unità di gruppo. Di fronte alle assenze di Plizzari e Brosco, Mister Silvio Baldini ha deciso di gettare nella mischia il secondo portiere Ivan Saio, classe 2002 ed il difensore Erasmo Mulè (1999) che vanta già una certa esperienza in serie C.

Schierati dal primo minuto a Gubbio, entrambi si sono fatti trovare pronti ed hanno contribuito alla prestazione convincente e grintosa di tutta la squadra, espugnando un campo difficile.




Se la Ternana resta dunque la squadra del girone B con i giocatori più forti dal punto di vista individuale, il Delfino ha dalla sua parte un gioco ben assimilato dai giocatori e una voglia di compattarsi e di sacrificarsi superiore.

Siamo solo a metà del campionato ma la lotta per la prima posizione si preannuncia serrata ed aperta probabilmente fino alla fine.

Recensione de "L'Implacabile" (1987), di Michael Glaser, con Arnold Schwarzenegger


La dittatura televisiva va in scena. Tra conduttori televisivi (veri) prestati al cinema, Michael Glaser di Starsky e Hutch a fare da regista, wrestlers, star Cubane e il figlio di Frank Zappa, diamo una occhiata retrospettiva a questo classico del cinema d'azione.





L'Implacabile è un film sfrontato, esagerato. Qualcuno, in maniera molto divertente, lo ha definito benevolmente "tamarro" e in un certo senso lo è.

Gli anni '80 sono quelli delle Americanate. I personaggi vengono trasformati quasi in caricature. La caratterizzazione psicologica è minima. Anche in un contesto di fantascienza, recitazione e soluzioni narrative realistiche sarebbero possibili.

Eppure qui solo un elemento prevale: lo spettacolo.

L'Implacabile", manco a dirlo, è pensato su misura per la fisicità dell'attore Austriaco-Statunitense, che condivide degnamente le sue origini con talenti come Klaus Maria Brandauer, Romy Schneider, Helmut Berger e Senta Berger.




Schwarzenegger nel 1987, ai tempi del film, aveva quarant'anni esatti. Era in una forma fisica splendida come del resto lo è ancora oggi, in rapporto alla sua età. I tempi di Mister Olympia e degli esordi cinematografici erano alle spalle e la sua figura di attore era ormai consolidata.

Aveva riempito i botteghini impersonando Conan il Barbaro e Terminator.

Era dunque pronto per mettere su celluloide il romanzo di Stephen King "L'uomo in fuga", scritto nel 1982 con lo pseudonimo di Richard Bachman.




Trama

Anno 2017.  Negli Stati Uniti vige una dittatura. I cittadini sono imboniti tramite la televisione e la verità viene continuamente travisata a favore della propaganda. Il dissenso è duramente represso, la delazione è incoraggiata.

Un poliziotto accusato ingiustamente di crimini non commessi, Ben Richards (A. Schwarzenegger) viene arrestato e condannato ai lavori forzati. Evaso con la forza insieme ad alcuni suoi sodali, viene riacciuffato e costretto a partecipare insieme a loro in un gioco televisivo.

In una sorta di "guardie e ladri", verrà inseguito per essere ucciso da killers di professione. Gli inseguitori vengono ampiamente caratterizzati e camuffati per esigenze televisive, un po' come al circo o come nel wrestling.

La ragazza che ha denunciato Ben e che ha contribuito al suo arresto verrà aggiunta alla squadra delle prede, in quanto si stava rendendo conto delle bugie del regime e dell'innocenza del protagonista.

Intanto un gruppetto di ribelli armati agirà approfittando delle dinamiche del cruento gioco in tv per sollevarsi contro il potere.




Pregi e difetti

Nonostante alcuni aspetti di rozzezza e di sbrigatività nel descrivere eventi e dettagli, il film possiede svariati punti di forza e di attrattiva verso un pubblico che abbia voglia di divertirsi senza cercare contenuti intellettuali:

la presenza del conduttore Richard Dawson per esempio, la bellezza di Maria Conchita Alonso, la musica carismatica di Harold Faltermeyer, gli effetti speciali, i concorrenti sparati a bordo di capsule e tanto altro ancora.

Schwarzenegger dimostra di saper tenere la scena ormai, con atleticità e senso dell'ironia.




La frase "I'll be back" rimase molto impressa nei ricordi del pubblico, perché era stata già pronunciata in "Terminator" e venne riproposta dall'attore anche in altri film. Si narra che in passato avesse difficoltà nel pronunciarla per via della sua non ancora piena padronanza della lingua inglese.

Curiosità

- Questo fu uno dei pochi film di Michael Glaser (lo Starsky di Starsky e Hutch) in qualità di regista. 

-Erland Van Lidth nel film si chiama Dynamo e spara fulmini contro le sue vittime. Purtroppo è mancato pochi mesi dopo le riprese, a 34 anni. É stato un talento poliedrico: si laureò in informatica, partecipò alle Olimpiadi di Montreal. Inoltre era un cantante lirico.



- Sottozero era in realtà il lottatore "Professor Tanaka", molto noto negli anni '70.













- Jesse Ventura è stato un wrestler, commentatore sportivo, attore, sindaco di Brooklyn Park dal 1991 al 1995 e governatore del Minnesota dal 1999 al 2003.




- Maria Conchita Alonso è presente anche nell'ottimo "Colors" (1988) con Chistian Slater e Robert Duvall.
Ha preso parte a molti film.
Nata a Cuba ma cresciuta in Venezuela, nel 1975 è stata tra le finaliste di Miss Mondo.




- Dweezil Zappa è figlio del noto musicista Frank Zappa. Nel film fa parte dei ribelli e calza un baschetto rosso alla Che Guevara. Nel fare irruzione nela stazione televisiva, pronuncia la battuta: 

"Non cambiate canale", che nella versione Americana originale è leggermente diversa: "Don't touch that dial"





- Mick Fleetwood del noto gruppo musicale Fleetwood Mac ha anche lui un piccolo ruolo, nella parte di "Mic"

- Per il 2025 è prevista l'uscita di un remake prodotto e diretto da Edgar Wright, con Glen Powell e Katy O'Brian come attori protagonisti

Conclusioni

In definitiva, "L'Implacabile" è un tuffo negli anni '80 e ne rappresenta la parte ludica e sfrontata. Il contesto futuristico non è molto originale, ma il film resta un classico del cinema d'azione e di fantascienza. Il tipo di storia, anche se scritta da Stephen King, ricorda molto lo stile cyberpunk di Philip K. Dick, ispiratore di "Blade Runner. 



In fondo le dittature bizzarre descritte di frequente nei romanzi di fantascienza ripropongono quanto avviene già da decenni.

I metodi di controllo e di persuasione effettuati dal potere tramite i media, con le distrazioni offerte allo spettatore e la diffusione di notizie raccontate disonestamente, sono un dato di fatto anche nelle cosiddette democrazie occidentali.




Ben Richards è un individuo che riflette sulla percezione della realtà ed è costretto a distinguere su tra quello che percepisce e ciò che è effettivamente vero. Inoltre deve fare filtro su quanto viene inculcato a lui e alla società in cui vive. 

Il tema verrà ripreso e sviluppato qualche anno dopo con "Atto di forza", sempre con Schwarzenegger come protagonista;  anche lì avremo una attrice latina ed atletica come partner femminile quale Rachel Ticotin, da contrapporre all'antagonista bionda Sharon Stone. 


Il monito del romanzo "The Running Man" e del film ad esso ispirato è dunque sempre valido.

mercoledì 4 dicembre 2024

Oscar Giannino - Matteo Fatale - Rossano Ferrazzano - Andrea Russo: Neoliberisti vs Sovranisti


Vi ripropongo un dibattito interessante su passato e presente dell'Economia Italiana.

Presentava: Giacomo Ferrara

lunedì 2 dicembre 2024

Foto del centro di Praga













N. B. Le foto sono state scattate da me. Possono essere utilizzare a patto che venga citata la fonte con la dicitura: Andrea Russo - andrearusso.net

Autunno a Budapest









N. B. : le foto sono state scattate da me. È possibile utilizzarle su altre piattaforme web, a patto che si riporti la dicitura: Andrea Russo - andrearusso.net

domenica 1 dicembre 2024

Foto di Budapest: Località Astoria





N. B. Le foto sono state scattate da me. Possono essere utilizzare a patto che venga citata la fonte con la dicitura: Andrea Russo - andrearusso.net

Gubbio-Pescara 1-2: la parola agli allenatori


Nella foto: Silvio Baldini



Silvio Baldini, tecnico del Pescara, ha voluto parlare quasi esclusivamente delle sue visite fatte a Marco Di Marco detto "il Tedesco" (capotifoso sessantanovenne deceduto poche ore dopo) e a Paola, tifosa affetta dalla Sla che comunica con la roteazione degli occhi puntati su una lavagna elettronica.

Sulla partita, ha spiegato la mossa insolita di far giocare le punte Tonin e Vergani insieme per mettere pressione all'avversario in dieci uomini. Entrambi secondo lui hanno fatto una ottima gara, come i loro compagni del resto, anche se ammette che la gara è rimasta in bilico sul piano del risultato fino alla espulsione di Proietti.

Roberto Taurino dal canto suo ritiene che la sua squadra "Ha fatto un'ottima partita contro la prima della classe, tenendola in piedi fino all'espulsione. 

Al giornalista che gli chiede dei tanti rossi subiti dal Gubbio in questo campionato, il tecnico getta acqua sul fuoco: "Io non credo che gli arbitri decidano contro di noi, semplicemente interpretano le regole. É anche controproducente per noi pensare di giocare contro gli avversari e gli arbitri al tempo stesso. Non incominciamo a vedere fantasmi dove non ci sono"

Inoltre ha aggiunto: "Abbiamo perso Rosaia all'ultimo momento per un fastidio alla caviglia, anche se David che ha preso il suo posto ha giocato bene".  Ha posto inoltre l'accento anche sulle difficoltà derivanti da altre assenze e da giocatori che ancora stanno maturando calcisticamente.


***Argomenti: Silvio Baldini, Pescara, Gubbio, calcio, Roberto Taurino, Rosaia, Proietti

sabato 30 novembre 2024

Pescara corsaro in terra Umbra: 1-2 sul Gubbio in una gara dominata

Nella foto: Roberto Taurino, trainer del Gubbio


Il Pescara vince e convince in una trasferta difficile, dimostrando ancora una volta di saper reagire in seguito a partite sfortunate come con la Vis Pesaro e con il Pineto.

Di sicuro la partita ha seguito un percorso in discesa per gli ospiti, quando, al 47', su un fallo da tergo di Proietti su Crialese, il direttore di gara Mastrodomenico ha estratto il cartellino rosso, lasciando gli Eugubini in dieci.

C'è da dire però che anche nel primo tempo il Pescara ha imposto il suo gioco, pur mostrtando il suo solito problema di scarsa cattiveria sottoporta.

Le ottime azioni combinate messe a frutto nel secondo tempo dai preziosi trequartisti Pescaresi sono una delle dimostrazioni della caratura del Delfino, che ha dominato il gioco fino alla fine, chiaramente rilassandosi poi nel subire un goal evitabile nel finale di partita.

Tra le tante operazioni nitide dei biancazzurri si conta anche una traversa dopo il temporaneo 0 a 2.

Merola al 60', Ferraris al 72' e Rocchi col goal della bandiera del Gubbio al 92', hanno dunque cristallizzato il risultato sull'1 a 2.

Gli Umbri da parte loro hanno condotto una gara ordinata e arcigna, chiudendo gli spazi e riucendo in alcuni casi a coompletare qualche azione degna di rilievo. Fino alla fine non hanno mai dato l'impressione di essere in debito di ossigeno.

Dopo il triplice fischio, i Rossoblu di Taurino rimangono comunque a metà classifica anche se la maggior parte delle altre squadre giocherà tra domani e lunedì.

Il Pescara conferma il primo posto e potrebbe incrementare il vantaggio di tre punti sulla Ternana se i rossoverdi dovessero impattare o perdere domani col Milan Futuro.

Argomenti: Gubbio, Pescara, Calcio, Delfino, Serie C, girone B

Un giorno di pioggia a New York, raffinata commedia giovanile



Titolo originale: "Rainy day in New York"

Paese di produzione: Usa

Durata: 92 minuti

Anno di uscita: 2019

Cast: Elle Fanning, Tymothée Chalamet, Selena Gomez, Jude Law, Liev Schreiber

Regia: Woody Allen

Sceneggiatura: Woody Allen

Fotografia: Vittorio Storaro

Musiche: autori vari


Negli ultimi suoi lavori, Woody Allen ha rinunciato talvolta a svolgere il ruolo di protagonista (fattore che era un po' il suo "marchio di fabbrica") per dare spazio ad altri attori chiamati a rappresentare il suo alter ego.

Questo avviene in "Un giorno di pioggia a New York", storia romantica e metropolitana che ha al centro la ingenua simpatia di alcuni giovani.



É un film raffinato, nelle immagini, nello stile narrativo e nei dialoghi. A tal proposito non è un dettaglio specificare che la fotografia è affidata a Vittorio Storaro.

Timothée Chalamet, artista Franco-Statunitense e soprattutto Elle Fanning sicuramente hanno tratto beneficio per la loro carriera nel farne parte. 

Selena Gomez ha forse un ruolo meno interessante ma ha comunque il suo spazio.


Considerazioni sulla trama e sui ruoli dei protagonisti

La Texana Ashleigh (Fanning) e il Newyorchese Gatsby (Chalamet) lasciano il college per un fine settimana a New York. 

Lei, in qualità di articolista nel giornale del liceo, deve incontrare il regista e il protagonista di un film in uscita per intervistarli.


É una questione di poche ore, poi i due fidanzati saranno liberi di godersi il week end nella romantica pioggia della Grande Mela.




In realtà il carattere imprevedibile degli artisti da intervistare spingerà la giovinetta, non senza un filo di opportunismo, a inseguirli tra automobili e studios. Entrerà così a far parte, ben accetta, della cerchia dorata del jet set East Coast.

E Gatsby? Lui, visto che non può trascorrere il week end con la sua graziosissima fidanzata, si troverà a bighellonare tra amici, parentele e soprattutto la vecchia conoscenza Chan (Gomez), un fiore ormai sbocciato.


Allen qui ripercorre il sentiero già battuto in altri lavori come "Midnight in Paris".

Se infatti nel succitato film Owen Wilson trova il modo di farsi amico i suoi eroi artistici e letterari addirittura viaggiando nel passato all'interno della città di Parigi, nella stessa maniera Elle Fanning entrerà a far parte del mondo magico del cinema contemporaneo, facendo innamorare quasi tutti.

In entrambi i casi i protagonisti verranno accettati con inaspettata facilità da personaggi noti raffigurati benevolmente.

Altra analogia tra "Midnight in Paris" e "Un giorno di pioggia a New York": gli amori si fanno e si disfano con uno schiocco di dita.

Elle Fanning ha il ruolo più bello e caratterizzato. Lei vi entra con grazia e simpatia, mostrando una gestualità e una mimica briose e naturali.




Tymothée Chalamet ha la parte del bell'ombroso, sorta di poeta maledetto, romantico come "Il Grande Gatsby" del romanzo ma opposto alla sua solare compagna. 

Lui ama la pioggia, i mattoni rossi e i portoni classicheggianti del centro di New York, canta e suona il pianoforte, vince a carte. 

É insomma un perfetto dandy anni '30 e a modo suo questo personaggio se la cava alla grande nell'attraversare la vita in paltò.

Come lui, anche la studentessa impersonata da Selena Gomez gioca in casa, nella città dove entrambi sono cresciuti e si sono incrociati in precedenza. Lei è aggressiva, sarcastica ma al tempo stesso complice e stimolante per le intuizioni di Gatsby.

Il film non poteva non concludersi che al Central Park, con carrozze, cavalli e il delicato portico di ingresso con le statue in cima e l'orologio.

É il posto dove ognuno scopre la sua vocazione e non la tiene più a freno come faceva prima, inconsapevolmente.

Vicissitudini distributive ed accoglienza

Il film fu ritardato nell'uscita nelle sale e poi distribuito sulle piattaforme tv a pagamento.

Il motivo fu il ritorno in auge (solo mediatico) di vecchie accuse rivolte ad Allen sulle sue abitudini sessuali, tra l'altro mai provate e pertanto, fino a prova contraria, infamanti.

Il giudizio critico sul film fu influenzato da questo e diversi giornalisti Usa lo stroncarono solo per colpire Allen, come ammise nella sua recensione, parzialmente, il noto critico Roger Ebert.



In Europa, dove l'eco di questa caccia alle streghe fu più contenuta, fu accolto meglio e valutato più in sè stesso che in luce della mano che gli aveva dato forma.

Spunti interpretativi

Allen sembra identificarsi in Gatsby questa volta, anche se in maniera idealizzata. 

Servendosi di un attore giovane e bello, Allen si tuffa all' indietro nei suoi anni verdi, riscrivendo la sua storia e magari mettendo in atto quello che a posteriori avrebbe voluto fare: seguire ancora di più le sue emozioni e vivere alla Bohemienne fregandosene delle convenzioni sociali.

Tuttavia anche Ashleigh ha non poco di Allen: l'amore per il cinema, per la scrittura, per la creatività. La ragazza a volte si autoanalizza, ama parlare di sè e lo fa in modo estroverso. Cede inoltre alle lusinghe e alle tentazioni e non si mette la vita alle spalle.

Conclusioni

A mio modesto avviso il film è tuttora sottovalutato e poco trasmesso dalle televisioni Italiane ed è leggero e gradevole. 

Inoltre può gettare il seme per altri lavori simili, in quanto tale romanticismo, valido nello stile sia pure a tratti irrealistico, è frutto di un lavoro serio, che cura l'estetica sia delle immagini che delle parole, non senza mancare di indurre nello spettatore un senso di positiva delicatezza.


venerdì 29 novembre 2024

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Mi occorrono persone per contenuti scritti, grafici, montaggio video per contribuire ad uno sguardo sempre lucido sul mondo. Le collaborazioni verranno retribuite.

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Senza Riguardo, puntata del 28 Novembre 2024

 


Argomenti:

- Crisi di governo ed economica in Germania
- Mandato di arresto della Corte dell'Aia per Nethanyahu
- Legge per limitare i flussi dei lavoratori stranieri in Italia
- Politica interna Italiana


Ospiti:


Enrica Alifano, deputato M5S 

Roberto Bagnasco, deputato Forza Italia 

Roberto Brunelli, coordinatore editoriale The Skill Group 

Fiorina Capozzi, giornalista ed economista

Giuliano Cazzola, già deputato e dirigente sindacale 

Piercamillo Falasca, direttore L’Europeista

Pasquale Ferraro, direttore Nazione Futura

Mara Morini, docente di scienza politica e politica comparata - UniGenova
 
Karolina Muti, responsabile di ricerca Sicurezza e Difesa - IAI 

Alessandro Politi, direttore Nato Defence College Foundation

Andrea Turi, coordinatore associazione radicale Adelaide Aglietta

Antonello Zito, speaker radio Van D’A

Presenta:

Giacomo Ferrara


Gubbio-Pescara, domani alle 17:30: la parola agli allenatori




Nelle foto: Silvio Baldini e Roberto Taurino

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Baldini ha conversato con i giornalisti, oggi, prima della partita. A livello tecnico tengono banco le esclusioni per squalifica di Brosco e di Plizzari. Dagasso ha avuto un risentimento muscolare durante l'allenamento odierno. 

Probabilmente non verrà corso il rischio di impiegarlo. Tunjov prenderà il suo posto dal primo minuto. Il tecnico del Delfino ha affermato che bisogna sfruttare meglio le occasioni create, altrimenti si paga a caro prezzo come nell'ultima partita;

inoltre ha allargato il discorso al lato umano, raccontando di aver incontrato persone con malattie in fase terminale o in condizioni mediche gravi ed aver cercato di portare loro un sorriso. 

Ha inoltre confermato di aver fatto bene a sognare e ad avere invitato la tifoseria a sognare, visto che i risultati stanno arrivando. I titolari, secondo lui, sono anche coloro che giocano meno perchè quando entrano danno il massimo.

"Uno come Ferraris quando subentra è sempre pericoloso. Questa volta giocherà dall'inizio".




A Gubbio invece, Mister Roberto Taurino ha chiesto ai tifosi di stringersi attorno alla squadra. Nelle ultime cinque partite tre sconfitte e due vittorie non hanno soddisfatto l'ambiente, con una classifica che vede gli Eugubini al decimo posto con sei vittorie, tre pareggi e sette sconfitte.

Il Gubbio ha terminato l'ultima partita al Conero in nove, con due espulsioni: 

"Abbiamo perso due giocatori  importanti come Iaccarino e Corsinelli.

Ascoli ci ha lasciato un po' di rammarico, perchè la spinta di Iaccarino non era così grave e non era sul collo. Ho detto ai miei ragazzi di prestare più attenzione in merito comunque"

ha specificato il trainer di origine Salentina, che ha proseguito:

"Sono orientato al momento a far giocare chi è più in forma. In base alla scelta dei titolari deciderò la strategia per la partita. 

Il Pescara è impressionante, anche in  dieci uomini corrono con grande intensità. A Pesaro per esempio hanno perso immeritatamente e giustamente sono primi. Servirà una prestazione importante da parte nostra".

Probabili formazioni:

Pescara

Saio; Pierozzi, Mulè, Pellacani, Crialese; Valzania, Squizzato, Tunjov; Ferraris, Merola, Tonin.


Gubbio

Venturi  D’Avino, Tozzuolo, Rocchi e Stramaccioni; David, Zallu, Proietti, Rosaia; Franchini, Fossati

L'incontro sarà visibile su Rete 8 e su Sky Now

*Argomenti: calcio, Silvio Baldini, Roberto Taurino, Pescara, Gubbio, Iaccarino, Corsinelli

giovedì 28 novembre 2024

Turetta: esempio di patriarcato o persona fragile?

Il patriarcato è un fenomeno storico e sociale stratificato, che coinvolge leadership maschili: può essere accomunato alla fragilità del singolo?


Il patriarcato è un fenomeno sociale e storico che coinvolge tante persone e ruoli di comando. Un ragazzo succube e annichilito è ben altra cosa. 

L'Enciclopedia Britannica dà il seguente significato al Patriarcato: 

"ipotetico sistema sociale nel quale il padre o una persona anziana di sesso maschile ha assoluta autoritá sul gruppo familiare; per estensione, uno o piú uomini (come in una assemblea) che esercita assoluta autoritá sulla comunitá come insieme. Costruendo su teorie sviluppatesi con Charles Darwin, molti allievi del diciannovesimo secolo cercarono di formare una reoria di evoluzione culturale unilineare..

Questa ipotesi, ora discreditata, ha suggerito che l'organizzazione umana sociale sia evoluta attraverso una serie di stadi: una promiscuità sessuale animalesca fu seguita da un Matriarcato, che fu a suo turno seguita da un Patriarcato".

Ecco invece la definizione che ne dà la Treccani: 

"in antropologia, tipo di sistema sociale in cui vige il 'diritto paterno', ossia il controllo esclusivo dell'autorità domestica, pubblica e politica da parte dei maschi più anziani del gruppo. La famiglia estesa dominata dal patriarca sarebbe stata, secondo alcuni antropologi evoluzionistici dell'Ottocento (H.J.S. Maine, N.-D. Fustel de Coulanges), l'istituzione centrale della società primitiva basata sulla parentela. Essa avrebbe formato un gruppo corporato che reclutava i propri membri per agnazione (discendenza per linea maschile). 

Questa tesi fu ripresa da S. Freud, secondo il quale la società umana ebbe origine dall'orda patriarcale dominata dal padre o dal maschio più anziano".


La lettura ideologica del patriarcato e dell' "omicidio di stato"



Elena  Cecchettin, sorella della vittima Giulia, viene citata su Fan Page: “Filippo Turetta viene spesso definito come mostro, invece mostro non è. I mostri non sono malati, sono figli sani del patriarcato, della cultura dello stupro. Il femminicidio è un omicidio di Stato, perché lo Stato non ci tutela”. 

Inoltre ha accusato Salvini di "omicidio di stato" per aver messo un semplice "se" nel suo discorso. 


“Ministro dei Trasporti che dubita della colpevolezza di Turetta perché bianco, perché ‘di buona famiglia’. Anche questa è violenza, violenza di Stato”ha scritto Elena. La ragazza si riferisce a ciò che Salvini aveva scritto in un post dopo il ritrovamento di Turetta in Germania: “Se colpevole, nessuno sconto di pena e carcere a vita”. Fonte: Chronist.it  Elena Cecchettin contro Salvini: "Dubita di Turetta perché bianco"


Infine Elena dà la colpa all'intero genere maschile:




Turetta è l'opposto del patriarcato


"E pluribus unum", scriveva Virgilio. 
Scendendo dal generale al particolare, ci troviamo di fronte al caso Turetta: un giovane uomo spaurito, confuso, quasi incapace in sede di processo di articolare un discorso che avesse senso compiuto, eppure in grado di uccidere con trentasette coltellate.

In un mondo che va sempre più verso la criminalizzazione dell'uomo ("Gli uomini devono aver paura ad entrare nell'ascensore", ha detto Claudia Gerini) e in cui secondo alcuni guardare sette secondi una ragazza è una molestia,

risulta difficile scindere tra ideologia Woke e realtà.

Turetta è l'opposto del Patriarcato. Non è il frutto di una visione culturale. Non ha fondato una associazione di maschilisti che vogliono le donne a casa senza lavoro. Non è a capo di una comunità dove i posti dirigenziali sono degli uomini.

È un ragazzo fragile che alla prima avversità presentatagli dalla vita ha sbandato.

Il suo gesto vigliacco, frutto di una maggiore forza fisica sulla sua ex ragazza dimostra nel contempo la sua debolezza mentale. Era succube, non accettava la separazione.

Non riusciva a contestualizzare un evento della sua vita di fronte a cui quasi tutti gli altri, uomini e donne, in situazioni analoghe, si riprendono in poco tempo, continuando a fare una vita normale.

Filippo è proprio il tipo di uomo fragile generato dalle femministe che criminalizzano il maschio. Se lo si annichilisce, gli si toglie la sua sicurezza, gli si dice che qualunque cosa faccia ha torto, un ragazzo cresce come Turetta.

A parti invertite la lettura ideologica Woke non si applica

I casi in cui donne uccidono uomini in Italia sono numerosi e all'ordine del giorno. 

Il Presidente Mattarella non si è mai scomodato per partecipare ai funerali, i media raramente hanno dato risalto a questi episodi e soprattutto non si è mai parlato di femminismo e di volontà di prevaricare l'uomo, anche quando la donna omicida aveva la gelosia o l'abbandono come movente. 

Inoltre non si è mai coniato un neologismo come il "maschicidio", da opporre al "femminicidio". 

Nei casi di infanticidio invece, si fa riferimento alla debacle psicologica della singola assassina, senza scomodare teorie sociologiche della sopraffazione né si danno contenuti concordati e collettivi al gesto.

Al massimo, a livello sociologico si parla di madri immature che non vogliono sobbarcarsi l'onere genitoriale. 

Anche quando l'omicida di una donna è un immigrato, l'istinto della sinistra di difendere a prescindere tale categoria attenua di molto il suo femminismo. 

Sono dunque da ravvisare due pesi e due misure a seconda del sesso dell'autore e della vittima.

Oggi si coltiva la debolezza nei giovani: è un processo autodistruttivo

La debolezza del giovane omicida Padovano è quella di molti adolescenti e post adolescenti di oggi. Bisogna rivedere la ipersensibilizzazione della società in rapporto ai giovani:

se si accetta che sia normale che una ragazza scoppi a piangere in pubblico perchè ha l'ecoansia, 

se si pensa che sia una reazione congrua suicidarsi perchè qualcuno ha fatto gossip su di te su internet, 

è lì che bisogna agire. 

Consolare i giovani nelle prime difficoltà non vuol dire assecondarne la debolezza  e ingigantire le piccole difficoltà. Piuttosto vanno  invitarti a reagire.

Cyberbullismo contro mazzate vere: cosa traumatizza di più?

Ai tempi delle medie, quindi tra gli undici e i tredici anni, andavo in classe con ragazzi ripetenti e più grandi di me. Abitavano alla "Marina", ovvero il quartiere dei pescatori di Pescara.

Molti di loro avevano fama di temibili bulli. In quegli anni, un giorno sì e uno no, mi trovavo a fare a botte con loro e non solo ero il solo. Era una continua provocazione. 

Ce n'era uno di quindici anni (io ne avevo 12 o 13) già sviluppato e robusto. Uno dei professori di educazione fisica della scuola, che tra l'altro aveva lui stesso una indole violenta, lo responsabilizzava a modo suo. Una volta lo picchiò per essere entrato nel bagno delle ragazze. Gli dette in seguito l'incarico di guidare i compagni in classe a fine lezione.

Questo compagno cresciuto e bullo, mentre entravo in bagno, mi afferrò il braccio con forza per portarmi in aula. Io gli colpii il braccio per divincolarmi; a quel punto lui mi prese di peso e mi lanciò letteralmente sulla tazza del wc. 

Questo venne raccontato prontamente dai miei compagni ad una prof di materie umanistiche, che fece spallucce.

Questa era la mia scuola media. Nessuno si sognò mai lontanamente di suicidarsi, eppure quanto ho raccontato accadeva e me e a tanti soggetti maschi miei coetanei.

Tornati a casa, volavano schiaffi da genitori alla vecchia maniera e da primogeniti di nove anni più grandi, ma questo racconto ve lo risparmio.

Conclusioni

Filippo Turetta è un esempio della debolezza giovanile sviluppatasi negli ultimi anni.

Certe esperienze, sia pur  ingiuste, fortificano. Mettere i ragazzi sotto una campana di vetro è un eccesso di protezione che non li rende immuni, proprio come le prime influenze aiutano i bambini a superare i futuri virus.

La fumosa pseudoscienza della "educazione affettiva" di cui si parla come antidoto non serve a nulla. 

Bisogna avere il coraggio di essere forti ovvero: persone dal senso critico, in grado di reagire ai propri limiti ma anche alle ideologie nichiliste imposte dall'esterno.