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giovedì 28 febbraio 2013

E ora che fai, scappi?



Nel "Manuale del perfetto seduttore" Soren Kierkegaard preconizzò la figura di un uomo abile nel sedurre le donne che, sul più bello, le abbandonava senza aver consumato alcunchè, lasciando il rapporto su un piano meramente Platonico.
Beppe Grillo sta facendo questo con gli Italiani. Ci ha fracassato i cosiddetti, ha urlato fino a farci saltare i timpani, ha inveito contro tutto e tutti, ha detto delle parole che nemmeno i terroristi usavano come "morti che camminano" contro i suoi avversari. Infine, col suo oltranzismo nel criticare il sistema, ha ottenuto il voto degli scontenti. Con il 25% si può governare, basta solo alzare la cornetta e mettersi d'accordo con il duo Vendola-Bersani, che sono pronti ad accontentarlo su molti punti.

Il "Movimento 5 stelle" potrebbe così portare a casa il risultato, alla fine della legislatura, di aver mantenuto buona parte delle promesse fatte.

Invece no. Grillo vuole fare il partito di lotta e di governo, come fece Bertinotti. E ricordate poi che fine ha fatto Bertinotti e la sua Rifondazione Comunista?

Comprenderanno i suoi elettori questa sua scelta di non formare un esecutivo con ministri Grillini e qualche alleato?

L'Italia deve avere un leader, chi tiene il timone assieme ai suoi marinai, e nel caso in cui si debba formare un'altra alleanza trasversale Berlusconi-Bersani, mettendo fuori gioco Grillo, quest'ultimo cosa ne trarrebbe?

I suoi elettori, se continua così, lo puniranno, non comprendendo come ci si possa mettere di propria volontà all'opposizione con il 25% dei voti.

Ma la cosa che più mi disgusta è che con questo atteggiamento il comico dalla barba lunga crede di fare il proprio interesse. In realtà mette le istituzioni in gravi difficoltà, e, soprattutto, dà l'impressione di avere paura di governare, di affrontare i cittadini, andare avanti mettendo in pratica le proprie idee (e non facendo solo slogans) e farsi giudicare da chi lo ha messo al potere per il suo operato.

Grillo, ora cosa fai, ti tiri indietro? Non hai calcolato che così farai la figura del vigliacco?

lunedì 18 febbraio 2013

Pescara-Cagliari 0-2, Delfino con la testa fra le nuvole

E' sembrata più una sana sgambata tra amici, una di quelle partitelle che si giocano in riva al mare, che una partita del campionato di serie A.

Per 45' le due formazioni si sono studiate senza farsi male. Il Cagliari ha optato per il possesso di palla, con buona proprietà di palleggio da parte dei suoi singoli, mentre il Pescara ha controllato la situazione mantenendo i reparti molto distanziati, avanzando lentamente nella metà campo avversaria e con un gioco prevedibile. Tanti, troppo sono stati i passaggi sbagliati dai biancazzurri, anche nel secondo tempo, quando gli ospiti hanno affondato i colpi e si sono aggiudicati meritatamente l'intera posta in palio.

Le Azioni

Degni di nota sono solo un lancio in profondità che Sau aggancia a pochi passi dal portiere ma non riesce a controllare, e un palo di Weiss al 41'. Lo slovacco infatti ha colto il palo con un tiro a girare, complice una deviazione del portiere.

Al 53' Sau sblocca il risultato: lancio lungo di un compagno  per Cossu che disegna dalla destra un bel cross, il piccolo attaccante cagliaritano svetta di testa e trafigge Perin. Bella azione, di gran pregio, ma i tre giocatori che l'hanno disegnata sono stati lasciati liberi di fare quello che volevano.

La difesa pescarese è sempre più in bambola e subisce il raddoppio sempre ad opera di Sau, che raccoglie al centro dell'area un bell'assist di tacco di Cesarini: 2 a 0.

Mancherebbero 27 minuti alla fine più recupero, ma ciò che colpisce è la rassegnazione del Pescara: non c'è una reazione, si avvertono solo stanchezza e nervosismo, e il Cagliari potrebbe anche approfittarne. 

I Delfini giocano un po' peggio del già blando primo tempo, senza schemi, lasciando l'iniziativa a Weiss, Celik e D'Agostino. Poi quest'ultimo si fa male all'inizio della ripresa e gli subentra il volenteroso Bjarnason.

Manca però  il gruppo, ci sono lacune tecniche, la manovra è prevedibile, con tanti passaggi laterali che consentono alla difesa ospite di riposizionarsi facilmente. Finisce 0-2 con un pubblico di casa sempre più rassegnato che abbandona gli spalti già prima del fischio finale.

Noi abbiamo più volte, in queste pagine, espresso l'idea che il Pescara, come di norma fanno le squadre che devono salvarsi, debba puntare su un modulo più coperto, con corsa, grinta e contropiede, rinunciando ai colpi di tacco e ai gesti tecnici virtuosi.

Una nota a parte la merita Vladimir Weiss: ieri ha mostrato tutti i suoi pregi e tutti i suoi difetti. Il folletto dell'est ha mostrato iniziativa, volontà, tecnica e furbizia. Poi però la partita si è messa male, si è innervosito e ha rifilato un calcione da tergo a Ibarbo. Non contento, mentre l'arbitro estraeva il cartellino rosso, ha cercato la rissa coi cagliaritani.
Non si diventa campioni senza maturare: dipende tutto da lui.
Andrea Russo


domenica 17 febbraio 2013

Pescara-Cagliari: le probabili formazioni


Sfida salvezza all'Adriatico: il Pescara ha collezionato ultimamente quattro sconfitte ed un pareggio, mentre il Cagliari, su di quattro lunghezze, attraversa un momento positivo con nove punti in cinque partite.
L'arresto del presidente Cellino potrebbe però causare un contraccolpo psicologico per i sardi.

Il Pescara deve fare a meno di Cosic, Quintero,Togni e Sforzini.

Il Cagliari, da parte sua, non avrà disponibili Dessena, Conti e Astori

Dovrebbe farcela invece il pescarese Celik, mentre dalla parte opposta vi sarà dal primo minuto il difensore centrale di scuola Juve Ariaudo.





Pescara (4-3-1-2): Perin; Balzano, Bianchi Arce, Capuano, Zauri, 

Rizzo, D'Agostino, Blasi; Weiss; Celik, Caraglio. 


A disp.: Pelizzoli, Zanon, Modesto, Bocchetti, Cascione, Bjarnason, 


Abbruscato, Sculli, Vukusic. All.: Cristiano Bergodi. 


Squalificati: nessuno


Indisponibili: Togni, Sforzini, Quintero, Cosic




Cagliari (4-3-1-2): Agazzi; Pisano, Rossettini, Ariaudo, Avelar; 

Casarini, Nainggolan, Ekdal; Cossu; Ibarbo, Sau. 


A disp.: Avramov, Del Fabro, Perico, Eriksson, Cabrera, Casarini, 


Pinilla. All.: Ivo Pulga 


Squalificati: Dessena (1), Conti (1), Astori (1)


Indisponibili: nessuno.




ARBITRO: L'arbitro sarà Gervasoni, mentre i due assistenti 

saranno Di Fiore e Maggiani. Il quarto uomo sarà Posado, mentre i 


due giudici d'area saranno Celi e Pasqua.


Inizio alle ore 15:00, Stadio Adriatico, diretta su Sky e Mediaset 


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giovedì 14 febbraio 2013

E ora lasciatelo in pace



Il papa ha annunciato che dal 28 Febbraio va in pensione. Ha 85, è malato, le forze vengono meno.

Ha detto chiaramente che non ha più energie, che è meglio lasciare ad un altro.

E giù in tanti a dire che non è giusto, che anche se fosse moribondo dovrebbe andare avanti fino alla fine.

Poi c'è il partito di "quello che c'è sotto". C'è sempre qualcosa sotto, per loro. Scandali? Se ci fossero, non toccherebbero il papa direttamente. Che segreti può avere un uomo di 85 anni, salito al trono pontificio già anziano, meno di 8 anni fa?

Se fossero vicende che riguardano il passato, sarebbero già venute fuori.

Se poi si allude a qualche scheletro nell'armadio dell'intera istituzione-chiesa, potrebbe anche darsi, visto che si tratta di una organizzazione presente in tutti i continenti e con centinaia di milioni di fedeli.

C'è anche da dire però che peggio degli scandali già venuti a galla  (lo Ior, le vicende del Banco Ambrosiano, le ombre su Marcinkus, la scomparsa di Emanuela Orlandi, i preti pedofili di cui si sapeva in realtà da quarant'anni) cosa ci può essere?

Io credo che si sia sottovalutato un fattore: il papa è tedesco, ha una mentalità diversa dalla nostra. I tedeschi quando dicono una cosa la fanno, vanno fino in fondo, hanno un modo di ragionare semplice e pratico. Sono meno avvezzi di noi agli intrighi, sono inoltre diretti nel dire le cose senza girarci attorno.

A me quella di morire come un uomo quasi comune e non da semi-dio, di lasciare spazio ad un altro, mi sembra una decisione nobile, che affonda le radici nello Stoicismo. E papa Ratzinger, persona imbevuta di cultura, non può non aver assimilato anche tale dottrina.

Mettere un freno alle assicurazioni

A chi mi spiega una cosa semplice semplice pago un caffè. Mettiamo il caso che io paghi ogni anno, per la mia auto, 700 euro per la Responsabilità Civile all'assicurazione XY.
Questi soldi sono versati obbligatoriamente, ovvero per legge alla compagnia perchè, nel caso in cui io produca danni, poi essa provveda al pagamento.

Nella vita pratica non è esattamente così. Se io infatti pago ad esempio 700 euro per 10 anni alla solita Xy, e produco un danno a un'altra vettura come un graffietto da 70 euro, loro mi alzano la tariffa.

Quello che mi chiedo è dunque: per che cosa ho pagato tutti quei soldi? Se io producessi un danno superiore a ciò che ho effettivamente versato, potrei capire un aumento del canone annuale. Negli altri casi però come si giustifica questo ulteriore esborso?

Mondiali di sci: oro alla Worley


Per la Francia arriva anche l’oro della Worley ai mondiali di sci alpino. Dopo lo splendido oro conquistato nella discesa libera dalla Rolland, un’altra sciatrice di casa Francia oggi conquista la medaglia dal metallo più prezioso: Tessa Worley, 23 anni di Annemasse, è infatti, la nuova campionessa mondiale di slalom gigante, essendosi aggiudicata la gara che assegnava il titolo mondiale, in quel di Schlamding, sulla pista denominata “Planai”. Una gara perfetta, quella della grande gigantista della Savoia, che grazie a due manche impeccabili (era prima anche dopo la prima frazione), si laurea come la nuova campionessa del mondo della specialità. Al secondo posto, con un distacco di 1” e 18 centesimi, troviamo la grande Tina Maze, che deve “accontentarsi” dell’argento, dopo essere stata protagonista di una prima manche decisamente sotto i suoi abituali standard; ma la poliziotta slovena, nella seconda frazione riesce a tirare fuori dal cilindro una grande prestazione, e porta a casa la terza medaglia da quando sono cominciati i mondiali. Dopo la delusione per la mancata medaglia della Zettel (la campionessa di Gostling era seconda dopo la prima frazione, ma nella seconda manche commette qualche incertezza di troppo, e finisce al quarto posto), ci pensa la bella Anna Fenninger (con tanto di Nonna al seguito) a tenere alto il nome e la fama del “Wunderteam”, conquistando la medaglia di bronzo, in virtù del terzo posto finale. Domani in programma la gara che assegnerà le medaglie, per quel che concerne la stessa specialità, ma riguardo il settore maschile. 
Christian Barisani

lunedì 11 febbraio 2013

Incredibile Sansovini! Segna 3 goals e firma la rimonta dello Spezia


Il 4-3 dello Spezia sull'Ascoli, maturato Sabato in serie B, non è di per sè un risultato sorprendente.
Lo è, semmai, il modo in cui è maturato. 

L'Ascoli infatti ha concluso il primo tempo in 10 uomini (espulsione di Peccarisi) e sullo 0-2 in suo favore. Zaza e Feczesin si  sono coperti di gloria gonfiando la rete. Eppure lo Spezia si è battuto nella prima frazione. E' poi arrtivata all' inizio del secondo tempo la gran botta di Fossati. Una punizione bellissima ad effetto: 3 a 0 degli ascolani, in una insolita casacca rosa.

Ma è qui che inizia la narrazione di un pomeriggio sportivo molto particolare.

Antenucci infatti accorcia le distanze al 55': 1 a 3.

Entrano poi Sansovini al posto di Romagnoli e Pichlmann in luogo di Di Gennaro: Atzori passa dunque da un 5-3-2 iniziale ad un 3-3-4 e la partita cambia sul serio.

Sansovini va in goal di testa grazie ad uno splendido cross di Pichlmann al 76'.

Segna ancora con uno splendido tiro al volo sette minuti più tardi, all '83' per un 3-3 parziale.

Completa infine il suo capolavoro al '91, quando si accentra al limite dell''area e lascia partire con l'interno del piede sinistro un colpo a girare contro cui nulla può il portiere avversario Maurantonio.

E' incredibile come in 36 minuti un giocatore entri e segni 3 goals. Con questa tripletta Sansovini giunge a quota 17, e siamo appena a metà campionato.

A Pescara, a giugno, l'hanno lasciato partire senza troppi patemi d'animo. I tifosi biancoazzurri lo invocano e i dirigenti presumibilmente si stanno mangiando le mani.

Strano ma vero! Papa Ratzinger si dimette


In molti avranno pensato ad uno scherzo, quando glielo hanno raccontato. Ma poi hanno visto la televisione o hanno consultato le notizie su internet, e si sono resi conto che tutto era vero: Papa Benedetto XVI, senza che prima avesse dato segnali in tale direzione, ha affermato che si dimetterà dal 28 Febbraio.

Stamattina, approfittando di avere di fronte a sè, in occasione della messa, il concilio dei cardinali, ha pronunciato in latino queste parole: "Non ho più forze, per il bene della chiesa mi dimetto".

La memoria è subito andata alle sue parole di sgomento quando ha denunciato il fatto che il mondo , con la sua morale, con la sua tendenza quasi a diventare un "meccano senza senso" privo di valori autentici, va nella direzione opposta. Si potrebbe pensare quasi ad un atto di resa o di silenziosa protesta, se non avesse giustificato il suo gesto con la stanchezza. In effetti, ad 85 anni, il Papa ultimamente è apparso stanco e deperito.

Raramente era successo che un pontefice si dimettesse: (Clemente I, Ponziano, Silverio, Benedetto IX, Celestino V e Gregorio XII lo avevano fatto prima di lui, quindi questa sarebbe almeno la settima volta, ma in una storia ecclesiastica di oltre due millenni.

Ad alcuni può sembrare un gesto nobile quello di Joseph Ratzinger, quello di ritirarsi per lasciare il posto ad uno con più energie di lui, che potrebbe essere d'esempio a politici di rango ben inferiore che non si fanno da parte nemmeno dopo decenni.

Invece il papa tedesco era in carica solo dal 19 aprile 2005. Solo otto anni scarsi di papato, tra l'altro interrotti per volontà del diretto interessato e non per cause naturali, sono una rarità, anche perchè ci eravamo abituati a venticinque anni di Woityla, che proseguì, benchè malato, fino alla morte.

Non è forse stato amato come il suo predecessore polacco, Papa Ratzinger, ma l'affetto dei fedeli non è mancato di certo. Sia durante gli anni della sua carriera porporata che nel periodo da Sommo Pontefice il papa dimissionario ha suscitato polemiche, in alcuni casi. Paragonò in un discorso Cristianesimo ed Islam, sostenendo, in qualche modo, che il Cristianesimo era una religione migliore. La frattura si ricompose subito, con un incontro tra lui e i capi religiosi musulmani moderati. Più volte ha polemizzato a distanza col mondo omosessuale, ma del resto nemmeno il tanto amato Woityla era stato tenero con i gay.

Non si può fare a meno, ad ogni modo, di sottolineare la raffinatezza intellettuale Ratzingeriana, già dalla sua prima uscita in pubblico come successore di Pietro. L'abitudine di parlare a caldo , dopo l'elezione, era nata con Giovanni Paolo II, e lui l'ha proseguita: "I disegni del Signore sono sconosciuti" disse "ed è curioso di come Lui si serva di mezzi così modesti (...) Io sono solo un umile servitore nella Vigna del Signore"

Attendiamo comunque sviluppi per comprendere meglio le ragioni del suo gesto.

Palermo-Pescara 1-1: segnali di ripresa per il Delfino. Fabbrini come Pablito?

(Nella foto: Diego Fabbrini, qui con la maglia dell'Empoli)

Il Pescara gioca una discreta gara al Renzo Barbera di Palermo e strappa un punto prezioso per la salvezza.
Il primo tempo non è stato esaltante e il Palermo ha inciso maggiormente, con lo scatenato Fabbrini. Nel secondo la musica è cambiata e i biancazzurri hanno accarezzato la speranza di andare via con i tre punti in tasca. Ma dopo l'acuto di Bjarnason il solito Fabbrini ha rimesso in equilibrio la gara per una divisione più equa del bottino.

Le azioni

Al 13' Rios lascia partire un tiro sbilenco, che viene deviato. Al 31' Blasi tira al volo, la  parata è facile per Sorrentino. Ma è due minuti più tardi che il Palermo fallisce una ghiotta occasione: calcio d'angolo a spiovente di Dybala, Munoz svetta ma spedisce il pallone di poco fuori.
Nel finale della prima frazione Fabbrini imbecca bene Dybala, che da brevissima distanza incespica, consentendo il recupero di Perin.

Il Pescara del secondo tempo sembra rivitalizzato, tutta un'altra musica rispetto a quello delle ultime partite: attacca, pressa, lotta su ogni pallone. D'Agostino lancia splendidi palloni in avanti ai compagni, ed è provvidenziale vista l'assenza di Weiss. Celik torna indietro a recuperare palloni e crea grattacapi alla difesa rosanero.
Al 56' Boselli, servito da uno splendido cross di Dossena, tira al volo in area di sinistro, ma calcia male: forse non è il suo piede.
Al 58' Caprari, al termine di una bella azione fatta di scambi ben precisi, si trova solo davanti a Sorrentino, spara una bordata, ma il portiere devia.

L'ingresso del vichingo Bjarnason al 76' dà ulteriore tonicità ad un Pescara che cerca lo scalpo dell'avversario, togliendo Caprari e passando dal 4-3-3 al 4-4-2. Dopo aver operato un bel salvataggio a due passi della propria porta, l'islandese svetta su punizione di Sorrentino e segna. E' il secondo centro nella serie A italiana per un giocatore dall'alto rendimento, sia in nazionale che nel suo club.

Il Pescara subisce il ritorno del Palermo, ed è colto, come dirà in sala stampa il suo tecnico, la paura di vincere; e così dopo una bella botta di Munoz, parata da Perin, i padroni di casa passano con Fabbrini, che raccoglie una spizzata di testa di Munoz e trafigge Perin con un bel diagonale.

In pieno recupero, a trenta secondi dal fischio finale, il buon Zauri, subentrato nel secondo tempo, non riesce a finalizzare un bel cross di Cascione, a portiere battuto e vicinissimo alla porta.

Finisce così un bel match, con un punto a testa. Da un lato le due squadre, entrambe col morale a terra, prendono un po' di fiato. Dall'altro però recriminano per lo sfumato punteggio pieno, da perseguire soprattutto con le pari grado, se si ci vuole salvare.

Fabbrini come Paolo Rossi?

Una nota a parte la merita Diego Fabbrini: l'attaccante palermitano ricorda molto Paolo Rossi, sia fisicamente che nel modo di giocare. E' dotato di una buona tecnica, si inserisce bene negli spazi, è molto rapido e nella corsa è aiutato anche dalla sua giovane età.
Non è un caso che abbia giocato prima in Under 21 e ora anche con la Nazionale maggiore
Andrea Russo

domenica 10 febbraio 2013

Palermo-Pescara: le probabili formazioni


Sarà Massimiliano Irrati di Pistoia a condurre oggi la gara in programma a Palermo. Si affrontano un Delfino in crisi nera che promette di giocare col coltello tra i denti, e una compagine rosanero che ha appena cambiato allenatore: fuori Gian Piero Gasperini, dentro Alberto Malesani: a volte bastano pochi giorni per cambiare volto ad una squadra.

Le due squadre gravitano in zona salvezza, ma non per questo sono spacciate, con un girone di ritorno da giocare quasi per intero. In casa Pescara mancheranno Weiss, Togni, Capuano, Modesto e Sforzini.
Forse Bergodi schiererà un 4-4-2 al posto del consueto 4-3-3, oppure lo manterrà inserendo in tal caso Caprari.

Le formazioni

Palermo(3-5-2): Sorrentino; Munoz, Von Bergen, Aronica; Nelson, Barreto, Donati, Rios, Dossena; Fabbrini, Dybala  All. Alberto Malesani

Pescara (4-4-2) Perin; Zanon, Bianchi Arce, Cosic, Balzano; Bjarnason, Blasi, D'Agostino, Rizzo; Caraglio, Celik; Allenatore Cristiano Bergodi.

Fischio d'inizio allo stadio Renzo Barbera di Palermo ore 15:00, diretta tv su Sky e Mediaset Premium

venerdì 8 febbraio 2013

Meno Barcellona e più gioco all'Italiana, "perchè nu seme nu"

Premetto che io apprezzo molto l'operato del presidente Sebastiani e soci, perchè vi ha messo molto impegno e ha creato una società solida e senza debiti.

Il Pescara si trova, dopo un iniziale rilancio ottenuto con il cambio del tecnico, nella stessa situazione di due mesi fa: perde, e perde di brutto, con lezioni umilianti da parte non solo delle grandi squadre, ma anche di formazioni che lottano per la salvezza come la Sampdoria (6 a 0 a Genova).

E' facile criticare ed enunciare gli errori della dirigenza col senno di poi, seduti comodamente su una poltrona.
Vi sono però dei dati oggettivi. A giugno la difesa era il reparto che più necessitava di rinforzi, a detta di tutti gli addetti i lavoro. Nonostante la vittoria del campionato di B, il Delfino l'anno scorso ha incassato 50 reti.

Col mercato di Gennaio, dopo un girone di andata disastroso, il settore arretrato si è forse addirittura indebolito. Mancano, inoltre,  a mio avviso, due bei mediani che facciano "legna" a centrocampo: due che corrano e che abbiano un po' di cattiveria agonistica. A questa squadra occorrono elementi di sostanza, pronti per un campionato come il nostro e non  tante punte e mezzepunte discontinue che hanno ancora problemi a capire il tipo di gioco che serve.

Limiti
C'è un'altra tara di fondo nel calcio Pescarese: ogni volta che andiamo in serie A abbiamo la presunzione di poter fare il bel calcio, giocando con tre attaccanti e con giocatori che presumiamo di grande talento, ma che, visto il budget che abbiamo a disposizione, dei limiti li hanno sempre. Li avevano le mezzepunte Sliskovic e Allegri negli anni '90, che avevano i piedi buoni ma andavano per locali di notte.

Li hanno i vari Weiss, Quintero e Celik. Il primo è geniale ma discontinuo, il secondo ancora non ha cattiveria e senso tattico, il terzo gioca troppo di fino e si profonde in odiosi colpi di tacco anche quando stiamo perdendo. 

Sono tre grandi talenti che si faranno strada, ma per ora serve altro.

Tattica
Il 95 % delle squadre che lottano per la salvezza hanno una sola possibilità per battersi alla pari contro le squadre più forti di loro: puntare sulla corsa, sulla forza fisica e sull'impegno, e soprattutto, su un atteggiamento tattico difensivo.

Il classico catenaccio e contropiede è più facilmente assimilabile da una squadra italiana, visto che fa parte della nostra tradizione e ci ha fatto vincere 4 mondiali (che tipo di calcio facevano Pozzo, Bearzot e Lippi?).

Pescara non è Barcellona (e meno male!)
"Perchè Nu seme nu" è uno dei motti più amati dai nostri tifosi. E quando ci furono i Giochi del Mediterraneo del 2009, Amar Addadì, il Presidente internazionale della kermesse sportiva, lo ribadì, scatenando l'entusiasmo dello Stadio Adriatico.
A Pescara De Cecco prima e Sebastiani poi hanno voluto sognare la "Cantera" e il Barcellona, e ne parlano spesso. 

Primo: non è la nostra tradizione

Secondo: se è vero che in questo momento la nazionale spagnola va forte, non è detto che il suo sia l'unico calcio vincente.

Terzo: Per fare un calcio basato sul palleggio ci vogliono giocatori molto tecnici che Il Delfino non si può certo permettere.

Manovra prevedibile
Bergodi sta infatti facendo un calcio spagnoleggiante, e visto che tale gioco è fatto di tanti passaggi in orizzontale e di avanzate lente, le difese hanno tutto il tempo di riposizionarsi e la manovra è prevedibile.

Lo ripeto dunque: Catenaccio e contropiede sono la ricetta giusta, secondo il mio parere di tifoso. Quattro difensori, quattro mastini a centrocampo e due attaccanti che tornano a prendersi i palloni e che ripartono rapidissimi in contropiede, non lasciando il tempo ai difensori avversari di ragionare.
Andrea Russo

Sono candidato alla Camera dei deputati

Ecco il nostro nuovo volantino di La Destra, personalizzato sul retro per la circoscrizione Abruzzo. A mio parere è molto bello, sia per la grafica, sia per l'idea di voler lanciare un messaggio tramite il contrasto colore-bianco e nero.

Io sono in lista al n. 13 per la Camera dei deputati.



lunedì 4 febbraio 2013

Weiss non basta, il Pescara perde ancora. Forse è l'ora del catenaccio


Pescara-Bologna finisce 2-3, Gilardino esulta facendo il "violino"

Non basta al Pescara un ottimo Weiss che si dà molto da fare, costruisce il gioco, procura due rigori e ne segna anche uno.

Passati in vantaggio due volte, i padroni di casa scendono in campo molli nel secondo tempo, subendo una rimonta.

Dopo il 6-0 subito a Genova, si ci attendeva una scossa, vista anche la settimana di ritiro nelle Marche. Manca però la cattiveria agonistica, il carattere, e forse un atteggiamento tattico più consono alla situazione.

Il Bologna, pur non giocando un calcio trascendentale, merita di vincere grazie anche alle giocate di due assi come Diamanti e Gilardino, sfatando così il mito della sua debolezza fuori casa.

Le azioni: i primi venti minuti sono di studio per entrambe le contendenti, che non si fanno pregare scambiandosi tanti calci.

La prima azione vera c'è al 17', quando Taider, con un tiro da lunga distanza, impegna seriamente Perin, che devia in angolo.

Al 22' ancora Perin si esalta bloccando in due tempi una violenta conclusione di Diamanti.

Al 29' l'estroso Weiss (che già nei minuti precedenti aveva prodotto varie serpentine disorientando i difensori avversari) buca ancora la retroguardia Felsinea saltando due uomini, ma poi cade a terra per un contatto con Antonnson. L'arbitro De Marco assegna il rigore ma la decisione lascia dei dubbi: il contatto forse c'è stato, ma il trequartista slovacco sembra accentuare vistosamente la caduta.

Lo stesso Weiss, rialzatosi,  si accinge a battere dal dischetto. Prende la rincorsa e calcia molto bene, spiazzando con una finta Curci. 1-0 per i padroni di casa al 30' del primo tempo.

Al 34' Zanon rifila un calcione a Cherubin, che stava penetrando in area dalla fascia sinistra: rigore netto, e Diamanti realizza con un tiro centrale e potente. 1-1 e partita che entra nel vivo.

Al 43' Weiss cade ancora a terra, si pensa inizialmente all'ennesimo tuffo; il direttore di gara De Marco si consulta con il suo assistente di porta e dal labiale sembra dire la parola "caviglia". In effetti lo slovacco era stato colpito con la punta della scarpa ad una caviglia, e quindi, come mostreranno i replay televisivi, il rigore c'è.

Dopo dunque due o tre minuti di accertamenti, viene assegnato il terzo rigore della gara, che D'Agostino realizza, portando i biancazzurri in vantaggio.

Il Bologna prende però le redini del gioco nella seconda frazione, scendendo in campo più deciso. I biancazzurri sembrano addormentati, e al 50' c'è il pareggio: bella punizione cross di Diamanti, e Gilardino, sia pure ben marcato, si performa in un bellissimo colpo di testa a girare che trafigge un incolpevole Perin.

L'attaccante medagliato con un titolo di campione del mondo inizia a suonare davvero il suo violino, e dopo una rete annullata  (una bellissima girata di destro effettuata però in offside) il Gila continua a creare pericoli.

Sforzini nel frattempo viene cinturato in area da Taider  e buttato a terra, nonostante la sua mole, con un colpo di judo: l'arbitro lascia correre, forse condizionato inconsciamente dal fatto di avere già assegnato tre penalties.

E' però il greco Kone ad andare in rete, intercettando in acrobazia un bel cross di Morleo: 2 a 3 e risultato capovolto. In tale occasione la difesa di casa lascia libero sia l'autore del goal che un altro suo compagno.

Al 37', al termine di un'azione molto ben coordinata, Taider si trova da solo davanti a Perin e manca la porta di pochissimo, sebbene si fosse aperto un ottimo varco tra il portiere e il palo.

Il Pescara non c'è più, il Bologna legittima il risultato, camminando sulle rovine di una squadra che sta facendo di tutto per salvarsi ma che si trova in caduta libera. 

Vedremo se Bergodi riuscirà a cucire un paracadute ad hoc per la sua compagine.

E' facile parlare col senno di poi, guardando dall'esterno. A noi però sembra opportuno, e lo diciamo già da tempo, ricorrere a quello che fa il 95% delle squadre che si devono salvare: catenaccio e contropiede.

Bergodi. subentrando a Stroppa, ha creduto di poter mettere una mezzapunta e due attaccanti. All'inizio è andata bene, ma poi la situazione si è fatta davvero dura.

Visto che il Delfino ha pochi lottatori a centrocampo e una difesa leggerina, riteniamo che forse (senza pensare di essere i depositari della verità) ci voglia un centrocampo a 5 con Weiss suggeritore per Sforzini come unica punta e con gli inserimenti di gente abituata a farli come Cascione o come qualche difensore forte di testa.
Andrea Russo

domenica 3 febbraio 2013

Foto dal mondo: Seoul






Pescara-Bologna: le sensazioni del prepartita e le probabili formazioni


Il Pescara tenta di risalire la china dopo la partita disastrosa di Genova contro la Samp. A preoccupare non è tanto la situazione di classifica: è quartultima e i tifosi sanno che bisognerà lottare fino al 90' dell'ultima gara. Il punto è un altro: ci sono troppe partite in cui la squadra mostra un black out totale. 


Se il Delfino avesse perso solo 1 a 0 con la Samp, non vi sarebbe stato un grande putiferio. Le sei reti che hanno fatto sembrare la Samp il Real Madrid e il giovane Icardi il nuovo Hugo Sanchez, hanno fatto scattare l'allarme nel presidente Sebastiani che ha mandato la squadra in ritiro e negli ulimi quattro giorni di calcio-mercato ha ingaggiato Sforzini, Sculli e Zauri.


Il primo è una punta in forma smagliante, che ha già siglato 10 goals in 23 partite del girone di andata di serie B. E' forte fisicamente e di testa, ed ha il fiuto del goal. Potrebbe essere lui l'uomo della svolta, visto che gli attaccanti adriatici sembrano tiratori scelti con il fucile inceppato.

Giuseppe Sculli è un po' sottotono, ma è recuperabile in tempi brevi e può rendersi utile con le giocate fini e la sua esperienza. Il terzo è un difensore poliedrico e di grande esperienza, che ha giocato anche in nazionale e la cui qualità non è messa in discussione. C'è inoltre da aspettare per vedere se arriverà Kasami, il cui ingaggio è saltato per un guasto della rete Internet nella sede delle contrattazioni, l'Ata Hotel di Milano.

Il Bologna proviene da un buon 3 a 3 casalingo con la Roma, ma in trasferta ha un andamento disastroso: Mister Pioli ha detto di aspettarsi un Pescara grintoso, dopo l'onta del 6 a 0 subito a Genova e dopo la settimana di ritiro nelle Marche, e di voler dare battaglia per vincere finalmente anche fuori casa contro una squadra dai valori simili. I Felsinei sono quintultimi, un posto solo più avanti del Delfino, con 22 punti, a due soli punti di distacco dall'avversario.

Pescara (4-3-3): Perin, Zanon, Bianchi Arce, Capuano e Balzano; Rizzo, D'Agostino, Cascione; Weiss Caprari e Sforzini. All: Cristiano Bergodi

Bologna(3-4-3): Curci, Cherubin, Antonnson, Sorensen; Morleo, Taider, Perez, Motta, Diamanti, Kone, Gilardino. All: Stefano Pioli. Arbitro: De Marco, classe 1973, della sezione di Chiavari.
Stadio Adriatico Luigi Cornacchia di Pescara, ore 15:00. Diretta su Sky Sport e Mediaset Premium