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sabato 31 ottobre 2009

Kings of Convenience - Mrs Cold


Segnalo un pezzo notevole che circola attualmente anche nelle radio italiane. Mrs Cold è un brano riconoscibilmente dei Kings of Convenience, ma molto vicino, nello stile, a Simon e Garfunkel.


I Kings of convenience, Norvegesi di Bergen dai nomi per noi italiani impronunciabili, hanno ormai un certo seguito anche nel Belpaese, da quando, nel 2004, iniziarono a circolare i loro primi video.

Nelle loro canzoni, nonostante non siano più giovanissimi, ricorrono spesso i temi dell'amore e dell'amicizia trattati con pudicizia da teen ager.

Tipicamente nordeuropei sono sia il modo di cantare, misurato e senza grida, che i testi

Cantano di amori platonici o quasi, gestiti ancora con una mentalità adolescente. L'incomunicabilità, il piacere di parlare espressamente di qualcosa che deve restare tra le righe, è una componente caratteristica delle loro composizioni.

Si tratta di un duo prevalentemente acustico, come i già citati Simon e Garfunkel, gli anglo-americani America (che però sono in tre) e i Turin Brakes (letteralmente: "I freni di Torino").

Il nome dei Kings of Convenience (I re della convenienza) nacque dall'esigenza di trovarsi presto un nome per presentarsi ad alcuni festivals londinesi. Amici e uniti dalla musica fin dalla prima adolescenza, Erlend Øye e Eirik Glambek Bøe sono al loro quinto disco, uscito il 25 Settembre, dal Titolo Declaration of dependence (Dichiarazione di dipendenza).

Tra i due, il più "artista" come carattere è Erlend, anticonformista ed estroso, anche nelle battute. Eirik invece è una persona composta; è uno che ai tempi della scuola era il classico primo della classe. Ha come consorte una bellissima modella, che appare anche in alcuni loro video. Erlend si espone di più, e confida che lui vorrbbe cercare un metodo di composizione più collaborativo col compagno, mentre l'altro vuole creare le canzoni da solo e poi lavorarci su assieme.


Nell'ultimo disco, il pezzo "Boat behind" è stato scritto durante le prove di un loro concerto a Bari.


I Kings of Convenience amano l'Italia, e ultimamente hanno preso ad andarci sempre più spesso, anche per trovare la calma di scrivere i loro pezzi. Vanno volentieri a Rubiera, in provincia di Reggio Emilia, dove hanno registrato metà del loro nuovo disco. E' sempre interessante, affermano, confrontarsi con una cultura diversa come la nostra, e stanno imparando qualcosa di più su di noi, cogliendo qualche sfumatura che prima sfuggiva.
***

Mrs Cold, storia di un amore mai sbocciato, per la paura infantile di lei di esporsi.




Cenerutolo - Favola da bar


Tratto da "Bar Sport".Omaggio allo scrittore Stefano Benni

C'era una volta un bar-bene.
Ai tavoli bene sedeva gente-bene, bevendo grandi bicchieroni di roba verde con una fetta d'arancio. I visi erano abbronzati, le giacche cascavano bene, c'era un buon profumo di dopobarba, sali da bagno e borse di coccodrillo. I camerieri avevano la giacca bianca, basette ben tagliate e un sorriso luminoso, ma rispettoso delle distanze. Si chiamavano Toni, Rufus e Luis.
Unica nota stonata, in questo bar-bene, era un camerierino piccolo e modesto, che veniva da Trapani e si chiamava Cenerutolo Antonio. Cenerutolo non aveva la giacchetta bianca, solo un grembiule unto e bisunto, con la scritta Margarina Gradina, i sandali ai piedi e in testa un berretto di carta da pacchi. Per il suo misero aspetto il padrone del bar, Ottavio, non voleva che si facesse vedere dai clienti.
-Cenerutolo- gli diceva - Tu sei uno sguattero. Non puoi fare il cameriere, non hai la presenza. Metti gli stecchini nelle olive. Metti il salmone nelle tartine. Sgura il secchiaio. Lava i cucchiaini. E così via.Cenerutolo, che era molto buono, faceva tutto ciò che gli si diceva, per 35.000 lire al mese, due pasti al giorno e un materasso tra le casse di birra. Lavorava contento e cantava "Core ingrato" con bella voce già tenorile, e tutti i passeri e le rondinelle volavano incantati a sentirlo e lasciavano un obolo.
Toni, Rufus e Luis lo prendevano un po' in giro, e si divertivano a schizzarlo col sifone del selz e a strappargli i peli delle sopracciglia, che aveva folte e nere, per riempire i vuoti dei loro baffi.
Ma Cenerutolo lasciava fare. Anzi, voleva bene a Toni, Rufus e Luis, perchè erano eleganti e portavano tanti bicchieri tra le dita. Ah, come avrebbe voluto anche lui versare una Coca-cola nel bicchiere di quelle signore, e avere una bella giacca bianca con la tasca piena di tappi.
Ma la voce di Ottavio lo destava dai suoi sogni.
Cenerutolo aveva solo tre amici, con cui divideva lo sgabuzzino delle casse di birra. Due erano topini, di quelli che frequentano i bidoni dei rifiuti. Erano topini molto graziosi. Uno si chiamava Cavicchi, pesava venticinque chili e gli dava una mano nei lavori pesanti. L'altro si chiamava Emanuele, era un topo molto istruito e studiava per dare l'esame di cavia e sistemarsi alla facoltà di Biologia.
Con loro Cenerutolo passava lunghe ore parlando di calcio e di donne, con la testa dentro a un buco del muro.
L'altro amico di Cenerutolo era il Tre-uno Tre-uno, che lui sentiva tutti i giorni alla radio e che lo commuoveva fino alle lacrime.
La notte, sognava Cavallina che lo teneva sulle gnocchia e gli raccontava delle bellissime storie. Un bel giorno, al bar-bene, fu organizzato un cocktail-party in smoking, con barbecue, grill service, hot dog, whisky and sour e dopo un salto al bowling.
C'era tutta la crema della città, con una ciliegina in cima. La ciliegina era la principessa Sperelli, figlia del Re dell'Acciaio e della Regina della Ghisa, con un nonno magnate dello stagno, una sorella cassaforte e un fratello magro come un chiodo. La principessa Sperelli aveva sedici anni,un volto angelico e alle spalle una laurea in lingue e nove aborti. Aveva avuto tutto dalla vita, ma si annoiava. I più bei partiti della città si prosternavano ai suoi piedi, ma lei li respingeva.
In quel cocktail, la principessa avrebbe scelto l'uomo della sua vita. Per questo tutta la città era in fermento, sarti, parrucchieri e saune erano stracolmi, le lampade a quarzo ronzavano, i massaggiatori massaggiavano e si ripassava il francese.
Nel bar-bene, quella sera, c'era quindi una grande agitazione.
Ottavio balzava qua e là disseminando portacenere, Toni si pettinava le basette, Rufus arricciava i baffi col coltellino da burro,Luis si imbrillantinava la testa con gelatina di Sevilla Marmalade. Cenerutolo spiava i preparativi nascosto dietro tre piani di piatti, mentre Cavicchi gli passava il Vim.
-Ah-, sospirò -se potessi servire ai tavoli!-
-Ti ho sentito!- gridò subito Ottavio. - Per carità, non ti devi far vedere, che figura ci faccio! fila dentro la ghiacciaia!-
E lo chiuse tra i prosciutti. Cenerutolo stette buono buono a sentire il rombo delle Honda che arrivavano, i gioielli che schinchiccheravano, le ventate di Guerlain che riempivano l'aria, e risate, e "Quando calienta el sol". Allora una lacrima scese sul suo sopracciglio ghiacciato, perchè Cenerutolo s'era abituato a piangere all'insù per non sporcare per terra. Ed ecco che accadde dell'incredibile. La radio si accese da sola, per magia, e la voce di Cavallina disse:
-Si è rivolto a noi un cameriere di Trapani, Antonio Cenerutolo. E' un caso molto umano. Cenerutolo, mi sente?-
-Si dottore-, disse Cenerutolo, emozionato
-Lei, se non sbaglio, avrbbe un grande desiderio. Servire ai tavoli del cocktail Sperelli.-
-Si, dottore-
-Abbiamo qui, in qualità d'esperto, il presidente dell'associzione nazionale barman, Torelli. Gli cedo il microfono.
-Mi sente, Cenerutolo?- Disse il presidente
-Dove si trova adesso?-
-In ghiacciaia-
- Bene: dica tre volte: tutto va meglio, con Coca-cola, chiuda gli occhi e conti fino a dieci.
- Sì dottore: uno, due, tre, quattro.
- Allora, Cenerutolo?
Cenerutolo aprì gli occhi e... prodigio! Ai suoi piedi, uno smoking di raso azzurro, dono dei lettori del "Radiocorriere", e Cavicchi ed Emanuele trasformati in portasigarette.
- Grazie, grazie, dottore- disse Cenerutolo.Ma la radio, sempre come per magia, trasmetteva il bollettino delle maree.


Il cocktail era nel suo pieno, ma Ottavio non era contento. La principessa Sperelli non consumava. Invano Rufus, Luis e Toni volteggiavano come farfalle intorno al suo tavolo. La bella aveva mangiato appena mezza oliva, di malavoglia. Chiese un bicchiere d'acqua minerale, bevve un sorso, e disse che era troppo gasata. Gliene portarono un altro, ma disse che era poco gasata. Ottavio piangeva disperato.
Fu in quel momento che, a fondo sala, apparve Cenerutolo azzurro, lindo e impeccabile.Un mormorio percorse la sala.
- Chi è quel maitre?- dissero i signori-bene sottovoce
-Non s'è mai visto-.
-Che portamento, che stile- dissero le signore-bene. Deve essere inglese-.
Cenerutolo si avvicinò al tavolo della Sperelli. In una mano aveva un bicchiere d'acqua semplice e in un'altra un calice pieno di bollicine.
- Due grazie disse la principessina illuminandosi; e tracannò la minerale sotto lo sguardo ammirato dei presenti.
-Questo è servizio- disse il Re dell'Acciaio.
- Parbleu- fecero eco tutti i presenti, molti de quali a bocca piena.
Poco dopo la principessina prese un cucchiaio e tra lo stupore generale si mise a battere sul bicchiere urlando: - Cameriere, cameriere!- Cenerutolo guizzò tra i tavoli e disse:
- Desidera?-
-Sei panini con prosciutto cotto- disse la Sperelli.-
Ma cosa succede? E' impazzita?- bofonchiò il Re del'Acciaio.
-Lasciala fare, lasciala fare- disse la Regina della Ghisa, che la sapeva lunga.
Di lì in poi, la principessa e Cenerutolo furono inseparabili per tutta la sera. Lui le tagliò l'ananas, la consigliò sullo champagne, le smacchiò una manica. Lei rideva, scherzava, rideva e mangiava come un bufalo. Alla fine la sentirono anche fare un rutto e ordinare del coniglio in salmì.
-Ma insomma, disse il Re dell'Acciaio, ma che figura ci fa fare!-
-Son ragazzi, son ragazzi, disse la Regina della Ghisa, che la sapeva lunga-
-Voglio una minestra di fagioli- urlò la Sperelli a que punto, tra l'indignazione generale.
-Ferma, ferma!- disse Ottavio, ma Cenerutolo era già sul posto con una scodella fumante.
-La minestra di fagioli a mezzanotte- osservò la Regina della Ghisa
-Cara, ma perchè non ti controlli un po'...
-Mezzanotte!- disse Cenerutolo, e sbiancò.
-E io devo ancora giocare la schedina!-
Girò sui tacchi e dribblò i tavoli come terzini.
- Cameriere, il parmigiano!- urlò la Sperelli.
-Dove va?- Ma Cenerutolo già pedalava a tutta andatura verso il bar ella stazione.
-Se n'è andato- scoppiò a piangere la Sperelli, e tirò la minestra in faccia al presidente del tribunale.
-Ma chi è quel maitre? Perchè non porta il parmigiano alla mia bambina?- disse il Re dell'Acciaio-
-Perchè con la minestra di fagioli ci vuole l'olio- disse la Regina della Ghisa, che la sapeva lunga. Ma la principessina Sperelli piangeva e piangeva, e le lacrime e il rimmel scorrevano per il pavimento.
-Un milione a chi ritrova quel maitre!- urlava il Re dell'aciaio. - Due milioni! Tre milioni! Tutte le mie fonderie!
-Che scandalo- dicevano le signore-bene - un maitre che pianta lì di servire, e nessuna sa chi è, e da dove viene-.
Allora la Regina della Ghisa, che la sapeva lunga, disse: - C'è un capello nella minestra!-
-E' suo, è suo- gridarono tutti -è del cameriere misterioso.
-E' un capello incredibilmente grasso, attorcigliato, crespo e sporco - disse Alexander, il parrucchiere delle dive. - Così c'e n'è uno su un milione
-E' mio, è mio, dissero Toni, Rufus e Luis, e furono immediatamente incriminati per falso dai numerosi generali presenti. Il Re dell'Acciaio andò alla camera del lavoro, s fece dare una lista di camerieri, ne passò in rasegna tremila, ma nessuno aveva un capello de tipo cercato.
Cenerutolo, che non avendo le marchette non era nella lista, avrebbe continuato a lavar piatti fino alla morte, cantando "Core ingrato" e tifando Napoli. Ma il destino autò i due giovani, La Maserati degli Sperelli investì Cenerutolo mentre in bicicletta recapitava una torta a domicilio.
- E' lui, gridò la Sperelli vedendolo sotto le ruote.
Lo curò amorosamente, poi lo assunse a 120.000 lire al mese più i contributi.Lo mise in batteria con due maggiordomi Somali, una balia friulana e un cuoco francese. E vissero insieme felici e contenti, a parte Cenerutolo.

giovedì 29 ottobre 2009

Due improvvise botte di buonismo di Tremonti.


Alcuni mesi fa lo strano fenomeno è iniziato con le banche.

Tremonti ha detto: "Le banche devono essere più sensibili alle esigenze di liquidità degli imprenditori", e lo ha ribadito anche ora che la crisi economica mondiale sta finendo.

In tanti sono sobbalzati di fronte al giornale o alla tv quando poi il professore di diritto tributario e ministro delle Finanze ha rincarato la dose: "Non si può costruire un futuro col lavoro precario, il posto fisso è un valore".

Epifani, leader della Cgil, ha commentato: "Parla come un nostro iscritto", evidentemente compiaciuto.

Tremonti ha spiazzato un po' tutti, visto che in passato ha esposto ben altre idee ed a molti appare come un freddo uomo di numeri.


Buoni gli intenti, ministro, ma adesso, seguano i fatti.

Pierluigi Bersani eletto segretario del Pd. Auguri a lui e speriamo che sia un leader forte.


Il Pd ha scelto. Ha votato a larga maggioranza Bersani come suo leader, al primo turno.
Ora non deve ricadere nei soliti intrighi di palazzo: chi vince comanda, e i capi di correnti interne allo schieramento dovranno dare segno di correttezza non remandogli contro, come hanno fatto con Veltroni.

Lo stesso Veltroni disse: "Auguro ai miei successori di non ricevere dal partito lo stesso trattamento che io ho ricevuto".

A Bersani chiediamo coraggio, la volontà di imporre le proprie idee perchè c'è bisogno di una leadership reale, che non si ottiene con interminabili discussioni, con governi ombra o chiedendo ad almeno sei o sette persone il proprio parere prima di prendere la più piccola decisione. I tempi del raduno di Caserta con 40 esponenti di coalizione sono finiti, almeno ce lo auguriamo di tutto cuore

Piero Marrazzo deve restare in sella.


Piena solidarietà a Piero Marrazzo.

Il governatore della regione Lazio è stato vittima di un ricatto da parte di alcuni carabinieri per colpa di un video che lo ritrae in intimità con un trans.

Per lo scandalo che è derivato da ciò, e per l'incrinamento dei rapporti familiari che ne è derivato, Marrazzo si è dimesso, adducendo un certificato medico.

L'ex conduttore televisivo è vittima di una macchinazione, forse politica, e il suo schieramento ha potuto saggiare che chi di scandalo ferisce, di scandalo perisce.

Il fatto disdicevole non riguarda il governatore della regione Lazio, la cui privacy è stata violata e il cui atteggiamento istituzionale rimane integro.

Ciò che fa capire che un salto qualitativo a livello politico ancora non c'è, è l'atteggiamento della sua maggioranza e dell'opposizione in consiglio regionale.

Una attestazione di solidarietà generale e un invito a proseguire il suo mandato avrebbe posto la parola fine all' "era degli atti vili" , e ad una interpretazione deteriore del confronto politico.

Marrazzo deve rimanere, proprio per dimostrare che ciò che gli è accaduto non ha niente a che vedere con la sua gestione della regione Lazio, tanto più che la magistratura non ha ravvisato ipotesi di reato nei suoi confronti.

sabato 24 ottobre 2009

New Order - True Faith


Bat for lashes - Natasha Khan.


Sembra una ragazzina. Piccolina, lineamenti da adolescente. Eppure Natasha Khan, che si firma nei dischi come Bat for Lashes, ha già trent'anni, e suona bene diversi strumenti.
Ha una storia non facile alle spalle, il racconto di una vita dato in pasto ai giornali, non si sa quanto volentieri.

Una vicenda esistenziale che vede lei e la madre abbandonata dal padre, e un'adolescenza trascorsa principalmente in Inghilterra.

Essendo il padre pakistano, e conservando parte dei tratti somatici paterni, è stata oggetto anche di episodi di razzismo.

Il suo ultimo video, Daniel, sembra ricamare su questa storia non proprio felice, e la ritrae in una valle di lacrime.

Purtroppo, quando ci sono le grandi produzioni britanniche di mezzo, il dubbio di uno sfruttamento commerciale anche di ciò che è personale c'è sempre, magari con l'artista cosciente e partecipe.
La canzone Daniel , ultimo pezzo di "Pipistrello per ciglia" (questo vuol dire Bat for lashes), comunque, è bellissima.
Non è il suo esordio discografico, ma in Italia almeno si sta facendo conoscere con questo singolo, in cui c'è un chiaro riferimento al film Karate Kid.
Anche l'attore Ralph Macchio, tra l'altro, dimostrava molti meno anni di quanti ne avesse, all'epoca del film. L'operazione di fingersi adolescente dunque, le riesce.
Il video tra l'altro include delle belle coreografie e maschere simili a "exogini", che ricordano anche il video dei New Order "True faith"e "Around the world" dei Planet funk. Probabilmente simboleggiano angoscia e cattivi pensieri, maligni fantasmi notturni che albergano nella mente.

L'augurio da farsi, è che questa grintosa ragazzina non si lasci trascinare dalle sirene di una musica troppo commerciale, ma che continui la sua ricerca verso una certa originalità di cui sembra andare fiera.
"Daniel", sua ultima hit.

venerdì 23 ottobre 2009

I racconti dell'età dell'oro

Non capita spesso di vedere, al termine della proiezione di un film, al cinema, le luci che si riaccendono e gli spettatori che si rialzano con un sorriso soddisfatto, segno palpabile che il film ha fatto centro.



Ed è per questo che vale la pena scrivere di questa pellicola recente, presentata all'ultima rassegna del cinema di Venezia: 

"Racconti dell'età dell'oro" possiede un linguaggio comunicativo fresco, diretto, mai banale e soprattutto fuori dagli schemi del già visto. Sono episodi tratti dalla realtà che mantengono intatta la loro autenticità anche nella loro trasposizione artistica, ben girati, ben recitati, con ironia e dramma che si fondono.
Cinque registi hanno fatto rivivere sullo schermo vere e prorie leggende metropolitane: Ioana Uricaru, Hanno Höffer, Răzvan Mărculescu, Constantin Popescu e Cristian Mungiu, regista pluripremiato e attualmente sulla cresta dell'onda. 
La sceneggiatura di tutto il film è dello stesso Mungiu, promotore dell'opera che ha creato l'amalgama tra tanti stili di regia diversi partecipando alla realizzazione artistica e facendo da promotore e supervisore.

In un colloquio privato tra Mungiu e alcuni conoscenti e colleghi, durante un'edizione del festival del cinema di Venezia, qualcuno sollevò il dubbio che ormai tante produzioni fossero create più per i festivals che per gli spettatori.
Fu così che il regista rumeno decise di coinvolgere altri autori connazionali in un'opera che mettesse al centro la gente del suo paese, trovando di estremo interesse trasporre su pellicola quelle leggende metropolitane e grottesche che circolavano all'epoca del regime quando le condizioni di vita erano più dure e la libertà era una parola preziosa e a tratti irraggiungibile.
 
Si tratta di storie probabilmente vere, comunicate tramite il passaparola. Se ne parlava spesso facendo la fila per ottenere il cibo razionato dalle autorità, durante gli ultimi quindici tremendi anni del regime di Ceausescu che portarono il popolo alla ribellione finale. 
Forse il motivo principale di ribellione fu proprio la fame, che scavalcò come priorità anche l'esigenza di libertà.
Ironico è dunque il titolo scelto "I racconti dell'età dell'oro", e la scelta di chiamare leggenda ogni singola storia, proprio per esaltarne la connnotazione di leggenda meropolitana. 
Sono spezzoni che per il contesto di povertà e la chiave grottesca ricordano un po' i films di Kusturica. In Italia circola una versione con soli quattro episodi, ma a quanto pare ne sono stati girati sei.
Uno dei due episodi che non ci è dato di vedere è tra i più esilaranti e al tempo stesso drammatici, ovvero "L'imbottigliamento dell'aria".
Da sottolineare è che in Romania il film non è ancora uscito. Nella versione Romena (chissà perchè preferiamo "rumeno", anzichè "romeno", termine più corretto, secondo i linguisti) i sei spezzoni sarano divisi i due parti:
4 episodi nel gruppo "racconti sulle autorità" e 2 come "racconti d'amore".

Riassumiamo i quattro sketches della versione italiana.
La leggenda della visita ufficiale
 
Un funzionario di partito piomba nel villaggio di Vizuresti, ultima tappa della visita di una delegazione indiana. Tutto deve essere pianificato alla perfezione per accogliere al meglio gli ospiti, e tutto il villaggio ha il dovere tassativo di collaborare.
Ma due contrordini consecutivi provenienti da Bucarest e una cena con qualche bicchiere di vino di troppo fanno sì che il funzionario statale coinvolga il sindaco del paese e altre persone in un tragicomico contrattempo.

La leggenda del trasportatore di pollame
Un autotrasportatore di pollame, per fare una gentilezza ad una bella locandiera, rompe il divieto di non aprire il camion fino alla consegna e preleva delle uova fresche dalle gabbie, finendo in galera.
La leggenda del fotografo
E' in corso la visita di Giscard D'Estaing a Ceausescu, e il giornale "Scinteia", principale organo del partito, ordina al fotografo e al suo assistente di recarsi in fretta sul posto,fotografare l'evento e tornare altrettanto rapidamente: il giornale deve andare in stampa e non c'è tempo.
Qualcosa però va storto: Ceausescu si toglie il cappello di fronte all'ospite straniero, e sembra quasi un'atto di deferenza.
Inaccettabile: bisogna ritoccare la foto. Si decide di mettere il cappello anche al presidente. Ma la fretta è tale che i fotografi non hanno il tempo per finire il loro lavoro, e viene stampato il giornale con una singolare immagine: Ceausescu ascolta il discorso di D'Estaing con un colbacco in testa, ma col cappello vero ancora in mano. 
Si bloccano le stampe e il giornale non andrà in edicola, ma qualcuno riesce lo stesso ad averne una copia, ridendo lui, una volta tanto, del suo dittatore.

La leggenda del poliziotto ingordo 

Un poliziotto riceve in dono un maiale vivo in un periodo di grande fame.
Deve ucciderlo, dunque, per poter mangiare. Per non suscitare la curiosità dei condomini, sigilla la cucina, stacca l'elettricità, apre una bombola del gas e vi rinchiude il maiale, asfissiandolo.
Ha rischiato di far saltare in aria l'intero palazzo, ma ha raggiunto lo scopo. Non ha calcolato però un altro particolare..

giovedì 22 ottobre 2009

Piazza "salotto", è ora di darle un nuovo volto













A sinistra, Piazza della Rinascita com'era fino ad alcuni anni fa, mentre a destra è fotografata allo stato attuale. Sono tra l'altro visibili i cavi che reggono le palme nuove e sfrondate, probabilmente per un capriccio stilistico del progettista.

"Piazza salotto? Piazza Kabul! Il vecchio salotto non esiste più da tempo!"

Così in un vecchio spot elettorale, Lorenzo Valloreja stigmatizzava lo stato di abbandono della nostra "Piazza della Rinascita", familiarmente ribattezzata dai pescaresi Piazza salotto.

Ma Valloreja, come gli altri pescaresi, non sapeva che il peggio doveva ancora venire.

C'è stato un rifacimento, alcuni anni fa, che ne ha determinato un ulteriore degrado .

Nonostante elementi architettonici e pavimentazione rinnovati, la piazza principale di Pescara si è assai imbruttita, tanto da far preferire i precedenti segni di usura.

Lungi dal farne un caso politico, mi interessa di più analizzare lo sfacelo con un intento costruttivo.

Sono stati cancellati in un solo colpo alcuni pini marittimi, una bella fila di magnolie posta al centro del suo perimetro, una fontanella nei pressi dell' "elefante" che è stata quasi sostituita, a pochi metri, da due orrende pedane.

Stendo un velo pietoso sul "Wine glass", opera che si è rotta da sola dopo pochi giorni dalla sua installazione a colpa di una gelata e rimasta così, all'abbandono, in attesa dello sviluppo di vicende giudiziarie che riguardano il suo finanziamento.

Mi piace confrontare invece le vecchie palme che c'erano prima, circondate da comode panchine, grandi e rigogliose, con quelle rinsecchite, simili a scopettini, che ci sono adesso, qualcuna sorretta anche da cavi metallici.

Gli spazi vuoti rimasti nel salotto di Pescara sembrano simboleggiare dei vuoti metafisici, e francamente ricordano, in brutto, alcuni spazi e piazze vuote presenti nei quadri di Giorgio De Chirico e di Morandi.

Le palme di Pescara distrutte dal "punteruolo rosso". Pronti duecentomila euro per tamponare l'emergenza.


E' un'insetto piccolo piccolo, che sta nel palmo di una mano, e vagamente ricorda una coccinella. Eppure, il punteruolo rosso sta dando tanti dispiaceri a noi pescaresi, che stiamo vedendo la nostra riviera imbruttita a causa della malattia delle palme che tale animaletto ha determinato.
Sarebbero 70 su 700 le piante definitivamente compromesse, ma quele ammalate sono di sicuro molte di più.

Si sono presi dei provvedimenti, (che per Nico Lerri del Pdl sono stati tardivi, da parte della precedente giunta che ne aveva dato il via).

Poco importa, ora che è più produttivo puntare sulle misure ulteriri a prendere.

Innanzitutto c'è l'inverno incombente a dare tregua alle piante, in quanto il morbo si diffonde con meno rapidità in tale stagione.

Sono poi pronti da parte del comune altri duecentomila euro da devolvere in favore della cura delle piante.

Per sconfiggere il fenomeno, però, serviranno ulteriori interventi, tra i quali anche un'opera di disinfestazione sulle palme dei privati cittadini, che, per la risoluzione del problema, dovrebbero dare il via libera alla bonifica. In caso di diniego, le altre palme potrebbero essere nuovamente contagiate, in un circolo vizioso che non gioverebbe a nessuno.

Intanto c'è anche un'altra fase da mettere in preventivo: la sostituzione delle palme irrecuperabili con altre nuove. A tal proposito si è ventilata l'ipotesi di impiantare palme da cocco, che sarebbero resistenti all'opera del punteruolo rosso.

Un sorriso benevolmente ironico percorre le labbra di qualcuno, però.
Chi è che non ricorda tra i pescaresi quelle splendide, robuste e rigogliose palme che c'erano in "Piazza salotto" prima del suo rifacimento? I giovani amavano sedersi sulle panchine costruite attorno ad esse, e qualche volta capitava di sentirsi cadere in testa delle piccole noci, sorta di frutti di quelle piante sane.
Rischieremo dunque un trauma cranico passando sotto le palme da cocco?

martedì 20 ottobre 2009

Per non parlare di Rambo


Il primo film di Rambo, come anche quello di Rocky, è più misurato, più artistico.


Il primo Rocky, del 1976, nasceva in un periodo in cui c'era un filone di films americani "seri", come Kramer contro Kramer (1979) e Oliver's story (1978), e Stallone, alla sua prima prova da protagonista e da sceneggiatore e all'incirca trentenne, non era ancora molto famoso.


Rambo, del 1982, con uno Stallone già affermato, parla di un reduce della guerra del viet nam che non si è mai riadattato alla vita civile, e per sfuggire ad un banale arresto fa fuori agenti di polizia e scatena una guerra praticamente partendo a mani nude.


Alla fine viene accerchiato, ma un suo vecchio superiore del Viet nam lo convince a costituirsi, evitando una morte sicura.


Già se si racconta solo la trama, come potete notare, il film sembra alquanto interessante, e tutto sommato, credibile.


Nei films successivi, però, Rambo non solo viene perdonato, ma impiegato in missioni di guerra nel Viet-nam post bellico in cui ancora ci sono tanti prigionieri da liberare. Rambo sa fare tutto: usare i bazooka, guidare i camion, gli elicotteri, e le pallottole lo evitano, quasi in segno di rispetto.

Mah!

Certi films sono divertenti e sciocchini al tempo stesso.

Hans Lundgren (nome d'arte Dolph Lundgren), Svedese, ex campione di Karate, diventò dopo Rocky IV un'ottimo protagonista di films d'azione)

Mi sono ricordato stamattina di un vecchio film, Rocky IV, vado a memoria e mi sembra che sia del 1986.
Lo andai a vedere al cinema coi miei fratelli, e mi ricordo che durante gli scambi di pugni tra Rocky e Ivan Drago il pubblico in sala applauidiva (vivevo in una città piccola e, che volete, i posti di provincia sono così).

Quante volte l'ho rivisto, eppure sempre l'ho trovato divertente.

Sciocchino anche, ma piacevole. Un' "americanata".

Il pugile degli Stati Uniti è buono nel film, e quello Russo è cattivo.

Rocky va fino in Russia e si allena alla vecchia maniera, all'aria aperta e in un granaio, su delle montagne alquanto improbabili, visto che gli Urali distano da Mosca migliaia di chilometri.

Ivan Drago invece si allena in un laboratorio, corre in tondo dentro un corridoio e da cazzottoni su un macchina che segna la potenza, un po' come al luna park.

Ivan Drago, tra l'altro, si inietta delle sostanze dopanti nel braccio.

Alla fine i due si incontrano sul ring e se le danno di santa ragione, di fronte a Gorbaciov, ma prima che l'incontro, alquanto equilibrato, finisca, il pubblico russo, chissà perchè, tifa tutto per Rocky (ma guarda un po' questi russi dispettosi).

Rocky alla fine vince, come al solito, e attacca un sermone uscendo di molto dal commento sull'incontro.

Si mette a parlare addirittura di fratellanza universale, e, velatamente, di politica e di guerra fredda.

Guarda caso, la lezione di pacifismo la dà l'Americano e non il Russo, che però si ribella ad un suo gerarca e gli mette le mani addosso, facendo i complimenti a Rocky.

Non ho mai capito se quel gerarca fosse il capo della federazione pugilistica o qualcos'altro.

Ah dimenticavo, Ivan Drago è anche un assassino, perchè ha ucciso sul ring Apollo Creed (e per questo motivo Rocky ha deciso di sfidarlo, in quanto dal terzo film in poi era diventato grande amico di Apollo).

domenica 18 ottobre 2009

Royksopp


Un ruolo importante nel panorama dell'elettronica degli ultimi anni spetta di diritto ai Royksopp. Ormai non è una bestemmia collocarli a fianco dei Kraftwerk, a ragione considerati i padri della techno, o dei Chemical Brothers.
Sebbene il duo scandinavo, come quello britannico, non abbia il merito di aver creato un nuovo genere e non possiede la stessa carica rivoluzionaria dei Kraftwerk, il talento e la raffinatezza non si discutono.
Torbjorn Brundtland (sintetizzatori e vocoder) e Svein Berge (sintetizzatori, batteria elettronica e voce) si conobbero ai tempi del liceo, ed ebbero modo di condividere la passione per la musica, sperimentando e studiando assieme quel tipo di musica d'avanguardia su cui hanno plasmato col tempo il loro stile.
Il Primo disco è del 2001, Melody A M, a cui sono seguiti The understanding (2005), Royksopp, night out (dal vivo, del 2006), Back to mine(2007), Junior (2009).

Particolarità dei Royksopp è quella di mutare il proprio suono con estrema disinvoltura, e probabilmente anche un loro estimatore spesso non è in grado di riconoscerli, al solo ascolto di un brano nuovo.
La costante ad ogni modo è sempre la strumentazione elettronica.

La musica dei Royksopp si presta a molte variazioni di tema, e infatti si contano molti remix dei loro brani. I djs hanno esaltato le proprie doti, grazie a loro.
Non c'è da stupirsi, visto che anche la dance è ormai frutto di un lavoro su strumentazioni elettroniche, campionatori, sintetizzatori, computers, macchine per il missaggio e la post-produzione.
Ecco alcuni brani scelti del repertorio del duo scandinavo:

Sparks, bellissima canzone dall'atmosfera notturna e rarefatta.




What else is there, con un video nordico e dal fascino sinistro, raro esempio di clip musicale in cui gli effetti speciali sono usati con buon gusto e non a sproposito


Eple



Poor Leno

Milton Nascimento


Nato nel 1942, figlio adottivo di un bancario e tecnico elettronico e di una insegnante di musica, ebbe la possibilità di formarsi artisticamente negli anni '60 approfondendo lo studio della chitarra e del samba.
Un notevole grado di maturità artistica è testimoniato dal suo disco del'72 con Club de esquina, in cui figurano, tra i vari pezzi, Cravo y Canela, recentemente riarrangiato per la voce di Fiorella Mannoia. Nel rifacimento Milton suona e si fa sentire come corista. Milton Nascimento è una stella della musica internazionale e i suoi dischi vengono venduti in tutto il mondo.
Ha collaborato con artisti di vario genere molto noti come, ad esempio, i Duran Duran, Paul Simon, Cat Stevens e Pat Metheny, che probabilmente molto ha attinto dalla sua musica, perchè lo si percepisce in molti dei suoi pezzi (Pat Metheny ha vissuto 5 anni in Brasile, tra l'altro).
Vi faccio ascoltare Cravo y canela nella sua versione originale.

giovedì 15 ottobre 2009

Chris Rea


Figlio di calabresi stabilitisi a Middlesbrough, Chris Rea, classe 1951, si fece già notare nel 1975 vincendo un concorso musicale importante.
Il grande successo giunse però solo qualche anno dopo, dopo aver cambiato il suo nome d'arte da Benny Santini a Chris Rea, fatto riportato nel titolo stesso di uno dei suoi albums, (Whatever happend to Benny Santini?) il primo di un lunga serie di lavori discografici.
Del 1986 è "On the beach", uno dei suoi migliori brani, accattivante e onirico, imperniato su un vivido e struggente ricordo. Bellissimo anche il video.
Stesso discorso vale per"Josephine" , che ebbe un grande successo in un remix del 1987, pezzo raffinato e impreziosito dalla sua voce ruvida e affascinante.
Sconfitto un cancro che ne aveva minato la salute per alcuni anni, Chris Rea è tornato nel 2002 sulle scene con un repertorio imperniato sul jazz e sul blues.
Dotato di una buona formazione musicale, e supportato da una voce suadente e calda, Rea (lo si potrebbe anche pronunciare all'italiana, mentre molti preferiscono l'inflessione inglese "Ria") rimane nel ricordo di tanti come uno degli esponenti di spicco della musica degli anni '80, collocandosi però nel salotto buono in compagnia di altri autori "soft" e non amanti dell'eccesso.
On the beach
Josephine

martedì 13 ottobre 2009

Jamie T - If you 've got the money


Fiume Pescara: a quando la prossima piena?

Prima il piacere e poi il dovere
Un porto per il divertimento e nessun porto per pescatori e traghetti.


In questi ultimi giorni ci sono state rilevanti precipitazioni sull'Abruzzo, anche nel territorio che comprende il fiume Aterno-Pescara. Tale fiume è stato al centro di numerosi straripamenti, nel corso della storia, e se ne contano alcuni anche negli ultimi decenni.

La pioggia adesso, seppur copiosa e a tratti molto intensa, è durata due giorni soltanto.
Tutti a Pescara sanno che per lo straripamento del fiume possono bastare pochi giorni in più di pioggia fitta.

Ma le piene del fiume non sono senza conseguenze: in tali casi, come è già successo, le barche dei pescatori si rovesciano, perchè piccole e ancorate ai bordi del fiume, mentre gli yacht dei ricchi sono protette dalle barriere del porto turistico.

Nessuno pensa a loro?
Le piene sono un fenomeno ciclico, per la prossima è solo una questione di tempo. A dirlo è la storia.

Non sarebbe il caso di provvedere, invece di piangere poi lacrime di coccodrillo e chiedere lo stato di calamità al Governo centrale?

Rispettiamo i nostri vecchi

Ho l'impressione che oggi il rispetto per gli anziani, e soprattutto per i propri anziani, sia molto lontano da quello che c'era un tempo.

Da un eccesso di patriarcalismo, come quello delle famiglie dell'antica roma o di quelle contadine fino a 30-40 anni fa, in cui il nonno comandava in casa anche se il figlio era ultraquarantenne, si è passati ad un declassamento dei vecchi, considerati spesso come un peso inutile.

Può sembrare retorica ma lo constato sempre più spesso.

A Napoli, fino a poche decine di anni fa, si dava del Voi al padre, e ancora oggi generalmente si da del Lei a chi è più anziano.

Può essere vista anche solo come una questione di forma: talvolta è l'anziano stesso a pretendere il tu dal collega più giovane, e questo magari lo fa sentire più attuale, più vivo.

Ma è ciò che era connesso a quel Lei o con quel Voi, ovvero quel rispetto per chi ha più anni ed è più debole, a venir meno. E purtroppo non si tratta solo di un questione di giovani maleducati in relazione ad estranei.

Il fenomeno delle badanti è rivelatore.

Ci si lamenta del fatto che avvengono cose di cattivo gusto, ovvero che l'anziano sposi la sua badante, a volte molto più giovane.

Quando poi questa, da legittima moglie o da concubina, riceve in eredità i beni del vecchio benefattore, si scatena l'ira dei figli.

Guardiamo a cosa succede ai giovani italiani di oggi: vanno via sempre più tardi da casa, a volte anche ben oltre i 30 anni.

A volte si sposano, divorziano, e poi tornano nella casa paterna.
Se un genitore, o tutt'e due,mi mantengono fino a 35 anni, è giusto che poi io, per i successivi 35 anni almeno, mi prenda cura di loro?

Diceva Dante: "Nel mezzo del cammin di nostra vita..." quel mezzo del cammin di nostra vita erano, per lui, i 35 anni.

I nostri vecchi ci tengono a casa con loro fino a metà del nostro cammino, e noi li ripaghiamo mettendo un'estranea, di cui noi stessi non sappiamo niente, il più delle volte. E spesso questa persona che viene molto lontano la maltrattiamo, perchè non le mettiamo i documenti in regola e paghiamo in nero il suo stipendio.

Sfaterei dunque due luoghi comuni:

Il primo è che le badanti sono utilissime per la nostra società.

Non è vero: i figli e i nipoti sono utili per la nostra società, o meglio per i nostri vecchi, perchè è di loro che hanno bisogno.

Il secondo è che le badanti e le donne straniere che fanno lavori simili sarebbero delle mangiauomini, che rovinano le famiglie.

C'è qualche uomo che si lascia irretire, forse, altrimenti questo non sarebbe possibile.

Si batte a volte troppo il tasto della delinquenza straniera, ma poco quello dello sfruttamento a danno degli stranieri.

Bisognerebbe dunque, quando si parla di quella parte di immigrati che delinquono, tener ben presente da che parte si trovano i delinquenti:

anche chi non cura i propri cari ha delle colpe, a volte più lievi, a volte più gravi.

lunedì 12 ottobre 2009

Anch'io voglio una sinistra più forte.

La sinistra perde.
Perde alle elezioni nazionali, e perde in più di una tornata delle amministrative.
Di Pietro e il Pd non vanno d'accordo.
Il Pd non ha una leadership chiara, e le primarie, da sole, non bastano.
Se alle primarie non segue un atteggiamento interno al partito di rispetto di quella leadership, non si va lontano.

Veltroni aveva tentato di dare al suo schieramento un assetto più funzionale, accorpando dei partiti piccoli a Ds e Margherita.
Gli è mancato il giusto carisma per restare in sella.

Il Pd continua a sbagliare sostanzialmente anche su un altro punto:
non fa opposizione con proposte vincenti e ben congegnate contro la povertà, in difesa degli operai, per i temi sociali cari al suo elettorato.

Si limita a criticare Berlusconi, talvolta con colpi bassi (un fotografo non si piazza "per caso" a 1000 metri di distanza per scattare con un potente obiettivo, foto del premier nella sua villa).

Mi piacerebbe vedere un Pd con un leader forte, che ha il coraggio di prendere decisioni importanti, anche a costo di scontentre qualcuno, in grado di fare cose sostanziali per il paese. L'ideologia in questo caso non conta nemmeno tanto, se si parla di partiti moderati.

Se una persona vale, può essere un buon leader, sia appartenendo al centro-destra che al centro-sinistra.

Così come sarei contento di avere una sinistra valida anche nel fare opposizione, che sia credibile quando contesta al governo in carica azioni oggettivamente sbagliate,

senza buttarla in rissa con affermazioni roboanti, ma con controproposte di buon senso e che convincano i cittadini.

I paraocchi, a me, non sono mai piaciuti, nè, a scapito del mio conto in banca, servo alcuna parte politica.

I cavalli selvatici mangiano di meno, ma non hanno un padrone e ci vedono bene.

"Noi non siamo legati ai poteri forti"

Da alcuni giorni, viene ripetuta come un refrain questa frase sia da Dario Franceschini che da Rosy Bindi: "Noi non siamo legati a poteri forti", frase detta in un contesto accusatorio nei confronti di Berlusconi, "reo" di essere il grande monopolista dei media.

I cittadini sanno che la sinistra di adesso, soprattutto quella moderata, è tutt'altro che avulsa da connessioni con il mondo dell'alta finanza.

Tronchetti Provera (proprietario di La 7), Montezemolo (proprietario di vari giornali),Della Valle, ad esempio, hanno fatto già capire da tempo da che parte stanno. Si potrebbe anche accennare alla frase di Fassino, in una telefonata intercettata: "Evvai, abbiamo una banca!" con riferimento all'Unipol, istituto che ha delle chiare amicizie in politica.

Si fa offesa all'intelligenza di tutti i lettori se si mette in dubbio che in Italia ci sia libertà di stampa. In una dittatura, le critiche contro il premier sono vietate, e chi si ribella ci rimette anche la vita.

Diversa è la domanda: In Italia la stampa dice la verità?

Secondo me si può con buona pace giungere a questo assunto: in Italia la libertà di stampa c'è, come c'è la libertà da parte dei giornalisti di servire questo o quel padrone, il referente politico di destra piuttosto che quello di centro o di sinistra.

Si può anche proclamare il postulato: In italia c'è libertà di stampa, ma non c'è la libertà di dire la verità.

Un giornalista non può mai essere onesto intellettualmente, perchè se dice una verità scomoda per la linea editoriale del suo giornale, perde il posto.

In questo senso, non esiste una stampa libera dai partiti, e se esiste, c'è in piccole realtà, magari su internet o sui blogs (che però non possono essere considerati stampa ufficiale) e che sono comunque fonti che, prese singolarmente, hanno scarse possibilità di farsi conoscere.

Non sono un fautore dei blogs come mezzo di informazione ufficiale, in quanto la divulgazione professionale richiede appunto una formazione, un metodo, un iter certificato.

Essi però sono una voce in più che talvolta fornisce informazioni di prima mano e spunti di assoluta utilità anche dal punto di vista opinionistico.

Il caso della piccola Deimante

(Drasius Kedys, padre della piccola Deimante, ora latitante e sospettato di omicidio)
Tiene banco, sui giornali lituani, in questi ultimi mesi, la vicenda della piccola Deimante, una bambina di 5 anni che un anno fa è stata vittima di abusi sessuali.
La vicenda si svolge a Kaunas, la seconda
città per importanza del paese, 400 000 abitanti circa, sede di alcune attività importanti e ricca di testimonianze culturali.

Tutto sarebbe iniziato un anno fa quando, secondo le accuse del padre, la sorella della moglie (da cui aveva divorziato), avrebbe intascato soldi per permettere a tre uomini di abusare della nipote.

Dapprima l'abuso sarebbe stato perpetrato da uno solo di loro, un giudice, il quale avrebbe fatto partecipare in ulteriori occasioni anche altri due amici, rispettivamente un altro giudice e un politico.

I giudici, in Lituania, godono di un'immunità simile ai parlamentari, per cui solo un magistrato, a Kaunas, ha la delega di sbloccare un procedimento giudiziario nei loro confronti.

Questo magistrato non ha dato il permesso necessario, e quindi, da un anno, non ci sono sviluppi su questa vicenda.

Il padre si è allora rivolto ai giornali, che hanno pubblicato la sua lettera: in essa si descrivono, con particolari anche crudi, gli abusi subiti dalla minore, e si specifica che sono stati ascoltati numerosi periti psichiatri, che hanno affermato senza dubbi che ciò di cui parlava la bambina non poteva essere oggetto di fantasie.

La vicenda si è sbloccata alcuni giorni fa quando sono stati commessi, in rapida successione, due omicidi: si trattava proprio di due delle quattro persone oggetto delle accuse.

Il padre della bambina è sparito, ed è il principale indiziato per queste due morti, anche se in uno dei due casi vi sono elementi che fanno muovere le indagini anche in altre direzioni.

Scossa da una vicenda che anche lì, come altrove, è un caso limite, la piccola repubblica baltica di soli 3 milioni e mezzo di abitanti (popolazione pari a due regioni medie italiane) si interroga, sdegnata, sull'accaduto.

In discussione è anche l'immunità concessa ai magistrati, e l'impunità dei potenti. Al riguardo c'è da dire, però, che a distanza di quasi vent'anni dall'affrancamento dall'Unione Sovietica, la Lituania mostra di avere una chiara coscienza democratica e dello stato di diritto. Inoltre numerosi passi in avanti sono stati fatti sul piano socio-economico.

L'intera storia è da ricondurre, quindi, nelle maglie di un sistema sociale senza anomalie, e di un assetto statuale che, come ogni democrazia, mostra alcuni difetti.

venerdì 9 ottobre 2009

Attenti al lupo


Attenti ai giudici, perchè ci sono quelli buoni e quelli cattivi, come in tutti i settori.

Chi sa dirmi se è stato punito il giudice che ha liberato Izzo, uno dei mostri del Circeo, che, tornato in libertà, ha ucciso altre due donne? Sono da punire lui e il perito psichiatrico che ne ha sancito il recupero.

Bastava guardarlo in faccia: ha degli occhi che da soli deunciano la sua follìa. Durante il processo per il nuovo duplice omicidio, Izzo rideva, provocando le ire delle vittime dei familiari.

Chi ha punito il giudice che pochi mesi fa ha fatto scadere il termine per il deposito di una sentenza di condanna nei confronti di alcuni appartenenti alla ndrangheta, macchiatisi di svariati omicidi?

Adesso ci sono anche i Di Pietro e Travaglio che vogliono fare il partito dei magistrati, come se non fosse una casta già alquanto potente e dotata di un'immunità non scritta.

Ho seguito ieri l'ennesima performance di Travaglio e Santoro, su rai 2:
raccontano le vicende a modo loro e fanno processi in piazza, come nel medioevo: se vogliono lavorare in tribunale, perchè non studiano legge e fanno il concorso?

Cosa non mi piace del governo Berlusconi


Mi son trovato spesso a difendere l'operato dell'attuale governo e la figura del premier, su questo blog. Anche in passato, però, ho avuto modo di mostrare alcuni punti di dissenso.

L'esecutivo ha dato ottima prova di sè nella gestione dell'emergenza rifiuti a Napoli e nel caso del terremoto in Abruzzo. E' attualmente, all'apice dei consensi, come ci ha rivelato l'esito di ben due tornate delle elezioni amministative in pochi mesi.

Da una parte c'è da dire questo governo abbia una qualità del tutto nuova, ovvero quello di agire, su alcune questioni, con decisione ed efficienza, (a costo di scontentare qualcuno, piuttosto di accontetare tutti e non soddisfare nessuno, come è successo in passato).

D'altra parte però esso mostra dei limiti evidenti.

Innanzitutto c'è una cattiva informazione sulla crisi economica in Italia, e la quasi assenza di rimedi proposti per risolverla.

Per Berlusconi & company la crisi sarebbe quasi come l'influenza, bisogna solo aspettare che passi. L'equivoco aumenta quando altre fonti, anche autorevoli, affermano che la crisi sta finendo.

Innanzitutto c'è da dire che la ripresa della borsa di Milano non coincide col reale stato di benessere del paese.

Per Tremonti eravamo in crescita anche quando perdevamo fior di posti di lavoro, dieci-quindici anni fa.
Il calo dell'occupazione, nel nostro paese, non parte dal 2008, ma è frutto dello spostamento degli insediamenti industriali all'estero, laddove la manodopera costa meno e lo sfruttamento a danno dei lavoratori è più alto.

Se il Pil cresce e i posti di lavoro diminuiscono, allora siamo di fronte ad un dato preoccupante: vuol dire che ci sono pochi industriali che si arricchiscono sempre di più e una moltitudine di persone che continua a impoverirsi.

In tanti perdono il posto di lavoro, un giovane trova quasi unicamente lavoretti a tempo indeterminato, e i governanti non fanno niente.

Bisognerebbe attuare una politica più decisa contro l'evasione fiscale, con tribunali appositi, che valutino con rapidità estrema questi reati, in modo da recuperare i soldi e investirli per il sostegno ai più poveri e al rilancio delle imprese.

Si è tanto criticato il ponte sullo stretto: addirittura su La 7, nel programma di Ilaria D'Amico, si arrivò ad affermare che era meglio imbarcare i camion da Messina a Salerno che completare l'autostrada e fare il ponte.
Anche un bambino ride di fronte ad una simile tesi.

Il problema vero è che ancora non si inizia a costruirlo, nè tantomeno si pensa a concludere l'assurda vicenda della "Salerno-Reggio Calabria", mai completata per colpa di influenze mafiose.

Berlusconi aveva detto che avrebbe ridotto il numero dei parlamentari e i loro privilegi, abolito gli enti inutili e gli sprechi.

Soprattutto per quanto riguarda i primi due punti, stiamo ancora aspettando.

Berlusconi aveva intenzione di creare nuove centrali nucleari: dove sono?

Premesso che sono contrario al nucleare, non si può però ignorare che il problema energetico in Italia esiste: ben vengano dunque le centrali a biomasse ed una politica del rinnovabile.

Quanto allo scudo fiscale credo che si commenti da solo, in quanto lo stato abdica al suo ruolo di far rispettare le leggi per fare volgarmente cassa.

I soldi si possono recuperare in maniera più ortodossa, e con criteri di maggiore giustizia.

Un altro condono che il governo voleva attuare, per rilanciare l'edilizia, era quello sull'ampliamento delle abitazioni.

Addirittura quello non era un condono, era un progetto di illecito programmato dallo stato stesso.

Berlusconi ha lasciato correre, perchè il terremoto in Abruzzo ha fatto in modo che le imprese edili di tutta Italia possono ora lavorare per la ricostruzione. E' ben noto che Berlusconi si è guardato bene dal far assegnare molti dei lavori in corso ad aziende edili abruzzesi.

Da ultimo, in una lista non certo esaustiva, vorrei esporre il mio compiacimento per il respingimento del Lodo Alfano, vera e propria legge ad personam. Il Premier andrà avanti per la sua strada, sia politicamente che da uomo libero: non credo che verrà mai condannato, al di là del fatto che sia innocente o colpevole.

Una cosa però è vera: in Italia ci sono dei giudici rossi, che vanno a braccetto con politici di sinistra, che scrivono le prefazioni per libri editi da "L'Unità", che si candidano alle elezioni e vanno in tv a parlare contro il centrodestra.

Sulla sicurezza: abbiamo una grandissima presenza di forze dell'ordine sul territorio: Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza e Vigli Urbani. E' necessario fare le ronde notturne? O piuttosto bisogna inasprire le pene, senza sconti, indulti e amnistie varie, costruendo nuovi carceri?

La polizia arresta i colpevoli , che dopo pochissimo tempo sono di nuovo fuori, e delinquono ancora. Servono più carceri e una politica di recupero dei detenuti fondata sul lavoro.

Se si fanno lavorare i detenuti si possono creare nuove realtà produttive. Se ne può trarre un beneficio per il settore pubblico e privato, per le opere pubbliche, per l'economia, e non da ultimo, per i detenuti stessi.

Paolo Conte - Gli impermeabili


Era una notte d'Aprile, a Kaunas, fresca ma quasi da inizio primavera, (la nostra primavera, non quella lituana). Nell'appartamento c'era la tv con canali locali, nazionali e di qualche stato vicino. Su una rete lituana venivano mandati degli spezzoni di clips musicali e ad un certo punto chi vedo? Paolo Conte seduto di fronte al suo pianoforte. Non ricordo che brano fosse.

Mi è sembrato doveroso, visto che è un pezzo tornato in auge grazie ad una pubblicità televisiva, riproporre "Gli impermeabili" in versione completa e originale.

Gli spot degli anni '80

Sarà che mi ricordano i tempi dell'infanzia, ma le pubblicità tv degli anni '80 mi sembrano di un altro pianeta rispetto a quelle di oggi.

C'erano più Jingles creati apposta, una regia e un montaggio forse più cinematografici, e mancavano quasi del tutto volgarità fastidiose o trovate al limite del demenziale.

Una canzoncina indovinata e una frase ad effetto alla fine. Uno schema semplice, ma quando ce le propinavano erano solo fastidiosi tormentoni.

Oggi, col senno di poi, molti dicono: come erano belle!
Alcune erano e rimangono dei piccoli capolavori, e sono degne di essere elencate al pari di altre forme artistiche.

Cuore di panna
http://www.youtube.com/watch?v=X5I_uVmJSgg

Rubinetti Zucchetti
http://www.youtube.com/watch?v=fy6gH2I4hCQ&feature=related

Caldobagno De Longhi
http://www.youtube.com/watch?v=x4N7ww_9704&feature=related

Amaro Averna
http://www.youtube.com/watch?v=icVl-TrY_T8

Rokford - Un uomo che sa
http://www.youtube.com/watch?v=S6JAolL73ho

Se qualcuno ruba un fiore per te, sotto sotto... c'è Impulse!
http://www.youtube.com/watch?v=LPz0OSBOwoI

Spot Aranciata San Pellegrno 1984
http://www.youtube.com/watch?v=ImyhrdEKuQk

Milano da bere
http://www.youtube.com/watch?v=2m8jnLuMEYA

Formaggio Tigre
http://www.youtube.com/watch?v=rocPVM-b5Gw

Vorrei accostare a questi poi lo spot del Monte dei Paschi di Siena (firmata da Giuseppe Tornatore), che recentemente ha ricevuto un premio importante, proprio perchè secondo me, come qualità e come stile, si avvicina alle reclames di venti anni fa.
http://www.youtube.com/watch?v=xyvDIwR9QFQ

Ecco un altro pezzo d'arte: la canzone scritta da Eugenio Finardi per la Fiat 500 degli anni '90
http://www.youtube.com/watch?v=n8t4-Kfa1HM

E poi ancora uno spot della pasta Barilla
http://www.youtube.com/watch?v=xNz5-Luy5Hc

Grazia Di Michele

Solo i pazzi sanno amare
Le ragazze di Gaugin

Nino Buonocore - Abitudini

http://www.youtube.com/watch?v=i63Mh1TgLTw

Marco Armani - Uno sull'altro (Sanremo 1986)


Ron E' l'Italia che va (1986)

E' deliziosa ascoltarla prima di dormire o quando ci si sveglia di mattina presto. Merita un cenno la delicata base elettronica ottenuta con il più semplice dei suoni in dotazione alla vecchia tastiera-sintetizzatore.

http://www.youtube.com/watch?v=tOQcd2f2OF0

Enzo Avitabile

Se si dovesse parlare di tutti i cantanti bravi che vengono poco considerati dai media, ci vorrebbero giorni.
Anzi, generalmente più sono bravi e
hanno qualcosa da dire e più sono destinati a una minoranza di persone.
Forse è meglio così, perchè in questo modo il loro messaggio arriva a coloro che realmente li apprezzano. Un pubblico attento gli artisti se li va a scegliere, in un ricerca che ha dell'interiore e una valenza culturale.

Enzo Avitabile è rozzo e raffinato al tempo stesso. Un cantante naif. Forse è una definizione che vagamente gli si addice. Una cellula vitale della nostra musica, simile a James Senese, che si impose all'attenzione del pubblico insieme a lui, a Tullio de Piscopo, Tony Esposito, Pino Daniele. Erano i tempi di "Napoli Centrale", importante gruppo formato da gente che aveva una grande conoscenza di uno o più strumenti. Un tipo di musica ruvido ma sostanziale.

Proprio come il napoletano di colore James Senese, Enzo suona il sassofono ed entra nei cuori del pubblico che lo viene a sentire talora con un impatto dirompente, talvolta con una vena soft tipicamente anni '80.

Ecco un piccolo saggio: Soul Express

http://www.youtube.com/watch?v=w1n3fMUaTm8&feature=related

o ancora:

http://www.youtube.com/watch?v=z-MLyBrZkCw&feature=related