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mercoledì 22 maggio 2024

Pescara calcio: come sarà la prossima stagione?

C'è un po' di rassegnazione in città ma anche la fiducia di cambiare rotta in un futuro non lontano

Chi segue le pagine del mio blog, sa bene cosa ho scritto ad inizio campionato.

In sintesi sostenevo che la squadra si era indebolita, che non era capace di risalire in serie B e che questi giovani promettenti e inesperti avrebbero preso schiaffi. 

In più specificai, quando venne deciso che il Delfino avrebbe giocato nel girone B di serie C anzichè in quello C, che era andata di lusso,  vista la maggior competitività di quest'ultimo.

Mi sembra che i pronostici siano stati rispettati ma non era difficile comprenderlo.

Il presidente Sebastiani sembra motivato a cedere ancora una volta a gli elementi migliori per ringiovanire ulteriormente la squadra.

Di questo passo, nella stagione 2024/2025 il Pescara rischia di finire a metà classifica nella migliore delle ipotesi e nella peggiore di retrocedere in serie D.

Il progetto economico c'è: In terza serie chi fa giocare i giovani intasca premi di valorizzazione basati sul minutaggio, oltre ai margini di rivendita e altri business che si possono fare con i giocatori dotati di prospettive di crescita.

Parte della tifoseria fino a una-due stagioni fa difendeva ancora Sebastiani perché comunque aveva portato in serie A la squadra qualche anno prima e aveva ottenuto buoni piazzamenti quasi sempre.

Qualche campionato storto poteva anche starci, con la prospettiva di risalire subito in B, come era sempre successo.

La terza mancata promozione in B ha rotto ulteriormente gli equilibri

Il Pescara infatti, non gioca quattro stagioni di serie C consecutive da ben 50 anni.

Ormai la dimensione degli Adriatici era questa: per la grandezza e l'importanza della città e per le possibilità economiche che sorreggevano normalmente il club, i biancazzurri avevano sviluppato una solida tradizione in serie B, con qualche assaggio della massima serie.

Stare perlomeno in B a Pescara è un motivo di orgoglio anche per chi non segue il calcio.

Quando un sodalizio raggiunge la massima serie la pubblicità per la città da cui proviene è assicurata.

Ricordo che nel 2016 incontrai un Hare Krishna per strada a Budapest. Mi disse: "Certo che conosco Pescara. E ha anche una bella squadra, fa un gioco divertente!"

La città cresce, il pallone vuole tenere il passo





Tra tre anni entrerà in vigore quanto deciso dal referendum sulla Grande Pescara: la città ingloberà i vicini centri di Montesilvano (centro di quasi 60 000 abitanti) e Spoltore (quasi 20 000 abitanti).

La culla di Gabriele D'Annunzio, di Federico Caffè e di Flaiano è già per molti versi il centro urbano più importante in Abruzzo, una regione con una popolazione pari a un piccolo stato come L'Estonia (1 milione e 300 000 abitanti).

Con l'accorpamento Pescara acquisirà sicuramente maggiore peso strategico, politico ed economico, giungendo a 200 000 abitanti.

La squadra deve stare al passo.

Sebastiani sarebbe in cerca di acquirenti, ma a quanto pare questi ultimi non ci sono. Nessuno si fa avanti da anni, quantomeno alle condizioni di vendita del presidente attuale.

È comunque difficile che Daniele Sebastiani possa andare avanti a lungo: il pubblico allo stadio è sempre più scarso, le entrate non sono floride, la contestazione degli ultras è forte e nel migliore dei casi sfocerà nella indifferenza.

Tutti noi concittadini del Vate, tra gli addetti ai lavori e i tifosi, speriamo in un ritorno del Pescara calcio ai livelli che competono alla sua storia e al prestigio della città.

Del resto non è irrealistico un progetto per portare il Pescara in B e anche in A, con la partecipazione attiva delle menti migliori di questa piccola perla Adriatica.

Nelle foto: gli attaccanti Davide Merola e Luigi Cuppone, autori di una bella stagione a suon di goal. Sono tra coloro che non hanno deluso i tifosi, in una squadra al di sotto delle aspettative.


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