Una stagione sulle montagne Russe. Abbiamo commentato punti di forza e di debolezza, mantenendo la giusta distanza e un certo equilibrio.
Nella foto: Andrea Ferraris e Daniele Sebastiani
É finita bene, con molta grinta negli ultimi cinquanta giorni e con un po' di fortuna che sorride benevolmente a chi osa sfidare mete difficili.Il Pescara di Baldini ha iniziato la sua corsa in un clima non favorevole: il mercato non era considerato ottimale, si partiva senza una centravanti che facesse intravedere delle garanzie.
La tifoseria era in forte contrasto col presidente, dopo tre anni di serie C.
Il quarto anno era tutto da disputare e la tradizione degli ultimi decenni faceva intuire che tale categoria fosse un po' riduttiva per la città.
A sorpresa, il Pescara si è attestato al primo posto per quasi tutto il girone di andata, sia pur senza strafare con vittorie spesso di misura.
Con l'arrivo dei primi freddi ci sono stati quasi tre mesi di tracollo fisico e di risultati. Nelle ultime dodici partite ci sono stati alti e bassi, in cui tuttavia le partite vinte sono state in maggior numero.
Si è giunti così ai play off nella forma migliore. Un mese e mezzo prima della finale dei play off, il Pescara sembrava un po' a corto di benzina e in pochi avrebbero scommesso sulla vittoria finale.
Ai play off, tuttavia, Baldini non ha sbagliato un colpo, i ragazzi hanno saputo soffrire. Tutti gli attaccanti si sono sbloccati, segnando una caterva di reti.
Vittorie roboanti come quelle fuore casa a Cerignola e a Pesaro hanno acceso gli animi e alla fine il Delfino ha prevalso ai rigori con la Ternana. Nella doppia sfida un po' di stanchezza era affiorata ma la vittoria, sia pure conseguita dal dischetto, è meritata.
Tutto bene? Certo, quando si vince va tutto per il verso giusto e l'ambiente si riappacifica.
Sebastiani, Foggia e Baldini ne hanno approfittato per togliersi dei sassolini dalle scarpe e prendersela con i loro critici e al 99% non si riferivano a noi.
In questo blog siamo sempre stati equilibrati, riconoscendo i meriti quando c'era da farlo e non guardando la carta d'identità di nessuno quando bisognava criticare.
Quando il Pescara era "sulle gambe" abbiamo rimarcato come si fosse comunque terzi, quarti o quinti in classifica e che non tutto era perso.
La bravura del tecnico non è stata mai messa in discussione, tantomeno le qualità umane.
Quando però è prevalso uno spirito lamentoso, i distinguo li abbiamo fatti. Si perdeva per colpa dell'arbitro, per la sfortuna, per le troppe voci critiche e inappropriate degli addetti ai lavori.
Il giornalista non sale sul carro del vincitore: commenta quello che vede. Per questo, teniamo il punto anche sugli errori commessi dal Pescara
Premesso che anche noi addetti alla comunicazione sbagliamo, è nostro dovere dire o scrivere la verità.
Qualche dichiarazione scomposta è partita da Baldini e dal Ds Pasquale Foggia, che poi sembra aver imparato a gestire la comunicazione in maniera migliore.
Baldini dovrà, volente o nolente, limitarsi nelle esternazioni e negli scatti di rabbia che gli sono costate molte giornate di squalifica, con la squadra che scendeva in campo senza di lui a dare istruzioni in prima persona.
Il presidente Sebastiani, di cui tra qualche riga esporremo le doti, potrebbe riconoscere qualche errore in più, beneficiando di un migliore rapporto con i tifosi.
Per esempio, dopo la vittoria ai play off ha ribadito che aveva ragione lui sull'attaccante, perché avevamo Ferraris in casa e perché i risultati sono giunti lo stesso. Ha citato anche l'Entella, che ha vinto il campionato senza un vero centravanti.
Non è così, nel senso che l'attaccante serviva e tutti, pubblico e giornalisti, erano concordi che se ne sentiva la mancanza. Il gioco a lungo non si concretizzava in tiri in porta o colpi di testa.
Per due anni, dalla partenza di Lescano, abbiamo avuto come riferimento centrale il giovane Accornero, poi Vergani, poi un poco impiegato Alberti.
Con tutto il rispetto per questi giocatori, essi non davano quello che ci sarebbe voluto per tentare il salto di qualità.
Sì, nel finale di stagione è esplosa la verve realizzativa di Ferraris, oltre a quella di Tonin, di Bentivegna e di Merola, ma per svariati mesi i succitati calciatori faticavano moltissimo sotto porta.
L'assenza di un bomber è stata evidente negli ultimi due anni, sebbene a tratti compensata da trequartisti come Merola, Rafia o addirittura centrocampisti e difensori che gonfiavano la rete.
Sebastiani è stato bravo a scoprire tanti calciatori, a creare buone squadre ma uno sforzo maggiore per l'attaccante ci voleva.
Non è un caso che l'anno della retrocessione, Ceter Valencia, buona punta centrale, era sempre in infermeria mentre l'altra punta Asencio si fece male e rimase fuori per metà campionato.
I meriti di Sebastiani, Foggia, Baldini e dei calciatori
Nella foto: Pasquale Foggia, Direttore Sportivo del Pescara ed ex calciatore ad alti livelli. Ha vestito tra le tante, le maglie di Lazio e Sampdoria
Sebastiani è stato bravo, insieme a Foggia, a portare a Pescara in questa stagione calciatori determinanti come Valzania e Letizia. E che dire della valorizzazione di un talento come Dagasso?
Baldini è stato determinante per la maturazione di altri prospetti come il terzino Brando Moruzzi e il già citato Andrea Ferraris, partito come esterno e adattato felicemente da Aprile in poi a punta centrale di movimento (alla Paolo Rossi).
Il Presidente ha anche il merito di aver attratto in società capitali freschi come quelli di Verratti, che reca con sè tanta competenza calcistica, attaccamento al territorio e alla maglia, oltre a contatti professionali importanti.
Nella foto: Vincenzo Marinelli, imprenditore scomparso pochi mesi fa da vicepresidente del Pescara in carica. Ha rivestito anche la carica di presidente del club biancazzurro negli anni '80
Ha gestito bene le finanze societarie, visto che il Pescara non ha avuto mai punti di penalizzazione, in un periodo storico in cui una bella fetta di serie C falliva.
Nel suo bilancio da presidente c'è una retrocessione in serie C e quattro anni successivi di purgatorio, è vero.
Ci sono anche però l'attuale ritorno in cadetteria conquistato con astuzia e voglia di soffrire e due promozioni in serie A: una in cui è passato dalla vicepresidenza alla presidenza in corsa e una da dirigente e socio di maggioranza.
Il Pescara non sarà un comprimario in serie B
Ora si va avanti e sono sicuro che il Pescara in serie B non ragionerà da neopromossa, perchè la dirigenza ha le competenze giuste per fare una squadra competitiva rimanendo nel budget e perchè si muove bene anche a livello finanziario.
Una piccola postilla: Vincenzo Marinelli, imprenditore, vicepresidente e presidente del Pescara, scomparso pochi mesi fa, gioisce con i suoi cari, con i colleghi e con la città per questo momento importante.
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Argomenti: notizie, Pescara, calcio, Pasquale Foggia, Daniele Sebastiani, Silvio Baldini, Marco Verratti
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