Avvertenza

È consentito riportare e linkare gli articoli di questo sito, a patto che vengano riportati nome, cognome e fonte. L'autore si avvale della facoltà di tutelare i contenuti qui pubblicati nelle sedi e nei modi che riterrà più opportuni.
Il blog di Andrea Russo è un sito di opinione e di intrattenimento. Non è, nè intende, essere una testata giornalistica e non ne ha le caratteristiche (redazione, periodicità fissa, registrazione presso un tribunale, et cetera).
È pertanto dispensato dalle regole riguardanti la stampa nei periodi elettorali.

giovedì 12 giugno 2025

Pat Metheny, un artista visionario e fuori dagli schemi

Pat Metheny, classe 1954, è un artista di quelli che vive essenzialmente per la sua musica. Non si ferma mai, con tappe e concerti in tutto il mondo. Vanta una produzione discografica fiorente, ha conseguito una fama internazionale e ha venduto milioni di dischi. L'Italia, insieme al Giappone, è uno dei paesi in cui Pat Metheny ha avuto il maggior successo commerciale. Del resto nel Belpaese come nel Sol Levante, da alcuni decenni la scena musicale jazz e quella fusion hanno una grande vitalità.

Il suo rapporto con la chitarra iniziò a dodici anni, quando comprò la prima Gibson ES-40.

Precoce nel talento e nella preparazione, già nei primi anni '70 insegnò al Berklee college sotto la guida del noto vibrafonista Gary Burton.

Nel 1974 ebbe inizio anche la sua carriera discografica.

Ha suonato con buona parte dei maggiori esponenti della scena jazz e fusion contemporanea, oltre a nomi come David Bowie e Joni Mitchell.

Ha avuto il merito di produrre il secondo disco di Noa (che ha come titolo il nome della cantante). Noa è una interprete Israeliana di origine Yemenita tra le più raffinate nella discografia internazionale, venuta alla ribalta a cavallo tra la metà degli anni '90 e i primi anni 2000.

"Il Pat Metheny Group" invece, è un progetto che viene portato avanti insieme ad altre attività.

Sotto questo nome, che comprende collaboratori fissi ed altri estemporanei, emerge nella maniera più compiuta la concezione di musica del compositore Statunitense.

Non è infine da dimenticare, inoltre, una cooperazione a metà degli anni '90 con Pino Daniele, con svariati concerti in Italia e altrove.

Il mio primo incontro con Pat Metheny fu attorno ai sedici anni quando ascoltai per la prima volta un suo cd: "We live here". Alla fine del disco, vagliate attentamente tutte le tracce, non riuscii a comprendere se mi piacesse o meno.

Mi resi conto di trovarmi di fronte a qualcosa di nuovo e apparentemente indecifrabile.

Dopo aver fatto suonare il cd varie volte, iniziai a comprendere la struttura e la logica dei brani e ad apprezzarne la modernità e l'originalità.

Oggi posso dire che Pat Metheny è, assieme a Battiato e a pochi altri, colui che ha aperto la mia mente verso nuovi percorsi musicali, dove la ricerca e la complessità sono un fattore di arricchimento.









Nessun commento: