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martedì 3 giugno 2025

Francesco Damiani: il peso massimo che teneva testa ai campioni Americani


La storia che raccontiamo oggi è quella di un talento cristallino, che passa dalle Olimpiadi e dalle massime competizioni dilettantistiche e che testimonia la scalata di un uomo ai massimi vertici del pugilato mondiale.

Francesco Damiani non veniva da periferie metropolitane malfamate. Nacque a Bagnacavallo, in provincia di Ravenna.

Da non professionista, guadagnò il bronzo ai Giochi del Mediterraneo del 1979 di Spalato nei Massimi, l'argento agli Europei nel 1981 a Tampere e nel 1983 a Varna (categoria supermassimi), l'argento ai mondiali di Monaco del 1982, l'argento nei Giochi Olimpici del 1984.

Proprio a Monaco superò nettamente il Cubano Teofilo Stevenson. A Cuba il professionismo era proibito e Stevenson, imbattuto da undici anni, nel suo paese era una leggenda.

Fece il salto nei professionisti poco dopo, nel 1985, con risultati in crescendo. Fu ben gestito dal manager internazionale Umberto Branchini che guidava la famosa "scuderia Totip", in cui sui calzoncini dei boxeurs campaggiava tale sponsor. Ai tempi in Italia avevamo campioni come Loris Stecca, Patrizio Oliva, Francesco Rosi, Sumbu Patrizio Kalambai e parecchi altri.


Il suo allenatore era invece il maestro Elio Ghelfi, di cui seguiva le istruzioni con molta diligenza. Sul ring, Damiani sentiva la voce solo del suo allenatore. La folla, i rumori di fondo non esistevano più dopo il primo gong. Ghelfi dava istruzioni e lui eseguiva e vinceva.

Si tolse in carriera una soddisfazione tra le tante: la rivincita su Biggs, che lo aveva superato da dilettante in due verdetti abbastanza contestati. Affrontò pugili di assoluto valore come Greg Page, James Broad e il Sudafricano Johnny Du Plooy, con cui si contese e vinse il titolo dei pesi massimi della neonata federazione WBO.

Conservò la cintura mondiale dal 6 Maggio 1989 all'11 Gennaio 1991, quando, a pochi round dalla fine, Mercer con un pugno gli procurò una emorragia al naso. Eppure stava conducendo il match fino a quel punto, mostrando la sua solita qualità tecnica.

Damiani fu anche campione d'Europa, battendo nel 1987 il gigante di due metri Anders Eklund (mentre lui era alto un metro e novanta), un pugile resistente, potente e dignitosissimo. Se Ivan Drago fosse stato rappresentato in maniera realistica, avrebbero dovuto scegliere il pugile Svedese.

Il rimpianto di Damiani fu quello di non disputare incontri con Tyson e Holyfield.

Il match con Mike Tyson non si tenne perché il suo manager Don King voleva assegnare una borsa da 35-40 milioni di dollari circa al suo pugile e mezzo milione circa all'Italiano. Il manager Branchini, visti anche i rischi dell'incontro, pensò bene di preservare il suo atleta.

La sfida con  Evander Holyfield doveva tenersi il 23 Novembre all'Omni Coliseum di Atlanta, ma, pochi giorni prima, Damiani si slogò una caviglia per via di una pedana posizionata male. Tale supporto serviva da base per salire sul ring di allenamento.


Il campione Romagnolo terminò la sua carriera "pro" con uno score di 30 vittorie e due sconfitte.

Era un pugile molto tecnico, rapido nelle combinazioni, abbastanza alto e dotato di un buon allungo. Il suo pugno aveva una discreta potenza. Tuttavia Damiani mancava forse della forza fisica e della cattiveria di alcuni campioni coevi, sebbene pochi di loro potevano dirsi superiori a lui nel complesso.

Come già detto, vantava una altezza di 190 centimetri, con un peso che variava da poco meno di 100 kg ad inizio carriera ai 103-105 a fine percorso.

Molti anni dopo, ha allenato in nazionale gente come Roberto Cammarelle e Clemente Russo.

Personalmente, ho ricordi di lui molto positivi, giacchè rispondeva alle interviste in maniera umile e simpatica. Il fatto che avesse un po' di pancia faceva scattare un minimo di identificazione nel maschio Italiano comune, perché lasciava intendere che anche chi non era statuario nel corpo poteva diventare un campione.


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Nelle foto: Damiani con la cintura WBO; uno scatto del match con Eklund; una locandina dell'incontro Holyfield vs Damiani, poi non disputato.Traduzione adattata: La casa dei coraggiosi da il benvenuto al più pesante dei suoi picchiatori.


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