Erano film spesso scollacciati, a volte trash, ma il talento comico era indiscutibile. Soprattutto, gli incassi della commedia sexy finanziavano la realizzazione del cinema d'autore, che spesso andava in perdita per via dello scarso pubblico.
Sgombriamo il campo da equivoci: io sto con lui, senza se e senza ma. Tante sono le cattiverie piovutegli addosso, durante la sua vita e perfino mentre i pochi amici, i tanti conoscenti e il suo pubblico lo compiangevano.
L'attore Romano, nonostante la sua estrazione popolare, non era una persona banale e non lo era nemmeno la sua vita.
Quello che aveva ottenuto se lo era guadagnato. Se aveva riempito i cinema, se la gente ancora di recente lo riconosceva e lo apprezzava, se non era estraneo nemmeno agli adolescenti odierni, tutto questo non poteva essere frutto del caso.
Da anni sostengo che in passato si è ecceduto in una comicità facile e volgare.
Cionondimeno Alvaro Vitali aveva delle doti indiscutibili: una battuta sempre pronta fuori dal copione anche, una sagacia nell'argomentare, dei tempi comici perfetti e grintosi anche in età avanzata, una mimica elaborata, la capacità di tenere la scena su un palco o su un set senza paure di nessun genere.
Vitali aveva avuto successo perché Fellini lo aveva scoperto e valorizzato, ma soprattutto perché lui si era buttato nell'avventura del cinema, con molta determinazione e con la voglia di dimostrare qualcosa.
Dopo i film di autore con Fellini e Polanski, con Vittorio Gassman(n) e Sophia Loren, produttori e autori vari ne crearono il personaggio comico, mattatore e protagonista.
Per quasi un decennio gli incassi dei film con Vitali tra i protagonisti furono enormi, poi vi fu di colpo l'oblio.
Lui cercò di adattarsi alla comicità più moderna, di ritagliarsi dei ruoli ora più seri ora da commediante navigato. Scrisse sceneggiature, si propose, andò a teatro, si reinventò, senza che gli venisse data la visibilità di un tempo, ma non si arrese e non si è arreso mai, fino ai giorni nostri.
L'ultima giornata di un guerriero romantico
Gli anni della maturità sono stati molto duri, fino all'ultimo giorno di vita in cui Alvaro Vitali si è fatto dimettere dall'ospedale nonostante la broncopolmonite.
Aveva un piano: cercare di recuperare l'amore perduto della sua donna. Le ha scritto dunque una lettera appassionata. Si è fatto venire a prendere con la macchina da quello che ultimamente forse era il suo migliore amico e aiutante.
Un pranzo al ristorante, una sortita dal barbiere, la pianificazione di un regalo e di una cena romantica.
Poi si è fatto portare a casa. Salendo i gradini, è morto tra le braccia del caro amico Manolo, davanti alla donna amata.
Un uomo dal cuore grande e un giornalismo piccolo piccolo: l'articolo miope e sprezzante del quotidiano Le Monde
Ai tanti leoni da tastiera che lo hanno riempito di cattiverie in questi giorni si aggiunge un articolo ingiusto di Le Monde a firma di Jean-François Rauger.
Evidentemente in Francia dovrebbero informarsi meglio su quante emozioni ha dato, quanto ha combattuto e quali battaglie ha dovuto sostenere l'uomo che si trasformò nel ragazzino selvaggio che alberga in tutti noi.
"Personaggio infantile e libidinoso, basso (1,56 metri) e brutto, con il naso borbonico e gli occhi strabici, sistematico bersaglio per gli altri protagonisti dei film in cui appariva",
"mito popolare e banale"
e ancora: "Inizia il regno delle stelline nude, interpretate da Edwige Fenech, Gloria Guida, Nadia Cassini e altre, oggetto delle attenzioni lascive e sbavanti di un erotomane infantile e sistematicamente sfortunato interpretato da Vitali in titoli come 'La maestra dà lezioni private', di Nando Cicero (1975); 'Il poliziotto dei polli', di Michele Massimo Tarantini (1976); 'Il maestro e gli imbecilli', di Mariano Laurenti (1978), ecc"
Proviamo a ribattere a questa cattiveria transalpina:
1 Essere brutti non è una colpa, anzi diventa quasi una dote quando fai il comico. I lavori in questione saranno anche stati film scollacciati, a volte sciocchini, ma hanno riempito le sale e hanno fatto dimenticare per una sera i tanti guai che l'Italiano comune aveva, facendolo piegare in due dalle risate.
2 Io, come tanti, sono cresciuto con i suoi film di dottoresse e insegnanti, di donne bellissime come Fenech, Cassini, Guida, Rizzoli, Russo, Miti, Bouchet e altre ancora.
Le sexy commedie venivano trasmesse a ogni ora del giorno e della notte.
Non mi hanno turbato, non ho iniziato a vivere nelle caverne, non vivo in un mondo erotizzato e caricaturale, so apprezzare alcune sfumature dell'arte colta quanto di quella popolare, so distinguere tra un film e la vita.
3 A differenza dell'articolo di Le Monde, gli scherzi di Pierino e di Gian Burrasca non erano pregni di cattiveria. Erano fini a sé stessi. Procuravano l'effetto benefico di far ridere i loro compagni e gli spettatori.
Ci trovavamo di fronte alle bizze di un ragazzino che inconsapevolmente si ribellava ad un sistema fatto di costrizioni, di obblighi, di conformismo.
4 Soprattutto, gli incassi di questi prodotti commerciali hanno finanziato i film d'autore che quasi nessuno andava a vedere.
5 Ci vuole maggior rispetto per la morte e per un uomo che ha regalato gioia, che ha sofferto e che ha lottato per il suo riscatto.
Il Leone d'Argento alla carriera e gli ultimi anni
Nel 2018 è giunta la prestigiosa statuetta al Festival di Venezia, segno che le giurie che tengono conto della critica, delle dinamiche della produzione e della storia artistica del nostro cinema sanno guardare al di là della superficie.
Vitali è andato avanti tra una salute che mano a mano veniva meno, rapporti umani e familiari che si sfaldavano e pochi amici. Per contro la gente comune, che ne conosceva solo i film, continuava a volergli bene e a fermarlo per strada, nei ristoranti, nei negozi.
L'ultima zampata da vecchio leone del cinema Italiano l'ha data partecipando a Vita da Carlo, la serie di Carlo Verdone. La puntata in cui vedremo Verdone e Vitali fronteggiarsi, realizzata pochi mesi or sono, sarà purtroppo pubblicata postuma.
Nelle foto: 1 Alvaro Vitali con Michela Miti. 2: in una intervista. 3: Con Adriana Russo sul set di Giggi er bullo. 4: con Michela Miti. 5: in una intervista.
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