La mancanza di buonsenso ha reso il popolo Ucraino un agnello sacrificale
Il fatto stesso che con il cambio della leadership alla Casa Bianca gli esiti di un conflitto tra due nazioni Slave situate dall'altra parte del mondo possano cambiare, dimostra, qualora ce ne fosse stato ancora bisogno, che tale confronto armato non era altro che una guerra per procura;
in tale ambito un intero paese e un intero popolo sono stati sacrificati sull'altare degli interessi Americani.
Mi trovo altresì quasi del tutto d'accordo con Trump e con la sua visione di tale guerra, che poteva essere evitata e che è stata frutto in buona parte delle scelte sbagliate dell'amministrazione Biden.
Se l'incontro nella Sala Ovale tra il presidente Ucraino Zelensky, Trump e il suo vicepresidente Vance si fosse svolto a porte chiuse e non davanti alla stampa, avrei concordato in toto con quanto espresso in maniera cruda e diretta dai due leaders Americani.
Trump sbaglia i modi ma ha ragione nei contenuti. Zelensky "core ingrato"
A Washington si sono confrontate tre persone dall'atteggiamento arrogante, con la differenza che due di loro se lo potevano permettere, mentre la terza, ovvero Zelensky, no.
É vero: si doveva evitare una sceneggiata del genere di fronte al mondo intero. Riguardo al "cessate il fuoco" Trump e Zelensky avrebbero dovuto accordarsi prima;
in mancanza di una decisione comune dovevano scegliere di incentrare la conferenza stampa solo sull'accordo minerario, glissando coi giornalisti e rimandando il discorso "pace e armistizio".
É anche vero che Trump non doveva maltrattare il Premier Ucraino in quella maniera, giacchè egli rappresenta un popolo intero già sofferente.
Al netto di queste due premesse, però, Trump e Vance nella sostanza hanno ragione: Zelensky raramente ha detto grazie per l'aiuto ricevuto;
ha addirittura accusato l'intero occidente, quando già esso lo supportava generosamente, "di non avere il coraggio dei suoi uomini sul campo di battaglia".
Ha attaccato il Premier Ungherese Orban per non avergli fornito le armi, quando quest'ultimo ha accolto nel suo Paese centinaia di migliaia di Ucraini.
Zelensky pensa di poter dettare le regole della pace, ma in guerra tali condizioni le detta sostanzialmente una parte sola: il vincitore. Il vincitore è la Russia. Zelensky avrebbe potuto evitare il conflitto facilmente ritirando la candidatura Ucraina per la Nato.
Aderire alla Nato avrebbe generato nuove basi alle porte della Federazione Russa, che si sarebbe sentita minacciata.
L'Ucraina avrebbe potuto in altro modo garantirsi da potenziali aggressioni Russe tramite dei semplici trattati internazionali di soccorso mutuo o unilaterale, senza la installazione di basi.
Ora dovrà riconoscere l'appartenenza alla Russia del Donbass e della Crimea almeno, dopo aver perso centinaia di migliaia di vite umane, con villaggi e città devastate.
Zelensky e il principio di realtà
Il Presidente Ucraino sembra non rendersi conto della realtà. Crede forse veramente di aver fatto combattere i suoi ragazzi per difendere l'intero occidente.
Dal canto loro l'ex presidente degli Stati Uniti Biden e tutti i suoi stati vassalli hanno contribuito a farglielo credere, accettando di buon grado le sue prediche, le sue critiche e applaudendolo nei parlamenti (manco fosse Garibaldi).
Zelensky forse sta iniziando a capire, ma non ne sono troppo sicuro, che ogni aiuto non è gratis. I paesi Europei non sono anime belle. La sua Ucraina avrebbe molta più autonomia e indipendenza se avesse evitato la guerra.
Gli affaristi occidentali sono pronti a spartirsi il Paese e faranno investimenti con le tasse pagate dai propri concittadini delle classi medie.
L'Ucraina è già svenduta: agli Americani, agli Europei e infine ai Russi, che si sono presi quanto volevano con la forza.
Eppure quel proverbio:
"Guardati dai nemici, ma soprattutto dagli amici" è vecchio come il mondo.
Se questo detto nella vita comune, tra persone comuni e civili è solo in parte calzante, in ambito politico lo è del tutto.
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