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venerdì 21 marzo 2025

Tutti possiamo leggere il Manifesto di Ventotene, per cui non raccontiamo bugie



Nella foto, da sinistra: Ernesto Rossi, Altiero Spinelli, Eugenio Colorni


Premessa necessaria: un po' di obiettività

Il Manifesto di Ventotene fu scritto nel 1941 da Altiero Spinelli, Eugenio Colorni ed Ernesto Rossi durante il confino decretato dal regime fascista.

I tre intellettuali ipotizzavano una Europa unita e non più divisa dalla guerra, indicando quella che sarebbe in scala ampia l'emancipazione del ceto proletario dal controllo delle classi dominanti fino ad allora.

Chi legge questo blog normalmente è un lettore di un certo tipo: non ha bisogno di essere imboccato, ha già un suo senso critico, un minimo di cultura, una capacità di discernimento.

Noi Italiani in generale siamo figli di una cultura principalmente umanistica. Abbiamo una buona coscienza delle sfumature dell'animo umano, abbiamo un nostro senso civico e soprattutto più di altri popoli abbiamo una completezza linguistica e filosofica.

Chi non è offuscato dall'ideologia sa vedere le cose con un minimo di obiettività.


Cosa propugna il Manifesto di Ventotene?

Tutti possono convenire sulla qualità intellettuale che emerge dal testo di Ventotene. 

Cionondimeno bisogna mentire fortemente a sè stessi per non ammettere che esso sia un manifesto antidemocratico.

In questa opera si chiede la abolizione parziale della proprietà privata, l'uso di una violenza repressiva per chi non si adegua al processo rivoluzionario socialista e si critica in più punti la democrazia come mezzo per affrancare il proletariato.

Il testo preconizza una società Europea molto utopica, in cui addirittura tutti i popoli europei insieme fanno la rivoluzione e realizzano una temporanea dittatura del proletariato; in seguito, consolidato il nuovo regime, chi si è messo a capo della rivolta farà lentamente concessioni.

Si chiede anche la partecipazione di partiti con vedute diverse, come i liberali ad esempio, ma appare chiaro che si dovranno piegare ad un contesto socialista.

Al tempo no, ma oggi possiamo dirlo: sono cose che abbiamo già visto. 

Anche nell'Ungheria di Kadar, qualche anno dopo la rivolta del 1956, si derogò in maniera graduale al comunismo integerrimo e si misero in atto delle concessioni verso alcune forme di commercio, di turismo e di apertura all'occidente liberale.

Lo stesso si può dire del socialismo partecipato Jugoslavo degli anni '60, in cui i lavoratori prendevano decisioni con il direttore della fabbrica o del negozio e agivano in un regime di competitività con le aziende dello stesso settore.

Questo però non ha nulla a che fare con la democrazia.

Se la popolazione avesse voluto virare verso il liberismo o un certo grado di capitalismo, le sarebbe stato impedito.

Nel Manifesto di Ventotene si fa un riferimento abbastanza chiaro all'uso della forza per un popolo che "attende di essere guidato", piuttosto che cercare dei "plebisciti".


Il linguaggio ambiguo del Manifesto di Ventotene: come indorare la pillola del socialismo.

Lo stile della carta di Ventotene  è poco onesto: gli autori propongono contenuti forti, antidemocratici ma ci girano attorno con tante belle parole forbite.

Sfido chiunque a dire che questo sia un testo comprensibile alle masse degli anni '40 e '50 alle quali esso era destinato.

Un manifesto dovrebbe avere un linguaggio semplice e usare concetti abbastanza chiari, che non possano essere rivoltati a piacimento.

Il manifesto in questione dice e non dice, tira il sasso e nasconde la mano.


Il Manifesto di Ventotene si rivolge davvero alle masse?

A questo punto il dubbio è legittimo, visto il contenuto dittatoriale e il linguaggio ondivago.

Il testo è veramente diretto alle masse o piuttosto ad una elite di intellettuali e politici che dovranno coartatamente guidare i popoli, in assenza di democrazia, per poi farli partecipare senza deragliare da un ambito socialista?


L'Unione Europea non rispecchia il Manifesto di Ventotene in alcun modo

Il Manifesto di Ventotene non ha nessun riscontro ne' nell' Unione Europea attuale ne' nella sinistra dei cosiddetti "Partiti Democratici" odierni: entrambe sono svendute al liberismo più sfrenato e rispondono ai "desiderata" degli imprenditori più grandi in termini di fatturato e di influenza sulla politica.

L'Europa attuale come primo atto di unificazione ha creato la moneta unica. Il processo è iniziato dalla finanza e dall'interesse dei grandi investitori di non vedere il denaro investito nei titoli di stato svalutato.

Inoltre l'Euro consente alla Banca Centrale Europea di svolgere la sua politica neoliberista, che vuole il denaro creato non come proprietà del popolo, ma messo in circolo come una forma di prestito, per cui quasi sempre gli Stati nazionali e le collettività che li sorreggono dovranno prima o poi pagarne la restituzione con tanto di interessi.

Tramite l'Euro e la Ue le politiche economiche degli Stati membri sono fortemente limitate nei poteri decisionali, con cessioni fattuali di sovranità nazionali non sempre avallate dai popoli europei. 

Ai cittadini Italiani non è mai stato chiesto tramite referendum se volessero partecipare o meno a questa concezione di Unione Europea e se volessero cambiare almeno in parte alcune forme di organizzazione e di cooperazione.

Non mi si venga a dire che la carta costituzionale non lo consente: per introdurre nella Costituzione il "pareggio di bilancio" tanto caro alla Ue il parlamento si è solertemente attivato, modificandola.


Conclusioni

Come Giano Bifronte, la sinistra europeista ama il comunismo e il capitalismo più sfrenato al tempo stesso.

Si balocca con belle parole e utopie e non discute sui problemi specifici Europei e sulle esigenze di cambiare politiche fallimentari e assurde.

Non è una questione di partiti politici o di schieramenti: chi mi legge sa benissimo che ho sempre criticato ferocemente anche Giorgia Meloni quando non ero d'accordo con quello che dice e che fa.

Se si ama il manifesto di Ventotene, si rigetta "in toto" questa Unione Europea e si desidera di abbatterla e ricostruirla. Delle due opzioni solo una è possibile.


Vi lascio il link con il testo completo:


https://novara.anpi.it/attivita/2015/manifesto%20di%20ventotene.pdf



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