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mercoledì 1 giugno 2011

Pescara: nel giorno della protesta, va in scena l'ennesimo psicodramma sportivo

In collaborazione con Abruzzoblog.it

Commedia. Eterna commedia. Nel giorno in cui la marineria pescarese, dopo anni di vessazioni, sfoga tutta la sua rabbia, paralizza per ore il traffico cittadino e commette anche deplorevoli atti di vandalismo, si svolge a Pescara l'ennesimo psicodramma calcistico.

I fatti: I Pescara Rangers (un gruppo di ultras), hanno criticato duramente, con un comunicato stampa, la politica di mercato del Presidente De Cecco e alcuni cambi ai vertici dirigenziali.

Il Presidente della Delfino Pescara e gli altri soci, per tutta risposta, si sono dimessi dalle loro cariche, e ha fatto sapere che se vengono criticati, forse è l'ora di farsi da parte e lasciare il campo ad altri imprenditori più bravi.

Tante ne abbiamo viste di vicende simili, a Pescara come nel resto d'Italia. Tifosi inferociti in occasione di insuccessi sportivi, presidenti talora avventurieri, talora più assennati come quello attuale, giocatori miliardari e svogliati, che non fanno mea culpa e si smuovono solo quando in palio c'è un premio partita.

Come se i problemi di un paese e di una città fossero questi.

I tifosi, a fine Maggio, si sono lamentati per una campagna acquisti che non è ancora incominciata? Come se poi i Rangers rappresentassero tutta la tifoseria pescarese.

Il presidente e i soci, per tutta risposta, si dimettono, forse con lo scopo di attirare l'attenzione?

Si dovrebbero dimettere sempre allora, visto che gli ultras di tutte le tifoserie di calcio mostrano intemperanze ogni mese.

Il mondo va avanti lo stesso, non si ferma nemmeno nel giorno in cui apprendiamo che Bettarini, Signori e altri personaggi del calcio vengono messi agli arresti. Sono accusati di avere truccato alcune partite ed averci scommesso su.

Ci fa ancora sognare un calcio del genere? Diamoci tutti una calmata: noi tifosi del Pescara non possiamo pretendere di andare in Champions League, viviamo in una città di 120 000 abitanti e un'onesta serie B va più che bene.

I presidenti delle squadre di calcio sanno come funziona in questo settore, andranno avanti finchè la misura non sarà colma, ovvero quando la soglia della violenza verbale e fisica verrà varcata.

Allora vi sarà un altro avvicendamento e continuerà questa storia infinita che con lo sport e la gioia di vivere non ha nulla da condividere.
Andrea Russo

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