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mercoledì 2 novembre 2022

Non farò sconti alla Meloni



Benchè Giorgia Meloni abbia dimostrato di comprendere più di altri leader le esigenze della popolazione, che l'ha premiata alle ultime elezioni di un mese fa, ciò non vuol dire che io sia pronto ad incensarla ad ogni piè sospinto.

Buone sono le sue intenzioni su una razionalizzazione per sostituire il reddito di cittadinanza con il lavoro.

Bene posso esprimermi per quanto riguarda la legge sui rave party e sulla reintegrazione dei medici e dei sanitari estromessi dal lavoro per via del Green Pass e per via di un vaccino che non funziona e che ha dimostrato di poter creare negli inoculati effetti indesiderati molto gravi come miocarditi, pericarditi e talvolta la morte.

Tuttavia in campagna elettorale la buona Giorgia ha ripetuto che sono le imprese a creare ricchezza nel paese e ha speso ben poche parole per l'importanza di chi lavora seriamente nel settore pubblico.

Senza lo Stato che crea infrasrutture, leggi a tutela della concorrenza, dei salari, del made in Italy le imprese non vanno da nessuna parte. I dipendenti pubblici sono milioni e spendono i loro soldi, contribuendo a muovere interi settori dell'economia.

Male soltanto posso pensare del mancato rinnovo del contratto a 1500 Navigators che hanno bisogno di una stabilitá esistenziale. Se il RDC va modificato, è anche giusto che il governo si occupi di non lasciare a casa 1500 persone che vanno eventualmente ricollocate.

Bisogna cambiare mentalità. C'è bisogno di personale nei settori pubblici e quando l'economia arranca, lo Stato deve assumere e dare un futuro a giovani e meno giovani che hanno bisogno di lavorare, esercitando un diritto costituzionale.

Giorgia Meloni dà l'impressione di stare dalla parte dell'Italia che vuole ripartire e crescere, laboriosamente, facendosi rispettare dai partners esteri.

É proprio per questo, che quando sorgono e sorgeranno delle contraddizioni con questi principi io sarò pronto a rilevarle, senza sconti.

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