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martedì 1 novembre 2022

I giovani ideali della "Presa della pastiglia"


Negli ultimi anni in Italia, nonostante i lockdown e le restrizioni, è stato concesso a migliaia di giovani provenienti da mezza Europa di invadere lo stivale e di occupare abusivamente posti, vandalizzarli, spacciare sostanze stupefacenti, farsi del male e farlo agli altri.

In questi giorni, commentando il rave di Modena, non sono mancati nemmeno personaggi noti che hanno cercato di declassificare il  tutto ad un innocente svago giovanile.

Ora che sono diversamente giovane, mi guardo indietro e penso che tutto sommato mi sono dato sempre l'imperativo, con qualsivoglia mezzo -lo studio o il lavoro - di dare un senso alla mia vita.

Forse c'è ancora tanto, troppo benessere in giro, se tanti ragazzi, una minoranza consistente tuttavia troppo numerosa, pensano che il sale della vita sia sballarsi per tre giorni e tre notti, "calandosi" tutte le sostanze possibili, come se il corpo e la mente non chiederanno il conto presto o tardi.

Non sanno, costoro, che i più potenti, quelli che loro spesso dicono di contestare, sono contenti che il popolo si rincretinisca con le droghe, perdendo per forza di cose di lucidità critica e di impegno sociale.

Un giovane che si alza dal letto al mattino senza uno scopo è un potenziale futuro perdente. É uno che rischia di vivere un futuro misero, pieno di accordi al ribasso, di rimpianti e di inutilità.

Quanti ventenni scendono in piazza per il loro futuro? Quali sono le battaglie che compiono quando protestano? La lotta maggiore la si affronta con noi stessi, e si gioca sul campo del sacrificio e della voglia di lasciare un segno in questo mondo.

Dove sono i genitori dei 3500 ragazzi di Modena? Che insegnamenti e che esempi gli stanno dando?

Non è questa parte di gioventù che farà la storia o che aiuterà il pianeta ad essere un poco migliore.

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