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lunedì 13 febbraio 2012

Dopo la neve, arriva il Festival. L'Italia si divide tra "melodici" e "annoiati".

Per chi odia l'eccesso di smancerie, è un brutto periodo: dopo aver fatto i conti con la neve ed averla vissuta con disagio anzichè con gioia, ecco che il festival della canzone più famoso del mondo torna, nel giorno della festa di San Valentino: un uno-due micidiale che metterà lo spettatore meno classicista al tappeto per un po'.

C'è però chi ancora ama Morandi e Celentano. C'è stato un periodo, negli anni '70, in cui il Festival non emozionava più e quasi era scomparso dalla tv stessa, che lo trasmetteva in versione ridotta. Per ironia della sorte, era lo stesso periodo in cui Gianni Morandi veniva messo da parte dai media.

Per un certo pubblico avanti con gli anni (in un paese come il nostro di ultrasessantenni) Morandi e Celentano continuano ad essere ben accetti nelle case Italiane, anche per tre ore e mezza ogni sera per sei giorni.
Molti giovani, però, non amano la scontatezza di buona parte dei testi, l'eccessiva melassa, la formula "ingessata" con i soliti ospiti internazionali e la scarsa innovatività nella parte strumentale dei brani in concorso. Inoltre i concorrenti passano in secondo piano, e questo è oggettivo: su tre ore e mezza in genere, due ore e mezza sono dedicate a gags, comici, pubblicità e ospiti, e un'ora scarsa, anche meno, alle canzoni in gara.

Resta il fatto che (escluse le tv musicali) in Rai, Mediaset e La7 scarseggiano programmi che permettano di ascoltare jazz, rock, musica classica, elettronica o qualcosa di più sperimentale.

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