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domenica 23 gennaio 2011

La strana storia di "Che sarà"


Enrico Sbriccoli, in arte Jimmy Fontana, deve gran parte del suo successo alla canzone "Il Mondo, un successo internazionale di cui circolano ancora numerose "cover".Pochi però sanno che il buon Jimmy ha scritto un altro grande successo, "Che Sarà", portato al successo dai Ricchi e Poveri nel 1971, quando ancora erano un gruppo emergente.Questa canzone nasconde una vicenda per lui scottante, che lo ha sconvolto per alcuni anni.

Insieme a Carlo Pes e Franco Migliacci propose questa canzone al produttore Ennio Melis della Rca (era il 1970), determinato a cantarla in prima persona a San Remo.Dopo un iniziale tira e molla, Melis gli promise che lo avrebbe accontentato, e lo mandò a registrare il pezzo negli Stati Uniti con un altro grande della musica che non ha mai rotto i rapporti con il nostro paese, ovvero il cubano Josè Feliciano.

I due registrarono a Los Angeles una versione in italiano, una in inglese e una in spagnolo.Tornato in Italia, Melis gli disse a chiare lettere che se non avesse accettato di far cantare la canzone ai Ricchi e Poveri essa non avrebbe partecipato ad alcuna competizione canora. Sia pure a malincuore dunque, Jimmy dovette concedere il suo assenso.Fu però così scottato da questo episodio da abbandonare le scene per alcuni anni.

Lo stesso Melis dichiarò in tv, in seguito, di avere un debito nei confronti di Jimmy Fontana, e che aveva pensato anche di tentare di risarcirlo in qualche modo del torto fattogli.Era una storia poco nota, quella di "Che sarà", ma recentemente, in un programma televisivo del pomeriggio, l'autore ha deciso di tornare a raccontarla, quando ormai quegli eventi erano lontani e le ferite si erano in buona parte ricucite.Ridimensionare l'arte di Jimmy Fontana soltanto a "Il Mondo" e a "Che sarà" sarebbe riduttivo: tanti sono i suoi brani ben riusciti e amati.

Non c'è dubbio però che questa sia l'accoppiata di canzoni che ha riscosso più successo, e che rappresentano in pieno, con il raro dono della sintesi emotiva e verbale, l'italianità e il comune sentire del nostro paese. La raffinata, un po' filosofica e quasi metafisica ispirazione incontrata con "Il Mondo" si confronta con i sentimenti dei tanti emigranti italiani descritti nell'altro brano, che lasciano la propria amata terra per andare in un'altra parte della penisola o all'estero.

Una cosa che contraddistingue gli emigranti italiani rispetto ad altri è la costante, mai mancata nostalgia verso un posto che nel bene e nel male è amato e mai rinnegato, sia esso un villaggio di poche anime o una grande città.

E' affascinante inoltre il fatto che in questa canzone non si racconti una storia, ma si ci soffermi sul momento della partenza, con lo spirito d'avventura che si unisce al coraggio di affrontare le incognite: poche parole illuminanti come "so far tutto o forse niente ma domani si vedrà" dicono molto di più, e stavolta il merito lo diamo tutto a lui e, semmai, ai suoi coautori Migliacci e Pes.
Andrea Russo

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