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venerdì 7 gennaio 2011

Attentato di stampo islamico ad un giornalista Rai

Potenza, 7 gen. (Adnkronos) - Un colpo di pistola è stato esploso nella notte all'indirizzo del giornalista del Televideo Rai Nello Rega, a Potenza, mentre era in auto e tornava a casa. L'episodio è avvenuto sulla strada statale Basentana. Rega era solo in auto. E' rimasto illeso.Il giornalista potentino è da due anni nel mirino dell'Islam radicale per aver scritto il libro 'Diversi e divisi' sulla difficile convivenza tra cristiani e musulmani. Dal 2009 ha ricevuto diverse minacce di morte, sia a Potenza che a Roma. Gli è stata recapitata anche una busta con delle pallottole. Rega ha chiesto in tutte queste circostanze di essere protetto dallo Stato temendo per la sua vita.


Secondo quanto denunciato, il colpo di pistola è stato esploso da un'auto in corsa che ha affiancato la vettura di Nello Rega. Il proiettile ha danneggiato il vetro posteriore. Rientrato a Potenza, ha denunciato il fatto alle forze dell'ordine. I carabinieri hanno preso in consegna la vettura per accertamenti.


Nello Rega, 43 anni, potentino, lavora nella redazione Esteri di Televideo Rai. Dal 2005 è presidente della Together Onlus e del progetto umanitario LibanItaly. Il libro che ha innescato le minacce, 'Diversi e divisi diario di una convivenza con l'Islam', contribuisce a raccogliere fondi a favore dell'Oratorio dei Salesiani a nord di Beirut.


Dalle pagine tv della sua testata il direttore di Televideo, Antonio Bagnardi, indirizza un appello al ministro dell'Interno Roberto Maroni perché venga garantita la sicurezza del suo giornalista. "L' agguato della scorsa notte a Nello Rega dovrebbe far cessare ogni titubanza. Rega poteva essere ucciso - scrive Bagnardi - Perché non viene protetto adeguatamente? Rivolgo un fiducioso appello al ministro dell' Interno Maroni: non bastano mesi e mesi di intimidazioni e ora il tentativo di uccidere? Rivolgo anche un appello ai colleghi dell'informazione - conclude Bagnardi - non liquidate la notizia con poche righe, non è possibile che il caso di Rega sia accompagnato dalla sottovalutazione o, peggio, dal silenzio".

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