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martedì 15 dicembre 2009

Dino Pagliari, amarcord.




Il ricordo nostalgico di un tifoso viola sull'attuale allenatore del Lanciano, formazione di C1\Prima Divisione.
A sinistra: Pagliari nel 1979. In alto: il tecnico Maceratese in una foto recente.

Dino Pagliari è un affermato allenatore di serie C1. Ha avuto un passato da calciatore di buon livello, e militò, tra le tante squadre di cui vestì la casacca, anche nella Fiorentina tra il 1978 e il 1980.
Era un ritorno, visto che era già stato a Firenze nel'74 a 17 anni,senza però giocare in prima squadra. Era un giocatore senza troppi fronzoli, forte fisicamente, adatto a fare da ariete per consentire l'inserimento de compagni.
Ecco il ricordo, nostalgico, di un tifoso che si firma con lo pseudonimo "Maox", sul sito Fiorentina.it.

.........I miti viola di sempre: PAGLIARI Vi sono giocatori che si fanno ricordare per un gol straordinario, per la loro classe sopraffina, per le vittorie che hanno portato nella storia di un sodalizio. Ve ne sono altri che invece sono dei 'parenti poveri' dei primi. Non hanno vinto nulla. Non hanno avuto in dono dei piedi particolarmente talentuosi dal fato. Non sono stati mai troppo pubblicizzati dai media.
Eppure il loro ricordo ci riporta indietro a un'epoca, a un'aria, a un idem sentire soffusi nella nostra memoria.E con loro non si ricorda solo il giocatore, ma anche la nostra vita, i nostri amici, i nostri vestiti, i nostri profumi, le nostre sensazioni di quei tempi ruggenti e giovanili.

Dino Pagliari era uno di quegli uomini.Nato a Macerata il 27 gennaio 1957, giunse alla Fiorentina nel 1978 a giocare da attaccante-ala di sponda. Una boa itinerante della quale i compagni dovevano avvalersi per sfondare le difese avversarie.
La Fiorentina di quegli anni era una squadra umile, ma orgogliosa. Si trattava dell'orgoglio del mitico presidente Melloni, precocemente deceduto, che era riuscito tra alti e bassi a creare una formazione che un anno era in grado di infastidire gli squadroni metropolitani e l'altro rischiava di retrocedere.
Ma in verità non si retrocedeva mai !Altri tempi.In quell' ambiente, Dino Pagliari era un personaggio vero e proprio. Multicrinito coi capelli ricci e biondi, barba maestosa a coprire completamente una faccia clari e timida. Tipo taciturno che parlava a monosillabi ai giornalisti, quasi infastiditi dal suo pensare ermetico.Era una persona semplice Dino Pagliari.

Fedele al suo credo politico, era l'anti-eroe sportivo per eccellenza. Lontano anni luce dalle mode, dai lustrini, dalle luci della ribalta, arrivava agli allenamenti in bici. In quella Firenze i tifosi grandi e piccoli lo aspettavano all'ingresso dei campi di gioco e lui cortesemente rispondeva sempre al saluto.
"Ciao, Dino". Un'alzata di braccio o un veloce saluto non mancavano mai.E la gente cominciò ad amare questo giovincello marchigiano salito a Firenze in cerca di fortuna. Allo stadio si apprezzava la sua grinta, la sua voglia di mettercela tutta. Cominciarono a comparire i primi striscioni e i primi cori in suo onore. "Drogaci Dino !". "Lode a te, Dino Pagliari".

Così quando il nostro sbagliava un tiro o calibrava male un passaggio, la gente apprezzava lo stesso. Sapeva che lui dava il massimo di quello che poteva.La Fiorentina del 1978-79 e del 1979-80 terminò le sue stagioni a metà classifica.
Paolo Carosi in panchina non fu un tecnico molto amato dalla piazza. Ma i miracoli era difficile farli in quegli anni a Firenze.Pagliari giocò in viola 44 volte in serie A, segnando 6 reti e lasciò in memoria se stesso alla gente, oltre a un rocambolesco gol contro la Juventus.
La Fiorentina dei Tendi, dei Sella, dei Pagliari era agli sgoccioli. L'arrivò dei Pontello aprì una nuova era commerciale con l'abbinamento al marchio j.d. farrow's e all'artifizio del giglio unito alla F di Firenze. Una sorta di pene in deiezione come qualcuno malignamente sentenziò più tardi.Arrivarono grandi campioni bravi coi piedi, ma forse meno attaccati alla maglia.Pagliari se ne andò e la sua carriera non brillò particolarmente trasferendosi al Perugia, al Vicenza, alla Spal.Divenuto allenatore di club di serie minori (tra cui Fermana e Alessandria), oggi lavora a un progetto sportivo presso Macerata '90.
Non ha più la barba di un tempo e neanche i boccoli così pronunciati come ce li ricordavamo, ma il personaggio è rimasto. Poche parole, un viso sereno innamorato dello sport nascosto dietro un paio di occhiali capaci di regalarne un' immagine intellettuale e pensierosa. Il solito Pagliari di sempre. Gocce di memoria ... ciao Dino !

1 commento:

Anonimo ha detto...

piu' che altro uno che non la buttava mai dentro. Come tanti, del resto ,che sono passati da firenze..