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mercoledì 30 maggio 2012

Philippe Petit, il funambolo che camminò tra le torri gemelle.


Mi è capitato di vedere, due sere fa, un documentario molto ben girato: Un uomo tra le torri, titolo originale: "Man on a wire", del 2008.
Il funambolo Philippe Petit fin da bambino è stato un ribelle, si arrampicava dappertutto e faceva il giocoliere. Ha imparato ad andare sul cavo da autodidatta, e a 18 anni ha scritto un trattato di funambolismo divenuto famoso.


Non ha appreso il mestiere da nessuno, ma ha compensato le sue carenze con l'intuizione. Il documentario sulle sue imprese principali si avvale di un materiale già pronto, che rende la ricostruzione più facile: i numerosi filmati e le foto dell'epoca, con le quali ha documentato i suoi folli progetti. A questa fonte importante si aggiungono le testimonianze degli amici che lo aiutarono a distanza di 34 anni, compresa l'ex fidanzata Annie, che fu messa da parte e tradita appena Petit raggiunse la gloria.


Alcune parti, poi, sono recitate da attori e ricostruite al computer.


Petit fece passare un cavo tra le due torri di Notre Dame, sul ponte Harbour di Sydney, sulle cascate Peterson e Niagara, tra le guglie della cattedrale di Laon e sullo stadio Super Dome di New Orleans, e vi camminò sopra, senza protezioni.


La sua follia più famosa fu però la camminata su cavo tra le torri Gemelle del 1974, che lo rese famoso.


Petit e i suoi seguaci trovarono il modo per entrare nelle torri del Word Trade Center e realizzare un'opera di non facile fissaggio del cavo da ambo le parti, con gli agenti di sorveglianza sparsi dappertutto. Ci fu anche qualcuno che fece da basista e gli fece duplicare il suo pass di entrata nei grattacieli.


Nella seconda parte del documentario Petit si allena, con i compagni predispone tutto e inizia a camminare sul cavo a 400 metri di altezza. Inizia ad essere così concentrato e padrone di sè che si mette anche a scherzare. Arrivano degli agenti di polizia che gli intimano di tornare indietro ma lui li irride e gli dice: "Venite a prendermi". Fa avanti e indietro sul cavo per 45 minuti, mentre un fotografo complice gli scatta delle foto, e tutti gli amici lo seguono tra l'ammirazione e la paura.


Sceso dal cavo viene arrestato e rilasciato, le telecamere lo assalgono. Trova subito una bella ammiratrice che gli si getta al collo e consuma un rapporto a casa di lei, dopo che la fidanzata l'aveva seguito supportandolo sia negli allenamenti che psicologicamente rinunciando a seguire una propria strada. Nascono poi dei dissidi all'interno della sua compagine, che vengono solo accennati e Philippe si lascia con la ragazza; tutto ciò viene sublimato nel documentario, che non ne spiega bene i retroscena. Forse Petit era troppo concentrato su sè stesso e ha dimenticato in fretta chi gli stava vicino. Resta il fatto che quando gli amici raccontano l'episodio a distanza di 34 anni, si commuovono ritenendo la camminata sul World Trade Center un evento straordinario.
"Un uomo tra le Due Torri" ha riscosso alcuni tra i più importanti riconoscimenti nel mondo della cinematografia, basti citare tra i tanti un Oscar per il miglior documentario, due premi al Sundance film festival e il British Academy Film Award.
Andrea Russo