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mercoledì 16 settembre 2009

E' Fini il nuovo leader della sinistra.

Non è un caso, se in molti ironizzano sulle nuove posizioni ideologiche di Gianfranco Fini con battute e vignette. Il centrosinistra ha un problema di leadership? Le primarie si avvicinano? E' Fini l'uomo giusto!


Smorzando un po' i toni dello scherzo, è un dato di fatto però che l'ansia di rincorrere il centro, come se essere moderati sia il bene assoluto e dia il diritto a governare, pone Fini una posizione un po' surreale, oltre che pericolosa.

Pochi anni fa polemizzò contro Adel Smith, l'attivista musulmano che voleva far togliere tutti i crocifissi dagli edifici pubblici italiani.
Lì dimostrò un clericalismo del tutto normale per colui che guida le redini di un partito post-fascista.


Ma la strada verso il centro (e quindi verso sinistra) l'aveva già presa.

Oggi, il nuovo Fini si lamenta di Berlusconi perchè a suo dire, non garantirebbe la laicità dello stato, con riferimento anche all'istruzione pubblica.


Sorprende tutti con la sua apertura su temi come il testamento biologico e la fecondazione assistita.


Sugli immigrati, chiede addirittura meno rigidità nei respingimenti.


Fini vuole lavarsi dalla pelle quel marchio di post-fascista che lui stesso si era creato in gioventù. E se quel segno non fosse metaforico userebbe persino la varichina. Con una prima svolta moderata vinse le elezioni nel '93, poi ci furono in rapida successione le scuse agli ebrei ed il congresso di Fiuggi a cui seguì la scissione di Storace, anni di silenzio collaborazionista con Berlusconi, infine il discioglimento di An del Pdl riconoscendo una leadership interna all'attuale presidente del consiglio.



Per spingersi ancora più in là, verso quel centro che appare come la terra promessa, bisogna ora essere meno condiscendenti con Berlusconi, e puntare i piedi.



E' vero, la corsa verso posizioni moderate ha portato il suo piccolo partito di estrema destra ad una crescita esponenziale ed a numerosi consensi in termini di voti. An, erede dell'Msi, ha governato per diversi anni, con un ruolo da protagonista inimmaginabile ai tempi della prima repubblica.



In questi giorni di settembre del 2009 si prospetta un'ulteriore cambio di passo.

Fini incontra pubblicamente Casini, (che vuole creare una grande coalizione di centro, magari tirando a sè qualcuno del centrosinistra).

In seguito dà un'altra stoccata, e fa firmare da tutti i deputati di An, che ormai stanno sotto la bandiera del Pdl, un documento in cui si chiede un maggior dialogo tra le due anime del partito.


Effettivamente Berlusconi sta seguendo in maniera un po' troppo autonoma le proprie idee, ma questo è un altro discorso.


Anche nel commentare questa lettera, gli stessi "colonnelli" Gasparri, La Russa e Alemanno, più altri esponenti del gruppo, hanno lasciato intendere di volergli rimanere fedeli, ma di non condividere le sue nuove posizioni.

In caso di scissione, molti di An non lo seguirebbero


E' così importante apparire "moderati"? Essere moderato di per sè non vuol dire niente. Si è sempre moderati o estremisti a seconda delle situazioni.


A volte si richiede una mediazione, a volte bisogna intervenire con rapidità e decisione.

Vale la pena di rischiare per inseguire un'immagine di malintesa moderazione?

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