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martedì 11 marzo 2014

Il fondamentalista riluttante




Vi proponiamo, per trascorrere una serata di svago e di riflessione, un film disponibile sia in dvd che in internet streaming.

Il titolo già fa riflettere
 
E' un lungometraggio dal nome particolare, che già fa riflettere prima ancora di vederlo, osservando l'insegna pubblicitaria.

Iniziamo a darvi un primo indizio. La prima congettura che viene da fare, è che metà del pubblico meno intellettuale, sentendo un nome simile, abbia disertato le sale. 

La seconda è che il titolo è un ossimoro, una contraddizione espressa in due sole parole.

La prima parola indica una volontà forte e fanatica, la seconda un atteggiamento neutrale e quindi opposto.

Eppure "Il fondamentalista riluttante" è stata una delle realizzazioni più importanti del 2012.

La trama

Un brillante giovane Pakistano, Changez Khan, incontra in un bar di Lahore un giornalista Americano (Liev Schrieber), che poi si rivelerà una spia.

Changez nasce in una famiglia dell'elite Pakistana, si laurea negli Stati Uniti e poi viene arruolato da una compagnia come analista finanziario.

Dopo l'11 settembre, le vicende della politica internazionale e il sentimento di diffidenza da parte degli americani faranno scattare in lui un ritorno alle origini.

Changez, in fondo al suo cuore, ha sani principi, è animato da una grande volontà e da sentimenti buoni verso la propria famiglia. 

In America in poco tempo viene a contatto con il volto più feroce del capitalismo: il suo ruolo  è di spingere le aziende ad ottimizzare la produzione licenziando parte del personale.

Deluso da una relazione con la fotografa Erica (Kate Hudson), da incomprensioni con parte della società locale e delle istituzioni, dal lavoro che tanto gli dà economicamente ma altrettanto gli crea conflitti di coscienza, torna nella madrepatria e diventa professore universitario.

Sembra un ripiego più che onorevole e gli studenti lo amano da subito. 

L'incontro con dei fondamentalisti islamici  lo renderà sospetto presso la Cia, però. 

Quello che ci si chiede fino alla fine del film è: ha ceduto alle sirene dell'estremismo o è rimasto fedele a sè stesso?

La verità verrà fuori in un rocambolesco finale in cui rischierà la vita, tra tumulti studenteschi e agenti americani pronti all'azione con le armi in mano.


Tutto funziona bene
 
Il film convince un po' sotto tutti gli aspetti. In particolare,  la trama si dipana in maniera credibile, c'è una profondità nei contenuti ma anche una certa suspense propria dei films di spionaggio.

Il protagonista Riz Ahmed è una bella scoperta ed è ben supportato dagli incontri-scontri con Liev Schreiber e Kate Hudson, due ottimi attori con alle spalle un intenso curriculum Hollywoodiano.

Una menzione speciale la merita anche Kief Sutherland nella parte di uno spietato manager avente la sua base operativa nei grattacieli Newyorkesi.

In lui gli autori intravedono il punto di congiunzione tra il peggio di oriente e occidente: c'è una scena in cui un leader dell'islam estremista si trasforma in lui.

Significativa è la sua frase: "Bisogna partire dai fondamentali": il suo Corano sono i testi di economia, che interpreta con radicalismo, proprio come i terroristi interpretano le Sacre Scritture con spirito fanatico.


La visione di un Islam moderato

L'opera ha il merito di chiarire il punto di vista di quell'Islam moderato e colto che non cerca lo scontro, ma che continua a fare i conti con un colonialismo mascherato e subisce le tentazioni delle frange teocratiche e nazionaliste.

Rispetto al libro omonimo di Mohsin Hamid da cui il film è tratto, la trama è diversa e il finale vira verso scene di spionaggio e di azione. 

Mira Nair conferma il suo talento

In effetti la svolta della regista Indiana Mira Nair ben si confà con le esigenze del grande schermo, sebbene in passato ella abbia proposto films piuttosto diversi, come il romantico Kama Sutra e il gradevole Monsoon Wedding.

L'artista proveniente da Bollywood è un esempio di come risorse esterne ad una nazione possano arricchirla. 

Con quest'opera è riuscita ad unire la spettacolarità a dialoghi e contenuti profondi. E' un notevole passo in avanti rispetto alle spy stories che la settima d'arte d'oltreoceano spesso propone.
Andrea Russo



2 commenti:

Miranda ha detto...

Signor Russo grazie alla sua dritta ho passato un bel momento con un buon film.Miranda. Oggi ho visto Renzi(faccio ancora fatica ad accettare l'idea che sia il nostro Primo Ministro; sarà colpa di Crozza?.....)Era in Germania.Ci stava!A presto.

Amministratore ha detto...

Cara Miranda, in questo peiodo siamo a tutti gli effetti una colonia tedesca e dobbiamo chiedere alla Merkel il permesso di utilizzare i nostri soldi e le nostre risorse.

Renzi è andato in Germania a fare passerella e a sottomettersi, una volta di più.

Come ben sai, io sono per il ritorno alla sovranità monetaria e ad una politica più muscolare che faccia rispettare gli interessi italiani. Manca una strategia geopolitica, energetica ed economica.