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giovedì 6 giugno 2013

Eugenio Benetazzo spiega in maniera illuminante i vari aspetti del debito pubblico

Il debito pubblico si riduce con la crescita economica. Ma come si crea crescita? Stampando moneta A DEBITO, che verrà recuperata dalle superiori entrate fiscali. Lo stato finanzia infrastrutture, assunzioni, scuole, ospedali, creando benessere e lavoro. L'economia si rimette in circolo, le banche ricominciano a dare  credito alle aziende, che rifioriscono e assumono. La popolazione riprende a consumare. Assumere personale pubblico non è una sciocchezza nella situazione attuale: sarà gente con uno stipendio che alimenterà i consumi.

Chi blatera contro le infrastrutture e le opere pubbliche, ed è contrario ad ogni ponte, ferrovia, porto, aeroporto che viene costruito, non si rende conto che queste cose generano benessere, perchè attraggono investimenti, facilitano il commercio, il turismo, gli scambi commerciali, il trasporto delle merci.

mi soffermo su una delle spiegazioni dell'economista Benetazzo: "un'azione di politica economica deflattiva ( e depressiva per l'economia, aggiungo io) avvantaggia i creditori, ovvero le banche che hanno prestato soldi agli stati, una politica inflattiva (quella perseguita fino a 30 anni fa dall'Italia, che creava benessere) fa l'interesse dei debitori".

Il punto è che gli stati non avevano bisogno di farsi prestare i soldi dalle banche, perchè emissori di moneta.
Con la privatizzazione delle banche centrali e l'ingresso nell'euro gli stati hanno rinunciato a stampare moneta e se la fanno prestare, pagando gli interessi e finanziandosi con tasse sempre più esose a danno dei cittadini.

Ecco perchè gli stati europei come il nostro sono asserviti alle banche.

Uscire dall'euro e ri-nazionalizzare la banca centrale, facendola tornare sotto il controllo del ministero del tesoro, vuol dire ritornare alla sovranità (non solo monetaria) del popolo e al benessere.

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