Avvertenza

E' consentito riportare e linkare gli articoli di questo sito, a patto che vengano riportati nome, cognome e fonte. L'autore si avvale della facoltà di tutelare i contenuti qui pubblicati nelle sedi e nei modi che riterrà più opportuni.
Il blog di Andrea Russo è un sito di opinione e di intrattenimento. Non è, nè intende, essere una testata giornalistica e non ne ha le caratteristiche (redazione, periodicità fissa, registrazione presso un tribunale, et cetera).
E' pertanto dispensato dalle regole riguardanti la stampa nei periodi elettorali.

venerdì 28 dicembre 2012

" E lo chiamano Capodanno?"


(La foto in formato gigante vuole essere un omaggio al grande cantautore Bruno Martino)

Boicottando spettacoli e commercio, Pescara diventa sempre più una città sovietica o per eremiti

Molti anni fa ebbe un meritato successo una canzone di Bruno Martino, "E la chiamano Estate": un brano ancora oggi molto apprezzato per la raffinatezza con cui il cantautore stigmatizzava una bella stagione in cui, senza la presenza della sua amata non c'era la possibilità di vivere sul serio. Si potrebbe parafrasare il grande artista romano per commentare il programma dell'assessore di Pescara al turismo Maria Grazia Palusci, di cui vogliamo valutare i dettagli con ironia solo perchè siamo in un periodo di festa, altrimenti ci sarebbe da avvilirsi.

Punto primo: in nome dell'austerity, non vi sarà nessun ospite importante: l'assessore ha sottolineato quanto sia famoso e in voga il gruppo di punta della serata: gli "Alla Bua"!

Massimo rispetto per questa formazione musicale. Teramo però, che conta 1/4 degli abitanti di Pescara e non ha un hinterland così popoloso come il nostro, ha chiamato Paolo Belli per festeggiare il nuovo anno: almeno come nome di richiamo, c'è una bella differenza.

Punto secondo: sempre per risparmiare, non vi saranno i fuochi d'artificio. Avevamo già rilevato come il clima di queste festività fosse monastico, con i commercianti che all'ultimo momento hanno messo mano personalmente al portafoglio per allestire le luci natalizie.

Che dire, forse la Giunta sta cercando di promuovere una nuova forma di turismo: membri del clero, asceti ed eremiti saranno ben contenti di fare meditazione in una città che prima era vivace e piena di vita, e ora diventa sempre più silenziosa e raccolta.

Presto arriverà la richiesta di gemellaggio di qualche cittadina dei paesi post-comunisti e ancora poco democratici in cui le strade sono sempre vuote e se c'è un raduno di cento persone esso costituisce un grave problema di ordine pubblico; Corso Umberto, che ne condivide (in positivo) l'armoniosa profondità degli spazi diventerà la brutta copia dei "Prospekt" di Novosibirsk e di Togliattigrad.

E poco importa se vi saranno due veglioni (uno in Piazza "Salotto" e uno a Piazza Unione), se il contenuto è davvero povero.

Non ci convince, inoltre, la motivazione dell'austerity: la crisi c'è anche per tante città più piccole
di Pescara, eppure onorano l'anno nuovo come si deve.

Se si è costretti a fare rinunce persino sulle luminarie e sul concerto di fine anno, forse vuol dire che va messa sotto la lente d'ingrandimento la gestione dei fondi comunali,  non proprio ineccepibile.

Il Comune di Pescara percepisce quantità di denaro enormi da: parcheggi (diventati in gran parte a pagamento), tasse sulla casa e sui rifiuti, occupazioni di suolo pubblico, multe comminate dai vigili urbani (questa voce soltanto ammonta a diversi milioni di euro ogni anno), affissioni, affitto di strutture pubbliche, e molto altro ancora.

Eppure due società controllate dal Municipio danno continui grattacapi: la Pescara Parcheggi ha necessitato di un risanamento finanziario molto oneroso per i cittadini, e lo stesso avviene per la società Attiva, che smaltisce i rifiuti.

La ciliegina sulla torta di questo capolavoro è l'abbattimento degli investimenti natalizi che avrebbero giovato al turismo e al commercio. Ricordiamo che Pescara fonda la sua economia proprio sui visitatori e sui negozi. E' pertanto suicida un piano che riduca le spese proprio in questi settori; com'è ben noto, le feste di Natale sono una delle poche occasioni per i negozianti di prendere una boccata d'ossigeno.

Gli operatori del commercio sono sempre più infuriati, basta leggere il volantino che compare sulle vetrine del centro. C'è uno slogan che recita più o meno così: "Grazie a questo negozio, abbiamo le luci natalizie in questa strada". E' l'ultimo di tanti volantini di protesta che i negozianti hanno affisso negli ultimi anni. 

L'amministrazione cittadina dà l'impressione di cercare sempre meno il dialogo con gli operatori economici locali, e di essere sempre più distante da loro.

Alessandro Baldati,
Andrea Russo
La Destra - Pescara


Nessun commento: