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martedì 19 luglio 2011

Gerardo Iorio: E' difficile credere

E' indubbio che il percorso artistico di Gerardo Iorio sia all'insegna della coerenza e di una continua ricerca concettuale, prima ancora che espressiva.  Iorio aggiunge un tassello al domino con cui ha commentato, puntualmente, i vari passaggi storici degli ultimi quarant'anni.
In "E' difficile credere" c'è  una landa desolata, specchio di in  un mondo dominato dall'aridità e dall'indifferenza: talvolta però è possibile  che le persone si incontrino, condividano emozioni creando così piccole oasi di comprensione.

Vale per tutti, anche per chi è diverso. L'amore omosessuale si esplica nell'avvicinarsi di due rami d'albero che sfociano in due teste simili a quelle di cigni: la natura ha spazio anche per loro.

Più in là si prospetta loro una vita dura, un mondo ostile ai diversi, ma le piante-animali si stringono in una sorta di abbraccio, pronte ad affrontare l'avvenire. Oltre i crepacci, il cielo è azzurro e il rosso del tramonto lascia presagire un domani al sole. L'orizzonte lontano schiude ai due giovani dello stesso sesso un avvenire. E' difficile essere ottimisti, è difficile credere alla religione dominante, che li ostacola, li esclude e fa in modo che la gente li escluda.
I due amanti non se ne curano, si stringono e sanno di avere un avvenire.

Apprezzabili sono alcune invenzioni tecniche: la scena proietta lo spettatore sulle soglie di un'arcata, come in un portico,  come quei portici bolognesi cari all'artista in cui adolescenti si rubano baci nascosti dietro le colonne.

Il senso comune clericale e il suo opposto quasi si fondono, in questa immagine che ricorda anche un po', nella forma perimetrale e nei colori utilizzati, la vetrata di una chiesa.

Le immagini geometriche alla base dell'albero indicano una ragione ordinatrice nonostante i cataclismi (quelli reali e quelli paventati) , nonostante le asperità dell'anima.

Chiodi, sassi appuntiti, attraversano il paesaggio, e rappresentano la natura con le sue difficoltà ma anche le attività dell'uomo, che costruisce il suo futuro e affronta degli ostacoli per superarli. Il superamento richiede però sacrificio, sudore, per inchiodare travi e costruire la propria sorte come una casa.

La sofferenza dà il suo risultato, più fitto è il chiodo più grande sarà lo scopo della propria missione.
Gesù non parlò mai contro gli omosessuali, nonostante quanto predica la Chiesa cattolica, sfidò le convenzioni e venne giustiziato, proprio come vengono condannati a morte, ancora oggi, gli omosessuali in diversi paesi.

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