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mercoledì 3 dicembre 2008

Situazione generale in Romania


Mentre si decide chi dovrà andare in Parlamento, il popolo rumeno (o "romeno", il nostro dizionario consente di dire) ha da affrontare ben altri problemi nella sua quotidianità.
Anch'esso, come in molti altri paesi, è disgustato dalla politica. Solo il 39 % degli elettori ha votato, e dei numerosi residenti all'estero solo in 24 000 hanno votato nelle ambasciate, di cui poco più di 3800 in Italia.

Queste elezioni si tengono a poco tempo dall'ennesimo scandalo di corruzione: il ministero dell'Interno , infatti, avrebbe acquistato automobili "Dacia", modello Logan, per un totale di 10 milioni di euro.

La cosa strana è però che queste automobili in dotazione alla polizia, il cui valore è di 11 000 euro, sono state pagate 78 000 euro ciascuna.

Da ciò è emersa la truffa in cui i veri destinatari sono proprio i cittadini rumeni, che finanziano le casse statali.


La lotta alla corruzione, cavallo di battaglia di Basescu, non ha funzionato

Si può dire che Basescu non abbia rispettato i patti col popolo rumeno, che lo ha eletto presidente della Repubblica (in Romania c'è l'elezione diretta del capo dello stato, come in Francia).

Egli aveva infatti propugnato una lotta dura alla corruzione e ne aveva fatto il suo cavallo di battaglia.


Sebbene le colpe di questo flop siano da ripartire con il Capo del Governo Tariceanu, episodi come quello delle auto della polizia e quello dei "bigliettini" rendono bene l'idea.

Lo scandalo dei bigliettini era nato da reciproche accuse tra il Premier Basescu e Tariceanu, che si erano addebitati la stessa colpa.

Tariceanu aveva mostrato dei bigliettini in cui Basescu gli avrebbe chiesto di favorire una compagnia petrolifera, e Basescu avrebbe fatto altrettanto.

Sullo sfondo di queste accuse è emersa una sorta di spy story con valigette piene di dollari che, secondo indiscrezioni, sarebbero fuoriuscite periodicamente dai palazzi del potere in favore dei partners in affari dei governanti.
Miglioramenti e problemi irrisolti nel tessuto sociale
Quale che sia la verità sul Capo dello Stato e quello del Governo, rimane il fatto che in Romania la situazione generale è poco rosea.

C'è stato un discreto risalire dell'economia, grazie alle tasse pagate dai contribuenti che lavorano all'estero e all'innestarsi sul territorio nazionale di molte industrie occidentali, che hanno ivi trovato manodopera a basso costo.

E' anche vero che la popolazione, ridottasi ormai a soli venti milioni, può fruire meglio della ripartizione delle risorse sul territorio nazionale.
Dipingere la Romania con il volto della disperazione sarebbe sbagliato. Tanti sono i progressi che questo paese intravede per il futuro prossimo. Già il recente ingresso nell'U.E. è stato un buon traguardo auspicato dalla maggior parte della popolazione.
L'ingresso del capitalismo in questa ex dittatura, la voglia, sgranata, di cambiare pagina negli occhi dei Romeni, sono segnali di un cambiamento in positivo inevitabile.
Le vecchie piaghe frutto del comunismo e della dittatura

Ci sono però piaghe come la corruzione,la prostituzione minorile, la riduzione in schiavitù ai fini della prostituzione di molte donne, parecchie migliaia di senza tetto, (c'è gente che vive addirittura sotto terra, nelle fognature), allagamenti che distruggono interi villaggi, bambini orfani rinchiusi insieme ai pazzi nei manicomi.

Molti datori di lavoro chiedono al lavoratore una mazzetta di alcune migliaia di euro, che gli verrà scalata mensilmente, e così, dopo un anno o due, egli inizierà ad incamerare soldi, come sarebbe normale, per le sue prestazioni lavorative.

Anche negli ospedali i medici chiedono soldi per curare bene i pazienti.
I poliziotti non di rado fermano turisti e normali cittadini con il solo pretesto di chiedere una somma in denaro.

A volte, gente comune o anche solo ragazzi, tentano di spacciarsi come poliziotti agli occhi degli stranieri per ottenere soldi.

Questo, insomma, è il quadro di miseria in cui versa un paese che vede tanti ragazzini abbandonati dai genitori.
Ceausescu promosse, a suo tempo, una politica di espansione demografica scriteriata, di cui si vedono ancora adesso le conseguenze.
La sindrome del "nido vuoto" a parti rovesciate: partono i genitori
Ci sono casi in cui entrambi i genitori che lavorano all'estero e lasciano i figli, adolescenti, a vivere da soli e ad occuparsi di se stessi come se fossero degli adulti.
Sebbene l'intenzione in questo gesto sia quella di dare ai figli stessi un futuro migliore ed una sicurezza economica che consenta loro di sopravvivere e di studiare, ciò comporta dei disturbi della personalità da parte dei giovanissimi.

Molti adolescenti infatti diventano aggressivi, e sviluppano disagi complessi, di cui le istituzioni e la scuola non riescono a farsi carico.
Romania vuol dire molto altro
Sebbene il discorso sulla politica, sull'economia, sui disagi sociali e sulla diaspora (che riguarda anche noi italiani da vicino), necessiti una trattazione molto più variegata e approfondita, non sarebbe giusto parlare di Romania soltanto in questi termini.
Il dissolvimento del blocco sovietico e degli apparati statali di stampo comunista, in Romania come in tutto l'est europeo, ci sta svelando, nel corso degli anni, delle realtà nel mondo della cultura e dei costumi a noi precedentemente sconosciuti.
Due esempi
-Nel campo cinematografico, ad esempio, questo paese può vantare una tradizione di grande rilevanza artistica, nonostante ovviamente le censure imposte in epoca dittatoriale. Il regista Christian Mungiu, uno dei più recenti, sta facendo incetta negli ultimi anni di importanti riconoscimenti.
-Una occasione di confronto interessante è stata la serie di eventi culturali succedutisi nel 2007 a Sibiu, nominata in quell'anno capitale della cultura europea, titolo che nel 2008 è toccato a Liverpool e a Stavanger (Norvegia) e nel 2009 spetterà a Vilnius e a Linz.
Sono solo due esempi riduttivi, che però lasciano intuire sorprese in positivo che il paese balcanico riserva.

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