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mercoledì 25 settembre 2013

Pescara-Avellino 1-1

(Nella foto: Federico Viviani, classe 1992, autore di un goal e di una buona prestazione)

Biancazzurri concentrati, Campani coriacei: gioco modesto, tanta corsa e sudore.

Il tifo per una squadra di calcio è come il rapporto tra due innamorati: si continua a seguire sempre i propri beniamini anche se fanno soffrire e ci sono difficoltà. E come i due fidanzati che litigano aspettano un segnale l'uno dall'altro,  così gli sportivi pescaresi oggi attendevano una buona prova agonistica da parte dei propri giocatori.

La risposta è giunta, e il Delfino con umiltà e sudore ha raggiunto un pari sofferto contro la buona matricola Avellino.

Le Azioni

I Biancazzurri prendono l'iniziativa, Maniero dopo 2 minuti incorna il pallone ma la mira è imprecisa. Poco dopo Cutolo calcia da lontano di poco fuori (ci riproverà molte volte nel corso della partita ma le traiettorie saranno sempre un po' sbilenche).

Gli Irpini reagiscono, anch'essi dalla distanza, con Peccarisi e Galabinov.

Si gioca un calcio vivace ma elementare, fatto di poca tecnica e molta corsa. 


Le difese sono molto attente, e questo è una novità per i padroni di casa.

Si decide quindi spesso di tirare da lontano.
Nel finale della prima frazione Viviani ha tra i piedi l'opportunità a lui più congeniale: un calcio franco dalla trequarti, in posizione decentrata a sinistra. Il giovanissimo centrocampista biancazzurro studia la traiettoria e fulmina il portiere avversario Terracciani.

E' un bellissimo tiro a girare, e la compagine di casa va negli spogliatoi più tranquilla.

All'inizio della ripresa, però, gli ospiti rimettono in pari la bilancia. Prima c'è un'azione corale in cui all'ultimo momento la difesa di casa si rifugia in calcio d'angolo, a pochi metri dalla porta. Poi Massimo raccoglie un pallone filtrante e con un bel rasoterra sigla  l'1 a 1.

Il Pescara continua a creare gioco e produce parecchi tiri dalla distanza. L'occasione più importante ce l'ha Viviani: tiro spiovente dai venticinque metri, ma Terracciani devia.

I campani hanno un ultimo sussulto e nel finale per tre volte vanno vicini al raddoppio. La mira però è imprecisa, il sudore gronda dai corpi dei ventidue giocatori e il risultato non muta.

Tiriamo le somme

L'Avellino continua con coerenza il suo percorso: ha bisogno della salvezza e si tiene stretto il punto fuori casa.

Il Delfino torna sul pianeta terra: poche settimane fa era partito tronfio, credendo di essere l'asso pigliatutto della cadetteria. Aveva poi preso due sonore scoppole nelle ultime due gare di campionato e stasera ha finalmente reagito. I biancazzurri dimostrano di avere concentrazione, voglia di soffrire e di correre. Il gioco è approssimativo, ma questo ora non conta. 

Se il Pescara gioca con questo atteggiamento, i risultati arriveranno. Lo scenario è cambiato, però: Marino e i suoi uomini dovranno soffrire molto e non è più chiaro quale sarà il vero obiettivo da raggiungere. I magneti che attraggono il Delfino verso la serie A e la Prima divisione per ora sono equidistanti.

Andrea Russo


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