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venerdì 6 agosto 2010

Rossana Casale "si risparmia": buona performance della cantante jazz, ma dura solo un'ora


Pescara. Era in forte dubbio lo svolgimento al Porto Turistico del concerto del trio "Di Fulvio" e della Casale, ma alla fine, nonostante qualche lampo e un timidissimo accenno di pioggia, l'esibizione c'è stata.Ecco dunque la sequenza di ciò che è avvenuto: Il trio di Maurizio Di Fulvio (Walter Caratelli alla batteria e percussioni, Ivano Sabatini al contrabbasso e il leader alla chitarra) dà l'avvio alle danze. Dovrebbero esibirsi per mezz'ora, ma Rossana Casale vuole accorciare i tempi ed entra in scena dopo quindici minuti per portare a termine il concerto il prima possibile, visto che la pioggia incombe. Cade però solo qualche goccia ed alla fine il tempo sembra rasserenarsi. L'interprete della splendida "Brividi" (1986) di Maurizio Fabrizio, e di "Gli Amori diversi" (cantata in duo con Grazia Di Michele e premiata con un terzo posto a San Remo '93) pesca a piene mani dal repertorio dei cantautori brasiliani, come Milton Nascimiento e Vinicius de Moraes, con qualche puntata sul jazz più classico delle voci nere statunitensi. La voce della Casale forse non sarà estrosa o potente come quella delle massime esponenti del jazz e del blues; è però ancora dotata della grazia di un usignolo (accostabile alla lontana alla più giovane Teresa Salgueiro dei Madreus), ed è supportata da un'evidente tecnica frutto di tanti anni di studio. Il momento più emozionante coincide probabilmente col brano di Elis Regina e Milton Nascimento "Nada serà como antes", (nulla sarà come prima) che esprime bene l'inquietudine di un periodo storico (era il 1972) in cui la dittatura militare in Brasile minava la libertà di espressione e i cantanti d'opposizione venivano censurati, arrestati, costretti all'esilio. Proprio quando tutto sembra andare per il meglio, il tempo è buono e la platea inizia ad essere coinvolta, la Casale decide che può bastare, dopo solo tre quarti d'ora di canto e un'ora di concerto in totale. "Tenete il resto, brava gente", sembra implicitamente dire la protagonista dell'evento, che ravviva una tradizione in voga tra le "stars" della canzone: quando gli spettatori entrano gratis non è il caso di spendersi più di tanto. Eppure la brava Rossana è stata pagata con soldi pubblici e questo non ha senso, soprattutto per chi come lei fa musica per un pubblico numericamente più raccolto e non vende poi così tanti dischi. Ci si dovrebbe aspettare grinta e generosità da una artista di tale spessore, ma tant'è.
Andrea Russo

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