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giovedì 28 maggio 2009

La musica elettronica tedesca

Gli stereotipi sugli Italiani sono tanti. Così come si è sedimentata nella mentalità de nord Italia la figura dell'emigrante del sud, allo stesso modo in Germania l'idea dell'italiano medio si è modellata su coloro che sono andati a cercare fortuna.
Tralasciando l'ovvia inesattezza di certe convinzioni dure a morire, mi pare d'obbligo segnalare anche gli stereotipi riguardanti i Tedeschi, tante volte bollati da noi Italiani come ruspanti o "kitsch" (non a caso è una parola tedesca che vuol dire: "cattivo gusto").
Se è vero che i Tedeschi ascoltano anora oggi Toto Cutugno e Raffaella Carrà, artisti validi, ma da noi considerati fuori moda, è anche vero che gli eredi dei Nibelunghi, da molto tempo, si segnalano piacevolmente nella musica d'avanguardia. E' il continuo riproporsi di quel tema che li vede capaci di scalare grandi vette intellettuali e di ricadere nel cattivo gusto, di esibire raffinatezze filosofiche vestendo sandali con larga parte del piede scoperto già all'inizio della primavera.

Un invito all'ascolto: Schneider Tm, alias Dirk Dresselhaus, i Telepopmusik, Peter Heppner, i Wolfsheim, Ian Pooley (Curacao tambor), i Kraftwerk (che sono i veri padri fondatori della Techno). La lista non è affatto esaustiva.


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Hudson Reed

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