Bersani o no, il prossimo Presidente si farà rispettare o chinerà il capo all'Europa?
Pierluigi Bersani ha incontrato ieri Herman Van Rumpoy, Josè Barroso e Jean Claude Juncker, rispettivamente presidenti della Commissione Europea, del Consiglio d' Europa e dell' Eurogruppo. Ha incassato il loro beneplacito per la corsa alla presidenza del Consiglio, promettendo che seguirà sostanzialmente la linea di Monti, con qualche variazione.
Bersani ha parlato già da leader e ha assicurato: vincerò io.
Del resto, è prassi ormai consolidata scavalcare il popolo che dovrebbe decidere se darti il consenso o meno e andare da altri leaders e altri soggetti che poco c'entrano con le dinamiche interne di uno stato. Lo fece Obama durante la corsa alla Casa Bianca, pronunciando un discorso a Berlino. L'ha fatto Mario Monti che, prima di presentare le sue drammatiche riforme su pensioni e lavoro ad inizio mandato e prima di chiedere il voto del parlamento è volato a parlare con gli altri capi di stato europei.
Anche Berlusconi avrebbe voluto riscuotere il consenso dei vertici europei, ma è a loro inviso.
Ecco come hanno violato la nostra democrazia
I tre tenori di Bruxelles odiano Berlusconi, e lo temono. E il perchè è lampante. L'ex presidente si è permesso di ribellarsi a loro, di ricordare che l'Italia è ancora uno stato sovrano. Il Cavaliere ha mal digerito la manovra di farlo cadere dalla sella, con la messa in circolo in Germania di sette miliardi di euro in titoli di stato italiani per far alzare lo spread.
Nè ha digerito il fatto che Van Rumpoy venne a dire che in Italia bisognava cambiare pagina.
E non ha ancora digerito il fatto che la Merkel, come documentato da un noto giornale americano, abbia telefonato a Giorgio Napolitano, nostro presidente della Repubblica, per invitarlo a far pressioni su Berlusconi a dimettersi.
Quel giorno, (guarda che coincidenza!) Monti era a Berlino
Mai più asserviti alla Germania
L'Italia è ancora sovrana, e chiunque sarà il Capo del Governo, compreso Berlusconi, nessun leader straniero potrà girarsi dall'altra parte.
A fine Febbraio gli Italiani metteranno uno stop a un anno e tre mesi di sospensione della democrazia, in cui il mandato elettorale è stato tradito.
Colui che verrà avrà la legittimazione del popolo tramite la maggioranza parlamentare, ciò che Monti non ha avuto.
E il nuovo Capo del Governo dovrà farsi sentire in Europa, dire no alla politica del rigore, mettere alle strette frau Merkel, ricordare che senza l'Italia l'Unione Europea si rompe in mille pezzi.
Dovrà essere forte, il nostro leader, perchè c'è una differenza sostanziale tra lui e i tre presidenti europei: lui fruisce di un consenso reale del popolo, loro no. Dietro al parlamento che li ha nominati c'è infatti una massa multilingue, e l' 80 % di essa non sa nemmeno chi siano, Van Rompuy, Barroso e Juncker.
Un grande paese come l'Italia non deve prendere lezioni nè da una triade di sconosciuti, nè da Angela Merkel.
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