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martedì 25 ottobre 2011
martedì 18 ottobre 2011
Italia-Irlanda del Nord: disguidi e proteste fuori dallo stadio.
Pescara calcio s.p.a. batte Figc 1-0. Potrebbe essere questo un titolo alternativo per la partita Italia-Irlanda del Nord. Alcuni giornalisti e molti altri titolari di accrediti di vario genere sono rimasti fuori dallo stadio Adriatico Luigi Cornacchia di Pescara perchè il botteghino addetto al rilascio ha chiuso ben 45 minuti prima della partita. Tra l'altro, questo orario di chiusura anticipata non era stato segnalato sul sito della Federazione. In definitiva, ci sono state persone che non hanno potuto svolgere il proprio lavoro, e altre che non hanno potuto sfruttare il diritto acquisito di vedere la nazionale, dopo aver fatto tanti chilometri per giungere sul posto.
Quando gioca il Pescara, il servizio accrediti viene smaltito dagli stewards. Se qualcuno arriva in ritardo, anche in forte ritardo, chiama gli uomini della sicurezza, i quali gentilmente gli portano l'accredito. La macchina organizzativa funziona, in quel caso e tutti sono contenti.
Facendo di necessità virtù, chi è rimasto fuori, ieri sera, ha potuto documentare un quadro interessante, da divulgare in quanto foriero di informazioni utili.
Giovani portatori di handicap hanno dovuto rinunciare alla partita, in quanto c'erano solo una ventina di posti per loro, davvero pochi.
Incauti giovanotti hanno acquistato fuori dallo stadio biglietti omaggio a venti euro, e sono stati accompagnati all'uscita, perchè tali tagliandi erano già stati annullati. Ci compiaciamo nel segnalare che avevamo già messo in guardia gli sportivi su questo sito sui problemi del bagarinaggio che riguardavano la partita in questione.
La serata fuori dai cancelli tutto sommato è risultata interessante: litigi tra furbi o legittimi possessori di biglietti ed onesti stewards con la pettorina gialla ( vittime, questi ultimi, della cattiva organizzazione dell'evento); tifosi Irlandesi che si sono presentati visibilmente ubriachi e con il bicchiere di birra in mano all'ingresso.
Venditori di gadgets che hanno messo a frutto l'evento, e almeno in questi tempi difficili hanno portato qualcosa a casa.
Un'umanità bella e brutta circondava l'impianto sportivo, la grande folla era ormai scomparsa, i negozianti attorno continuavano il loro lavoro, soprattutto nei bars. Baristi e avventori non si curavano minimamente di quanto accadeva intorno, continuando la loro serena attività e il loro onesto lavoro, segno che si può vivere bene anche senza la bella partita dell'Italia. Si va avanti con un'esempio ulteriore di disorganizzazione da raccontare, niente di più.
Andrea Russo
per la testata Abruzzoblog.it
Quando gioca il Pescara, il servizio accrediti viene smaltito dagli stewards. Se qualcuno arriva in ritardo, anche in forte ritardo, chiama gli uomini della sicurezza, i quali gentilmente gli portano l'accredito. La macchina organizzativa funziona, in quel caso e tutti sono contenti.
Facendo di necessità virtù, chi è rimasto fuori, ieri sera, ha potuto documentare un quadro interessante, da divulgare in quanto foriero di informazioni utili.
Giovani portatori di handicap hanno dovuto rinunciare alla partita, in quanto c'erano solo una ventina di posti per loro, davvero pochi.
Incauti giovanotti hanno acquistato fuori dallo stadio biglietti omaggio a venti euro, e sono stati accompagnati all'uscita, perchè tali tagliandi erano già stati annullati. Ci compiaciamo nel segnalare che avevamo già messo in guardia gli sportivi su questo sito sui problemi del bagarinaggio che riguardavano la partita in questione.
La serata fuori dai cancelli tutto sommato è risultata interessante: litigi tra furbi o legittimi possessori di biglietti ed onesti stewards con la pettorina gialla ( vittime, questi ultimi, della cattiva organizzazione dell'evento); tifosi Irlandesi che si sono presentati visibilmente ubriachi e con il bicchiere di birra in mano all'ingresso.
Venditori di gadgets che hanno messo a frutto l'evento, e almeno in questi tempi difficili hanno portato qualcosa a casa.
Un'umanità bella e brutta circondava l'impianto sportivo, la grande folla era ormai scomparsa, i negozianti attorno continuavano il loro lavoro, soprattutto nei bars. Baristi e avventori non si curavano minimamente di quanto accadeva intorno, continuando la loro serena attività e il loro onesto lavoro, segno che si può vivere bene anche senza la bella partita dell'Italia. Si va avanti con un'esempio ulteriore di disorganizzazione da raccontare, niente di più.
Andrea Russo
per la testata Abruzzoblog.it
giovedì 13 ottobre 2011
mercoledì 12 ottobre 2011
Euro 2012, Italia-Irlanda del Nord 3-0
di Piercarlo Presutti.
Fonte: Ansa
PESCARA - Cassano c'è sempre, Giovinco forse non ci sarà mai: se alla partita conclusiva del girone di qualificazione con l'Irlanda del Nord si chiedeva piu' che una vittoria (comunque arrivata rotonda, 3-0), un responso sui protagonisti dell'attacco della Nazionale italiana in prospettiva Euro 2012, questo e' piuttosto chiaro. In una serata dedicata alle indicazioni tecniche, in una terra a lui storicamente favorevole (qui parti' nel 2009 la contestazione a Lippi che non lo convocava), Cassano si regala la prima doppietta in azzurro. raggiungendo tra gli altri a quota 9 gol Totti, mentre la cosiddetta 'Formica atomica' da' vita a una prestazione disinnescata.
Spesso nascosto con i suoi 164 centimetri di altezza tra le torri avversarie, Giovinco non sfrutta l'occasione, dando la sensazione di non avere ancora la maturita' tecnica, oltre che le doti fisiche, per incidere a livello internazionale: al contrario il barese esce dal campo salutato da una standing ovation, che ne rilancia le quotazioni. Il resto e' corollario, seppure di buon significato: l'ennesima vittoria in un girone quasi trionfale, il possesso di palla insistito, e anche l'esordio di Osvaldo, ''strappato'' cosi' alle sirene della madrepatria Argentina e forse piu' utile in prospettiva di quanto possa essere Giovinco.
Fischi di una parte dei mille sostenitori nordirlandesi all'inno britannico avevano aperto la serata, ma un applauso immediato degli azzurri a zittire la minicontestazione con motivazioni storiche aveva dato subito il senso 'amichevole' della partita.
E in effetti il clima svelenito dalle tensioni belgradesi aveva caratterizzato l'avvio di gara, producendo però 20' minuti iniziali tra i piu' brutti dell'era Prandelli. Con gli occhi di tutti puntati sulla coppia Giovinco-Cassano in avanti, i ritmi bassi del centrocampo azzurro avevano consentito al contrario alla squadra di Worthington di guadagnare metri. E, forse suggestionati dal furore zemaniano di casa allo stadio Adriatico di questi tempi, i difensori azzurri, segnatamente Balzaretti e Chiellini, regalavano con un paio di castronerie brividi sgraditi a Buffon. Anzi, Chiellini si mangiava anche un gol fatto al 20' quando, appostato sulla linea di porta avversaria, metteva fuori di testa su angolo di Pirlo.
Ma a far decollare la partita, o perlomeno a dare un'accelerata al gioco, ci pensava un minuto dopo una splendida combinazione De Rossi-Cassano: il romanista lanciava al millimetro in profondita', il milanista si lasciava sfilare la palla sulla testa e al volo dal cuore dell'area, di destro realizzava. E Giovinco? Si smarriva tra le torri difensive Mc Auley e Baird, perdeva anche qualche pallone di troppo: alla fine di un primo tempo contrassegnato anche da una grande parata di Buffon (tuffo su colpo di testa di McGivern al 27') comunque faceva registrare tre battute a rete: un destro fuori al 34' dopo dribbling azzeccato, un sinistro parato al 36' e una rovesciata alta di poco al 45'. A inizio ripresa finalmente si faceva vivo Aquilani con un tiro da lontano, parato con qualche difficolta' da Taylor. Poi Montolivo calciava fuori di poco, prima che all' 8' Cassano, lanciato stavolta da Aquilani, perfezionasse la propria doppietta con un destro telemetrico verso il secondo palo. Prandelli apriva allora il ballo delle sostituzioni concedendo la standing ovation al barese e inserendo Osvaldo, cosi' ufficialmente italiano per il calcio internazionale che verra'.
Ancora una botta di Aquilani parata al 17', e soprattutto un tiro di Montolivo deviato in angolo in extremis da Taylor. Ma il portiere nordirlandese non poteva fare niente qualche istante dopo sul pasticcio dei due centrali britannici su appoggio al centro di Balzaretti, lanciato da Pirlo: in un recupero affannoso, era McAuley a mettere nella propria rete.
Giovinco, anticipato dal portiere su lancio di De Rossi, sfogava la sua rabbia al 36' calciando una bottiglietta vuota dopo un lungo periodo di assenza dal proscenio della gara. Era, questa, l'immagine della delusione: l'unica nell' ennesima serata di festa della Nazionale guidata da Prandelli.
Fonte: Ansa
PESCARA - Cassano c'è sempre, Giovinco forse non ci sarà mai: se alla partita conclusiva del girone di qualificazione con l'Irlanda del Nord si chiedeva piu' che una vittoria (comunque arrivata rotonda, 3-0), un responso sui protagonisti dell'attacco della Nazionale italiana in prospettiva Euro 2012, questo e' piuttosto chiaro. In una serata dedicata alle indicazioni tecniche, in una terra a lui storicamente favorevole (qui parti' nel 2009 la contestazione a Lippi che non lo convocava), Cassano si regala la prima doppietta in azzurro. raggiungendo tra gli altri a quota 9 gol Totti, mentre la cosiddetta 'Formica atomica' da' vita a una prestazione disinnescata.
Spesso nascosto con i suoi 164 centimetri di altezza tra le torri avversarie, Giovinco non sfrutta l'occasione, dando la sensazione di non avere ancora la maturita' tecnica, oltre che le doti fisiche, per incidere a livello internazionale: al contrario il barese esce dal campo salutato da una standing ovation, che ne rilancia le quotazioni. Il resto e' corollario, seppure di buon significato: l'ennesima vittoria in un girone quasi trionfale, il possesso di palla insistito, e anche l'esordio di Osvaldo, ''strappato'' cosi' alle sirene della madrepatria Argentina e forse piu' utile in prospettiva di quanto possa essere Giovinco.
Fischi di una parte dei mille sostenitori nordirlandesi all'inno britannico avevano aperto la serata, ma un applauso immediato degli azzurri a zittire la minicontestazione con motivazioni storiche aveva dato subito il senso 'amichevole' della partita.
E in effetti il clima svelenito dalle tensioni belgradesi aveva caratterizzato l'avvio di gara, producendo però 20' minuti iniziali tra i piu' brutti dell'era Prandelli. Con gli occhi di tutti puntati sulla coppia Giovinco-Cassano in avanti, i ritmi bassi del centrocampo azzurro avevano consentito al contrario alla squadra di Worthington di guadagnare metri. E, forse suggestionati dal furore zemaniano di casa allo stadio Adriatico di questi tempi, i difensori azzurri, segnatamente Balzaretti e Chiellini, regalavano con un paio di castronerie brividi sgraditi a Buffon. Anzi, Chiellini si mangiava anche un gol fatto al 20' quando, appostato sulla linea di porta avversaria, metteva fuori di testa su angolo di Pirlo.
Ma a far decollare la partita, o perlomeno a dare un'accelerata al gioco, ci pensava un minuto dopo una splendida combinazione De Rossi-Cassano: il romanista lanciava al millimetro in profondita', il milanista si lasciava sfilare la palla sulla testa e al volo dal cuore dell'area, di destro realizzava. E Giovinco? Si smarriva tra le torri difensive Mc Auley e Baird, perdeva anche qualche pallone di troppo: alla fine di un primo tempo contrassegnato anche da una grande parata di Buffon (tuffo su colpo di testa di McGivern al 27') comunque faceva registrare tre battute a rete: un destro fuori al 34' dopo dribbling azzeccato, un sinistro parato al 36' e una rovesciata alta di poco al 45'. A inizio ripresa finalmente si faceva vivo Aquilani con un tiro da lontano, parato con qualche difficolta' da Taylor. Poi Montolivo calciava fuori di poco, prima che all' 8' Cassano, lanciato stavolta da Aquilani, perfezionasse la propria doppietta con un destro telemetrico verso il secondo palo. Prandelli apriva allora il ballo delle sostituzioni concedendo la standing ovation al barese e inserendo Osvaldo, cosi' ufficialmente italiano per il calcio internazionale che verra'.
Ancora una botta di Aquilani parata al 17', e soprattutto un tiro di Montolivo deviato in angolo in extremis da Taylor. Ma il portiere nordirlandese non poteva fare niente qualche istante dopo sul pasticcio dei due centrali britannici su appoggio al centro di Balzaretti, lanciato da Pirlo: in un recupero affannoso, era McAuley a mettere nella propria rete.
Giovinco, anticipato dal portiere su lancio di De Rossi, sfogava la sua rabbia al 36' calciando una bottiglietta vuota dopo un lungo periodo di assenza dal proscenio della gara. Era, questa, l'immagine della delusione: l'unica nell' ennesima serata di festa della Nazionale guidata da Prandelli.
lunedì 10 ottobre 2011
Calcio: Zeman, "L'avevo detto che Pescara-Cittadella non sarebbe stata facile"
Appaiono molto sereni i membri del Pescara subito dopo aver battuto un ottimo Cittadella, che, se fosse stato più concreto, avrebbe anche potuto vincere la gara. Il mister Zdenek Zeman è sorridente: "L'avevo detto che non sarebbe stata una partita facile: il Cittadella ha chiuso gli spazi, e abbiamo avuto il merito di mantenere il ritmo alto. Dovevamo verticalizzare di più nel primo tempo, e il fatto di non esserci riusciti ci ha resi meno incisivi".
La mancanza di Insigne si è sentita ieri, e il tecnico argomenta: "Oggi non l'ho potuto schierare; se lui è in nazionale e Giacomelli e Soddimo no, vorrà pur dire qualcosa". Anania è contento della sua prestazione: ha salvato il risultato, e il merito della vittoria è in buona parte suo. "Zeman mi chiede di uscire dai pali spesso: con lui lo facevo anche a Lecce, mi adatto agli schemi tecnici degli allenatori, con gli altri mister sto sempre tra i pali e non esco così tanto. Il rendimento di questi giorni è frutto di un grande lavoro da parte mia e della squadra: l'impegno, da queste parti, non manca mai".
Marco Sansovini è contento di aver segnato: "Il lavoro per noi sta procedendo molto bene, la squadra ha provato a giocarsi la gara fino alla fine e siamo stati premiati".
Andrea Russo
La mancanza di Insigne si è sentita ieri, e il tecnico argomenta: "Oggi non l'ho potuto schierare; se lui è in nazionale e Giacomelli e Soddimo no, vorrà pur dire qualcosa". Anania è contento della sua prestazione: ha salvato il risultato, e il merito della vittoria è in buona parte suo. "Zeman mi chiede di uscire dai pali spesso: con lui lo facevo anche a Lecce, mi adatto agli schemi tecnici degli allenatori, con gli altri mister sto sempre tra i pali e non esco così tanto. Il rendimento di questi giorni è frutto di un grande lavoro da parte mia e della squadra: l'impegno, da queste parti, non manca mai".
Marco Sansovini è contento di aver segnato: "Il lavoro per noi sta procedendo molto bene, la squadra ha provato a giocarsi la gara fino alla fine e siamo stati premiati".
Andrea Russo
domenica 9 ottobre 2011
Calcio: il Pescara batte il Cittadella di misura, 1-0 e terzo posto in classifica
In attesa che si giochino i match di oggi, il Pescara balza al terzo posto dopo aver battuto il Cittadella 1-0, alla luce anche della vittoria del Padova sul Brescia nell'altro anticipo del campionato cadetto. La prima limpida occasione è tra i piedi di Maah al 14', che è bravo a incunearsi tra i difensori ma conclude debolmente, fallendo un' occasione clamorosa. Tale scena si ripeterà con Maah protagonista altre volte nel corso della gara: splendide intuizioni, bravura nel procacciarsi palle goal, ma tiro da migliorare decisamente: un campione a metà. Il Pescara ci prova al 16' con Immobile, che colpisce di testa su cross di Balzano, ma il portiere abbranca la sfera. Ma le occasioni più clamorose le ha il Cittadella. Al 31' Bellazzini calcia a tu per tu con il portiere: Anania compie un'autentica prodezza, mentre Maah ha la palla del vantaggio al 22', al 40' e al 42'. Come nell'azione citata in precedenza, il francese si incunea bene tra i centrali pescaresi facendo valere anche la sua stazza fisica, ma conclude male, mentre nell'ultima azione del primo tempo ha la sfortuna di trovare sulla sua strada un provvidenziale intervento di Balzano, che salva il risultato in scivolata, a portiere battuto. Il Pescara va negli spogliatoi con la sensazione di essere un po' in gabbia, perchè è la prima volta in questo campionato che un'avversaria, per giunta all'Adriatico, riesce a bloccare così bene gli spazi per gli attaccanti biancoazzurri. Per contro, il Cittadella non rinuncia ad attaccare, rendendosi pericolosissimo. Il secondo tempo vede più equilibrio tra le squadre, frutto di una grande condizione atletica dei padroni di casa che col passare dei minuti mantengono un ritmo di gioco alto.
Nonostante l'ottima difesa veneta il Pescara lavora in avanti per trovare varchi, e al 12' del secondo tempo Sansovini va in goal; E' una splendido esempio di precisione balistica: l'attaccante romano, al quarto centro in questa stagione, raccoglie un cross di Cascione, si aggiusta il pallone ed esplode un potente diagonale che trafigge Cordaz. Fa giusto in tempo a trovare questo guizzo perchè Zeman aveva già deciso una sostituzione per lui e Togni: entrano Kone e Soddimo.
Il Cittadella è costretto a cercare il tutto per tutto, e si sbilancia, anche con l'inserimento, da parte di Foscarini, di Di Roberto e Di Nardo. Il solito Maah però ci mette del suo: al 24' del secondo tempo si inserisce con grandissima abilità tra due difensori, chiamando il pallone, lo riceve, supera gli avversari in velocità, è solo di fronte al portiere Anania, ma fa partire un diagonale debole e poco angolato che è facile preda del portiere di casa. Il Pescara porta a casa il risultato, ed è una vittoria probabilmente dovuta al fatto di avere giocatori più incisivi in avanti.
Andrea Russo
martedì 4 ottobre 2011
Apologia della "Signora in giallo": una breve riflessione sul caso Meredith Kercher
Suscitano un po' di bonaria e affettuosa ironia, i telefilm della "Signora in giallo" (una grande impicciona), dell'Ispettore Derrick e di Hercule Poirot.
Con la loro astuzia e a volte la precisione di una macchina, nel ricostruire le sequenze dei delitti e nel ricordare i particolari, mettono alle corde i colpevoli, che, ingenuamente, confessano, sempre. Non c'è quasi bisogno del processo a quel punto, sembra tutto concludersi grazie alla sagacia del detective.
Eppure questi serials un fondo di verità ce l'hanno. Essi sono testimoni di una generazione di investigatori in estinzione, quelli che fino a venti anni fa non potevano servirsi della prova del dna, e che dovevano far cedere l'inquisito con l'ingegno, con stratagemmi, con una ricostruzione abile e sapiente della dinamica del crimine.
Ai tempi d'oggi assistiamo alla condanna di Raniero Busco, ex fidanzato di Simonetta Cesaroni, incastrato da una prova del dna che proverebbe che il morso sul seno della ragazza aveva la forma della sua arcata dentaria e comunque infallibilmente conduceva a lui.
Dopo questa prova discutibile, (insufficiente per alcuni criminologi di fama) tutto il resto è diventato carta straccia: il fatto che il luogo del delitto era stato pulito con estrema accuratezza (troppa, per una persona sola), anni e anni di testimonianze, deposizioni, sopralluoghi. Tutto nel cestino.
Ieri Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono stati assolti in appello dopo la caduta delle prove scientifiche contro di loro: per colpa degli errori di chi effettuò l'esame del dna, esso non è più attendibile.
Il pubblico ministero Giuliano Mignini ha imbastito un castello accusatorio in cui l'unica prova forte era appunto l'esame della scientifica; quando questo si è rivelato nullo, ecco ai due ragazzi schiudersi le porte del carcere. La Knox andrà in America, a casa sua, e, Cassazione o no, non la rivedremo più.
La sentenza emessa, di cui le motivazioni si conosceranno entro novanta giorni, è di "assoluzione perchè il fatto non sussiste". Badate bene: non di "insufficienza di prove", che indicherebbe che qualcosa che porta a loro c'è, ma è insufficiente.
Questa "non sussistenza" del fatto è un fallimento su tutti i fronti non solo della tesi accusatoria, ma dell'attività investigativa del pubblico ministero e delle forze dell'ordine.
Gli imputati possono essere riconosciuti colpevoli o innocenti, ma bisogna ricostruire la verità, e questo non è avvenuto. Non c'è stata una ricostruzione attendibile dei fatti, non si è riusciti ad avere testimonianze esaurienti, non si è scavato sui rapporti precedenti al delitto tra la vittima e gli imputati. Cosa avevano fatto insieme nei giorni precedenti le due coinquiline Amanda e Meredith?
Quante persone hanno visto i ragazzi prima che il delitto avvenisse? Quante persone avrebbero potuto fornire ulteriori elementi?
In parole povere, una ricostruzione credibile e basata sulla logica, non è stata fornita dall'accusa.
E allora l'investigatore di vecchio stampo, "a mani nude", che coglieva dettagli, sfumature, che giocava psicologicamente coi sospettati, e che esisteva nella realtà e non solo nei telefilm, diventa l'eroe di questi giorni, un uomo, e perchè no, una donna che non c'è più.
Ed è un postulato molto drammatico, al di là dei riferimenti letterari e televisivi.Un postulato che ci rivela che la giustizia moderna, non solo italiana, ha dei difetti gravi, che permettono ai delinquenti di farla franca, chiunque essi siano.
Rudy Guedè ha ucciso da solo? E se non era solo, come dice la sua condanna definitiva sancita dalla Cassazione, chi sono i suoi complici?
E' questa la vergogna di cui gli italiani parlano nelle ultime ore, non per l'assoluzione degli imputati, ma per la convinzione che qualcosa non quadra, e che la giustizia ha perso in quanto incapace di dare risposte credibili.
Con la loro astuzia e a volte la precisione di una macchina, nel ricostruire le sequenze dei delitti e nel ricordare i particolari, mettono alle corde i colpevoli, che, ingenuamente, confessano, sempre. Non c'è quasi bisogno del processo a quel punto, sembra tutto concludersi grazie alla sagacia del detective.
Eppure questi serials un fondo di verità ce l'hanno. Essi sono testimoni di una generazione di investigatori in estinzione, quelli che fino a venti anni fa non potevano servirsi della prova del dna, e che dovevano far cedere l'inquisito con l'ingegno, con stratagemmi, con una ricostruzione abile e sapiente della dinamica del crimine.
Ai tempi d'oggi assistiamo alla condanna di Raniero Busco, ex fidanzato di Simonetta Cesaroni, incastrato da una prova del dna che proverebbe che il morso sul seno della ragazza aveva la forma della sua arcata dentaria e comunque infallibilmente conduceva a lui.
Dopo questa prova discutibile, (insufficiente per alcuni criminologi di fama) tutto il resto è diventato carta straccia: il fatto che il luogo del delitto era stato pulito con estrema accuratezza (troppa, per una persona sola), anni e anni di testimonianze, deposizioni, sopralluoghi. Tutto nel cestino.
Ieri Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono stati assolti in appello dopo la caduta delle prove scientifiche contro di loro: per colpa degli errori di chi effettuò l'esame del dna, esso non è più attendibile.
Il pubblico ministero Giuliano Mignini ha imbastito un castello accusatorio in cui l'unica prova forte era appunto l'esame della scientifica; quando questo si è rivelato nullo, ecco ai due ragazzi schiudersi le porte del carcere. La Knox andrà in America, a casa sua, e, Cassazione o no, non la rivedremo più.
La sentenza emessa, di cui le motivazioni si conosceranno entro novanta giorni, è di "assoluzione perchè il fatto non sussiste". Badate bene: non di "insufficienza di prove", che indicherebbe che qualcosa che porta a loro c'è, ma è insufficiente.
Questa "non sussistenza" del fatto è un fallimento su tutti i fronti non solo della tesi accusatoria, ma dell'attività investigativa del pubblico ministero e delle forze dell'ordine.
Gli imputati possono essere riconosciuti colpevoli o innocenti, ma bisogna ricostruire la verità, e questo non è avvenuto. Non c'è stata una ricostruzione attendibile dei fatti, non si è riusciti ad avere testimonianze esaurienti, non si è scavato sui rapporti precedenti al delitto tra la vittima e gli imputati. Cosa avevano fatto insieme nei giorni precedenti le due coinquiline Amanda e Meredith?
Quante persone hanno visto i ragazzi prima che il delitto avvenisse? Quante persone avrebbero potuto fornire ulteriori elementi?
In parole povere, una ricostruzione credibile e basata sulla logica, non è stata fornita dall'accusa.
E allora l'investigatore di vecchio stampo, "a mani nude", che coglieva dettagli, sfumature, che giocava psicologicamente coi sospettati, e che esisteva nella realtà e non solo nei telefilm, diventa l'eroe di questi giorni, un uomo, e perchè no, una donna che non c'è più.
Ed è un postulato molto drammatico, al di là dei riferimenti letterari e televisivi.Un postulato che ci rivela che la giustizia moderna, non solo italiana, ha dei difetti gravi, che permettono ai delinquenti di farla franca, chiunque essi siano.
Rudy Guedè ha ucciso da solo? E se non era solo, come dice la sua condanna definitiva sancita dalla Cassazione, chi sono i suoi complici?
E' questa la vergogna di cui gli italiani parlano nelle ultime ore, non per l'assoluzione degli imputati, ma per la convinzione che qualcosa non quadra, e che la giustizia ha perso in quanto incapace di dare risposte credibili.
domenica 2 ottobre 2011
La teoria dei politici cattivi e del popolo buono
C'è una tendenza nei discorsi di molti, quando si parla di politica, a sparare a zero sui nostri rappresentanti. In buona parte giustificata, la gente comune si sfoga contro amministratori che pensano troppo ad accumulare privilegi e troppo poco a difendere il bene comune.
Nulla da eccepire, ma l'estremizzazione di questo concetto è la tesi che i politici sono dei mostri e il popolo solo una vittima, che prima o poi, con le buone o con le cattive, come lo schiavo Trace Spartaco dovrà spezzare le catene.
Non è così. Prima di tutto perchè non siamo governati da una elite di poche centinaia di persone che gestiscono tutto: i politici sono anche gli amministratori locali, consiglieri e giunte regionali, provinciali e comunali, direttori di enti di nomina politica. Centinaia di migliaia di persone.
Gli sprechi e i danni che questa minoranza produce sono molti, nell'intento di difendere privilegi assurdi. Pensioni ai parlamentari e ai consiglieri regionali ( anche se sono stati in carica per poco tempo), auto blu, sconti nei negozi, sugli aerei, e chi più ne ha più ne metta.
In quanto rappresentante di certe categorie del mondo del lavoro, la casta difende anche privilegi corporativi.
Ecco spiegato perchè ad esempio i professori universitari fanno il loro comodo negli atenei. Quando qualche governo ha provato a metterne in discussione i privilegi, lo stesso parlamento gli si è rivoltato contro, perchè pieno zeppo di docenti universitari, spesso diventati tali grazie alla politica.
Non sono solo i politici che si comportano male: sono gli esercenti che non battono lo scontrino (e non li giustifica il fatto che le tasse siano alte), i liberi professionisti che dichiarano di essere dei pezzenti e poi hanno la jaguar parcheggiata sotto casa, coloro che chiedono favori ai politici facendoli sentire dei piccoli sultani, gli imprenditori che fanno lavorare in nero una grande popolazione di italiani ed immigrati, le banche (e chi ci lavora) che adottano metodi di strangolamento ai possessori di redditi, immobili e di aziende.
Si potrebbe continuare ancora per molto. Qualche articolo addietro, qui, su questo blog si è parlato ad esempio dei colleghi giornalisti che pur di aumentare la tiratura e l'audience fanno di un assassino una star.
No, come vedete non sono solo i politici a creare il nostro malcontento.
A volte siamo noi stessi che ci prevarichiamo, inneschiamo un meccanismo per cui tutti fanno i furbi, e poi questa dinamica ci si ritorce contro.
A volte non si tratta di atti di prepotenza o di disonestà deliberata, ma di un semplice sonno della coscienza, di un adagiamento ai canoni distorti che però sono la quotidianità: "ma chi me lo fa fare a pagare le tasse? Tutti quelli che possono le evadono, lo faccio anch'io, tanto è difficile che mi scoprano".
"Perchè devo far attraversare quel pedone sulle strisce? Io ho fretta, aspetterà la prossima macchina disposta a fermarsi". "Ma sì, vado in contromano con la bici, tanto i ciclisti non vengono mai multati".
Ecco perchè rifiuto certe sparate: "il vaf... day" di Beppe Grillo o dichiarazioni massimaliste del tipo: "mandiamoli tutti a casa, facciamo la rivoluzione.."
E poi? spesso le rivoluzioni portano a regimi, a governi peggiori. Bisogna ragionare, senza isterismi.
Iniziamo a comportarci meglio noi, nel nostro piccolo. John Fitzgerald Kennedy un giorno disse: "Cambiamo una volta tanto il nostro punto di vista. Non chiediamoci più: "Cosa fa il mio paese per me", ma "Cosa posso fare io per il mio paese?"
Andrea Russo
Nulla da eccepire, ma l'estremizzazione di questo concetto è la tesi che i politici sono dei mostri e il popolo solo una vittima, che prima o poi, con le buone o con le cattive, come lo schiavo Trace Spartaco dovrà spezzare le catene.
Non è così. Prima di tutto perchè non siamo governati da una elite di poche centinaia di persone che gestiscono tutto: i politici sono anche gli amministratori locali, consiglieri e giunte regionali, provinciali e comunali, direttori di enti di nomina politica. Centinaia di migliaia di persone.
Gli sprechi e i danni che questa minoranza produce sono molti, nell'intento di difendere privilegi assurdi. Pensioni ai parlamentari e ai consiglieri regionali ( anche se sono stati in carica per poco tempo), auto blu, sconti nei negozi, sugli aerei, e chi più ne ha più ne metta.
In quanto rappresentante di certe categorie del mondo del lavoro, la casta difende anche privilegi corporativi.
Ecco spiegato perchè ad esempio i professori universitari fanno il loro comodo negli atenei. Quando qualche governo ha provato a metterne in discussione i privilegi, lo stesso parlamento gli si è rivoltato contro, perchè pieno zeppo di docenti universitari, spesso diventati tali grazie alla politica.
Non sono solo i politici che si comportano male: sono gli esercenti che non battono lo scontrino (e non li giustifica il fatto che le tasse siano alte), i liberi professionisti che dichiarano di essere dei pezzenti e poi hanno la jaguar parcheggiata sotto casa, coloro che chiedono favori ai politici facendoli sentire dei piccoli sultani, gli imprenditori che fanno lavorare in nero una grande popolazione di italiani ed immigrati, le banche (e chi ci lavora) che adottano metodi di strangolamento ai possessori di redditi, immobili e di aziende.
Si potrebbe continuare ancora per molto. Qualche articolo addietro, qui, su questo blog si è parlato ad esempio dei colleghi giornalisti che pur di aumentare la tiratura e l'audience fanno di un assassino una star.
No, come vedete non sono solo i politici a creare il nostro malcontento.
A volte siamo noi stessi che ci prevarichiamo, inneschiamo un meccanismo per cui tutti fanno i furbi, e poi questa dinamica ci si ritorce contro.
A volte non si tratta di atti di prepotenza o di disonestà deliberata, ma di un semplice sonno della coscienza, di un adagiamento ai canoni distorti che però sono la quotidianità: "ma chi me lo fa fare a pagare le tasse? Tutti quelli che possono le evadono, lo faccio anch'io, tanto è difficile che mi scoprano".
"Perchè devo far attraversare quel pedone sulle strisce? Io ho fretta, aspetterà la prossima macchina disposta a fermarsi". "Ma sì, vado in contromano con la bici, tanto i ciclisti non vengono mai multati".
Ecco perchè rifiuto certe sparate: "il vaf... day" di Beppe Grillo o dichiarazioni massimaliste del tipo: "mandiamoli tutti a casa, facciamo la rivoluzione.."
E poi? spesso le rivoluzioni portano a regimi, a governi peggiori. Bisogna ragionare, senza isterismi.
Iniziamo a comportarci meglio noi, nel nostro piccolo. John Fitzgerald Kennedy un giorno disse: "Cambiamo una volta tanto il nostro punto di vista. Non chiediamoci più: "Cosa fa il mio paese per me", ma "Cosa posso fare io per il mio paese?"
Andrea Russo
sabato 1 ottobre 2011
Intervista a Goran Kuzminac: "L'Italia è terra di cattivi politici e di discografici dell' "usa e getta".
Non le ha mai mandate a dire, Goran Kuzminac, e in oltre 35 anni di carriera gli va riconosciuta una certa coerenza nel modo di fare musica e di proporla al pubblico.
Abbiamo provato a scoprire qualcosa di più su di lui.
Si riconosce nel termine cantautore?
Sono uno che fa musica e che cerca di dare emozioni. Fare musica è una cosa seria, riguarda momenti fondamentali della vita. Uomini e donne si innamorano con una canzone, esprimono emozioni, le condividono. Fu Vincenzo Micocci, un produttore, a coniare il termine cantautore, per indicare uno che scrive i suoi pezzi. Non esiste una parola così in altri paesi: vi si avvicinano i termini chansonnier in Francia e songwriter nei paesi anglosassoni.
Ha senso dunque fare distinzione tra generi musicali?
A molta gente fa comodo etichettare tutto come la marmellata: la musica è emozione, non si possono catalogare le emozioni.
Molta gente la segue ancora oggi, e lei non ha perso l'entusiasmo.
No, non ho smesso di emozionarmi, sto facendo un tour con il mio disco dal vivo "Solo ma non solo", l'ultimo nell'ordine di tempo e il mio primo "live" che raccoglie i miei brani del passato e due inediti. Presto ne uscirà un altro nel 2012, un album con nuove canzoni.
Ascoltando i suoi brani inediti "Ciauda Merilù" (col gruppo "Ciauda") e Bimbi buoni (col gruppo U' Papun) abbiamo avuto una strana sensazione: si percepisce una certa etnicità ma non riusciamo a individuare quale. Sembrano comunque le classiche ballate da suonare intorno al fuoco
Esatto, nella musica ognuno ci vede quello che vuole.
Ci vuole , a volte, un po' di ingenuità per stupirsi ed emozionarsi, guardando le cose come nuove?
Bisogna essere veri, bisogna dire e cantare quello che si sente veramente, essere onesti con chi ti ascolta ed essere capace di ascoltarlo.
Lei ha origini balcaniche, è nato vicino a Belgrado, da bambino e da ragazzo ha vissuto tra Italia e Austria, poi, sempre viaggiando, ha scelto l' Italia. Cosa ha conservato delle sue origini?
La mia esperienza mi ha portato ad essere mitteleuropeo: mi sento Italiano, austriaco, ceco, serbo, greco, del sud e del nord. Viaggiare mi ha aperto tanti nuovi orizzonti e penso che sia positivo avvicinarsi a tante culture diverse ma anche con dei punti in comune.
Da un pò di tempo lei si è stabilito dalle parti di Pineto, in Abruzzo. Perchè , dopo tanti viaggi, ha deciso di vivere lì?
Perchè gli Abruzzesi hanno una grande fortuna: hanno una terra bellissima in cui puoi andare dal mare alla montagna in meno di un'ora, è al centro dell'Italia e mi è facile andare e tornare in un giorno, per un concerto, sia in una città del nord che del sud.
E', purtroppo, una regione malgovernata.
Un tema che le è caro nelle sue canzoni è il viaggio: come cantante lei ha viaggiato molto, e sembra non avere l'intenzione di smettere
Il viaggio è bello mentre si compie: l'arrivo non è poi così interessante, quando ti muovi e incontri nuove persone, noti differenze, fai paragoni, tutto questo è un qualcosa di prezioso.
Tra i suoi pezzi d'attualità c'è anche quello dell'emigrazione: i giovani italiani stessi trovano difficoltà serie in patria ed emigrano.
Queste sono le cose che davvero ti fanno arrabbiare: ascolti alla radio e alla tv che due ragazzi su tre non trovano lavoro, e te la prendi con questi politici italiani che non valgono niente. Battiato recentemente ha detto: "Questa classe politica che abbiamo deve andare af..."
Forse un po' ce li meritiamo certi politici: cerchiamo raccomandazioni, c'è un'evasione fiscale altissima...
Sono perfettamente d'accordo, c'è una evasione fiscale altissima, ma uno dei motivi è che i cittadini sanno che le tasse andranno ad ingrassare le tasche dei governanti e non a migliorare servizi come strade, scuole, ospedali, rete veloce internet..
Abbiamo problemi seri e in parlamento discutono di intercettazioni. Assurdo.
E nel mondo discografico come vanno le cose? Quando nel 1976 è entrato a farne parte era dura starci, ma ora forse lo era ancora di più.
Prima era dura farsi mettere sotto contratto, ma poi avevi un produttore che ti seguiva sia nel lavoro che umanamente. I cantanti di adesso sono polli da batteria. Si segue il metodo dell'usa e getta: vengono mandati alla ribalta e un anno dopo sono già scomparsi. Prima c'era una trafila , si girava l'Italia suonando, ora compaiono nei talent show e gli fanno credere di essere già arrivati. Poi li scaricano.
Non è un caso se negli nultimi venti anni non è venuto fuori nessun grande talento: l'ultimo è stato Ligabue. Hai mai ascoltato con attenzione i testi di adesso? Senza senso.. abbiamo perso in termini di qualità.
Questo concerto è estendibilie forse anche al cinema e alla letteratura: c'è un gap qualitativo enorme. Ma è colpa dei giovani che non si impegnano più per migliorare o della situazione circostante?
E' colpa di qualla larga parte di produttori che pensa solo a fare soldi.
E che consigli dà ai giovani che nonostante tutto vogliono affrontare le difficoltà e fare i musicisti di professione?
Di darsi da fare, farsi coraggio l'un l'altro, scambiarsi le canzoni, cantarle assieme, condividere le esperienze, imparare il più possibile e non stare fermi.
Goran Kuzminac attraversa un momento di grande attività: è reduce dalla manifestazione "Madame Guitar" ad Udine con alcuni tra i migliori chitarristi sulla scena mondiale, e sono in programma concerti in tanti angoli dello stivale, oltre al già citato nuovo cd, che sarà in commercio solamente online. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.seicorde.com
Andrea Russo
per la rivista online: Newsmag.it
Abbiamo provato a scoprire qualcosa di più su di lui.
Si riconosce nel termine cantautore?
Sono uno che fa musica e che cerca di dare emozioni. Fare musica è una cosa seria, riguarda momenti fondamentali della vita. Uomini e donne si innamorano con una canzone, esprimono emozioni, le condividono. Fu Vincenzo Micocci, un produttore, a coniare il termine cantautore, per indicare uno che scrive i suoi pezzi. Non esiste una parola così in altri paesi: vi si avvicinano i termini chansonnier in Francia e songwriter nei paesi anglosassoni.
Ha senso dunque fare distinzione tra generi musicali?
A molta gente fa comodo etichettare tutto come la marmellata: la musica è emozione, non si possono catalogare le emozioni.
Molta gente la segue ancora oggi, e lei non ha perso l'entusiasmo.
No, non ho smesso di emozionarmi, sto facendo un tour con il mio disco dal vivo "Solo ma non solo", l'ultimo nell'ordine di tempo e il mio primo "live" che raccoglie i miei brani del passato e due inediti. Presto ne uscirà un altro nel 2012, un album con nuove canzoni.
Ascoltando i suoi brani inediti "Ciauda Merilù" (col gruppo "Ciauda") e Bimbi buoni (col gruppo U' Papun) abbiamo avuto una strana sensazione: si percepisce una certa etnicità ma non riusciamo a individuare quale. Sembrano comunque le classiche ballate da suonare intorno al fuoco
Esatto, nella musica ognuno ci vede quello che vuole.
Ci vuole , a volte, un po' di ingenuità per stupirsi ed emozionarsi, guardando le cose come nuove?
Bisogna essere veri, bisogna dire e cantare quello che si sente veramente, essere onesti con chi ti ascolta ed essere capace di ascoltarlo.
Lei ha origini balcaniche, è nato vicino a Belgrado, da bambino e da ragazzo ha vissuto tra Italia e Austria, poi, sempre viaggiando, ha scelto l' Italia. Cosa ha conservato delle sue origini?
La mia esperienza mi ha portato ad essere mitteleuropeo: mi sento Italiano, austriaco, ceco, serbo, greco, del sud e del nord. Viaggiare mi ha aperto tanti nuovi orizzonti e penso che sia positivo avvicinarsi a tante culture diverse ma anche con dei punti in comune.
Da un pò di tempo lei si è stabilito dalle parti di Pineto, in Abruzzo. Perchè , dopo tanti viaggi, ha deciso di vivere lì?
Perchè gli Abruzzesi hanno una grande fortuna: hanno una terra bellissima in cui puoi andare dal mare alla montagna in meno di un'ora, è al centro dell'Italia e mi è facile andare e tornare in un giorno, per un concerto, sia in una città del nord che del sud.
E', purtroppo, una regione malgovernata.
Un tema che le è caro nelle sue canzoni è il viaggio: come cantante lei ha viaggiato molto, e sembra non avere l'intenzione di smettere
Il viaggio è bello mentre si compie: l'arrivo non è poi così interessante, quando ti muovi e incontri nuove persone, noti differenze, fai paragoni, tutto questo è un qualcosa di prezioso.
Tra i suoi pezzi d'attualità c'è anche quello dell'emigrazione: i giovani italiani stessi trovano difficoltà serie in patria ed emigrano.
Queste sono le cose che davvero ti fanno arrabbiare: ascolti alla radio e alla tv che due ragazzi su tre non trovano lavoro, e te la prendi con questi politici italiani che non valgono niente. Battiato recentemente ha detto: "Questa classe politica che abbiamo deve andare af..."
Forse un po' ce li meritiamo certi politici: cerchiamo raccomandazioni, c'è un'evasione fiscale altissima...
Sono perfettamente d'accordo, c'è una evasione fiscale altissima, ma uno dei motivi è che i cittadini sanno che le tasse andranno ad ingrassare le tasche dei governanti e non a migliorare servizi come strade, scuole, ospedali, rete veloce internet..
Abbiamo problemi seri e in parlamento discutono di intercettazioni. Assurdo.
E nel mondo discografico come vanno le cose? Quando nel 1976 è entrato a farne parte era dura starci, ma ora forse lo era ancora di più.
Prima era dura farsi mettere sotto contratto, ma poi avevi un produttore che ti seguiva sia nel lavoro che umanamente. I cantanti di adesso sono polli da batteria. Si segue il metodo dell'usa e getta: vengono mandati alla ribalta e un anno dopo sono già scomparsi. Prima c'era una trafila , si girava l'Italia suonando, ora compaiono nei talent show e gli fanno credere di essere già arrivati. Poi li scaricano.
Non è un caso se negli nultimi venti anni non è venuto fuori nessun grande talento: l'ultimo è stato Ligabue. Hai mai ascoltato con attenzione i testi di adesso? Senza senso.. abbiamo perso in termini di qualità.
Questo concerto è estendibilie forse anche al cinema e alla letteratura: c'è un gap qualitativo enorme. Ma è colpa dei giovani che non si impegnano più per migliorare o della situazione circostante?
E' colpa di qualla larga parte di produttori che pensa solo a fare soldi.
E che consigli dà ai giovani che nonostante tutto vogliono affrontare le difficoltà e fare i musicisti di professione?
Di darsi da fare, farsi coraggio l'un l'altro, scambiarsi le canzoni, cantarle assieme, condividere le esperienze, imparare il più possibile e non stare fermi.
Goran Kuzminac attraversa un momento di grande attività: è reduce dalla manifestazione "Madame Guitar" ad Udine con alcuni tra i migliori chitarristi sulla scena mondiale, e sono in programma concerti in tanti angoli dello stivale, oltre al già citato nuovo cd, che sarà in commercio solamente online. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.seicorde.com
Andrea Russo
per la rivista online: Newsmag.it
Calcio: Pescara, i commenti dallo spogliatoio
L'allenatore del Pescara Zeman si dice parzialmente contento della sua squadra: "Abbiamo giocato solo un'ora, ci siamo rilassati dopo e mi sono arrabbiato per questo. Non riusciamo a mantenere la concentrazione e lavoreremo su questo". Su Verratti, lasciato in tribuna oggi: "Ha preso una botta in allenamento, l'ho voluto risparmiare per la gara di Mercoledì prossimo col Sassuolo".
Sembra rassegnato invece il tecnico dell'Albinoleffe Daniele Fortunato: nel primo tempo gli attaccanti del Pescara sembravano imprendibili, abbiamo sofferto la loro velocità. Anche noi abbiamo avuto delle palle goal molto nitide non concretizzate nella prima parte della gara.
E' raro per una squadra con le nostre caratteristiche prendere 5 goals. Nel secondo tempo almeno abbiamo avuto la forza di reagire, ma il Pescara ha comunque meritato la vittoria.
Daniele Petterini ha propiziato il primo goal: il suo tiro deviato da Previtali ha fatto sbloccare la sua squadra, che poi ha vinto in maniera netta, ma il goal forse non gli verrà attribuito. Il regolamento infatti dice che quando la deviazione cambia di molto la traiettoria, ed è determinante per fare andare la palla in goal, si assegna l'autorete al difensore; se la deviazione non influisce più di tanto, il goal è dato a colui che cerca di segnare.
"Sono contento per la vittoria ma rammaricato per i miei 25 minuti in campo" afferma Petterini "abbiamo giocato un'ottima gara ma nel finale ci siamo rilassati, succede. dobbiamo migliorare questo aspetto, ma tutti siamo contenti di come stanno andando le cose quest'anno. Dopo il goal ho baciato il tatuaggio sul braccio destro, è un gesto dedicato a mio figlio"
Andrea Russo
per la testata online: Abruzzoblog.it
Sembra rassegnato invece il tecnico dell'Albinoleffe Daniele Fortunato: nel primo tempo gli attaccanti del Pescara sembravano imprendibili, abbiamo sofferto la loro velocità. Anche noi abbiamo avuto delle palle goal molto nitide non concretizzate nella prima parte della gara.
E' raro per una squadra con le nostre caratteristiche prendere 5 goals. Nel secondo tempo almeno abbiamo avuto la forza di reagire, ma il Pescara ha comunque meritato la vittoria.
Daniele Petterini ha propiziato il primo goal: il suo tiro deviato da Previtali ha fatto sbloccare la sua squadra, che poi ha vinto in maniera netta, ma il goal forse non gli verrà attribuito. Il regolamento infatti dice che quando la deviazione cambia di molto la traiettoria, ed è determinante per fare andare la palla in goal, si assegna l'autorete al difensore; se la deviazione non influisce più di tanto, il goal è dato a colui che cerca di segnare.
"Sono contento per la vittoria ma rammaricato per i miei 25 minuti in campo" afferma Petterini "abbiamo giocato un'ottima gara ma nel finale ci siamo rilassati, succede. dobbiamo migliorare questo aspetto, ma tutti siamo contenti di come stanno andando le cose quest'anno. Dopo il goal ho baciato il tatuaggio sul braccio destro, è un gesto dedicato a mio figlio"
Andrea Russo
per la testata online: Abruzzoblog.it
Pescara-Albinoleffe 5-3: spettacolo e goals nel classico "stile Zeman"
Il Pescara vince con un risultato pirotecnico il match casalingo contro un discreto Albinoleffe. Poteva però essere una vittoria molto più netta.
L'Albinoleffe subisce da subito l'iniziativa dei padroni di casa. Petterini al 7' esibisce un poderoso tiro dalla distanza, Previtali, involontariamente, devia in rete in maniera determinante: 1-0. Al 27' la palla esce dalla linea laterale sinistra, ma la terna arbitrale non se ne avvede: l'azionbe prosegue e Sansovini raccoglie un passaggio filtrante sulla destra: gran tiro e 2-0 per il Pescara. Al 43' Insigne tira al volo, di piatto, su cross di Gessa dalla sinistra: 3-0. Il quarto goal del Pescara arriva un minuto dopo con un bolide dai 25 metri di Gessa (il migliore in campo in assoluto in questa gara.).
Sembra il preludio ad un'umiliazione in piena regola: inizia il secondo tempo e dopo 5 minuti Immobile raccoglie un passaggio basso dalla sinistra di Insigne e mette in rete il più facile dei palloni a tu per tu con il portiere avversario Offredi. Ma l'Albinoleffe ora appare una squadra rigenerata, reagisce e salva l'onore: accorciato il modulo tattico, con la difesa alta e l'intero 11 concentrato in 50 metri di campo, i lombardi diventano molto più battaglieri e incisivi.
al 23' una gran botta di Cristiano dalla destra trafigge Pinsoglio (subentrato nel secondo tempo) , poi Cocco realizza dal dischetto in seguito ad un fallo, evitabile, da parte di Balzano su Cristiano: 5-2.
Il 5-3 arriva ad opera di Girasole, che ha la meglio al 42' dopo un batti e ribatti col portiere avversario Pinsoglio.
Dicevamo di una gara che poteva essere vinta in maniera molto più netta dal Pescara, visto che il primo tempo si è concluso sul 4-0, e al 50' sul 5-0. C'è però un'attitudine negativa da parte dei giocatori adriatici, che li porta costantemente a crollare nel finale: un po' la stanchezza, ma anche una certa irresponsabilità, fanno in modo che i difensori biancoazzurri commettano falli cattivi quanto inutili, spesso contro giocatori tutt'altro che vicini al goal. Nelle gare precedenti, falli come questi sono costati la sconfitta.
E' un problema da affrontare, soprattutto quando si affronteranno squadre di vertice e con difese granitiche. Il bilancio del match e di queste 7 partite è positivo, su questo non ci piove, ma come diceva la famosa canzone: "si può dare di più".
Andrea Russo
per la testata giornalistica online Abruzzoblog.it
L'Albinoleffe subisce da subito l'iniziativa dei padroni di casa. Petterini al 7' esibisce un poderoso tiro dalla distanza, Previtali, involontariamente, devia in rete in maniera determinante: 1-0. Al 27' la palla esce dalla linea laterale sinistra, ma la terna arbitrale non se ne avvede: l'azionbe prosegue e Sansovini raccoglie un passaggio filtrante sulla destra: gran tiro e 2-0 per il Pescara. Al 43' Insigne tira al volo, di piatto, su cross di Gessa dalla sinistra: 3-0. Il quarto goal del Pescara arriva un minuto dopo con un bolide dai 25 metri di Gessa (il migliore in campo in assoluto in questa gara.).
Sembra il preludio ad un'umiliazione in piena regola: inizia il secondo tempo e dopo 5 minuti Immobile raccoglie un passaggio basso dalla sinistra di Insigne e mette in rete il più facile dei palloni a tu per tu con il portiere avversario Offredi. Ma l'Albinoleffe ora appare una squadra rigenerata, reagisce e salva l'onore: accorciato il modulo tattico, con la difesa alta e l'intero 11 concentrato in 50 metri di campo, i lombardi diventano molto più battaglieri e incisivi.
al 23' una gran botta di Cristiano dalla destra trafigge Pinsoglio (subentrato nel secondo tempo) , poi Cocco realizza dal dischetto in seguito ad un fallo, evitabile, da parte di Balzano su Cristiano: 5-2.
Il 5-3 arriva ad opera di Girasole, che ha la meglio al 42' dopo un batti e ribatti col portiere avversario Pinsoglio.
Dicevamo di una gara che poteva essere vinta in maniera molto più netta dal Pescara, visto che il primo tempo si è concluso sul 4-0, e al 50' sul 5-0. C'è però un'attitudine negativa da parte dei giocatori adriatici, che li porta costantemente a crollare nel finale: un po' la stanchezza, ma anche una certa irresponsabilità, fanno in modo che i difensori biancoazzurri commettano falli cattivi quanto inutili, spesso contro giocatori tutt'altro che vicini al goal. Nelle gare precedenti, falli come questi sono costati la sconfitta.
E' un problema da affrontare, soprattutto quando si affronteranno squadre di vertice e con difese granitiche. Il bilancio del match e di queste 7 partite è positivo, su questo non ci piove, ma come diceva la famosa canzone: "si può dare di più".
Andrea Russo
per la testata giornalistica online Abruzzoblog.it
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