Trump e Nethanyau smentiti dall'Intelligence Americana
La direttrice nazionale dell'Intelligence americana, Tulsi Gabbard, ha affermato che l'Iran non stava costruendo bombe nucleari e che gli sarebbero stati necessari tre anni per disporne. In questo modo ha suscitato una reazione stizzita del suo stesso Presidente Trump.
https://edition.cnn.com/2025/06/19/politics/intelligence-iran-trump-gabbard-analysis
Viene smontato dunque il casus belli e l'alibi di Israele, che ha iniziato nuovi attacchi con aerei e missili contro obiettivi sensibili per Teheran. Le forze armate Persiane hanno tuttavia risposto in maniera efficace contrattaccando e arrecando danni e perdite umane.
L'appello di Nethanyau
In questa fase di guerra, Sharon ha invitato gli Iraniani ad abbattere il loro regime, perché tra i due paesi c'è una antica amicizia che può rinascere e che Israele li può aiutare a liberarsi degli Ayatollah.
https://www.open.online/2025/06/13/iran-israele-netanyahu-messaggio-iraniani-regime-malvagio-video/
Alcune voci dell'opposizione Iraniana hanno avallato questa tesi della democrazia esportata con le bombe. Forniamo come esempio quanto sostenuto dalla giornalista Hana Namdari in trasmissione a Radio Radio.
https://www.youtube.com/watch?v=iQ-4QtHeTD8
e dal tenore del "Teatro Alla Scala" di Milano Ramtin Ghazavi
L'intervento militare Americano ci sarà?
Sebbene Donald Trump abbia ventilato un possibile intervento con soldati e mezzi Usa e supporto di Israele, sembra che Putin nelle ultime ore abbia messo dei chiari paletti: non permetterà che l'Iran venga distrutto e sottoposto al controllo di Washington e Gerusalemme e in casi estremi non esiterebbe a dare supporto militare diretto o indiretto a Teheran
La guerra come mezzo di esportazione della democrazia
Alcune considerazioni sono d'obbligo: auspicare che vengano uccise molte persone a casa propria, dove vivono i propri cari, sposando le tesi di un feroce nemico come Nethanyau, supportato dalle stesse forze colonialiste che hanno sempre cercato di sfruttare le risorse del proprio paese, mi sembra una tesi assurda oltrechè idiota.
Abbiamo visto poi dove ha condotto in molti casi questo ragionamento caro agli americani e non solo:
in Libia ci si doveva liberare di Gheddafi e adesso c'è una situazione di doppio regime e di tensioni tribali.
In Iraq si ci liberò di Saddam Hussein per lasciare spazio ad un paese distrutto e diviso, in cui l'estremismo islamico e la esportazione del terrorismo sono diventati la norma.
Potremmo riportare molti altri esempi, come quello dell'Afghanistan, in cui un pezzo di occidente combattè i Talebani, retrogradi ed estremisti, per poi restituirgli le chiavi del paese venti anni dopo come se nulla fosse successo.
Del resto anche Putin all'inizio della guerra in Ucraina ha detto di voler rovesciare il governo esistente.
Il suo appello al popolo Ucraino non era tanto diverso da quello di Nethanyau.
Anche in questo caso tutto si può dire tranne che vi sia stata una sommossa interna, a Kiev e che tale discorso abbia avuto successo.
L'invenzione di un casus belli per attaccare il nemico
Gli Stati Uniti, per rovesciare Saddam, usarono la scusa delle armi chimiche, che non vennero mai trovate e che fu una invenzione per ammissione dello stesso Colin Powell, il Segretario di Stato durante il primo mandato di George W. Bush.
https://www.youtube.com/watch?v=I8w3sgBaFv4
Prima ancora, nella Prima Guerra del Golfo, qualora non bastasse come motivo la invasione del Kuwait, venne coinvolta la figlia dell'ambasciatore Kuwaitiano a Washington e si fece finta che fosse una infermiera di un ospedale pediatrico distrutto:
https://www.youtube.com/watch?v=p_gbLZlRiA0
https://en.wikipedia.org/wiki/Nayirah_testimony
In Libia si ci inventò che i morti venivano seppelliti nella spiaggia, quando si trattava di un normale cimitero.
Potremmo ricordare altri episodi, come l'incidente del Golfo del Tonkino per giustificare l'intervento Usa in Viet Nam.
Conclusioni
Se in un paese come il nostro appare pacifico e acclarato ai più il fatto che a Teheran ci sia un feroce regime teocratico, al tempo stesso sappiamo benissimo che il mondo non è fatto di buoni e cattivi.
La rivoluzione Islamica del 1979 in terra Persiana vi fu come reazione ad un potere statale fortemente influenzato da Inglesi e Americani, le cui lobby volevano controllare le risorse strategiche e imporre i propri valori.
Il regime degli Ayatollah e dei Pasdaran resiste da 46 anni e ha superato prove ben più dure di quella odierna, dalla guerra con l'Iraq a decenni di sanzioni internazionali.
Aspettarsi che il popolo Persiano si faccia convincere da che coloro che lo hanno depredato e che gli hanno fatto la guerra in tanti modi è una pia illusione.
L'unica strada è il dialogo e un mondo in cui le potenze medie e grandi non incoraggino i conflitti per un proprio tornaconto.
Nelle foto: Tulsi Gabbard, Benjamin Nethanyau, Ali Khamenei, Colin Powell e la città di Isfahan.
Durante il suo discorso all'Onu del 5 Febbraio 2003, mostrando una provetta di antrace, Powell denunciò la presenza di armi chimiche in Iraq. Per sua stessa ammissione le informazioni in suo possesso erano infondate e la dotazione militare in questione non venne mai trovata.