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giovedì 17 aprile 2025

Recensione del film "Il camorrista" di Giuseppe Tornatore

È il primo film di Tornatore. Opera complessa, lunga e faticosa, mostra già una certa maturità artistica e la volontà di raccontare il lato disfunzionale della società Italiana.



Foto: Ben Gazzara


Genesi dell'opera

Nel Febbraio del 1984, il giornalista d'inchiesta Giuseppe "Joe" Marrazzo pubblicò il romanzo "Il Camorrista", ispirato al boss Raffaele Cutolo, che lui aveva intervistato più volte.

Marrazzo, padre del giornalista Piero, era noto per le sue coraggiose interviste, per gli articoli e le opere investigative sulla criminalità organizzata in Campania.

Dal libro venne tratto l'omonimo lungometraggio di Giuseppe Tornatore. L'esordiente regista si lanciò in una opera complessa e ambiziosa. 

Inizialmente doveva essere uno dei produttori, poi sopraggiunse la Titanus di Goffredo Lombardo, che credette molto in quell'astro nascente. 


Foto: Ben Gazzara


La scelta di Ben Gazzara nella parte del "Professore di Vesuviano" 

Tornatore, allora trentenne, aveva pensato a Gian Maria Volontè, che però sembrò troppo fuori portata.

Intanto l'agente di Ben Gazzara gli fece leggere il libro di Marrazzo.

L'interprete preferito da John Cassavetes e Peter Bogdanovich si mostrò entusiasta del progetto e ottenne il ruolo da protagonista.

In quegli anni Gazzara lavorava stabilmente in Italia con diverse pellicole e conosceva l'Italiano piuttosto bene.

Fu però doppiato dall'attore Mariano Rigillo, che aveva un timbro di voce simile e aveva una pronuncia da madrelingua sia nella lingua di Dante che in dialetto Campano. 

Nella sua lunga carriera Gazzara aveva ricoperto i ruoli più disparati, compresi quelli di gangster come in "Quella sporca notte", nelle vesti di Al Capone.

Era un interprete complesso, che amava i personaggi dalle varie sfumature. 

Indagatore degli stati d'animo, rielaborava a modo suo gli atteggiamenti contrastanti e le sfaccettature dell'uomo contemporaneo.

Il ruolo assegnatogli da Tornatore sembrava cucito su misura per lui.

Il boss di Ottaviano era in effetti dotato di una personalità forte e complessa, niente affatto banale.

In prigione si era fatto una cultura ed era stato in grado, tramite elargizioni, favori, paternalismo di tracciare strategie complesse e di fare carriera nelle gerarchie criminali non solo Campane ma anche nazionali, fino ad interagire con i gangli del potere capitolino.



Foto: scena sul Vesuvio


Trama

Il Camorrista è in sostanza la storia di un ragazzo cresciuto fin dai primissimi anni di vita nella povertà, nei soprusi, nella violenza e nel degrado. 

Finito in carcere dopo un omicidio compiuto per futili motivi, maturerà culturalmente e svilupperà una mentalità criminale di più alto livello.

Fonderà una sua organizzazione, la Camorra Riformata (pseudonimo della vera Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo) e gli affiliati verranno ammessi tramite un rito di iniziazione, sottostando a delle regole interne.

Tramite guerre con altri clan e rapporti con Cosa Nostra, politici, servizi segreti e imprenditori "Il Professore di Vesuviano" sarà per alcuni anni dominante sui traffici illeciti in Campania. 

Tuttavia i troppi nemici prenderanno il sopravvento, decretando l'abbandono dei suoi stessi alleati.



Foto: Laura Del Sol


Uscita nelle sale e in tv

Ci furono vari tentativi di bloccare l'uscita nelle sale del film, che vi fece comunque il suo esordio il 12 Settembre del 1986, per essere ritirato due mesi dopo e per ritornare in programmazione poco tempo dopo.

Il 20 Marzo del 1994 fu proposto in prima serata su Rete 4.



Foto: Nicola Di Pinto

La serie

Nel 2025 è stata pubblicata la serie, ovvero la versione lunga di quasi cinque ore, disponibile su Amazon Prime. 

Tuttavia tale versione, come quella cinematografica del resto, è stata pubblicata da qualcuno anche sulle piattaforme online non a pagamento. 

Fu pensata forse come alternativa al film, di cui sarebbe stata un inutile doppione se fosse uscita in contemporanea. È rimasta inedita per decenni. 

A distanza di quarant'anni Tornatore ha trovato il materiale inutilizzato e ritenuto perso, ha restaurato insieme a dei collaboratori e alla casa di produzione Titanus l' audio e le immagini e ha rielaborato il montaggio.

La serie, rispetto al film, spiega alcune dinamiche con maggiore dettaglio e approfondisce i rapporti tra i vari personaggi.



Foto: Luciano Bartoli e Marzio Honorato


L'impegno civico

L'intento dell'artista Siciliano è di denuncia del fenomeno malavitoso, descrivendone con dovizia di dettagli la genesi. 

I contenuti sono risultati scomodi sia per elementi di spicco della criminalità che per alcuni esponenti politici. 


La violenza

Da opera sul crimine quale è, abbondano le scene violente e ciò era inevitabile, anche se gli autori in questi casi hanno la capacità di calibrare l'effetto scenico e di decidere quanto indugiare sul dettaglio di forte impatto. 

Non è un film che punta su questo tipo di compiacimento, per cui la storia, i contenuti e le doti attoriali prevalgono. 



Foto: Laura Del Sol


I personaggi di finzione e quelli reali

I nomi utilizzati sono fittizi. Talvolta corrispondono a persone esistenti ben precise, in altri casi sono un misto di più individui.

Il Professore di Vesuviano per esempio è Raffaele Cutolo.

Rosaria è la sorella Rosetta.

Il Calabrese Domenico Spina dovrebbe essere Domenico Tripodo

Frank Titas è Francis Turatello. 

I personaggi di Alfredo Canale e di Ciro Parrella rimandano entrambi alla figura di braccio destro rivestita da Vincenzo Casillo.

Don Antonio Malacarne corrisponde invece ad Antonio Spavone, detto O' Malommo. 

Il commissario e capo della Squadra Mobile Iervolino è il coraggioso funzionario di polizia Antonio Ammaturo.



Foto: Giuseppe Tornatore in una intervista presso l'Istituto Luce incentrata sul film


Il successo maturato nel corso degli anni

Col tempo il film ha accresciuto il suo successo presso il grande pubblico.

Molte reti private del sud lo hanno trasmesso di frequente, probabilmente senza diritti di utilizzo. 

In più ha avuto molte repliche "ufficiali" su Mediaset.

"Il Camorrista" ha riscosso successo trasversalmente, mettendo d'accordo i cultori dei film polizieschi e gangster, coloro che apprezzano l'impegno civico e infine i fan della malavita, sebbene l'opera sia di segno opposto come messaggio.



Foto: Lino Troisi


Un lungo cast pieno di bravi interpreti

Sono davvero tanti gli attori che meriterebbero una menzione.

Ne citeremo solo alcuni.

Spicca la prova attoriale di un eccelso Ben Gazzara, che riesce a restituire al pubblico la lucida ferocia, il carisma, il sarcasmo istrionico e perfino la leggera vena di follia del personaggio della vita reale che ha incarnato.

La ventitreenne Laura Del Sol ha dovuto ricoprire il ruolo della sorella del protagonista prima da giovane e poi in età matura. Bravissima, sottile e ambigua, cerca di riportare il fratello all'onestà ma diventa spietata esecutrice dei suoi piani.

Leo Gullotta invece, interpretando il commissario Iervolino, rappresenta la parte pulita dello Stato, quella che non si lascia corrompere e che compie il proprio dovere fino in fondo. 

Gullotta è un grande artista e sarebbe stato bello vederlo più spesso in produzioni simili, oltre alle divertenti maschere, sempre personali e variegate, della comicità di cui si è fatto dionisiaco tramite.

Nicola Di Pinto impersona Alfonso Canale, fedelissimo del boss.

Luciano Bartoli interpreta Ciro Parrella, imprenditore vicino al "Professore".

Marzio Honorato interpreta Salvatore Lo Russo, politico colluso con la "Camorra Riformata". 

Lino Troisi è il boss Antonio O' Malacarne: attivo soprattutto negli anni '70 e '80 come attore, ha prestato la voce a Telly Savalas in "Kojak" e a Tom Bosley in "Happy Days".



Foto: Leo Gullotta

Richiami a Scarface

Per una volta nel film e per due volte nella serie, il modo in cui si fa finta di graziare i nemici per poi ucciderli ricorda una nota scena di "Scarface", di Brian De Palma, uscito nelle sale nel 1983, circa due anni prima delle riprese de "Il Camorrista".


Le musiche

Il commento musicale è di Nicola Piovani, un nome che non necessita di presentazioni. La musica esprime tensione, pericolo e ammonimento ed ha un ritmo vivace. 

Si nota che il regista e il compositore sanno quello che fanno anche da alcuni dettagli: 

la solita musica cupa e tesa, nella scena del castello, si trasforma in un dolce jazz retrò quando il boss si abbandona per un attimo alle memorie da bambino e al sogno di appropriarsi di quel luogo sfarzoso. 



Foto: Nicola Piovani


Premi

Nastro d'argento al miglior regista esordiente (Giuseppe Tornatore). 

David di Donatello al migliore attore non protagonista (Leo Gullotta). 

Premio Flaiano per la sceneggiatura (Giuseppe Tornatore).



Foto: Giuseppe Tornatore in uno scatto recente



Frasi celebri

- O' Malacarne è nu guappo e' cartone!

- Rosaria...un vero camorrista ragiona con il cervello..e mai con il cuore!

- Dicitincello a o Professore, ca io nun l'aggio tradito! E mo facite ambresso! 

- E allora forza! Mittiteve nzieme e abballate sulla mia pelle! E abballate, abballate, abballate! 


mercoledì 16 aprile 2025

Quel gioco brillante è il vero spirito del Pescara


Domenica abbiamo rivisto il modo di giocare tipico del Pescara degli ultimi decenni: propositivo, tecnico, divertente


Avete presente quando un oggetto, un video, una canzone o qualcosa che vedete in giro vi ricorda i vostri anni migliori e voi vi sentite improvvisamente bene?

È la stessa impressione che ha pervaso me e forse molti tifosi Domenica.

Abbiamo visto una squadra arrembante, creativa, sicura di sè e ci siamo detti: "Ecco il vero Pescara".

Il nostro marchio di fabbrica è questo da decenni, quantomeno dai tempi di Galeone.

Da allora in poi i tifosi hanno dimostrato di apprezzare quel tipo di gioco, che normalmente ti fa vincere ma ti diverte anche.

Con Zeman e Oddo e le loro promozioni in serie A abbiamo vissuto emozioni simili.

Giovanni Galeone con il suo carattere allegro ed estroverso incarna il suo calcio anche nella vita. 

Zdenek Zeman non sembra parlare molto ai giocatori ma si fa capire con poche parole asciutte e significative.

Massimo Oddo è un grande psicologo invece: ricordiamo tutti in città l'allenamento in spiaggia e davanti alla nave di Cascella per far capire ai giocatori che la gente era dalla loro parte, che li ammirava e in un certo senso provava affetto per loro.

Silvio Baldini è un allenatore ormai esperto e completo: si sente come un padre per i suoi ragazzi, ha grandi intuizioni a livello calcistico e ha delle debolezze evidenti, come l'incapacità di nascondere la propria sensibilità; 

da buon Toscano inoltre ha la schiettezza e una certa impulsività che spesso lo tradiscono.

Baldini ha capito che la squadra, ad Agosto, non andava snaturata e l'ha fatta giocare con il solito 4-3-3, ripercorrendo i movimenti a cui Zeman l'aveva abituata l'anno scorso.

Purtroppo solo a tratti l'animo sbarazzino dei tempi migliori è venuto fuori. Eppure siamo quarti.

La mia sensazione, ma forse non solo la mia, è che ai play off rivedremo quel Pescara arrembante e sfrontato.

Vada come vada poi. Resta il fatto che Pescara ha uno spirito vivace, allegro e un po' irriverente: quando la squadra locale lo ha fatto suo, l'alchimia si è compiuta.

domenica 13 aprile 2025

Uno squarcio di sole a Pescara: due goal al Gubbio e tanta qualità




I fuochi d'artificio del primo tempo sono bastati a regolare il Gubbio.


Qualche volta nella vita, di tanto in tanto, ci sono giorni in cui le preoccupazioni si alleggeriscono fino a svanire e tutto sembra girare per il verso giusto; 

ci sentiamo pieni di energia e liberi di progettare con coraggio quello che in precedenza, soverchiati dalle difficoltà quotidiane, non tentavamo di fare.

È quanto successo oggi al Pescara, che, di tanto in tanto, dimentica tutti i suoi freni mentali e inizia a giocare un po' come ai vecchi tempi della promozione in serie A con Zeman (ovviamente i valori tecnici attuali, in serie C, sono minori).

Il Pescara ci ha abituati a queste fasi alterne negli ultimi quattro anni di serie C, come una luce che si accende e si spegne.

È per questo che abbiamo lasciato, in alcuni articoli precedenti, su queste pagine online, uno spiraglio di opportunità a portata di mano, anche quando le prestazioni da commentare erano scialbe.

Ai play off il Pescara può diventare principessa o cenerentola;

tutto dipenderà dagli umori e dalle frontiere mentali che si aprono nelle teste dei giocatori e del troppo impulsivo mister (sia pur bravo).


Primo tempo

Con Silvio Baldini squalificato per l'ennesima volta, un Pescara senza la sua guida tecnica a bordo campo ha messo in ghiaccio il risultato nel primo tempo.

Due traverse colpite da Cangiano e da Pellacani hanno aperto la strada ai goal di testa di Ferraris (in tuffo) e di Brosco (in elevazione).

Nel secondo tempo il Delfino ha gestito con rilassatezza il risultato, reggendo l'urto di un discreto Gubbio e non rinunciando ad attaccare.

Anzi, nel brillante finale il Pescara ha sfiorato più volte il terzo goal (è da segnalare una rovesciata sontuosa di Bentivegna a servire Arena, che ha colpito la terza traversa per il Delfino all'85').


Gubbio ordinato ma impreciso

Il Gubbio ha una buona organizzazione di gioco e ha prodotto delle buone conclusioni a rete sia nel primo che nel secondo tempo. Forse sono mancate un po' di precisione e di prepotenza fisica negli ultimi metri del campo avversario. 

Durante il secondo tempo gli Umbri non si sono arresi. Col passare dei minuti, però, si sono demoralizzati quando hanno visto che non riuscivano ad accorciare il doppio svantaggio.


Promossi

Pellacani, (monumentale), Brosco, Bentivegna, Cangiano, Arena e Meazzi.


Rimandati

Merola è ancora scarico e denuclearizzato. Basta poco, tuttavia, per vedere un giocatore rinascere. Uno come lui, ai play off, è un missile RS-28 Sarmat.


Conclusioni

Vittoria meritata dei biancazzurri, che vogliono mantenere il quarto posto in classifica e che aspettano i play off, dove, come già abbiamo scritto tante volte, il campionato può essere stravolto.

Insomma, in attesa di tempi più decisivi, ci godiamo la primavera e il clima mite; 

i pori della pelle si allargano e respirano, mentre il Pescara, grazie alla bella vittoria in scioltezza di oggi, ci farà andare a dormire con un leggero sorriso sulle labbra.


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Argomenti: notizie, Pescara, calcio, Silvio Baldini, Delfino, Merola, Ferraris, traversa




venerdì 11 aprile 2025

Ecco perché i dazi di Trump non sono il vero problema


(Nelle foto: Giorgia Meloni, Vladimir Putin con Sergio Mattarella, Donald Trump con Viktor Orban, Kaja Kallas)

Tiene banco in questi giorni la discussione su come agire, a livello Italiano ed Europeo, contro i dazi di Trump.

Nel merito, va operata una prima scrematura: va separato il Donald Trump che parla e quello che agisce.

Il primo è ingovernabile e ci mostra a che livello sono giunte le leadership occidentali. Anche Biden si lasciava andare tra l'altro al turpiloquio, contro i giornalisti, negli incontri con gli operai, contro Putin e contro lo stesso Trump durante la campagna elettorale del 2020.

Trump però esprime anche minacce, offese, giudizi, propositi di annessione, et cetera.

Il Trump che agisce, invece, è un grande negoziatore. Sta muovendo passi avanti significativi per la pace in Ucraina, mentre Biden aveva spinto Kiev verso la guerra;

aveva portato avanti un processo di ingerenza e di affarismo anche personalistico iniziato con Euromaidan e col Donbass, ribadendo di voler estendere la Nato.

Su Israele non è chiaro ancora cosa l'ex tycoon Newyorchese voglia fare;

tuttavia si teme che abbia in mente di avallare i piani di distruzione e di diaspora Palestinese di Nethanyau.

Il Presidente Usa in carica sa di avere meno di quattro anni per portare avanti i suoi progetti ambiziosi.

I dazi sono una sfida difficile: usare il protezionismo per poi ricreare un tessuto industriale perduto negli Usa.

Difficilmente quanto prefisso andrà in porto in tempi brevi e ci vorranno eventualmente dei decenni.

Dal punto di vista Europeo e Italiano, il vero punto è un altro: siamo le vittime passive di ogni desiderio degli Stati Uniti.

Biden spingeva per la guerra in Ucraina ad oltranza e per le sanzioni alla Russia e abbiamo obbedito.

Trump vuole l'opposto e sia pur tra tante finte dichiarazioni e riunioni europee allargate, quasi tutte senza logica e senza soluzioni, ci adegueremo anche a lui.

Compreremo le sue armi made in Usa facendo finta di boicottarli.

Compreremo il costoso gas liquefatto americano sperando che nel frattempo potremo tornare ad acquistare quello Russo a più basso costo.



Se avessimo avuto una strategia autonoma, la Germania non avrebbe accettato la distruzione pianificata del Nord Stream, costato parecchi miliardi di euro e fonte di energia a buon mercato;

probabilmente non avrebbe nemmeno dismesso le centrali nucleari;

l'Europa non avrebbe imposto sanzioni boomerang e avrebbe mediato per la pace, salvando per davvero l'Ucraina da una guerra rovinosa, che non sarebbe nemmeno iniziata;



la Ue inoltre avrebbe terminato le politiche di austerity, che hanno impoverito milioni di persone.

Infine avrebbe provveduto a dotarsi dei satelliti e delle tecnologie di difesa che le mancano.

Se l'Italia avesse una strategia, avrebbe proceduto a mettere in atto almeno una parte delle seguenti azioni: 

- una politica di respingimento della migrazione più autonoma e più efficace. 

- Ritorno ad una moneta nazionale senza più dipendere da Bruxelles. 

- Uscita dall'Ue e tassazione competitiva volta ad attirare investimenti stranieri. 

- Una  politica energetica che utilizzi quanto è possibile adoperare:

se non il nucleare di ultima generazione, sfruttiamo quantomeno le biomasse e le rinnovabili;

se in base agli studi fatti il ritorno economico ha consistenza, si proceda alle trivellazioni nelle nostre acque per estrarre petrolio, come da programma di questo governo in carica.

- Rinsaldamento dei rapporti con i paesi del Mediterraneo.

- Piccoli piani Marshall: il governo Meloni ne ha varato uno ma occorrono delle correzioni, al fine di conseguire materie prime importanti e di contrastare l'immigrazione.



Ora ci preoccupiamo dei dazi ma come detto da Giorgia Meloni, questo non è un vero problema:

il protezionismo negli States c'è da tempo immemore. Le relazioni commerciali possono essere dirette verso altri paesi.

Il problema vero siamo noi, ovvero gli Stati Europei. 

Siamo vecchi, gestiti da burocrati stupidi e pieni di mossettine, che mostrano borsette di salvataggio tra un parrucchiere e una epilazione delle gambe. 

Siamo in mano a gente guerrafondaia: i discorsi di alcuni leaders europei ed esponenti di partito  ricordano il chihuaua che abbaia al pitbull. 

Ci governa da Bruxelles qualcuno che dà al marito 320 milioni dei nostri soldi per la sua azienda di tecnologie RNA.

Siamo servili verso gli Stati Uniti e non abbiamo il coraggio di mediare con un poco più di impegno per mettere fine al massacro di Gaza.

Aspettiamo l'alba del domani per ascoltare l'ultima provocazione di Trump, che da buon mercante "disprezza", per poi trattare su quello che compra.

Dobbiamo agire per noi stessi, prima da Italiani e poi da Europei, lasciando fermo e beninteso il punto che l'Unione Europea deve sparire.

Al suo posto ci sarebbero pochi accordi relativi al libero scambio, alla difesa comune e a piani di sviluppo comune, che lascino intatte le sovranità dei singoli paesi.


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Argomenti: politica, Stati Uniti, Italia, Unione Europea, Euro, dazi, Piano Marshall. Donald Trump, Kaja Kallas


mercoledì 9 aprile 2025

Pescara vs Arezzo 0-1. Non basta l'impegno: Tavernelli punisce un confuso Pescara


Thomas Alberti. Foto: pescaracalcio.com


Facciamo finta che.. tutto va ben tutto va ben.. 

Recitava così una canzone di Ombretta Colli del 1975.

Il Pescara ha bisogno di riposo e di concentrazione, per cui bisogna aspettare soltanto i play off ormai.

Il Delfino ha condotto una gara volenterosa, ma con molta confusione nel gioco e mosso più dalla buona volontà che da schemi collaudati.

Si procede come i gamberi: ci si aspetterebbe che i meccanismi di Baldini siano sempre più rodati a fine stagione e invece è il contrario.

Alberti ormai meriterebbe di giocare dall'inizio anche nelle prossime partite. É l'unico ad avere i movimenti da vero attaccante tra gli Adriatici.

Nel primo tempo abbiamo visto un bel tiro di Alberti neutralizzato con maestria da Trombini e un palo di Pattarello per l'Arezzo.

Il Pescara ha potuto esprimersi meglio delle scorse partite perché l'Arezzo se la gioca sempre e anche in questa occasione non ha dato forfait in tal senso; 

con questo tipo di squadra, che lascia spazi per il gioco propositivo Pescarese, Brosco e compagni hanno acquistato ottimismo.

Nel secondo tempo i varchi si sono aperti ancora di più ma il tasso tecnico di entrambe le falangi ci ha mostrato un calcio quasi parrocchiale e "anni '50".

Valzania al 60' ha scagliato un bel tiro, ribattuto da Trombini.

Nel frattempo Merola applicava la sua versione del "Ghosting". Inconsapevole discepolo di Carmelo Bene, ha imparato la lezione dell' "esistere pur non esistendo" nelle dialettiche e nelle dinamiche del gioco.

L'Arezzo dal canto suo si è mostrato pericoloso e il finale è stato tutto sommato divertente.

Dopo un palo di Tavernelli al 76' nel finale di gara, tanto per cambiare, Silvio Baldini è stato espulso, seguito al 90' dal suo terzino Gaetano Letizia, 

oltre a non precisati membri dello staff (l'assistente tecnico Matteo Baldini era stato accompagnato verso gli spogliatoi nel primo tempo).

Al 93' Tavernelli dona la gioia dei tre punti ai Toscani con un tiro al volo dalla distanza molto bello, mentre tra le panchine regnava il caos.

Gli uomini di Cristian Bucchi sono stati bravi e sfrontati, venendo in Abruzzo a cercare di imporre il proprio gioco.

Speriamo che questo campionato termini presto, perchè dopo il Pescara avrà qualche settimana di tempo per chiarisi le idee, 

chiudere mentalmente con una stagione mediocre e prepararsi ai play off al meglio. 


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Argomenti: Pescara, calcio, Tavernelli, Arezzo


martedì 8 aprile 2025

Mac Demarco - Chamber of reflection


La discografia tradizionale si è squagliata sull'altare delle nuove tecnologie e dell'open source, ovvero delle risorse gratuite.

Si impone dunque oggi un universo di piccole etichette e di autoproduzioni che trovano la loro grancassa e spesso anche il successo nella rete.

Del resto ci sono molti artisti bravi.

In questo videoclip un aitante giovane Giapponese vive la sua solitudine fatta di spazi angusti, del suo negozietto di alimentari preferito, di pigrizia, di cibo pronto e di animali domestici.

Il suono a bassa fedeltà (low-fi) è probabilmente voluto, per creare un effetto retro. Le immagini in realtà sono d'epoca e sono un montaggio del film Chongquing Express di Wong Kar Wai, del 1994.

L'attore è Takeshi Kaneshiro.

Il video è postato e montato da un amatore.

Buon ascolto
 


Pescara vs Arezzo in programma domani alle 18: speriamo di non addormentarci


Nella foto: Camillo Tavernelli dell'Arezzo


Le due squadre proveranno a dare un senso alla serata, in un campionato che spesso ci ha fatto risparmiare sulla melatonina

Si recupera domani, 9 Aprile alle 18:00, il big match di serie C Pescara vs Arezzo che vale il quarto posto in classifica. Nei biancazzurri manca ancora la colonna di difesa Pellacani, ancora fuori per squalifica. Si rivede Pierozzi sulla fascia destra, preferito a Moruzzi anche in luce di un turn over per le tre partite ravvicinate in calendario.

In attacco Alberti giocherà dal primo minuto. Tutti attendiamo che si sblocchi in quanto è l'unico centravanti in organico, preso a fine mercato invernale proprio per colmare qualche carenza in attacco.

Ci dovrebbe essere anche Merola, che da possibile stella polare del Delfino, uomo con la valigia in mano, uomo mercato e infine uomo da un milione di dollari, sta completando una stagione scialba che rischia di essere un salto di qualità sì, ma all'indietro.

Anche lui è atteso per regalarci solo gioia e niente dazi.

L'Arezzo si giocherá la partita a viso aperto col tridente Pattarello-Ravasio-Tavernelli.

I probabili titolari:

Pescara (4-3-3): 22 Plizzari 77 Pierozzi, 13 Brosco, 16 Crialese, 2 Letizia, 14 Valzania, 6 Squizzato, 8 Dagasso, 10 Merola, 9 Alberti, 11 Cangiano 

In panchina: Silvio Baldini 

Arezzo (4-3-3): 1 Trombini; 6 Renzi, 5 Gilli, 15 Gigli, 23 Righetti; 18 Damiani, 7 Guccione, 24 Chierico; 10 Pattarello, 11 Ravasio, 21 Tavernelli. 

In panchina: Cristian Bucchi

Diretta su Sky Sport, Sky calcio e Now in tv; per quanto riguarda la radio Enrico Rocchi ci aspetta su Radio California e sul sito www.california.it

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Argomenti: Pescara, Arezzo, calcio, Tavernelli



Ecco perchè il calcio moderno non mi appassiona


(Foto: sebbene non sia un film sul calcio, "Momenti di gloria" racconta la vera storia di alcuni atleti Britannici prima e durante le Olimpiadi del 1924. Erano ragazzi non professionisti e dai valori umani notevoli).


Da bambino seguivo il calcio con passione e un certo atteggiamento fanatico. Crescendo ho presto preso le distanze da tali comportamenti e ho sviluppato un senso critico.

Mi dispiace rilevare che molti adulti su questo argomento siano rimasti come ero io da bambino, se non peggio. Per carità, ognuno ha i suoi difetti e anche io ho i miei (e non sono pochi).

Il calcio che vorrei (e che probabilmente otto tifosi su dieci NON vorrebbero) sarebbe più intimistico, più romantico, meno professionistico e svenduto alla smodata ricerca del profitto.

I club si accorderebbero su limiti ai prezzi di acquisto dei cartellini dei giocatori e verrebbero messi dei tetti massimi agli stipendi, tornando a cifre più normali.

I giovani calciatori avrebbero l'obbligo di terminare le scuole medie superiori con frequenza ed esami condotti in maniera scrupolosa e non pro-forma. In caso di mancato adempimento, verrebbero sospesi e la federazione non gli consentirebbe di giocare.

Scomparirebbero i braccialetti elettronici che misurano le performance sportive, con deroga solo per quelli utili a prevenire scompensi cardiaci e cose simili. 

Si tratta di calcio, non di decathlon. É il talento a fare la differenza.

Inoltre la si smetterebbe di scegliere i giovani talenti in base al fisico e non alla fantasia. Tempo fa mi capitò di veder passeggiare una squadra di Allievi (sedici anni circa) tutti sopra il metro e ottanta. Credevo che giocassero a basket, invece no.

Scomparirebbero gli allenatori che sgridano il calciatore per un dribbling o uno stop di esterno piede o una serpentina. Sono persone tristi.

Le interviste di fine partita verrebbero eliminate: troppo nervosismo. Non è bello vedere allenatori di sessant'anni fare la tragedia come bambinetti per un rigore non dato o perché semplicemente hanno perso.

Basta anche col solito machismo e le dichiarazioni roboanti da caserma: il calcio è un gioco, non è la guerra. Con la forza dei nervi non si risolve niente.

Bisogna ricordarsi che il gioco è divertimento, è lealtà, amicizia, rispetto.

Se si vince si è contenti, se si perde lo si accetta serenamente.

Non ci saranno risse per il calcio e i tifosi avversari faranno continui gemellaggi.

Sto immaginando forse un mondo troppo evoluto. Eppure sarebbe bello.

domenica 6 aprile 2025

È il Pescara migliore degli ultimi quattro anni? Ecco cosa dicono i numeri


Quattro anni di fiacchezza, con qualche momento di gloria.. ma quale è stato il migliore? Aspettando che questo medioevo calcistico finisca, confrontiamo le stagioni.


Il Pescara di quest'anno, dopo quasi tutto il girone di andata in testa alla classifica, è quarto e con una partita da recuperare a 58 punti.

Da quando è retrocessa in terza serie, abbiamo avuto i seguenti risultati:


2021-2022 - Quinto posto con 65 punti, Auteri disputò un discreto campionato sostituito nelle ultime partite alla guida tecnica da Luciano Zauri, con risultati mediocri anche ai play off.

Il Delfino era nel girone B. 

Squadre forti: Modena e Reggiana.


2022-2023 - Finora è da considerare il miglior campionato degli utlimi quattro. Il Pescara partì bene con Colombo, sostituito da Zeman  a una manciata di partite da fine campionato. Il Boemo rivitalizzò la squadra, che giocò bene ai play off perdendo in semifinale col Foggia.  65 punti anche in quella stagione per un buon terzo posto.

Pesarono nonostante le buone prestazioni alcune scelte disastrose di Zeman specialmente nella gara di ritorno a Pescara.

Fu infatti schierato D'Aniello, praticamente inutilizzato per tutto il campionato, al posto del rodato Plizzari in porta.

Inoltre il Foggia pareggiò due volte in extremis del Foggia al 97' e al 114' per mancata capacità dei biancazzurri di gestire il vantaggio. I Satanelli passarono ai rigori

Girone: C

Squadre forti: Catanzaro e Crotone


2023-2024 - Zeman partì bene, poi la squadra ebbe un calo e poi per via di malori piuttosto gravi, il Boemo dovette lasciare il posto a Bucaro, presto a sua volta rimpiazzato da Cascione.

Il Delfino terminò il campionato a 55 punti, sesto

Girone: B

Squadre forti: Cesena


2024-2025 - eccoci ad oggi.

A quattro partite dalla fine, Il Pescara dovrebbe guadagnare almeno 7 punti e terminare a quota 65 per stare al passo con l'annata di Auteri e Zauri e soprattutto quella di Colombo e Zeman.

Molto conterà dall'esito dei play off

Girone: B

Squadre forti: Entella (Il campionato di quest'anno sembra un po' più facile degli anni scorsi)


Conclusioni

Quest'anno il Pescara è stato abbastanza deludente, superiore probabilmente solo a quello di Zeman, Bucaro e Cascione di 12 mesi fa.

Ha l'opportunità di far saltare il banco solo in caso di vittoria dei play off.

Di certo fino a quando parleremo di serie C, si tratterà pur sempre di un medioevo o di un purgatorio sportivo, aspettando di tornare ai livelli che la città e che la tradizione sportiva del club meritano.


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Argomenti: Pescara, calcio, serie C, Bucaro