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mercoledì 27 agosto 2008

Sport - Roberto Cammarelle chiude in bellezza le olimpiadi.

(Cammarelle infligge il pugno del K.O. al Cinese Zhang Zhilei: l'incontro è concluso e per lui è medaglia d'oro)
Merita un cenno particolare, Roberto Cammarelle.
In primis perchè ha avuto il merito di averci fatto chiudere le olimpiadi con un ottavo oro.
In secondo luogo perchè ha dominato l'incontro, contro un cinese, che, in una situazione di vittoria non schiacciante, sarebbe stato probabilmente avvantaggiato.
Nulla si può però, contro l'evidenza.
Il poliziotto trentaduenne delle fiamme oro è apparso subito concentrato sul ring, e ha rifilato una serie di colpi puliti e devastanti al volto del cinese Zhang Zhilei.
Dopo aver inflitto un distacco nel punteggio imbarazzante all'avversario, lo ha messo definitivamente al tappeto al quarto e ultimo round.
Il cinese è stato contato, e l'arbitro ha decretato la fine dell'incontro.
Ha convinto, Cammarelle, a differenza di Vincenzo Russo, che, di fronte a un pugile mediocre che non faceva altro che spingere, si è fatto battere sfoggiando una boxe di basso livello.
Un cenno di merito va anche al commissario tecnico Francesco Damiani, che è stato campione del mondo in una delle tre federazioni pugilistiche mondiali, ai tempi in cui c'era il miglior Tyson, non ancora tarato dalle sue vicende giudiziarie. Gli chiesero: "Combatteresti contro Tyson? (che era campione del mondo per un'altra federazione)- e lui: "Certo, non ho paura di lui". Prima ancora di quell'episodio, alle olimpiadi di Los Angeles del 1984, Damiani era stato medaglia d'argento, mentre un altro grande campione, Loris Stecca, aveva conquistato nella stessa occasione l'oro in un'altra categoria di peso. I supermassimi (+91)non esistevano allora, altrimenti Damiani, come Cammarelle, vi sarebbe rientrato .

Musica I Righeira


Stefano Righi e Stefano Rota, alias Michael e Johnson Righeira. Che nostalgia! Anche adesso compongono e fanno buona musica, ma con meno pubblicità attorno.
Un paio di hit dell'epoca, secondo me, andavano oltre la sola operazione commerciale: i testi erano buoni, gli arrangiamenti altrettanto.
Sempre stravaganti nel vestiario, adesso hanno scelto il filone "spaziale", con giubbotti o tute a metà tra Gianni Bugno e il Capitano Kirk



venerdì 22 agosto 2008

musica - New wave delicata

" Il genio" mi ha fatto ricordare che esiste una certa quantità di cantanti, dal sound pulito e dalla voce poco urlata, che hanno riempito i palinsesti delle tv musicali degli ultimi anni.
Come al solito sottovalutati dalle loro etichette discografiche, mi fanno ricordare che in questi ultimi anni non è vero che ci sia stato un vuoto qualitativo.
Citando solo quelli del nuovo "soft", ricordo con piacere Gianni Ulivieri : "Io ti amo ma devo ucciderti", "Il concetto di amicizia " .
Quest'ultima mi ricorda alcune situazioni ambigue, e la trovo particolarmente calzante:
"Prima che io mi innamori di te, equivocando su quello che c'è (..) dobbiamo approfondire il tuo concetto di amicizia".
Cito inoltre Pacifico e Mauro Di Maggio (lo potete ascoltare tranquillamente anche ad Agosto) , intelligenti e pacati.
Questi nomi non esauriscono certo il genere indicato.
La lista potrebbe essere molto più lunga, ma andrebbero fatti i dovuti distinguo anagrafici e stilistici
c'è da dire però che si tratta di una musica poco casinista, raffinata, intelligente, e che invoglia ad uno stato d'umore tranquillo e positivo.

Musica - Il genio

Certe volte un po' di faccia tosta è utile.
I produttori francesi, di quando in quando hanno riproposto, negli ultimi decenni, operazioni commerciali provocatorie e raffinate.
Basta citarne due: Oui je t'aime moi non plus di Serge Gainsbourg, cantata in duo con sua moglie Jane Birkin, e l'abbastanza recente hit Moi Lolita cantata da Alizee.
Su questa scia si innesta la recente uscita del video "Pop porno", che se non altro ha il merito di far fermare lo zapping da una tv all'altra.
Ti fermi a guardarli sulla tv musicale di turno, e un sorriso ti percorre le labbra: "Guarda i due monelli", ti viene da dire.
"Il Genio" sono Alessandra Contini, Voce e Basso, e Gianluca De Rubertis, chitarra e tastiere.
Il testo è molto scarno, il gioco è evidente, si gioca con le parole, si gioca con le debolezze di tutti, in un ripetitivo "un po' porno" che diventa "pop porno".
Adatto a sostenere la parte, il duo si muove nel video con molta naturalezza.
Sono entrambi giovani, belli e snelli, lei canta con quel filo di voce maliziosa e lui la accompagna con finta goffaggine nelle danze.
Una furbata, insomma, e si può dire che sia, almeno come singolo, un'operazione riuscita.
Anche le furbate, però, hanno bisogno della dovuta dose di sostanza per non restare fini a se stesse. Ora "Il genio" deve ripetersi con hits di maggior contenuto per non diventare una meteora.

lunedì 18 agosto 2008

Ciclisti

I ciclisti a Pescara, come credo anche nel resto d'Italia, credono di poter fare di tutto: vanno in senso di marcia contrario, svoltano dove vogliono, fanno gli slalom, vanno sui marciapiedi.
A Pescara sono state create delle discutibili piste ciclabili ai bordi delle strade.
Già la realizzazione di per sè è una sciocchezza incredibile: dalle macchine, e soprattutto dai furgoni e dai camion, è difficile vedere i ciclisti che arrivano lateralmente e da dietro.
E' molto alto il rischio che un veicolo svolti senza vederli, tagliandogli la strada e creando un incidente.
I pedoni, quando scendono ad attraversare la strada, hanno spesso la vista lateralmente occlusa dalle macchine parcheggiate. la bici non fa rumore, e viaggia spesso al bordo della carreggiata.
Anche in quel caso c'è un pericolo di incidente.
In molti , a Pescara, non hanno capito che la pista ciclabile va percorsa in un solo senso, e non in entrambi.
Molti di coloro che usano la bici credono di essere esenti da multa, il che, (codice della strada alla mano), non è vero.
Non c'è inoltre l'obbligo per chi va in bici di dotarsi di attrezzature catarifrangenti valide e di fanali, nè sono obbligati all'uso del casco come i ciclisti.
Sarebbe il caso, in definitiva, di prendere in serio esame la questione: sono molte le morti sulla strada che potrebbero essere evitate con regole più severe e una maggiore educazione stradale.
Vedi anche il post su questo blog: Il Cinno (20/5/2008)

Una prestazione da criticare


Tutto si riassume nel sorrisetto di Perluigi Casiraghi, Ct della nazionale, a fine partita.
Sconfitta accettata allegramente, partita affrontata altrettanto allegramente.
L'Italia olimpica, che come le sue avversarie è formata quasi completamente da under 21, perde 3 a 2 con il Belgio nonostante dal primo tempo giocasse in superiorità numerica.
Il terzo goal è stato alquanto insolito per una difesa italiana: difensori sbilanciati ingenuamente in avanti, disordinati nel fronteggiare l'attacco, il giocatore belga che ringrazia e regala ai suoi il passaggio di turno.
Perdere va bene, ma questi sono segnali di scarso impegno, o comunque di attaccamento alla maglia e alle olimpiadi insufficiente.
La prova del nove è il sorriso sereno di Casiraghi: "Abbiamo perso, ma è nello spirito olimpico accettare serenamente la sconfitta senza drammi".
Conosco troppo bene la mentalità degli allenatori italiani, le sceneggiate che fanno, nelle competizioni a cui tengono, per un rigore non concesso o un fallo di mano avversario non ravvisato dall'arbitro.
Casiraghi, se si fosse trattato di un europeo o di un mondiale, sarebbe stato di ben altro umore.
La prestazione con il Belgio è da criticare, non c'è stato sufficiente impegno, non ci si è creduto abbastanza, la prestazione è stata scadente, colpevolmente.
Ora i presidenti dei club che vedono tornare alla base i loro ventenni preziosi sono più contenti, perchè possono riutilizzarli. In fondo, erano "solo" le Olimpiadi, vero?

martedì 5 agosto 2008

(3) Helsinki

(2) Stoccolma


Da qualche parte, lì nel Nord - Copenaghen


Edgar Reitz ed il suo capolavoro


Praticamente sconosciuto alla maggior parte del pubblico italiani, Heimat 1 può comunque annoverarsi tra i capolavori della storia del cinema europeo.
Si tratta di un lungo film che ha peculiarità tipicamente tedesche, come i dialoghi di stampo filosofico, per un particolare senso della mistica, e per altri temi ricorrenti come quelli del genio.

Edgar Reitz, il suo regista, creò questa decalogia negli anni 80. Si tratta di una fiction televisiva di alto livello, come il decalogo di Kieslowski o altre operazioni simili.

E' la saga di una famiglia tedesca dell'Hunsruch (terra natale del regista), nella Germania ovest, che viene ripresa durante varie epoche storiche: la fine della prima guerra mondiale, il padre di famiglia che fugge senza un motivo, lasciando sola Maria con i figli Anton ed Ernst. Durante la seconda guerra mondiale, Maria conoscerà Otto, dal quale avrà Hermann. Dopo tanto tempo di distacco da Maria, Otto ritorna per poco tempo, ma è già costretto a ripartire per le operazioni belliche. Viene chiamato per disinnescare una bomba, ma muore nel tentativo. Intanto il primo figlio di Maria Anton, un giovanotto deciso e ambizioso, torna dalla guerra a piedi, dopo aver percorso migliaia di chilometri.
Proprio mentre ritorna Anton, riappare il padre, che è diventato un ricco industriale americano, giocoso e strafottente. Maria non lo perdona: non può essere più come prima.
Anton, grazie ad un prestito del ricco padre, diventa un industriale di prodotti ottici, e sarà molto bravo nel gestirla. Nel frattempo Hermann Simon, il terzo figlio adolescente, ha la sua prima esperienza amorosa con Clarchen, una delle due domestiche di casa Simon, di 11 anni più vecchia.
Verranno scoperti, tra l'indignazione della madre e del primo figlio, e con il tentativo di difendere questo amore da parte del secondo fratello Ernst, e dell'altra giovane governte. Clarchen, che rimane incinta e deve abortire, dovrà cedere, nonostante l'amore continui e i due si vedano di tanto in tanto, sferzata dalle minacce di denuncia della madre e del primogenito Anton.
La puntata dell'amore tra Hermann e Clarchen è una delle più belle della serie. Già si comprende la differenza tra i due fratelli maggiori: Uno senza troppe sfumature, ma deciso e vincente, l'altro che diventa solo più tardi un imprenditore di successo, e che in amore ha una sensibilità più varia, con tante relazioni instabili che costellano la sua vita: Ernst, a differenza di Anton , è un sognatore, appassionato di aerei.
Hermann, dopo diversi anni, si consacra come un musicista d'avanguardia importante, incompreso dai suoi compaesani che sono gente semplice, ma pur non potendo capire la sua musica sono contenti per lui. Intanto il mondo della musica tributa ad Hermann onori importanti, come quello di dirigere un suo concerto trasmesso in diretta alla radio.

In questa serie c'è un'alternanza di bianco e nero e di colori nella fotografia, che talora ha un senso, talora forse, lo ha di meno.

IHeimat2 èi ncentrato sulla giovinezza di Hermann e sul genio, ,a è meno brillante di Heimat1.
Nel 2004 la saga continua con Heimat 3, a 20 anni esatti dal primo episodio

lunedì 4 agosto 2008

Calcio- Nuovo colpo del Pescara


Il Pescara ha ufficializzato l'acquisizione dell'intero cartellino di Anselmo, noto giocatore di calcio Balilla. "Sono contento di essermi liberato finalmente da quelle sbarre di metallo che mi infilzavano i fianchi", è stata la prima dichiarazione del neoacquisto biancazzurro

Omino Michelin-2


L'Omino Michelin conquista Pescara


E' un Venerdì notte di mezza estate. La temperatura è elevata, i giovani sono tutti riversati sulla riviera per ammazzare il tempo piacevolmente in compagnia, per bere una bevanda ghiacciata, o per ballare.

E' quasi l'una di notte, ma la musica non parte. Molto strano. Inizia a circolare la voce che un'ordinanza del sindaco ha vietato, per motivi di sicurezza, la musica a tutto volume sulla Riviera Nord.

Ma nel momento di maggiore noia, in cui la serata prende una piega deludente, ecco ciò che non ti aspetti: a bordo di un veicolo commerciale a tre ruote, un'Ape Piaggio, compare, come in una parata di stars, l'omino Michelin, che attraversa tutta la riviera salutando e dispensando sorrisi.

Pronta la risposta ilare e gioiosa del popolo della notte.

Non contento, il ragazzo vestito da omino Michelin si ferma presso lo stabilimento Maja e si concede a degli improvvisati fans.

Notizie- Abruzzo -Politica. Zio Remo spara ancora


Ezio Ardizzi, presidente della Camera di Commercio di Pescara, ha organizzato, per il 10 agosto, un evento intitolato: un applauso per l'Abruzzo. Ha presentato, pochi giorni fa, l'iniziativa nella sede della Confcommercio. Ospite d'Onore: Remo Gaspari.
L'intervento di Ezio Ardizzi è stato accorato e condivisibile: si è scagliato contro due principali bersagli: lo statalismo, che in Abruzzo è più forte rispetto ad altre regioni, e l'atteggiamento di rassegnazione che c'è nella classe dirigente riguardo la possibilità di rimettere in piedi l'Italia.
Remo Gaspari, 87 enne, gli ha fatto eco, denunciando gli sperperi di denaro pubblico.
"Quando ero io a governare, ha affermato l'ex ministro Dc, i governanti risolvevano più efficacemente alcune piaghe sociali come la disoccupazione. Io ho lasciato la politica quando l'Abruzzo era ancora in una fase di splendore. Dal 1978 al 1992 l'Abruzzo è cresciuto di un punto percentuale in più della Lombardia, dal punto di vista economico.
Cercare delle forme di riscatto per l'Abruzzo, è legittimo, come lo è fare richiamo ad un rinnovamento. Chiamare però Remo Gaspari a supporto di tale operazione è però un vero controsenso.
Gaspari ha fatto parte della Dc, che è stata la maggiore responsabile del nostro debito pubblico in 50 anni circa di governo. Gaspari non si può esimere da quel contesto e da un giudizio negativo verso quel passato.
Rinnovamento sì dunque, ma che sia reale.