È il primo film di Tornatore. Opera complessa, lunga e faticosa, mostra già una certa maturità artistica e la volontà di raccontare il lato disfunzionale della società Italiana.
Foto: Ben Gazzara
Genesi dell'opera
Nel Febbraio del 1984, il giornalista d'inchiesta Giuseppe "Joe" Marrazzo pubblicò il romanzo "Il Camorrista", ispirato al boss Raffaele Cutolo, che lui aveva intervistato più volte.
Marrazzo, padre del giornalista Piero, era noto per le sue coraggiose interviste, per gli articoli e le opere investigative sulla criminalità organizzata in Campania.
Dal libro venne tratto l'omonimo lungometraggio di Giuseppe Tornatore. L'esordiente regista si lanciò in una opera complessa e ambiziosa.
Inizialmente doveva essere uno dei produttori, poi sopraggiunse la Titanus di Goffredo Lombardo, che credette molto in quell'astro nascente.
Foto: Ben Gazzara
La scelta di Ben Gazzara nella parte del "Professore di Vesuviano"
Tornatore, allora trentenne, aveva pensato a Gian Maria Volontè, che però sembrò troppo fuori portata.
Intanto l'agente di Ben Gazzara gli fece leggere il libro di Marrazzo.
L'interprete preferito da John Cassavetes e Peter Bogdanovich si mostrò entusiasta del progetto e ottenne il ruolo da protagonista.
In quegli anni Gazzara lavorava stabilmente in Italia con diverse pellicole e conosceva l'Italiano piuttosto bene.
Fu però doppiato dall'attore Mariano Rigillo, che aveva un timbro di voce simile e aveva una pronuncia da madrelingua sia nella lingua di Dante che in dialetto Campano.
Nella sua lunga carriera Gazzara aveva ricoperto i ruoli più disparati, compresi quelli di gangster come in "Quella sporca notte", nelle vesti di Al Capone.
Era un interprete complesso, che amava i personaggi dalle varie sfumature.
Indagatore degli stati d'animo, rielaborava a modo suo gli atteggiamenti contrastanti e le sfaccettature dell'uomo contemporaneo.
Il ruolo assegnatogli da Tornatore sembrava cucito su misura per lui.
Il boss di Ottaviano era in effetti dotato di una personalità forte e complessa, niente affatto banale.
In prigione si era fatto una cultura ed era stato in grado, tramite elargizioni, favori, paternalismo di tracciare strategie complesse e di fare carriera nelle gerarchie criminali non solo Campane ma anche nazionali, fino ad interagire con i gangli del potere capitolino.
Foto: scena sul Vesuvio
Trama
Il Camorrista è in sostanza la storia di un ragazzo cresciuto fin dai primissimi anni di vita nella povertà, nei soprusi, nella violenza e nel degrado.
Finito in carcere dopo un omicidio compiuto per futili motivi, maturerà culturalmente e svilupperà una mentalità criminale di più alto livello.
Fonderà una sua organizzazione, la Camorra Riformata (pseudonimo della vera Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo) e gli affiliati verranno ammessi tramite un rito di iniziazione, sottostando a delle regole interne.
Tramite guerre con altri clan e rapporti con Cosa Nostra, politici, servizi segreti e imprenditori "Il Professore di Vesuviano" sarà per alcuni anni dominante sui traffici illeciti in Campania.
Tuttavia i troppi nemici prenderanno il sopravvento, decretando l'abbandono dei suoi stessi alleati.
Foto: Laura Del Sol
Uscita nelle sale e in tv
Ci furono vari tentativi di bloccare l'uscita nelle sale del film, che vi fece comunque il suo esordio il 12 Settembre del 1986, per essere ritirato due mesi dopo e per ritornare in programmazione poco tempo dopo.
Il 20 Marzo del 1994 fu proposto in prima serata su Rete 4.
Foto: Nicola Di Pinto
La serie
Nel 2025 è stata pubblicata la serie, ovvero la versione lunga di quasi cinque ore, disponibile su Amazon Prime.
Tuttavia tale versione, come quella cinematografica del resto, è stata pubblicata da qualcuno anche sulle piattaforme online non a pagamento.
Fu pensata forse come alternativa al film, di cui sarebbe stata un inutile doppione se fosse uscita in contemporanea. È rimasta inedita per decenni.
A distanza di quarant'anni Tornatore ha trovato il materiale inutilizzato e ritenuto perso, ha restaurato insieme a dei collaboratori e alla casa di produzione Titanus l' audio e le immagini e ha rielaborato il montaggio.
La serie, rispetto al film, spiega alcune dinamiche con maggiore dettaglio e approfondisce i rapporti tra i vari personaggi.
Foto: Luciano Bartoli e Marzio Honorato
L'impegno civico
L'intento dell'artista Siciliano è di denuncia del fenomeno malavitoso, descrivendone con dovizia di dettagli la genesi.
I contenuti sono risultati scomodi sia per elementi di spicco della criminalità che per alcuni esponenti politici.
La violenza
Da opera sul crimine quale è, abbondano le scene violente e ciò era inevitabile, anche se gli autori in questi casi hanno la capacità di calibrare l'effetto scenico e di decidere quanto indugiare sul dettaglio di forte impatto.
Non è un film che punta su questo tipo di compiacimento, per cui la storia, i contenuti e le doti attoriali prevalgono.
Foto: Laura Del Sol
I personaggi di finzione e quelli reali
I nomi utilizzati sono fittizi. Talvolta corrispondono a persone esistenti ben precise, in altri casi sono un misto di più individui.
Il Professore di Vesuviano per esempio è Raffaele Cutolo.
Rosaria è la sorella Rosetta.
Il Calabrese Domenico Spina dovrebbe essere Domenico Tripodo
Frank Titas è Francis Turatello.
I personaggi di Alfredo Canale e di Ciro Parrella rimandano entrambi alla figura di braccio destro rivestita da Vincenzo Casillo.
Don Antonio Malacarne corrisponde invece ad Antonio Spavone, detto O' Malommo.
Il commissario e capo della Squadra Mobile Iervolino è il coraggioso funzionario di polizia Antonio Ammaturo.
Foto: Giuseppe Tornatore in una intervista presso l'Istituto Luce incentrata sul film
Il successo maturato nel corso degli anni
Col tempo il film ha accresciuto il suo successo presso il grande pubblico.
Molte reti private del sud lo hanno trasmesso di frequente, probabilmente senza diritti di utilizzo.
In più ha avuto molte repliche "ufficiali" su Mediaset.
"Il Camorrista" ha riscosso successo trasversalmente, mettendo d'accordo i cultori dei film polizieschi e gangster, coloro che apprezzano l'impegno civico e infine i fan della malavita, sebbene l'opera sia di segno opposto come messaggio.
Foto: Lino Troisi
Un lungo cast pieno di bravi interpreti
Sono davvero tanti gli attori che meriterebbero una menzione.
Ne citeremo solo alcuni.
Spicca la prova attoriale di un eccelso Ben Gazzara, che riesce a restituire al pubblico la lucida ferocia, il carisma, il sarcasmo istrionico e perfino la leggera vena di follia del personaggio della vita reale che ha incarnato.
La ventitreenne Laura Del Sol ha dovuto ricoprire il ruolo della sorella del protagonista prima da giovane e poi in età matura. Bravissima, sottile e ambigua, cerca di riportare il fratello all'onestà ma diventa spietata esecutrice dei suoi piani.
Leo Gullotta invece, interpretando il commissario Iervolino, rappresenta la parte pulita dello Stato, quella che non si lascia corrompere e che compie il proprio dovere fino in fondo.
Gullotta è un grande artista e sarebbe stato bello vederlo più spesso in produzioni simili, oltre alle divertenti maschere, sempre personali e variegate, della comicità di cui si è fatto dionisiaco tramite.
Nicola Di Pinto impersona Alfonso Canale, fedelissimo del boss.
Luciano Bartoli interpreta Ciro Parrella, imprenditore vicino al "Professore".
Marzio Honorato interpreta Salvatore Lo Russo, politico colluso con la "Camorra Riformata".
Lino Troisi è il boss Antonio O' Malacarne: attivo soprattutto negli anni '70 e '80 come attore, ha prestato la voce a Telly Savalas in "Kojak" e a Tom Bosley in "Happy Days".
Foto: Leo Gullotta
Richiami a Scarface
Per una volta nel film e per due volte nella serie, il modo in cui si fa finta di graziare i nemici per poi ucciderli ricorda una nota scena di "Scarface", di Brian De Palma, uscito nelle sale nel 1983, circa due anni prima delle riprese de "Il Camorrista".
Le musiche
Il commento musicale è di Nicola Piovani, un nome che non necessita di presentazioni. La musica esprime tensione, pericolo e ammonimento ed ha un ritmo vivace.
Si nota che il regista e il compositore sanno quello che fanno anche da alcuni dettagli:
la solita musica cupa e tesa, nella scena del castello, si trasforma in un dolce jazz retrò quando il boss si abbandona per un attimo alle memorie da bambino e al sogno di appropriarsi di quel luogo sfarzoso.
Foto: Nicola Piovani
Premi
Nastro d'argento al miglior regista esordiente (Giuseppe Tornatore).
David di Donatello al migliore attore non protagonista (Leo Gullotta).
Premio Flaiano per la sceneggiatura (Giuseppe Tornatore).
Foto: Giuseppe Tornatore in uno scatto recente
Frasi celebri
- O' Malacarne è nu guappo e' cartone!
- Rosaria...un vero camorrista ragiona con il cervello..e mai con il cuore!
- Dicitincello a o Professore, ca io nun l'aggio tradito! E mo facite ambresso!
- E allora forza! Mittiteve nzieme e abballate sulla mia pelle! E abballate, abballate, abballate!