Birkir Bjarnason giunse in Italia nel 2012, ingaggiato dal Pescara neopromosso in serie A. La stagione non andò tanto bene, ma l'Islandese si fece segnalare per la sua versatilità: dava una mano in difesa, correva molto, costruiva il gioco e si inseriva in avanti, spesso di testa, realizzando qualche goal.
L'anno dopo, metà del cartellino fu ceduto alla Sampdoria per un milione di euro. La Sampdoria non fu completamente convinta delle sue prestazioni, a mio avviso sbagliando.
Si andò alle "buste", una sorta di asta con cui si decideva all'epoca a chi dovesse spettare l'altra metà del cartellino.
La Sampdoria scrisse: 0 nella sua offerta, il Pescara 320 000 euro.
In pratica, il Delfino si riprese la metà del cartellino che aveva venduto a un milione di euro per 320 000 euro, registrando una plusvalenza di 640 000 euro.
Fu così che il centrocamposta tornò in Abruzzo, dove nella stagione 2014-2015 sfiorò la promozione in serie A: nella doppia finale la spuntò il Bologna con due pareggi, in virtù del miglior posizionamento in classifica durante la stagione regolare.
Militò in vari altri clubs in giro per il mondo: Basilea, Aston Villa, Al-Arabi, Brescia, Adana Demispor, Viking e infine ancora Brescia.
Prima della prima esperienza in Italia, invece, militò nel Viking, nel Bodø/Glimt e nello Standard Liegi.
Bjarnason ha fatto parte delle migliori formazioni della Nazionale Islandese fino ad oggi: quelle tra il 2014 e il 2018, che si qualificarono al primo campionato Europeo e al primo mondiale della loro storia.
Agli Europei del 2016 in particolare, i ragazzi di Lars Lagerbäck raggiunsero i quarti di finale arrendendosi soltanto alla Francia, paese ospitante della competizione.
Il Vichingo con la maglia del suo paese ha collezionato in tutto 113 presenze e 15 reti.
Dopo aver smentito il suo ritiro alcune settimane fa, annunciato da varie testate, il biondo centrocampista ha forse dovuto prendere atto che le offerte giuntegli a trentasei anni non sono ai livelli che lui vorrebbe e trovandosi svincolato a campionati già avviati, ha preferito dire basta sul serio.
A mio parere avrebbe potuto calcare i campi di serie A qualche anno in più durante la sua carriera, misurandosi maggiormente in una competizione tra le più prestigiose del mondo.
Tuttavia ha dimostrato nelle coppe europee per club, agli Europei e ai mondiali di essere un giocatore di prima fascia.
Auguri a lui per i suoi futuri progetti. Adattarsi ad una vita diversa dopo quella agonistica non è facile, ma se l'uomo possiede nella vita la grinta che dimostra in campo, se la caverà egregiamente.
I tifosi del Brescia e del Pescara già stanno esprimendo il proprio affetto e i propri auguri.
In bocca al lupo, biondo Vichingo.
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Argomenti: Birkir Bjarnason, calcio, Islanda

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