La sinistra perde.
Perde alle elezioni nazionali, e perde in più di una tornata delle amministrative.
Di Pietro e il Pd non vanno d'accordo.
Il Pd non ha una leadership chiara, e le primarie, da sole, non bastano.
Se alle primarie non segue un atteggiamento interno al partito di rispetto di quella leadership, non si va lontano.
Veltroni aveva tentato di dare al suo schieramento un assetto più funzionale, accorpando dei partiti piccoli a Ds e Margherita.
Gli è mancato il giusto carisma per restare in sella.
Il Pd continua a sbagliare sostanzialmente anche su un altro punto:
non fa opposizione con proposte vincenti e ben congegnate contro la povertà, in difesa degli operai, per i temi sociali cari al suo elettorato.
Si limita a criticare Berlusconi, talvolta con colpi bassi (un fotografo non si piazza "per caso" a 1000 metri di distanza per scattare con un potente obiettivo, foto del premier nella sua villa).
Mi piacerebbe vedere un Pd con un leader forte, che ha il coraggio di prendere decisioni importanti, anche a costo di scontentre qualcuno, in grado di fare cose sostanziali per il paese. L'ideologia in questo caso non conta nemmeno tanto, se si parla di partiti moderati.
Se una persona vale, può essere un buon leader, sia appartenendo al centro-destra che al centro-sinistra.
Così come sarei contento di avere una sinistra valida anche nel fare opposizione, che sia credibile quando contesta al governo in carica azioni oggettivamente sbagliate,
senza buttarla in rissa con affermazioni roboanti, ma con controproposte di buon senso e che convincano i cittadini.
I paraocchi, a me, non sono mai piaciuti, nè, a scapito del mio conto in banca, servo alcuna parte politica.
I cavalli selvatici mangiano di meno, ma non hanno un padrone e ci vedono bene.
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