"Un passettino avanti e uno indietro", insomma, e se qualche giornata fa avevo l'impressione che questo gruppo potesse mirare alla vittoria dei play off e perchè no, alla promozione diretta, ora sono molto meno entusiasta.
Vi mostro l'articolo che ho scritto sabato sera per un noto magazine locale.
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Tanta sofferenza e un po' di fortuna: il Pescara continua a deludere tra le mura amiche
(A sinistra: Birkir Bjarnason, il migliore tra i biancazzurri contro il Cittadella)
Un Delfino piuttosto brutto impatta col modesto Cittadella di Foscarini, rischiando di perdere la gara e la faccia e riacciuffando il match letteralmente all'ultimo secondo del tempo di recupero.
Le Azioni
A dispetto di quanto si vedrà in seguito, all'inizio la gara si mette bene per gli uomini di Baroni: al 3' il neoacquisto Pettinari, schierato a sorpresa dall'inizio, lascia partire un bolide neutralizzato dall'esperto Pierobon (45 anni ma ancora abile e arruolato).
Il cronometro fa tre giri di lancette e Politano, da buona posizione, calcia alto.
Al 12' Pettinari penetra tra le linee avversarie e fallisce un pallonetto con lo specchio della porta praticamente sguarnito: il buon Pierobon devia.
Da qui inizia il copione vero della gara, che vede i biancazzurri creare una grande mole di gioco senza però riuscire a scalfire i granata (oggi in tenuta gialla), che si dispongono bene in campo, attuano marcature decise e sono bravi nel ripartire in contropiede.
Il secondo tempo non regala sussulti eccessivi, se non nel finale: prima infatti, il Delfino tenta una serie di lanci lunghi ma i suoi attaccanti non riescono a pungere. Pettinari è deludente, Melchiorri e Politano non fanno un granchè.
L'unico in forma sembra Bjarnason, che, sebbene giochi in maniera un po' scomposta a tutto campo, corre e fornisce molti palloni alle avanguardie abruzzesi, che a loro volta non sanno smarcarsi dalle marcature a cui sono sottoposti.
A tre minuti dalla fine Melchiorri finalmente sveglia un po' tutti con un palo;
tre minuti dopo il centrocampista dei veneti Busellato ruba il pallone a Memushaj e fallisce il goal del raddoppio.
L'arbitro dà cinque minuti di recupero e Bjarnason, il più determinato dei suoi, colpendo la palla col petto, con la pancia e infine col ginocchio entra fino in porta a depositare il pallone: 1-1 e lo stadio Adriatico Cornacchia tira un sospiro di sollievo.
Conclusioni
Il Pescara dimostra di non saper imporsi sul suo campo, in cui ha vinto solo tre volte quest'anno. Soprattutto, è un dato di fatto che la compagine adriatica si trovi in difficoltà con le squadre che si chiudono. La partita col Cittadella è emblematica: quando gli avversari coprono gli spazi bisogna agire in triangolazioni negli spazi stretti e affondi palla al piede.
Nella partita odierna abbiamo visto invece tutti i difetti del pessimo Pescara di inizio stagione: passaggi a cento all'ora laterali, lunghi movimenti in orizzontale di difensori e centrocampisti, che sembravano tracciare un raccordo autostradale ogni volta che impostavano il gioco; lanci lunghi, a cercare gli attaccanti che non facevano movimento per smarcarsi (quest'ultima tattica una volta si chiamava: "palla fà tu").
Se i risultati fanno vedere un bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto con un nono posto in classifica senza infamia e senza lode, il gioco non ha quasi mai convinto, quest'anno.
L'impressione è che il potenziale di questa squadra sia molto maggiore ma che la qualità dell'organico non venga sfruttata fino in fondo.
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