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sabato 8 marzo 2014
Buona Festa della Donna, senza strumentalizzazioni
Ricordo che una volta ero in viaggio da Chieti a Pescara. Il pulman era pieno di studenti. Dietro di me, una ragazza della Basilicata parlava con le amiche. Il suo fidanzato, nella città natale, era gelosissimo e la seguiva per controllarla.
I genitori non le davano la possibilità di uscire liberamente. Perfino il fratello, come a volte succede ancora nel sud Italia, era geloso e si sentiva in diritto di controllarla costantemente.
Quando dunque le chiedevano perchè fosse andata a Chieti a studiare, visto che a molti sembrava una località di scarso interesse, rispondeva: "Per me Chieti e l'Abruzzo rappresentano la libertà".
Ebbene, vi sono delle discriminazioni nei confronti delle donne, disparità di trattamento frutto di una cultura retrograda.
A volte alcuni omicidi vengono commessi proprio per una presunzione da parte degli uomini di possedere la donna come se fosse un oggetto.
Ben vengano dunque tutte le misure, legislative e di sensibilizzazione, per arginare il problema.
Il punto però è che ultimamente politici e media generalizzano il fenomeno, compiendo automaticamente l'equazione: omicidio di un uomo nei confronti di una donna- uguale: assassinio a sfondo maschilista.
Molti fatti di sangue del genere avvengono per ragioni a sè stanti: un amore non ricambiato, un tradimento, uno stato psicologico labile, la perdita del supporto economico etc etc.
Non avviene però, che gli uomini, uniti in una sorta di lega dei maschilisti, si siano messi d'accordo per far fuori le donne.
Oggi, a Cesano Maderno, in provincia di Monza, sono state arrestate una moglie e una figlia per l'omicidio del padre.
Quattro giorni fa, invece, una donna di Rovito, in provincia di Cosenza, ha ucciso il suo bambino di 11 anni e poi ha tentato il suicidio, in reazione alla fine della storia con suo marito.
Cosa dovremmo dire allora? Che si tratta di femminismo, di prevaricazione femminile?
La verità è che molte donne della politica chiedono il voto delle donne perchè dicono di rappresentarle tutte, e strumentalizzano queste vicende.
Poi vi sono le cosiddette salottiere radical chic, mogli annoiate di dirigenti di partito o di professionisti affermati che fondano associazioni e fanno conferenze stampa, scrivono libri talvolta, ma di concreto non fanno molto per aiutare le donne in difficoltà, oltre a parlare tanto.
Soprattutto non ho mai sentito parlare costoro di schiavismo e di prostituzione, visto che tra le donne, le principali vittime di omicidio, sono proprio le prostitute.
Cosa hanno fatto queste signore con un bel make up sul viso per scongiurare la situazione che si ripete purtroppo in migliaia di strade italiane? Le prostitute non sono chic come loro, non frequentano i salotti mondani e non vestono all'ultima moda come loro, sarà questo il motivo di una certa indifferenza.
Passiamo per una volta, dalle parole ai fatti.
Quanto si è parlato di femminicidio? Tanto.
Quanto si è fatto per arginare la violenza, per intervenire in tempo dopo tante denunce cadute nel vuoto? Poco.
Questi signori e signore della politica si attivino.
Forse se tante volte il corpo femminile viene esposto nei manifesti pubblicitari, è perchè le modelle lo vogliono.
Forse se in tante si vendono, dandosi al potente di turno, è perchè decidono di farlo.
E quante volte abbiamo assistito a fatti giudiziari e di cronaca in cui una donna si concedeva ad un politico e poi si ritrovava a lavorare nei suoi uffici?
Facciamo qualcosa di concreto dunque:
organizziamo corsi di autodifesa, mettiamo in pratica delle strategie, facciamo campagne di istruzione concrete.
E possibilmente, mettiamo in chiaro il fatto che ci sono tanti uomini nudi nella pubblicità odierna e che festeggiare l'8 marzo mettendo una banconota negli slippini degli spogliarellisti svuota tutto il senso della Festa della Donna.
Buon 8 Marzo a tutte le donne che affrontano la vita seriamente, ogni giorno, e lo fanno senza ipocrisie e finti vittimismi.
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