Pubblicato su: Calcioweb.eu
E’ stata senza dubbio una gara spettacolare quella dell’Adriatico di ieri. Davanti a quasi 8000 spettatori, di cui 750 avellinesi, gli uomini di Oddo si sono imposti mostrando tecnica, velocità e resistenza fisica. All’Avellino va però riconosciuto il fatto di non essersi mai arreso. Accorciando le distanze, sul 2-1, stava quasi per pareggiare, ma poi è stato steso da un autentico capolavoro di Gianluca Caprari, e a nulla è servito il 3-2 di Mokulu che ha reso meno pesante il passivo.
Sono stati i giovani della squadra adriatica, alcuni dei quali militano nell’under 21 italiana, a dare spettacolo. Scrivevamo del goal di Caprari: un goal che rimarrà nella storia del calcio cittadino, che ha ricordato alcune prodezze di Del Piero. Caprari, dopo un periodo di latitanza dal goal e di critiche un po’ eccessive subite, da un po’ di tempo si è sbloccato e lo ha dimostrato ancora una volta ieri sera.
Durante una azione di attacco con movimenti e passaggi in velocità, ha stupito tutti: si è fermato di fronte alla mezzaluna esterna all’area di rigore, si è aggiustato il pallone col sinistro e col destro ha fatto partire un tiro ad effetto che ha scavalcato i difensori e si è insaccato nella parte destra della porta; tiro imprendibile per il portiere Frattali.
Il suo compagno Lapadula ha lottato come un leone, come al solito, pur non giocando una delle sue migliori partite. Vista la fisicità brevilinea degli attaccanti, i due vengono chiamati dalla stampa locale “La Banda Bassotti”. Con un centrocampo molto valido, composto da Verre, Mandragora, Memushaj e Benali, oltre ai subentrati Torreira e Valoti, il Delfino ha mostrato a tratti un calcio-champagne esaltante.
E’ palpabile un certo entusiasmo giovanile per una squadra dall’età media piuttosto bassa: il senso di vertigine e la raffinatezza che sanno imprimere all’azione questi ragazzi ha deliziato il pubblico. Nonostante i due goals subiti, i ragazzi di Oddo hanno continuato a macinare gioco e hanno finito all’attacco, andando vicini a segnarne altri due.
E’ il calcio-champagne che vuole sempre la tifoseria di Pescara, che, abituata prima ai successi di Galeone e Zeman, resta innamorata del gioco offensivo e anche un po’ sbarazzino.
L’incapacità di gestire il risultato di vantaggio, tenendo il pallone e facendolo girare con passaggi corti, è evidente però in questa squadra.
Sul 2-1, alcuni palloni buttati un po’ affrettatamente in avanti, hanno rischiato di procurare il pareggio ai “lupi” irpini che sembravano ravvivati. E’ anche vero che proprio questo atteggiamento non speculativo ha fatto scaturire il terzo goal.
L’Avellino, pur avendo attaccato decisamente meno del Pescara, ha comunque giocato a viso aperto ed ha prodotto pericoli con diverse percussioni. Vari sono stati i tiri e le respinte in area del Pescara, come in occasione del goal di Mokulu, che ha ribadito di testa, a meno di un metro dalla porta, una respinta del portiere Fiorillo.
Oltre al già citato Mokulu, hanno ben figurato Trotta e soprattutto Zito, che, entrato nella ripresa, ha giocato 15 minuti (8+7 di recupero) ottimi in cui ha cambiato volto alla propria squadra e ha fatto il diavolo a quattro presso le retrovie biancazzurre. Un’ultima annotazione su quanto avvenuto ieri va a favore dei tifosi dell’Avellino, che oltre ad essere giunti numerosi hanno fornito una bellissima coreografia con sciarpe e bandiere. Anche questo è il bello del calcio.
Il 3-2 proietta il Pescara verso i quartieri alti della classifica con 24 punti, mentre l’Avellino rimane a metà classifica, a 16 punti.
Andrea Russo
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