Un ottimo Cesena conquista i tre punti e si candida alla serie A. Il Pescara come Reykiavik: non pervenuto
Una ventina di anni fa, quando le comunicazioni non erano così semplici come oggi, le temperature nel bollettino del meteo giungevano incomplete e di qualche luogo, magari isolato nella morsa del freddo si diceva: non pervenuto.
Il Pescara può definirsi tale, in virtù di una prestazione troppo brutta per essere vera, il cui demerito va ascritto interamente al tecnico Massimo Oddo.
Il Cesena, da parte sua, ha condotto una gara impeccabile e solo la sfortuna e le parate di Aresti non gli hanno permesso di dilagare. Tra l'altro, i Romagnoli recriminano, giustamente, per un rigore non dato nel finale di gara.
Il Cesena è in buona forma
Bravi tutti, tra i bianconeri. in particolare, si sono messi in luce i centrocampisti Sensi e Kessie, nonchè l'autore del goal ed ex pescarese Ragusa. Segnaliamo inoltre Magnusson, che ha fatto alcune chiusure spettacolari sui pericolosi folletti avversari.
La prestazione del Pescara è frutto dell'approccio sbagliato dell'allenatore
Dicevamo della pessima prestazione del Pescara.
Innanzitutto escludiamo gli unici due che hanno giocato bene: il portiere Aresti e l'attaccante Gianluca Caprari.
Per il resto, anche gli altri calciatori del Delfino che hanno interpretato male la gara devono essere dispensati da critiche troppo accese.
Il team abruzzese è sembrato in buona forma fisica e si sono viste nel primo tempo buone trame di gioco, prima del calo nella ripresa.
Nonostante questo, i giocatori di Oddo sono giunti sempre secondi sul pallone, per via di una disposizione in campo troppo allungata. I biancazzurri erano troppo distanti gli uni dagli altri e andavano a coprire parti del campo inutili durante lo sviluppo del gioco;
La difesa è stata troppo bassa (ovvero troppo vicina al portiere) e la costruzione del gioco è stata affidata a lanci e passaggi lunghi che hanno portato i sia pur buoni piedi di gente come Mandragora e Verre ad essere imprecisi;
nondimeno, il controllo Caprari e Lapadula che ricevevano quei lanci risultava imperfetto, perchè i suddetti attaccanti non erano messi in condizione di gestire al meglio il pallone.
E' stata l'impostazione tattica di Oddo a creare tutto questo: così come non abbiamo lesinato complimenti al giovane tecnico adriatico in passato, oggi gli attribuiamo in pieno le responsabilità di una prestazione molto scarsa della squadra.
Anche nell'intervallo, quando avrebbe potuto porre dei rimedi, non ci sono stati cambi nell'assetto tattico e nonostante il centrocampo fosse praticamente inesistente, il mister lo ha reso ancor più evanescente, passando da un 4-3-3 ad uno stucchevole 4-2-4 in cui i palloni hanno fatto ancora più fatica a raggiungere gli attaccanti.
Così vengono spiegati anche i ritardi sul pallone dei biancazzurri; così si giustifica anche la doppia ammonizione e l'espulsione nel finale di un ottimo elemento come Torreira.
Andrea Russo
Pubblicato su Calcioweb.eu
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