Avvertenza

E' consentito riportare e linkare gli articoli di questo sito, a patto che vengano riportati nome, cognome e fonte. L'autore si avvale della facoltà di tutelare i contenuti qui pubblicati nelle sedi e nei modi che riterrà più opportuni.
Il blog di Andrea Russo è un sito di opinione e di intrattenimento. Non è, nè intende, essere una testata giornalistica e non ne ha le caratteristiche (redazione, periodicità fissa, registrazione presso un tribunale, et cetera).
E' pertanto dispensato dalle regole riguardanti la stampa nei periodi elettorali.

giovedì 1 dicembre 2011

L'Europa delle banche non piace a nessuno

Appare ormai chiaro che i popoli dell'Europa Occidentale, interpellati riguardo alla permanenza in Europa e nell'euro, abbiano decretato il loro consenso alla fine di questa esperienza.
Da quando è entrato in vigore l'euro, almeno per i paesi del blocco occidentale non si sono visti grandi benefici, e probabilmente nella bilancia dei pro e dei contro questi ultimi prevalgono, nell'andamento dell'economia.


Si è voluta attuare, in maniera arruffona e controversa, un'unione di stati che parte prima dalla moneta e dall'economia e poi dall'interscambio tra le varie identità culturali. Si sono così messe insieme una Grecia disastrata e ancora un po' bizantina con la Germania e l'Olanda mitteleuropea, paesi dell'ex blocco occidentale ed altri dell'ex patto di Varsavia che ancora non possono cancellare il loro passato, dato che troppo forti sono le caratteristiche pregresse nella cultura, nell'impostazione delle istituzioni e nella mentalità della gente per poter essere cancellate in venti anni.


Abbiamo oggi nella stanza dei bottoni di Bruxelles personaggi non eletti,. tecnocrati distanti da una base elettorale a cui rendere conto, per lo più paladini delle banche che poco conoscono le vicissitudini locali delle popolazioni europee, Stiamo parlando di persone che preferiscono analizzare resoconti, controverse statistiche piuttosto che vedere con i propri occhi la realtà dei fatti. Ecco perchè si sono fatti prendere per il naso da un Papandreou che ha contraffatto i conti statali della Grecia per entrare nell'Euro.


Persone che senza mezzi termini si spera vengano spazzate via in favore di politici democraticamente eletti e responsabili.


Se in un governo nazionale vi sono rapporti tra alta politica e alta imprenditoria, questa relationship perversa in europa si acuisce e si fa più elitaria, visto le dimensioni più ampie in cui la partita si gioca.


Oltre ai connubi finanza-politica gli europei devono fare i conti con i personalismi delle politiche nazionali, con Francia e Germania a farla da padrona per avere leggi e disposizioni più favorevoli e l'Italia con l'Inghilterra (ancora sovrana monetariamente) e qualche altro stato a cercare di ritagliarsi un posticino al sole.


A dire il vero, di sole in questa situazione congiunturale nebbiosa non se ne vede. Vediamo affannarsi politici e banchieri che dopo aver combinato disastri, aver fatto crescere i prezzi in mezza europa, aver fatto crollare il tessuto industriale in favore di operai rumeni e cinesi malpagati, che non si arricchiranno, adesso fanno pagare i propri errori con tagli e aumenti di tasse ai popoli nazionali.


Perchè vengono eseguite tassazioni ridicole alle rendite finanziarie e enormi carichi all'economia reale, che crea invece posti di lavoro e arricchisce il popolo e non pochi speculatori?
Perchè si lascia che trasmigrino fabbriche Italiane, Francesi, Tedesche, Inglesi in Romania senza porre regole a tutela dei lavoratori rumeni, sfruttati, malpagati, senza garanzie sindacali effettive come il nostro limite massimo 8 ore di lavoro al giorno?


Perchè non si impone un salario minimo di 500 euro anzichè 180-250 euro? Si migliorerebbero le condizioni di quella povera gente e nel contempo si renderebbe meno attrattivo lo spostamento delle industrie e la perdita di lavoro di operai occidentali, come quelli italiani.


L'Europa delle banche non piace a nessuno, mentre l'Italia commissariata da un non eletto uomo delle banche
paga il dazio di aver avuto Prodi e Berlusconi quali presidenti incapaci di rimettere in sesto la macchina amministrativa, le finanze pubbliche e il tessuto industriale.


 In sostanza, si procede aumentando le tasse a tutti, non certo solo ai ricchi.


Appare un miraggio dunque una ripresa economica in una situazione in cui si aumenta l'Iva, le imprese pagano tasse alte, e un alto numero di disoccupati e la restante moltitudine di ipertassati non sono in condizione di spendere e di far circolare la moneta.

Nessun commento: