Il vantaggio lì è di tutti.
A Pescara le licenze sono bloccate.
Esse sono in mano esclusivamente a due società. I taxi sono pochi, non possono stazionare in aeroporto, se non in corrispondenza dei voli, non possono fermarsi nei vari angoli della città, se non nei pressi della stazione, se un tassista di Chieti vuol trasportare un passeggero a Pescara e prendere a bordo un nuovo passeggero lì non può farlo.
Ciò comporta un grave danno per tutti gli addetti ai lavori, e per i clienti, che pagano tariffe molto elevate.
Ci sono stati i giochi del Mediterraneo, in questi giorni, e, per l'occasione, sono stati utilizzati molti taxi in più, con conducenti anche giovani assunti direttamente dalle istituzioni e muniti solo della patente B (per diventare Tassisti bisogna normalmente la patente di categoria D-K ed espletare varie prassi burocratiche).
Se è stato possibile sbloccare ogni sorta di problema pratico per i Giochi del Mediterraneo con una tale disinvoltura, perchè non si può farlo nei giorni normali, e per creare posti di lavoro veri, che durino per lungo tempo e non sette giorni? Il problema non è stato affrontato da nessuna delle precedenti amministrazioni, e quindi non è un fatto di colore politico.
E' auspicabile però, ovviamente, che la politica locale si faccia carico della questione.Tanto per fare un parallelo, c'è da ricordare che una liberalizzazione del settore fu tentata da Bersani, che incontrò resistenze della categoria, preoccupata di non far entrare altre persone a spartire la torta a e dovette lasciar correre. Il punto però è questo: all'estero vi sono realtà con più tassisti e meno limitazioni, con un maggiore guadagno, prezzi più bassi e un servizio migliore.
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