Mentre diversi leaders Europei studiavano strategie di lotta e di competizione con gli Stati Uniti, Giorgia Meloni con realismo e pazienza ha imposto la via della cooperazione
Premessa
Chi legge questo blog con un minimo di attenzione sa anche che non ho risparmiato critiche alle Presidente del Consiglio Giorgia Meloni quando lo ritenevo necessario.
Allo stesso tempo bisogna riconoscerne i meriti, specialmente quando sono evidenti.
L'incontro Trump - Meloni
Non si ci può girare attorno: La missione di Giorgia negli Stati Uniti avvenuta Giovedì 17 Aprile è stata un successo.
Già soltanto il fatto che gli altri leaders Europei l'abbiano accreditata come loro mediatrice presso la Casa Bianca è già di per sè un grande risultato.
Inizialmente vista con sospetto per le sue visioni populiste, la quarantasettenne dirigente post-nazionalista rischiava di essere una "paria" nel consesso Europeo.
È stata in grado invece, con pazienza e moderazione, di diventare lei stessa la figura di punta tra i premier del vecchio continente.
Trump ha speso parole entusiastiche per lei prima e dopo l'incontro:
"Giorgia Meloni è stata grande ieri nella sua visita alla Casa Bianca. Lei ama il suo paese e l'impressione che ha lasciato su ognuno è stata fantastica!!! DJT"
Questo è stato il messaggio del capo di Stato Americano dopo l'incontro.
I contenuti
I due capi di governo si sono dichiarati d'accordo sulle politiche migratorie, sulla lotta alle droghe sintetiche, sul contrasto alle ideologie woke e sullo sviluppo dell'energia nucleare (l'esecutivo Italiano vorrebbe reintrodurla).
I nodi più sostanziali sul piatto ancora oggi e nel futuro prossimo sono e saranno due:
- l'unità di intenti tra Unione Europea e Usa e il consequenziale abbandono dei progetti sui dazi reciproci.
La soluzione più ovvia sembrerebbe quella degli acquisti di gas liquido e di armi Statunitensi in cambio della non introduzione di nuovi dazi, che non favorirebbero nessuna delle due parti.
- La ridefinizione degli accordi con la Nato: aumenteranno le spese militari e si creerà un sistema spaziale Europeo di difesa.
A quel punto andrebbe però ridiscussa la presenza stessa della Nato sul territorio.
Nel frattempo Starmer sembra allinearsi alle decisioni europee, partecipando a numerosi tavoli congiunti, come se la Brexit non fosse mai avvenuta.
Con la scelta di delegare Giorgia Meloni ad interlocutrice degli Americani, tuttavia, sembrano ridotte anche le infelici uscite di Ursula Von Der Leyen, di Macron e di altri ancora.
Non si sentono più frasi del genere come: "manderemo soldati a combattere contro i Russi" o "Dobbiamo prepararci alla guerra".
Le trattative le farà Trump e come al solito gli alleati giungeranno a mettere a posto i cocci a guerra compiuta. Se ne facciano una ragione.
Come al solito dal secondo dopoguerra in poi, gli Americani rompono, gli Europei pagano ed è un dato di fatto che il conflitto in Ucraina sia scaturito dagli interessi personali di Biden in quel paese e dalla sua volontà a tutti i costi di installarvi le basi Nato.
Speriamo che la si faccia finita una volta per tutte con il clima di militarismo indotto e al tempo stesso bizzarro, fatto di borsette firmate, di kit di sopravvivenza e di ventilate situazioni da disastro atomico che di certo nessuno si può permettere.
A ribadire la stima della attuale amministrazione Statunitense nei confronti dell'esecutivo Italiano, in questi giorni il vicepresidente Usa JD Vance sta ricambiando la visita a Roma.
Giunto da noi Venerdì 18 Aprile, proseguirà il suo viaggio domani in India.
Inoltre, visto l'invito formalizzato alla Casa Bianca davanti alla stampa da Giorgia Meloni, potrebbe esserci una visita di Trump a Roma nel futuro prossimo anche se non è chiaro ancora se la UE vi aderirebbe;
è probabile che in caso negativo si possa organizzare un semplice incontro bilaterale.
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